lunedì 12 gennaio 2015

"Due pesi due misure”: la manipolazione è appena agli inizi... Non perdiamoci le puntate!

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Ahmed Merabet
Se l’11 Settembre americano mi era e mi resta lontano non solo in termine geografici, ma decisamente ostico sul piano intellettuale e morale, non accade così per l’operazione che a Parigi mi sembra essere appena iniziata. Quando non si segue un evento dall’inizio, come in un film o in una trama narrativa, si perde poi il filo. Già sono parecchi i blog e le pagine web che si occupano del caso. Cercherò di seguirli tutti, ritagliandomi un mio spazio, consono ai temi della libertà di pensiero e di espressione, proprio di questo blog. Credo che ci troviamo in una di questi momenti e mi propongo perciò, armato di pazienza e di tempo, di seguire gli sviluppi di eventi che ci toccano tutti da vicino e che non possono essere grossolanamente travisati, come fa un giornalista televisivo, che vede assai strabicamente “due pesi e due misure”, ignorando il caso Dieudonné - immediatamente tirato in ballo dai fatti stessi, ma accuratamente ignorato da tutti i media - e salmodiando l’eterno vittimismo di Israele, che non mi stupirei avesse impiegato il suo Mossad anche per una edizione europea dell’11 settembre, in un momento in cui con il pieno riconoscimento della piena statualità** della Palestina sembrano mettersi male le cose per lo «stato ebraico» che potrebbe essere chiamato davanti a una corte di giustizia a rispondere per crimini di “pulizia etnica” equiparati al “genocidio”, come illustra Ilan Pappe nel suo ben noto libro, pare esaurito e introvabile. Stando alla prima ricostruzione dei fatti, e con tutte le cautele che bisogna avere, un altro personaggio ignorato da quella che sembra una vergognosa montatura è il poliziotto arabo e musulmano che è stato freddamente ucciso nella scena del filmato: è arabo e musulmano anche lui! Ma tutti sono interessati ad accentuare la natura “islamica” dell’attentato “terroristico”! Già questo solo fatto induce al sospetto. Non interessano né le vittime né la sicurezza dei comuni cittadini (che non corrono pericoli di nessun genere), ma interessa soltanto far passare il messaggio mediatico che esiste il pericolo islamico...

Ho dunque visto buona parte della diretta televisiva e ieri sera anche buona parte della trasmissione televisiva la “Gabbia”, attratto dalla presenza annunciata di Giulietto Chiesa e Massimo Fini... Se fosse stata per la presenza degli altri ospiti mi sarei risparmiato il tempo... Vi assicuro: è per me un’autentica tortura seguire i talk show e la comunicazione main stream!... Hanno parlato di più proprio quelli che avrebbero faro più figura a stare zitti, come quell’Adinolfi di cui addirittura si annuncia che oggi se ne esce con un nuovo quotidiano: “La Croce”, titolo adatto a indicare la sua persona: è una “croce” starlo ogni volta ad ascoltare senza poterlo invitare a starsene zitto o almeno a lasciar parlare gli altri che dicono cose molto più sensate delle sue... Ma non voglio fare una recensione della trasmissione. Voglio solo citare uno spunto che è stato dato da alcuni degli ospiti presente e già citati:

A debita distanza: Fonte 1 / 2.
La manifestazione parigina è stata un segno di forza da parte del popolo francese? Per nulla! Saranno stati pure uno o due milioni, ma via via che venivano intervistate con domande stupide alle quali non sapevano sottrarsi tutte quella gente – non un “popolo”, non “il popolo francese” – mi ha fatto una gran pena, presi in giro e per il da “buffoni” che si sono ben guardati dal lasciarsi avvicinare dai loro governati e beffati. Qual è la caratteristica essenziale di un popolo? Quella caratteristica che gli dà consistenza politica? La capacità di riconoscere il proprio nemico. E dov’era a Parigi il nemico non già del solo popola francese, ma addirittura di tutti i popoli europei che avrebbero dovuto essere lì rappresentati dai “governanti” ivi riuniti? Ho visto alcune disgustosissime vignette dei Carletti del giornale satirico che a me non avrebbe fatto ridere affatto, se fossi stato mai un lettore di quelle oscenità... Forse che due milioni di persone stavano lì a difendere il diritto all’oscenità sacrilega in nome dei sacri principi della libertà di stampa, di pensiero, di espressione, quando questi stessi diritti sono calpestati per la stragrande maggioranza dei cittadini francesi che non possono neppure seguire gli spettacoli di Dieudonné o le conferenze di un Faurisson? Forse non tutti i lettori di questo blog sanno chi è Dieudonné... Riporto un brano non mio, lo stesso che ho mandato al giornalista televisivo della Rai che se ne era uscito con un post infelice dal titolo: “due pesi due misure”:
Rimaniamo in Francia. Quanti di voi hanno sentito parlare di Diedounnè M’bala M’bala? È un comico e attivista politico francese di origine camerunense. Negli ultimi anni, contro questo politico, si sono mobilitati tutti gli intellettuali di sinistra francesi, la comunità ebraica francese, arrivando perfino a scomodare il Ministero dell’Interno per far si che venissero proibiti i suoi spettacoli. Cosa che, in un certo senso, è accaduta, poiché, sulla scia della fortissima e criminalizzatrice campagna mediatica che è stata condotta contro questo comico prestato alla protesta civile (una sorta di Beppe Grillo alla francese) Diedounnè ha faticato persino a trovare teatri che volessero ospitarlo. Recarsi ai suoi spettacoli, ad un certo punto, è diventata una scelta di coraggio. Secondo i suoi detrattori, e la comunità ebraica francese in primis (attiva, come quella italiana, sul fronte della repressione delle idee politicamente scorrette), Diedounnè sarebbe un antisemita. Cosa avrebbe mai fatto per meritare un simile e diffamante appellativo? Mettere qualche bomba in una sinagoga? Organizzare il pestaggio di qualche rabbino? Dipingere qualche swastika sui muri di Parigi? Niente di tutto questo. Il comico Diedounnè si è limitato a fare semplicemente… il comico. Si. Come comico ha solo rivendicato il diritto – quello stesso diritto che ora si rivendica tra le lacrime e la rabbia dopo la strage di Parigi – di fare satira con tutti e di tutti. Anche di quella categoria che solitamente, e in Europa in special modo, gode di una protezione speciale: gli Ebrei. Che per Diedounnè diventano, né più né meno, bersaglio di critica e di satira allo stesso modo di come lo diventano i musulmani, i cristiani, gli scozzesi e gli italiani.  
Se poi consideriamo la popolazione di Parigi città e area metropolitana, forse il numero anche di due milioni (all’inizio si diceva un milione) non sarebbe granché per una popolazione complessiva di oltre 12 milioni di persone... Ma non voglio occuparmi di numeri. Vado al punto dicendo che i cittadini lì convenuti non hanno saputo riconoscere il loro nemico proprio nell’assembramento di governanti che li ha convocati per meglio strumentalizzarli, facendo passare misure che saranno una ulteriore restrizione dei diritti civili e costituzionale e che segneranno un ulteriore peggioramento delle condizioni di vita. Quel milione di persone che è sceso in piazza è stato turlupinato, ma non lo sono stati quei dieci milioni e passa che se ne sono stati a casa e non hanno partecipato alla sceneggiata.

Una nota di comicità. Il nostro ministro degli interni Alfano, che se sta inchiodato a una poltrona che già da tempo avrebbe dovuto lasciare, si mostrava stranamente preoccupato per i maggiori controlli interni che si annunciano alle frontiere degli Stati. Che può mai significare? Posso sbagliarmi, non sono un esperto, riconoscere i miei errori di valutazione senza esitazione, ma ciò che mi è venuto subito in mente è il quadro seguente: i flussi immigratori dall’Africa, dalla Libia e da ogni dove continueranno ininterrotti in Italia, con segreto compiacimento dei cugini francesi che attaccando la Libia hanno in realtà inteso mettere in ginocchio l’Italia che con Geddafi aveva fatto un buon accordo. Questi immigrati dall’Italia passavano poi negli altri paesi d’Europa... Ora dobbiamo tenerceli, aggravando i problemi che oggettivamente discendono da una immigrazione scriteriata e incontrollata, che assume i carattere di una vera e propria “invasione”, come ai tempi delle «invasioni barbariche», titolo idiota di cui si fregia una delle tante trasmissione televisive preposte all’istupidimento di quel che resta del “popolo italiano”, destinato a perdere ogni carattere proprio di “popolo” nel senso pregnante sopra detto, o nel senso biologico di “nazione”, per trasformarsi in una moltitudine di “gente” da adibire ad ogni uso...

Altra nota è l’immagine di Netanayu*** sorridente, che quasi quasi si leccava i baffi che non ha... Le agenzie riportano di accordi con il governo francese, di misure protettive adottate in favore di “cittadini” che sono in Francia, ma la cui “vera” e principale “patria”* è altrove... In pratica, è come se la Francia fosse essa stessa una “colonia” con abitanti la cui “madrepatria” è altrove... Non solo la Francia... Lo stesso si può dire per ogni singolo stato europeo... Un certo Weizmann, citato spesso da Gilad Atzmon, soleva dire agli inizi del secolo scorso, che in realtà non esistono ebrei francesi, italiani, tedeschi, inglesi... ma solo ebrei che vivono in Francia, in Italia, in Germania, in Gran Bretagna... Si poteva essere più profetici?

Ogni evento tragico dei nostri tempi consente sempre una stessa domanda: cui prodest? Se avremo la costanza, noi popolo della rete, distinto e antagonista al mainstream, al giornalismo televisivo del signore dei “due pesi due misure”, dovremmo seguire giorno per giorno i mutamenti della politica estera e interna che i “nostri” (per modo di dire) governi adotteranno. Alla prossima!

* Non cito un link filologicamente testuale, per evitare di innescare polemiche e scintille. Per quanto possibile, in questo e in tutti i post della serie, vorrei mantenere un tono il più pacato e civile e legale possibile.
** Quanto patetici gli argomenti che vengono opposti nella rete dalla propaganda israeliana per impedire il riconoscimento della statualità palestinese, atto in sè eminentemente politico e non certo formale notarile. Ogni studente di geografia politica legge che uno stato è costituito da territorio, popolazione, governo. E quindi per lo «stato ebraico di Israele» in futuro neostato non avrebbe un suo “territorio” in quanto appunto “occupato” da Israele nella gloriosa guerra lampo del 1967. E che dire poi di Gaza, un enorme prigione a cielo aperto che non riesce a comunicare con il restante territorio di Cisgiordania, che ogni giorno si rimpicciolisce di più per gli insediamenti da parte di nuovi “coloni”, insediamenti regolarmente autorizzati e protetti dall’esercito israeliano... Un’autentica «pulizia etnica» (per tutti si veda Ilan Pappe) a cui il mondo intero assiste impotente mentre va a rotoli qualsiasi parvenza di diritto internazionale, quella cosa che in Europa ha incominciato a costituirsi dal 1948... Perché succede questo? Perché gli Stati Uniti fiancheggiano Israele, in pratica la più grande base militare USA in Medio Oriente... E perché?... La storia è un poco lunga e non possiamo raccontarla tutta in una nota. 
*** Sui retroscena che non cessano mai di sorprendere si veda questo link, secondo il quale Hollande avrebbe chiesto inizialmente a Netanyahu di non venire alla manifestazione per non dare all’evento una connotazione israelo-palestinese: maggiori dettagli a quest’altro link.  Il “bugiardo” Netanahu si è poi rimangiato quel che aveva promesso ed è stato così che la Francia ha invitato anche Abu Mazen, che aveva acconsentito a non venire. Ormai, sulla parte più intelligente della rete, prevale la tesi della false flag. E si legga ancora dal sito Aurora un articolo dove spunta anche il Mossad, in quale in data odierna ci dice che anche Roma il Vaticano è a rischio, in pericolo, ma ci dice come è che sa queste cose e su cosa si basano: forse perché i servizi ne sono gli autori, i governi lo sanno, ma devono far buon viso a cattivo gioco... Un tecnica mafiosa...

1 commento:

dcalim ha detto...

Saranno anche tempi interessanti ma difficili, molto difficili. Trovare un'unione in fretta è il problema, non penso ci sia un Dio che possa venirci in soccorso.