Il tema toccato da questo articolo è quanto mai cruciale. Riguarda le ordinanze del Tribunale di Roma da noi pubblicate su questo blog in data 12 aprile 2016 e quella successiva ma collegata del Tribunale di Napoli del 14 luglio 2016. Vi è stata in Napoli nello stesso mese di luglio una conferenza stampa, ma dopo sui delicatissimi problemi che ne discendono sembra calato una sorta di silenzio stampa. Eppure il terremoto in corso dentro il M5s hanno come loro epicentro proprio quelle due Ordinanze che presto si trasformeranno in sentenze di merito, non restando altro da trattare che le spese processuali. È difficile ipotizzare che uno stesso giudice smentisca se stesso a pochi mesi di distanza. Poiché nel frattempo Beppe Grillo, anziché leggere le Ordinanze emesse, ha continuato a parlare prima ancora di pensare - come dice lui stesso in una intervista con Paquale Elia - si è ritrovato tre distinte querele per diffamazione, delle quali dovrà pur tenere qualche conto. Al tempo stesso sorgono una miriade di associazioni che si ispirano ai principi del M5s, ma non intendono dipendere da uno Staff anonimo e irresponsabile. Un quadro piuttosto confuso, senza che da quei giornalisti che vanno a caccia di gossip ci si possa aspettare elementi utili di informazione e di chiarimento. Come ebbe a dire in un Forum londinese, il giornalista John Pilger, l’informazione altro non è che una “emanazione del potere”, e se - come sembra - il M5s è destinato al potere, i media già cominciano ad allinearsi.
AC
Le coordinate per orientarsi nella soluzione del quesito teologico non si trovano tuttavia nei testi sacri ma in due Ordinanze cautelari di due distinti Tribunali italiani. La prima ordinanza, emessa dal Tribunale di Roma nell’aprile 2016, ha appurato che esistono due omonime, ma distinte associazioni denominate appunto “MoVimento 5 Stelle”: quella fondata nell’ottobre del 2009 da Grillo e Casaleggio e che annovera oltre centomila iscritti, e un’altra, fondata nel dicembre del 2012. La seconda è l’ordinanza del Tribunale di Napoli, pronunciata nel luglio 2016, la quale ha rilevato - di conserva - che l’associazione Movimento 5 Stelle fondata nell’ottobre del 2009 è da considerarsi un partito a tutti gli effetti e che essa deve pertanto rispettare non solo le regole codicistiche che disciplinano le associazioni, ma anche il principio del diritto di esistenza, al suo interno, di correnti di minoranza, come qualsiasi altro partito.
L’ordinanza dei giudici partenopei ha inoltre rilevato la nullità del regolamento espulsioni pubblicato sul blog nel dicembre del 2014, costringendo i vertici dell’associazione a indire in fretta e furia, il 20 luglio del 2016, una votazione per la per “la conferma delle modifiche di aggiornamento al Non Statuto e al Regolamento del MoVimento 5 Stelle”, votazione poi rinviata sine die con un post scriptum, dopo che l’avvocato Lorenzo Borrè, difensore degli espulsi nei due procedimenti conclusisi con le suddette ordinanze, aveva fatto correttamente rilevare che le modifiche dello Statuto non potevano essere approvate con una votazione on line. E ad oggi le votazioni che dovevano concludersi in occasione della ormai imminente kermesse di Palermo non sono state ancora avviate...
In tutto questo bailamme non è dato capire quale sia allora la funzione dell’associazione “Movimento 5 Stelle” costituita da Beppe Grillo, Enrico Grillo e Enrico Maria Nadasi (commercialista di Grillo) nel dicembre 2012 e avente codice fiscale 95162920102 (mentre, lo diciamo en passant, l’associazione fondata nel 2009 non risulta neppure avere codice fiscale....) e quale sia la ragione della modifica del suo Statuto avvenuta nel dicembre del 2015, modifica mai divulgata dalla stampa, e per questo lo facciamo qui riportandone alcuni estratti, con cui - tra l’altro - è stato abiurato il principio dell’«uno vale uno», atteso che mentre l’articolo 12 dello Statuto originario (quello del dicembre del 2012) prevedeva che alle assemblee dell’associazione partecipassero tutti i soci (divisi nelle categorie di soci fondatori, soci ordinari e soci sostenitori, questi ultimi individuati negli “aderenti al movimento 5 stelle che abbiano votato in rete i candidati del M5S”), il nuovo Statuto del 2015 consente la partecipazione alle assemblee ai soli soci fondatori (i due Grillo e Nadasi) e ai soci ordinari, e parrebbe esista un solo socio ordinario, vale a dire Gianroberto Casaleggio, il cui nome sino ad allora non era presente in documenti ufficiali. Fatto sta che alla data del 29.4.2016, come risulta dal verbale di assemblea totalitaria che si trova pubblicato sul portale all’indirizzo http://www.movimento5stelle.it/rendiconti/Associazione_Movimento_5_Stelle_rendiconto_2015.pdf , non rientrano tra gli aventi diritto di voto alle assemblee né i parlamentari eletti (tantomeno sindaci e consiglieri regionali e comunali nelle liste M5S) e nemmeno i membri del direttorio, circostanza di una certa rilevanza se sol si considera che, come specificato, all’art. 3 dello Statuto modificato nel dicembre 2015 unica titolare del contrassegno del Movimento 5 stelle è l’associazione costituita nel 2012 (mentre l’associazione fondata nel 2009, quella cui sono iscritti oltre centomila persone, non rileva). Insomma, al momento attuale il simbolo è ancora di fatto nelle mani di Grillo, o meglio di quella seconda associazione formata dai due Grillo più Nadasi. Deciderà di passare la titolarità del simbolo ai parlamentari, ad alcuni di essi, magari allargando l’associazione o lascerà le cose come stanno, in attesa di tempi migliori? Ci sarà una fusione tra questa associazione e la nuova associazione Rousseau fondata da Casaleggio padre col figlio, poco prima di morire, e senza Grillo? O, molto più probabilmente, le due associazioni interagiranno, sanando la spaccatura tra Grillo e Casaleggio padre?
Due Associazioni che portano lo stesso nome e in più ora anche la nuova Associazione Rousseau; questi sono al momento i fatti. Se Grillo vuole rilanciare il Movimento e mettere un po’ di ordine nel pollaio, prima che a capitan Pizza venga la tentazione di portargli via le uova, domenica a Palermo dovrà lanciare una nuova struttura organizzativa del M5s, quella direttoriale è legata ad una fase del Movimento superata con la morte di Gianroberto Casaleggio.
Ma c’è qualcosa d’altro ancora. E' presto detto: si tratta del Comitato promotore Italia 5 Stelle, comitato con un proprio codice fiscale e di cui risulta legale rappresentante Roberta Lombardi, beneficiario delle donazioni sollecitate dal portale del Movimento 5 stelle per il nuovo evento di Palermo e che è stato già destinatario delle sottoscrizioni per l’organizzazione di Italia 5 Stelle 2015 a Imola, atteso che l’iban per le donazioni a Italia 5 Stelle 2015 è lo stesso di quello per le donazioni a Italia 5 Stelle 2016. Perché questo Comitato distinto? Ah saperlo! Ma da un MoVimento che fa della trasparenza il proprio mantra ci si aspetterebbe la pubblicazione dello Statuto di detto Comitato che maneggia quattrini, così da comprenderne le finalità e conoscerne i componenti... intanto accontentatevi, a proposito di trasparenza ecco alcune pagine dello Statuto vigente, con tanto di firme autentiche, di cui nessun giornale ha sinora parlato.
Il MoVimento 5 Stelle: uno o trino?
Paolo Becchi
Mentre la stampa è occupata dal gossip a 5 stelle su telefonate in punto di morte tra l’Ayatollah e il guru e dalla kermesse che oggi si apre a Palermo per la quale è annunciata l’esibizione di Raggi-o di luce che canterà Io voglio per me le tue carezze… a cui seguirà Maio-nese con Perdono, perdono, perdono, e allo spettacolo non potrà ovviamente mancare il premio Nobel per la cultura ridotta a farsa e parodia, mi concentrerò oggi su una difficile questione di teologia politica: il MoVimento è uno o trino?
Le coordinate per orientarsi nella soluzione del quesito teologico non si trovano tuttavia nei testi sacri ma in due Ordinanze cautelari di due distinti Tribunali italiani. La prima ordinanza, emessa dal Tribunale di Roma nell’aprile 2016, ha appurato che esistono due omonime, ma distinte associazioni denominate appunto “MoVimento 5 Stelle”: quella fondata nell’ottobre del 2009 da Grillo e Casaleggio e che annovera oltre centomila iscritti, e un’altra, fondata nel dicembre del 2012. La seconda è l’ordinanza del Tribunale di Napoli, pronunciata nel luglio 2016, la quale ha rilevato - di conserva - che l’associazione Movimento 5 Stelle fondata nell’ottobre del 2009 è da considerarsi un partito a tutti gli effetti e che essa deve pertanto rispettare non solo le regole codicistiche che disciplinano le associazioni, ma anche il principio del diritto di esistenza, al suo interno, di correnti di minoranza, come qualsiasi altro partito.
L’ordinanza dei giudici partenopei ha inoltre rilevato la nullità del regolamento espulsioni pubblicato sul blog nel dicembre del 2014, costringendo i vertici dell’associazione a indire in fretta e furia, il 20 luglio del 2016, una votazione per la per “la conferma delle modifiche di aggiornamento al Non Statuto e al Regolamento del MoVimento 5 Stelle”, votazione poi rinviata sine die con un post scriptum, dopo che l’avvocato Lorenzo Borrè, difensore degli espulsi nei due procedimenti conclusisi con le suddette ordinanze, aveva fatto correttamente rilevare che le modifiche dello Statuto non potevano essere approvate con una votazione on line. E ad oggi le votazioni che dovevano concludersi in occasione della ormai imminente kermesse di Palermo non sono state ancora avviate...
In tutto questo bailamme non è dato capire quale sia allora la funzione dell’associazione “Movimento 5 Stelle” costituita da Beppe Grillo, Enrico Grillo e Enrico Maria Nadasi (commercialista di Grillo) nel dicembre 2012 e avente codice fiscale 95162920102 (mentre, lo diciamo en passant, l’associazione fondata nel 2009 non risulta neppure avere codice fiscale....) e quale sia la ragione della modifica del suo Statuto avvenuta nel dicembre del 2015, modifica mai divulgata dalla stampa, e per questo lo facciamo qui riportandone alcuni estratti, con cui - tra l’altro - è stato abiurato il principio dell’«uno vale uno», atteso che mentre l’articolo 12 dello Statuto originario (quello del dicembre del 2012) prevedeva che alle assemblee dell’associazione partecipassero tutti i soci (divisi nelle categorie di soci fondatori, soci ordinari e soci sostenitori, questi ultimi individuati negli “aderenti al movimento 5 stelle che abbiano votato in rete i candidati del M5S”), il nuovo Statuto del 2015 consente la partecipazione alle assemblee ai soli soci fondatori (i due Grillo e Nadasi) e ai soci ordinari, e parrebbe esista un solo socio ordinario, vale a dire Gianroberto Casaleggio, il cui nome sino ad allora non era presente in documenti ufficiali. Fatto sta che alla data del 29.4.2016, come risulta dal verbale di assemblea totalitaria che si trova pubblicato sul portale all’indirizzo http://www.movimento5stelle.it/rendiconti/Associazione_Movimento_5_Stelle_rendiconto_2015.pdf , non rientrano tra gli aventi diritto di voto alle assemblee né i parlamentari eletti (tantomeno sindaci e consiglieri regionali e comunali nelle liste M5S) e nemmeno i membri del direttorio, circostanza di una certa rilevanza se sol si considera che, come specificato, all’art. 3 dello Statuto modificato nel dicembre 2015 unica titolare del contrassegno del Movimento 5 stelle è l’associazione costituita nel 2012 (mentre l’associazione fondata nel 2009, quella cui sono iscritti oltre centomila persone, non rileva). Insomma, al momento attuale il simbolo è ancora di fatto nelle mani di Grillo, o meglio di quella seconda associazione formata dai due Grillo più Nadasi. Deciderà di passare la titolarità del simbolo ai parlamentari, ad alcuni di essi, magari allargando l’associazione o lascerà le cose come stanno, in attesa di tempi migliori? Ci sarà una fusione tra questa associazione e la nuova associazione Rousseau fondata da Casaleggio padre col figlio, poco prima di morire, e senza Grillo? O, molto più probabilmente, le due associazioni interagiranno, sanando la spaccatura tra Grillo e Casaleggio padre?
Due Associazioni che portano lo stesso nome e in più ora anche la nuova Associazione Rousseau; questi sono al momento i fatti. Se Grillo vuole rilanciare il Movimento e mettere un po’ di ordine nel pollaio, prima che a capitan Pizza venga la tentazione di portargli via le uova, domenica a Palermo dovrà lanciare una nuova struttura organizzativa del M5s, quella direttoriale è legata ad una fase del Movimento superata con la morte di Gianroberto Casaleggio.
Ma c’è qualcosa d’altro ancora. E' presto detto: si tratta del Comitato promotore Italia 5 Stelle, comitato con un proprio codice fiscale e di cui risulta legale rappresentante Roberta Lombardi, beneficiario delle donazioni sollecitate dal portale del Movimento 5 stelle per il nuovo evento di Palermo e che è stato già destinatario delle sottoscrizioni per l’organizzazione di Italia 5 Stelle 2015 a Imola, atteso che l’iban per le donazioni a Italia 5 Stelle 2015 è lo stesso di quello per le donazioni a Italia 5 Stelle 2016. Perché questo Comitato distinto? Ah saperlo! Ma da un MoVimento che fa della trasparenza il proprio mantra ci si aspetterebbe la pubblicazione dello Statuto di detto Comitato che maneggia quattrini, così da comprenderne le finalità e conoscerne i componenti... intanto accontentatevi, a proposito di trasparenza ecco alcune pagine dello Statuto vigente, con tanto di firme autentiche, di cui nessun giornale ha sinora parlato.
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