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Rif.: La Stampa / del 16.7.2014
Inizio a beneficio dei miei Lettori, e con i ben noti rischi, uno studio, una “ricerca scientifica”, sulla natura e la funzione dei media, di quella “informazione” che in un interessante Forum londinese ho sentito definire da John Pilger come una «emanazione del potere», dove il termine emanazione è dotto e fa risalire a Blake e ancora prima a Plotino. Nei conflitti in corso è stato giustamente rilevato come giornali, televisioni e affini, tutti riassunti con il termine “media”, non sono più uno “strumento” della propaganda, ma sono essi stessi parte integrante della guerra o anche di vere e proprie campagne di diffamazione e denigrazione, come nel caso che andremo a studiare con sistematicità. Si badi: un “caso”, che non è singolo ed è rappresentativo di un intero sistema e di una vera e propria guerra condotta con strumenti informatici. Studiarne le tecniche e le modalità può essere istruttive e utile ad ognuno per sapersi difendere pur restando al di fronti degli incredibili e mostruosi meccanismi di poteri che ghermiscono ogni singolo cittadini che appena osi riflettere e interrogarsi con libertà di coscienza e di pensiero sul mondo che lo circonda. Appunto, una libertà non deve più esserci: è questo l’obiettivo di un potere occulto che non ama e non vuole essere definito e analizzato. A mia memoria, i guai di Vattimo, o meglio gli attacchi a lui rivolti, incominciano quando constatando l’assoluto o quasi, ma dove il quasi conferma meglio l’assoluto controllo dei media da parte “ebraica”, Vattimo si chiese se le pagine dei “falsi” Protocolli non avessero almeno su questo punto una qualche fondata verosimiglianza. Da quel momento le accuse di “antisemitismo” non hanno più abbandonato il povero Vattimo, che molti altri è estraneo a una accusa, di forte valenza penale, il cui contenuto criminoso sfugge sempre più a ogni seria analisi e riflessione. Ho messo fra virgolette il termine "ebraico” e con esso lascio in sospeso il problema della identità ebraica e del potere ebraico, su cui i contributi maggiori a mia conoscenza sono stati dati già in un libro organico, pure tradotto in italiano, da Gilad Atzmon, sul quale significativamente il dibattito non sembra essersi neppure avviato, secondo una strategia del silenzio che è altrettanto tipica dello stesso potere che ama mantenersi occulto: non far riconoscere il proprio potere e le sue forme di penetrazione e di influenza. Per avere una idea sia pure sommaria del sistema del “potere ebraico” si dia un’occhiata a un articolo apparso sul sito Aurora, dove è data una mappatura del sionismo in Francia. In ogni singolo Paese esistono situazioni analoghe con collegamenti internazionali che il grande pubblico non avverte. Mettere semplicemente in relazione dati pur certi, e ricavarne ovvie deduzioni, è cosa che viene tacciata di «complottismo», accusa demonizzante non meno generica e inconsistente delle altre.
La nuova battuta di caccia contro Vattimo parte da una sua sfuriata in una trasmissione radio, “La Zanzara”, con sue proprie forme di comunicazione, alla quale Vattimo partecipa «turandosi il naso». Da quel momento a turno, in testate grandi e piccole, periodici attacchi a Vattimo, secondo la formula “colpirne uno, per educarne cento”. Ai nostri fini, può essere utile registrare ogni singolo attacco per disegnare una mappatura del potere mediatico e dei suoi occulti padroni. Per non correre a nostra volta ulteriori rischi, adotteremo i metodi propri della ricerca scientifica, attendendoci alla più stretta documentazione e avvalendoci di quella libertà di pensiero e di giudizio critica che formalmente è ancora garantito dall’art. 21 della nostra costituzione e da tutte le menzognere Dichiarazioni universali dei diritti. Non esagero: non esiste più nessuna libertà di pensiero. L’ostacolo tecnico-giurisprudenziale è aggirato facendo dichiarare con norma di legge che una determinata opinione non è pensiero, ma è un crimine. Dunque, la formale libertà di pensiero contenuta nella costituzione è fatta salva e il crimine è perseguito. Per questa via si giunge al pensiero unico e si supera perfino le più funeste previsioni di George Orwell.
Avevamo previsto i decorsi al momento della trasmissione La Zanzara, dove Vattimo si è più che giustamente indignato per un vero e proprio genocidio che si compie in Gaza con la complicità di tutto il nostro sistema di comunicazione. Vattimo ha evocato la necessità della formazione di “Brigate internazionali” per andare in soccorso di Hamas – fatto dichiarare "terrorista” dallo stesso «Stato ebraico di Israele» – e della popolazione palestinese che è sotto “pulizia etnica” da quando nel 1882 i primi sionisti misero piede in Palestina, avendo in testo che in un modo o nell’altro avrebbero dovuto cacciare via i residenti. Quello che succede in questo agosto 2014 fu iniziato nel 1882. L’inganno mediatico consiste nel far concentrare l’attenzione sui petardi sparati da Hamas e non sul rapporto fra illegittima agressione dello «Stato ebraico di Israele» e la legittima difesa e resistenza di un popolo “destinato” alla cancellazione, come fu per gli Indiani d’America, in una terra dove sorge la «più antica democrazia del mondo», concimata con il genocidio e la schiavitù. Quella democrazia “antica” americana e quella “unica” israeliana si tendono la mano e vogliono rinnovare all’inizio del terzo millennio una dominazione del mondo fatta di “genocidio” e “schiavitù”.
Qui veniamo al carattere “globale” del “sionismo”. È ciò che caratterizza l’analisi di gilad Atzmon in contrasto con quanti, inclusi quelli del BDS, vogliono dare a intendere che si tratti di semplice “colonialismo” e come tale sanabile. È una grossa differenza che ha condotto all’assurdo dell’ennesima contestazione di “antisemitismo”, rivolta questa volta proprio a Gilad Atzmon da parte di quei filopalestinesi, essi stessi palestinesi all’estero, che dovrebbero liberare la Palestina sul modello del boicottaggio già sperimentato per il Sud Africa. Si tratta in realtà di cose diverse, dove il sionismo è qualcosa di ben più grave e la cui minaccia è globale, come appunto anche il nostro caso, la persecuzione al filosofo Gianni Vattimo conferma. All’italiano Vattimo è stata fatta ventilare la minaccia di arresto se appena mette piede negli USA, dove il controllo della Israel Lobby è completo. Ma sono aspetti che andremo enucleando via via con tutta la ricchezza possibile di dettaglio.
Qui incominciamo a registare, partendo dal DOPO della trasmissione sulla Zanzara, un primo attacco proveniente da “La Stampa”, che di recente ha fatto intervenire un campione del sionismo, l’ebreo americano Alan Dershowitz, pur concedendo in condizione di inferiorità il diritto di replica allo stesso Vattimo. È un gioco mediatico dove non credo che una persona esperta come Vattimo si sia lasciato ingannare. La sua “risposta” non mi è parsa tanto energica quanto doveva essere. Il Dershowitz merita ogni stigmatizzazione per la sua incursione e ingerenza nel nostro sistema politico-costituzionale dove ancora non è stata introduzione quella Legge sull’Olocausto, già esistente in Germania e qui propugnata da un Furio Colombo, cui già si deve il «Giorno della Memoria», e che scrive sul “Fatto Quotidiano”, da dove proviene uno degli attacchi che analizzeremo in un successivo post di questa nuova serie di “Civium Libertas”.
Un’ultima riflessione, rivolta a Gianni Vattimo, che spero legga queste righe. La “brigate internazionali” da lui auspicate non devono necessariamente replicare le forme della guerra civile spagnola, ma possono essere anche brigate “mediatiche”, su internet, e finché si potrà godere di una certa libertà, atteso che le nuove forme di guerre si combattono e iniziano con le campagne di stampa, sono fatte di “false flag”, e mirano a canalizzare un consenso diffuso, “democratico”, ai maggiori crimini della storia, quali mai i totalitarismi avrebbero potuto concepire per l’assenza di quei mezzi tecnici di cui oggi l’Impero Usraele dispone.
La Stampa inizia dunque gli attacchi facendo parlare un signore, sempre presente in queste cose, e noi non nominiamo, pur citandone le parole: ««Non sorprende che Gianni Vattimo torni a cavalcare le peggiori stereotipie dei nostri tempi per affermare la propria ostilità nei confronti dello Stato di Israele». Termini: “sorprende”, “peggiori stereotipie”, “Israele”… Il Papa cattolico avrebbe avuto meno sicumera nel pronunciarsi non su questioni di fede, ma su dati fattuali di cronaca. Mentre in Gaza lo “Stato ebraico di Israele” uccide a man bassa, donne e bambini, cosa che neppure gli stessi media possono ignorare, questo signore pretende di convincerci che non sta succedendo nulla o che se proprio qualcuno muore, se lo sono meritati quelli che muoiono, donne e bambini, cui l’altra “moralità” israeliana ha dato un preavviso di morte pochi minuti prima dello sgancio di bombe spesso al fosforo…
E potremmo continuare in una facile analisi logico-linguistica, etico-politico, religioso-teologico, ma confidiamo che avendo indicata la fonte ogni persona appena un poco istruita sappia formarsi un giudizio nel suo foro interiore della coscienza, dove almeno lì non potrebbe essere censurato ed esposto all’attaca dei media, in questo caso “La Stampa” che vede lo choc nell’allarme lanciato da Vattimo e non nel modo in cui si tenta di silenziare l”allarme e addirittura di colpevolizzarlo e demonizzarlo. Da notare poi come si pretende il monopolio delle teste dei “giovani”, non già considerate teste “libere”, ma teste destinate a seguire, volenti o nolenti, i dettami e le indicazioni che così autorevolente giungono… Ormai il Papa cattolico da anni ha rinunciato al suo Magistero morale. Lo ha consegnato in altre mani, altre bocche, altri organi di informazione. Ancora una volta possiamo tuttavia verificare come la condanna dell’«odio», e quindi la richiesta di applicazione della legge Mancino-Taradash-Modigliani, non abbia nulla a che fare con quell’«amore» che il cristianesimo predica invano da 2000 anni, ma sia invece una perfida strumentazione per colpire avversari politici o persone che la pensano diversamente e non si lasciano intimidire. È una forma di terrorismo ideologico, un terrorismo di stato praticato da chi con una azione di lobbismo ha fatto dichiarare come “terroristi” dei legittimi resistenti come i miliziani di Hamas. Costoro ci chiederanno un giorno perfino di rinnegare le nostre madri per compiacere ai loro padroni.
Che mondo!
(Avvertenza: il testo è da rileggere e correggere o integrare o rivedere radicalmente, cosa che mi riservo sempre di fare in momenti successivi, per questo e per ogni altro mio testo. È concesso nello spazio commenti ogni diritto di replica, rettifica e discussione, purché entro i limiti della legalità e della netiquette, a mio insindacabile giudizio.)
John Pilger |
Inizio a beneficio dei miei Lettori, e con i ben noti rischi, uno studio, una “ricerca scientifica”, sulla natura e la funzione dei media, di quella “informazione” che in un interessante Forum londinese ho sentito definire da John Pilger come una «emanazione del potere», dove il termine emanazione è dotto e fa risalire a Blake e ancora prima a Plotino. Nei conflitti in corso è stato giustamente rilevato come giornali, televisioni e affini, tutti riassunti con il termine “media”, non sono più uno “strumento” della propaganda, ma sono essi stessi parte integrante della guerra o anche di vere e proprie campagne di diffamazione e denigrazione, come nel caso che andremo a studiare con sistematicità. Si badi: un “caso”, che non è singolo ed è rappresentativo di un intero sistema e di una vera e propria guerra condotta con strumenti informatici. Studiarne le tecniche e le modalità può essere istruttive e utile ad ognuno per sapersi difendere pur restando al di fronti degli incredibili e mostruosi meccanismi di poteri che ghermiscono ogni singolo cittadini che appena osi riflettere e interrogarsi con libertà di coscienza e di pensiero sul mondo che lo circonda. Appunto, una libertà non deve più esserci: è questo l’obiettivo di un potere occulto che non ama e non vuole essere definito e analizzato. A mia memoria, i guai di Vattimo, o meglio gli attacchi a lui rivolti, incominciano quando constatando l’assoluto o quasi, ma dove il quasi conferma meglio l’assoluto controllo dei media da parte “ebraica”, Vattimo si chiese se le pagine dei “falsi” Protocolli non avessero almeno su questo punto una qualche fondata verosimiglianza. Da quel momento le accuse di “antisemitismo” non hanno più abbandonato il povero Vattimo, che molti altri è estraneo a una accusa, di forte valenza penale, il cui contenuto criminoso sfugge sempre più a ogni seria analisi e riflessione. Ho messo fra virgolette il termine "ebraico” e con esso lascio in sospeso il problema della identità ebraica e del potere ebraico, su cui i contributi maggiori a mia conoscenza sono stati dati già in un libro organico, pure tradotto in italiano, da Gilad Atzmon, sul quale significativamente il dibattito non sembra essersi neppure avviato, secondo una strategia del silenzio che è altrettanto tipica dello stesso potere che ama mantenersi occulto: non far riconoscere il proprio potere e le sue forme di penetrazione e di influenza. Per avere una idea sia pure sommaria del sistema del “potere ebraico” si dia un’occhiata a un articolo apparso sul sito Aurora, dove è data una mappatura del sionismo in Francia. In ogni singolo Paese esistono situazioni analoghe con collegamenti internazionali che il grande pubblico non avverte. Mettere semplicemente in relazione dati pur certi, e ricavarne ovvie deduzioni, è cosa che viene tacciata di «complottismo», accusa demonizzante non meno generica e inconsistente delle altre.
La nuova battuta di caccia contro Vattimo parte da una sua sfuriata in una trasmissione radio, “La Zanzara”, con sue proprie forme di comunicazione, alla quale Vattimo partecipa «turandosi il naso». Da quel momento a turno, in testate grandi e piccole, periodici attacchi a Vattimo, secondo la formula “colpirne uno, per educarne cento”. Ai nostri fini, può essere utile registrare ogni singolo attacco per disegnare una mappatura del potere mediatico e dei suoi occulti padroni. Per non correre a nostra volta ulteriori rischi, adotteremo i metodi propri della ricerca scientifica, attendendoci alla più stretta documentazione e avvalendoci di quella libertà di pensiero e di giudizio critica che formalmente è ancora garantito dall’art. 21 della nostra costituzione e da tutte le menzognere Dichiarazioni universali dei diritti. Non esagero: non esiste più nessuna libertà di pensiero. L’ostacolo tecnico-giurisprudenziale è aggirato facendo dichiarare con norma di legge che una determinata opinione non è pensiero, ma è un crimine. Dunque, la formale libertà di pensiero contenuta nella costituzione è fatta salva e il crimine è perseguito. Per questa via si giunge al pensiero unico e si supera perfino le più funeste previsioni di George Orwell.
Avevamo previsto i decorsi al momento della trasmissione La Zanzara, dove Vattimo si è più che giustamente indignato per un vero e proprio genocidio che si compie in Gaza con la complicità di tutto il nostro sistema di comunicazione. Vattimo ha evocato la necessità della formazione di “Brigate internazionali” per andare in soccorso di Hamas – fatto dichiarare "terrorista” dallo stesso «Stato ebraico di Israele» – e della popolazione palestinese che è sotto “pulizia etnica” da quando nel 1882 i primi sionisti misero piede in Palestina, avendo in testo che in un modo o nell’altro avrebbero dovuto cacciare via i residenti. Quello che succede in questo agosto 2014 fu iniziato nel 1882. L’inganno mediatico consiste nel far concentrare l’attenzione sui petardi sparati da Hamas e non sul rapporto fra illegittima agressione dello «Stato ebraico di Israele» e la legittima difesa e resistenza di un popolo “destinato” alla cancellazione, come fu per gli Indiani d’America, in una terra dove sorge la «più antica democrazia del mondo», concimata con il genocidio e la schiavitù. Quella democrazia “antica” americana e quella “unica” israeliana si tendono la mano e vogliono rinnovare all’inizio del terzo millennio una dominazione del mondo fatta di “genocidio” e “schiavitù”.
Qui veniamo al carattere “globale” del “sionismo”. È ciò che caratterizza l’analisi di gilad Atzmon in contrasto con quanti, inclusi quelli del BDS, vogliono dare a intendere che si tratti di semplice “colonialismo” e come tale sanabile. È una grossa differenza che ha condotto all’assurdo dell’ennesima contestazione di “antisemitismo”, rivolta questa volta proprio a Gilad Atzmon da parte di quei filopalestinesi, essi stessi palestinesi all’estero, che dovrebbero liberare la Palestina sul modello del boicottaggio già sperimentato per il Sud Africa. Si tratta in realtà di cose diverse, dove il sionismo è qualcosa di ben più grave e la cui minaccia è globale, come appunto anche il nostro caso, la persecuzione al filosofo Gianni Vattimo conferma. All’italiano Vattimo è stata fatta ventilare la minaccia di arresto se appena mette piede negli USA, dove il controllo della Israel Lobby è completo. Ma sono aspetti che andremo enucleando via via con tutta la ricchezza possibile di dettaglio.
Qui incominciamo a registare, partendo dal DOPO della trasmissione sulla Zanzara, un primo attacco proveniente da “La Stampa”, che di recente ha fatto intervenire un campione del sionismo, l’ebreo americano Alan Dershowitz, pur concedendo in condizione di inferiorità il diritto di replica allo stesso Vattimo. È un gioco mediatico dove non credo che una persona esperta come Vattimo si sia lasciato ingannare. La sua “risposta” non mi è parsa tanto energica quanto doveva essere. Il Dershowitz merita ogni stigmatizzazione per la sua incursione e ingerenza nel nostro sistema politico-costituzionale dove ancora non è stata introduzione quella Legge sull’Olocausto, già esistente in Germania e qui propugnata da un Furio Colombo, cui già si deve il «Giorno della Memoria», e che scrive sul “Fatto Quotidiano”, da dove proviene uno degli attacchi che analizzeremo in un successivo post di questa nuova serie di “Civium Libertas”.
Un’ultima riflessione, rivolta a Gianni Vattimo, che spero legga queste righe. La “brigate internazionali” da lui auspicate non devono necessariamente replicare le forme della guerra civile spagnola, ma possono essere anche brigate “mediatiche”, su internet, e finché si potrà godere di una certa libertà, atteso che le nuove forme di guerre si combattono e iniziano con le campagne di stampa, sono fatte di “false flag”, e mirano a canalizzare un consenso diffuso, “democratico”, ai maggiori crimini della storia, quali mai i totalitarismi avrebbero potuto concepire per l’assenza di quei mezzi tecnici di cui oggi l’Impero Usraele dispone.
La Stampa inizia dunque gli attacchi facendo parlare un signore, sempre presente in queste cose, e noi non nominiamo, pur citandone le parole: ««Non sorprende che Gianni Vattimo torni a cavalcare le peggiori stereotipie dei nostri tempi per affermare la propria ostilità nei confronti dello Stato di Israele». Termini: “sorprende”, “peggiori stereotipie”, “Israele”… Il Papa cattolico avrebbe avuto meno sicumera nel pronunciarsi non su questioni di fede, ma su dati fattuali di cronaca. Mentre in Gaza lo “Stato ebraico di Israele” uccide a man bassa, donne e bambini, cosa che neppure gli stessi media possono ignorare, questo signore pretende di convincerci che non sta succedendo nulla o che se proprio qualcuno muore, se lo sono meritati quelli che muoiono, donne e bambini, cui l’altra “moralità” israeliana ha dato un preavviso di morte pochi minuti prima dello sgancio di bombe spesso al fosforo…
E potremmo continuare in una facile analisi logico-linguistica, etico-politico, religioso-teologico, ma confidiamo che avendo indicata la fonte ogni persona appena un poco istruita sappia formarsi un giudizio nel suo foro interiore della coscienza, dove almeno lì non potrebbe essere censurato ed esposto all’attaca dei media, in questo caso “La Stampa” che vede lo choc nell’allarme lanciato da Vattimo e non nel modo in cui si tenta di silenziare l”allarme e addirittura di colpevolizzarlo e demonizzarlo. Da notare poi come si pretende il monopolio delle teste dei “giovani”, non già considerate teste “libere”, ma teste destinate a seguire, volenti o nolenti, i dettami e le indicazioni che così autorevolente giungono… Ormai il Papa cattolico da anni ha rinunciato al suo Magistero morale. Lo ha consegnato in altre mani, altre bocche, altri organi di informazione. Ancora una volta possiamo tuttavia verificare come la condanna dell’«odio», e quindi la richiesta di applicazione della legge Mancino-Taradash-Modigliani, non abbia nulla a che fare con quell’«amore» che il cristianesimo predica invano da 2000 anni, ma sia invece una perfida strumentazione per colpire avversari politici o persone che la pensano diversamente e non si lasciano intimidire. È una forma di terrorismo ideologico, un terrorismo di stato praticato da chi con una azione di lobbismo ha fatto dichiarare come “terroristi” dei legittimi resistenti come i miliziani di Hamas. Costoro ci chiederanno un giorno perfino di rinnegare le nostre madri per compiacere ai loro padroni.
Che mondo!
(Avvertenza: il testo è da rileggere e correggere o integrare o rivedere radicalmente, cosa che mi riservo sempre di fare in momenti successivi, per questo e per ogni altro mio testo. È concesso nello spazio commenti ogni diritto di replica, rettifica e discussione, purché entro i limiti della legalità e della netiquette, a mio insindacabile giudizio.)
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