mercoledì 14 luglio 2010

Verso Gaza 17: Peripezie di una nave libica nei mari del luglio 2010

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Monitorando la stampa embedded (la si trova accuramente raccolta nel sito sionista «Informazione Corretta» ed anche in un sito “cristiano sionista” detto «Notizie su Israele», che escono quotidianamente) ricavo la sensazione che i servizi israeliani abbiano mobilitato tutti i loro uomini dislocati nelle redazioni e tutti i mezzi noti e ignoti di cui non da oggi dispongono per orientare la cosiddetta opinione “pubblica”, che in pratica è semplicemente l’opinione “pubblicata”. I sistemi sono sofisticati e ampiamente collaudati. Anche nell’apparenza di una cronaca oggettiva e neutra non è difficile per un occhio esperto cogliere l’orientamento di chi scrive e cosa egli vorrebbe far credere e indurre a pensare in chi per avventura legge. È il classico mondo orwelliano di cui sempre parliamo. Probabilmente, non esiste e non è possibile una “imparzialità” e terzietà in fatti che richiamano direttamente in causa la nostra coscienza morale, le nostre capacità intellettuali e la nostra attitudine a comprendere la quotidianità, ma anche e non da ultimo la nostra qualità di cittadini e di soggetti politici, che una concezione assai astratta e formale vorrebbe sovrani degli stati di cui fanno parte. In realtà, non siamo sovrani e veniamo ingannati quotidianamente dai nostri politici, che si riempono la bocca e ci riempiono la testa con la parola “democrazia”, che pretendono di esportare con la guerra in paesi che poveretti questa nostra democrazia non la possiederebbero. Non siamo così generosi da portargliela in casa, beninteso in cambio delle loro risorse e della loro perpetua e felice obbedienza.

Nell’assurdo mediatico cui assistiamo a proposito della nave libica è all’incirca questo lo scenario. Intanto si fa un esame del soggetto: l’homo libicus. Non conta l’azione che vorrebbe fare, cioè portare gratis duemila tonnellate di aiuti umanitari a gente che ne ha disperato bisogno dopo quattro anni di assedio per affamento e genocidio, scientificamente premeditato. No! Viene chiamata in causa tutta la storia libica, gli eritrei, i peccati di gioventù di Geddafi e della sua prole. Poi ancora sono chiamate in causa le intenzioni, che non sono quelle ovvie e dichiarate, cioè portare 2.000 tonnellate di aiuti a chi ne ha bisogno, ma sono invece quelle prave di aiutare un soggetto demonizzato per decreto statunitense: Hamas! È davvero allucinante questa pretesa di compilare liste di “cattivi” e di “buoni”, da parte di Usa e di Israele, e pretendere che queste liste, questi “pregiudizi”, debbano essere il fondamento di ogni assiologia. Non possiamo mai sentire certi nomi (Hamas, Hezbollah, Amadinejad, etc.), se non accompagnati da epiteti demonizzanti con i quali si cerca di influenzare e formare il nostro giudizio.

La stampa embedded non è neppure lontanamente sfiorata dal dubbio che nessuno abbia il diritto di cacciare dalle sue case e dai suoi villaggi in una sola volta il 50 per cento di una popolazione, di un intero popolo. Facendo un paragone, sarebbe come se nel 1948 il 50 per cento della popolazione italiana fosse stata privata delle sue abitazioni ed espulsa dai comuni in cui abitava con divieto assoluto di farvi ritorno. Magari, quei poveri disgraziati immaginari ma non troppo avrebbero condotto la loro miserabile vita in campi profughi degli stati limitrofi, se questi fossero stati così generosi da concedere un appezzamento di territorio dove vivere stipati nel modo più indegno di un essere umano. L’ultima incredibile è che la “pulizia etnica” sarebbe già stata sancita dalla Società delle Nazioni con la storia del “national home”. La popolazione residente avrebbe dovuto sloggiare fin da allora. Crassa e grossolana ignoranza oltre che falsificazione storica che ignora perfino le dichiarazione fondative della Società delle nazioni, per le quali gli interessi e i desideri delle popolazione “indigene” avevano ogni precedenza. Naturalmente, vi era molto ipocrisia e non per nulla la Società è stata poi sbaraccata dopo neppure venti anni di vita. Per chi vuole una ricostruzione storica su fonti documentarie dell’epoca rinvio a questo mio blog, dove si parte dal 1921 per una lunga ricerca con limiti temporali dal 1882 ai giorni nostri.

È quello che è successo in Palestina, ribattezzata Israele, nel 1948, ma il cui piano di attuazione era già in mente ai padri sionisti fin dagli esordi. Di questa giustizia genetica, per così dire, non vi è traccia alcuna nella testa dei giornalisti embedded. Sarebbe facile la polemica con ognuno di questi giornalisti, detti «leccaculo» da un cartello che potevasi leggere nella manifestazione del gennaio 2009, quando in Roma sfilarono 200.000 persone contro “Piombo Fuso”. Quel cartello dimostra che il “popolo” è altra dalla carta stampata, la cui auspicabile scomparsa non credo sia da temere o rimpiangere. Costoro non rendono nessun servizio, ma sono uno dei mezzi con cui viene oppresso un popolo. Sono il regime della menzogna e della propaganda. Non è assolutamente da credere che tutto il negativo dell’informazione fosse sotto il fascismo e il nazismo. Oggi il regime della propaganda e della manipolazione non è assolutamente da meno. un libro da leggere? Beh, ad esempio, «La fabbrica del consenso» di Noam Chomsky, che non è recente. Ve ne sono di più recenti e li segnalerò di volta in volta.

Le menzogne della stampa e l’azione di copertura che già stanno avviando per preparare il terreno ai prevedibili assalti dei pirati israeliani non sono alla nave libica, ma alle altre 20 che sono state annunciate ed alle due carovano di 500 camions che durante questa calda estate partiranno alla volta di Gaza, armati di scatole con dentro... latte in polvere! Oramai lo abbiamo capito! Non possiamo fare la guerra ad Israele con le sue stesse armi, sempre più mortifere e micidiali, ma solo armati della nostra limpida coscienza morale.

Questi cialtroni, questi “leccaculo” di professione, quando non ci dispensano le loro informazione taroccate sui fatti che accadono, sulle loro esatte e vere modalità, sui dati quantitativi di morti, feriti e furti, pretendono anche di illuminarci con le loro “analisi”. Già, fanno pure le... “analisi” e ci spiegano cosa è successo e come stanno per davvero le cose. Che fossero dei mentitori di professione ben lo sapevano i partecipanti alla Flotilla di maggio e per questo erano venuti attrezzati di tutti, proprio tutti i ferri del mestiere per fare informazione, anzi controinformazione. Avevano visto tanto giusto che i signori israeliani – il più “morale” esercito del mondo – hanno ben pensato di sequestrare e distruggere tutto. Le cineprese che sono state rubate, sono state divise fra i soldati, come il famoso mantello di Cristo: et diviserunt vestimenta mea! Gli amici mi dicono che con le loro carte di credito sequestrate sono stati fatti acquisti in Israele. Non posso verificare, ma non ho motivo di dubitare, come ancora di meno si puà dubitare del furto del denaro contante che i “pacifisti” avevano nelle loro tasche: a chi sono stati rubati solo 300 euro, ma ad altri ben 3.000!

Dobbiamo perciò attivarci tutti per una catena di informazione porta a porta e soprattutto allenarci nel saper decostruire e demistificare le informazione che leggiamo sui giornali e sui canali televisivi embedded. Quanto alle dichiarazioni dei politici non dovrebbe essere difficile per ognuno di noi capire quanto considerazione esse meritino. Ci sono battaglie e guerre che si decidono su un piano prettamente militare e vince chi è armato contro chi è disarmato o insufficientemente armato. Non per nulla il mondo che è seguito al 1945 ha visto la più incredibile industria degli armamenti mai esistita prima. Non si è voluta vincere la fame nel mondo, la malattia, la povertà, la disperazione, ma si è preferito costruire armi sempre più potenti con le quali un’infima miniranza di privilegiati può tenere in soggezione, sotto il tallone, il mondo intero. Ma attenzione! Costoro non si accontentano di tenere puntata una pistola sulla nostra testa. Vogliono anche svuotare il contenuto della nostra testa e metterci quello che loro di volta in volta decidono e vogliono. Ed è incredibile la loro capacità di ribaltamento della realtà. Per chi fosse o avesse bisogno di emetici posso segnalare un servizio quotidiano che arriva per “cartolina” ad un ristretto gruppo di “amici”. Consiglio però, come disse il Poeta, di attenersi al principio: “guarda e passa!”

Con il pensiero critico, armati di solo pensiero, noi possiamo ribellarci e resistere. Facciamolo e chi sa aiuti l’altro perché sappia anche lui ed ammaestro un altro ancora. Questa è la nostra guerra: la guerra dell’intelligenza e dell’onestà contro la menzogna, l’inganno e l’ignoranza indotta.

1 commento:

Alberto Cenci ha detto...

Segnalo questo articolo pubblicato su Haaretz in cui si riportano le testimonianze su come militanti pacifisti ebrei che tentavano di rompere l'assedio di Gaza sono stati trattati dai soldati israeliani.

http://www.haaretz.com/news/diplomacy-defense/jewish-gaza-bound-activists-idf-used-excessive-force-in-naval-raid-1.316247