mercoledì 28 novembre 2007

Cronache da e su Oxford: esiste in Occidente una libertà di manifestazione della propria opinione?

Versione 1.4
Testo in progress

Il Corriere della Sera aveva pubblicato una prima breve notizia sull’evento che in Oxford ha visto David Irving e Nick Griffin invitati dagli studenti dell’antica e prestigiosa Oxford Union a dibattere sul tema dei “limiti della libertà di opinione”, non su temi revisionisti. Essendo finito in carcere (ma non è il solo) proprio per aver manifestato la propria opinione, un personaggio come David Irving aveva certamente titolo a parlare sui “limiti della libertà di opinione”: li ha sperimentati sulla sua pelle! In altre epoche non avrebbe potuto ricevere un simile invito in quanto giù arrostito sul rogo. Nei nostri tempi più civilizzati, infatti, ci limitiamo ad infliggere il carcere, essendo per lo più bandita nei nostri ordinamenti la pena di morte: ci lusinghiamo di essere moralmente superiori ai nostri antenati, anche se siamo più intimamente ipocriti. Se non infliggiamo la morte fisica, in compenso pratichiamo abbondantemente la morte civile, negando ai nostri eretici la libertà di manifestazione del pensiero. Ma seguiamo le finezze del nostro sistema dell’informazione, beninteso “corretta”, attraverso cui i “signori del discorso” pretendono di formare le nostre coscienze e di produrre in redazione la nostra “opinione pubblica”.

Atto I

Esce dapprima su “Corriere della Sera” questo breve trafiletto di Giovanni Belardelli il data 20 novembre 2007, forse sfuggito al controllo censorio del vicedirettore Magdi Allam:
Giunge dall'Inghilterra una piccola lezione pratica sul significato della libertà di opinione. La prestigiosa Oxford Union Debating Society intende invitare a una discussione sui limiti della libertà di parola lo storico negazionista David Irving. L'invito, ha dichiarato il presidente dell'associazione al «Venerdì di Repubblica», non implica affatto un accordo con le sue posizioni, ma la convinzione che tutte le idee debbano poter essere espresse. Proprio una tale convinzione sembra essersi invece appannata nell'Europa continentale, dove si sono moltiplicate le leggi che prevedono il carcere per chi neghi lo sterminio degli ebrei, o non definisca come genocidio il massacro degli armeni, o (nella Repubblica Ceca) non riconosca i crimini del comunismo. L'iniziativa di Oxford ci ricorda appunto che la libertà di opinione si misura anche in relazione alle idee che consideriamo sbagliate e perfino aberranti.


Che è subito bollato come “scorretto” dalla lobby ebraica (o se si preferisce sionista ovvero filoisraeliana ovvero pezzaniana o giorgiana o steinhausiana o come cavolo volete, fate voi!) con il seguente proemio, rigorosamente anonimo:

Atto II

Fra parentesi quadre ed in corsivo, non riuscendo neppure io a contenermi, si trova un mio estemporaneo commento. I testi abituali dei Nostri hanno purtroppo la caratteristica di suscitare una reazione critica non già nella loro interezza per ciò che significano, ma in ogni singolo loro termine e perfino virgola. Pertanto, la risposta “critica” ai loro testi deve scindersi ogni volta in due sezioni: una generale a tutto il testo ed una particolae ed analitica per ogni singola parola, spesso usata a sproposito dai nostri Corretti Informatori, che hanno immaginato il loro servizio a guisa di un disco che gira sempre identico e che non ammette repliche. Con la testa tecnica si è ormai organizzato lo spam telefonico: sentite squillare il telefono e parte una registrazione che vi offre vino, un viaggio nei mari del sud, il viagra e simili. In fondo, tutto il service di “Informazione Corretta” non è altro che spam mediatico lanciato sul web.

Corriere della Sera - Critica
20.11.2007: Chi offre una tribuna a David Irving non difende la libertà di opinione
[come è noto la libertà di opinione è quella “corretta” dei Corretti Informatori: ogni diversa opinione non appartiene al regno umano, ma a quello subumano delle razze inferiori, come si è potuto apprendere in un recente articolo apparso su “l’Occidentale”, altra testata della rete mediatica sionista]

come invece pensa Giovanni Belardelli
[ma perché Belardelli pure pensa? E se pensa ne ha il diritto? Qui si apre una crepa interna che i Corretti Informatori neppure sospettano.]


Testata: Corriere della Sera
Data: 20 novembre 2007
Pagina: 51
Autore: David Irving
[un lapsus che la dice lunga sui sacri furori, sull’«odio» verso i soggetti di diversa opinione da quella decretata come corretta dal Sinedrio Pezzana]

Commento dei “Corretti Informatori”, ossia degli Inquisitori del Sinedrio Mediatico:
Invitare David Irving, lo storico negazionista
[che significa negazionista? Come anche qui si dimostra, il negazionismo è un espediante ampiamente usato dai nostri amici a scopo di diffamazione, denigrazione, delazione],
antisemita e neonazista,
[di neonazismo fondatamente, da interni al mondo ebraico come Avraham Burg, è gratificato lo stesso sato di Israele.]
a parlare alla prestigiosa Oxford Union Debating Society significa ricordare "che la libertà di opinione si misura anche in relazione alle idee che consideriamo sbagliate e perfino aberranti."
[il brano riportato contiene una sottile ironia che la mente programmata dello spammista non è in grado di rilevare],
come sostiene Giovanni Belardelli sul CORRIERE della SERA del 20 novemre 2007 ?
No, significa offrire una tribuna e una legittimazione alle "idee" e a alle menzogne di Irving.
[che siano menzogne è stabilito a priori da Angelo Pezzana, incredibile personaggio. Ad altri non è concesso il diritto di verifica ed un autono giudizio su ciò che può essere vero o falso. Forse, nella sua mezza giornata di attività parlamentare, che gli ha pure fruttato – a quanto pare e salvo smentita – un vitalizio, ha acquisito il monopolio della Verità: solo lui può dire ciò che è Verità]

La "libertà di opinione" non comporta nessun obbligo di offrire un pubblico,
[chi offre a chi? E di quale obbligo si parla? Gli studenti hanno forse l'obbligo di “non offrire”, prendendo ordini dalle varie lobbies ebraiche dei vari paesi o dallo stesso Pezzana? O forse io il diritto di imporre cià che Pezzana non dive dire o fare? Altro che nazismo! Come chiamarla una simile candida e spudorata pretesa?]
e riflettori pubblicitari, a chiunque pensi di avere qualcosa da dire.
[Interessante questa nuova raffinata teoria della libertà di pensiero riconosciuta dentro le pareti di una cella senza possibilità di comunicare con l’esterno]
Invocarla nel caso di Irving e della società di dibattiti di Oxford significa soltanto cercare un alibi per l'incapacità di riconoscere e isolare la barbarie.
[Autentica barbarie giuridica e morale è quella che documenta questo normale commento dei nostri Corretti Informatori. Vi è di che inorridire oltre che approntare le opportune e legittime difese]

Si noti la concitata faziosità del Commento, sopra riportato con gli errori originali. Addirittura nella furia distruttiva, altro che “odio” al altri elargito nell’abietta speranza di poter far scattare la legge Mancino, non si accorgono neppure di aver fatto uno scambio di persona: hanno fatto diventare lo stesso David Irving autore del testo di Giovanni Belardelli. Da almeno cinque anni il “servizio”, evidentemente collegato con Israele, agisce come strumento di pressione e di terrore verso gli organi di stampa, i singoli giornalisti e persone isolate che incautamente ed in buona fede osano manifestare una propria opinione, non in linea con gli interessi di regime interno ed internazionale dello stato di Israele. “Informazione Corretta” è un'agenzia nazionale di una rete di propaganda bellica che ha il suo centro in Israele. Nel libro di Mearsheimer e Walt è descritta una simile organizzazione nell'ambito degli USA, ma se ne trovano dislocate in ogni paese ed esiste un sistema capillare di pressione in ogni paese ed in ogni organo di stampa. Per il “Corriere della Sera” la Lobby può contare su un uomo come Magdi Allam, le cui posizioni non sono un mistero per nessuno. Su quest’ultimo estraggo da un ben diverso contesto un giudizio di Gravagnuolo, detto il Cosacco da Pansa. Con il Cosacco ho un personale conticino ancora aperto, ma mi è utile il suo non sospetto apprezzamento di Magdi Allam:
Mette in mostra «un’intolleranza da tarantolato. Il suo è terrorismo semiologico da tempi bui. Un delirio verbale. Possibile che al ‘Corriere della sera’ non susciti il minimo imbarazzo?» (G. Pansa, I gendarmi della memoria, p. 95).
Eccoli dunque i “gendarmi della Memoria”, qualifica quanto mai appropriata per i nostri Corretti Informatori, passare all’atto terzo.

Atto III

Se non era piaciuto sul “Corriere della Sera” il precedente trafiletto di Giovanni Belardelli eccolo ora un’ampio controarticolo di Guido Santevecchi, rafforzato da un’intervista di Alessandra Farkas nientepopodimeno che a Alan Dershowiwitz, dal quale ci si può aspettare la stessa obiettività di un oste che decanta il suo vino al metanolo. Sia di Guido che di Alessandra ci piace osservare le faccia con gli abituali colori. Se li troveremo in rete le pubblicheremo all'interno del testo che loro appartiene come già appartiene loro la faccia che la natura ha dato.
Corriere della Sera Informazione che informa
27.11.2007 Manifestazioni a Oxford contro la conferenza di David Irving
organizzata dalla Oxford Union: per Alan Dershowitz "una combricola di ipocriti" che finge di difendere la libertà di espressione per attaccare gli ebrei

Testata: Corriere della Sera
Data: 27 novembre 2007
Pagina: 15
Autore: Guido Santevecchi - Alessandra Farkas
Titolo: «Oxford, la rabbia degli studenti «Nessun dialogo coi negazionisti» - «Diverso l'invito ad Ahmadinejad: fu vero dibattito»» [Meglio Ahmadinejad e Hitler che non David Irving!]

Dal CORRIERE della SERA del 27 novembre 2007, la cronaca di Guido Santevecchi :

LONDRA — Era tutto meno che oxfordiano il clima ieri notte alla Oxford Union, il venerabile club radicato nell'università che nei 184 anni della sua storia ha ascoltato i discorsi di Winston Churchill, del Dalai Lama, di Madre Teresa di Calcutta.
[L’inizio dell'articolo è fesso e tendenzioso. Pensi che un lettore criticamente avvertito non possa accorgersi di dove vuo andare a parare, o caro Guido? Intanto quale doveva essere il clima? E se è stata alterato, ad opera di chi ciò è avvenuto? In normali circostanze non si disturba un dibattito di idee liberamente espresse. Il non far parlare gli altri non è il principale connotato di ciò che comunemente si chiama ‘fascismo’? In cosa il nostro regime sarebbe superiore a nazismo e fascismo o comunismo se non nella libertà di parola che si dice concessa ad ognuno? Può bastare il sofisma secondo cui quando parla o scrive Guido Santevecchi questa è legittima libertà di opinione, se invece a voler parlare è un altro, non importa chi e su cosa, questa non si chiama più libertà legittima, ma mortadella, menzogna, provocazione etc?]

Centinaia di manifestanti sdegnati
[sdegnati di che? del fatto che qualcuno voleva parlare? Piuttosto che essere sdegnati dovrebbero vergognarsi ed il nostro Guido non dovrebbere reggere loro il sacco] avevano circondato [= attività squadristica parafascista]
la palazzina fin dal pomeriggio, per sbarrare il passo ai due conferenzieri invitati dalla «più famosa società di libero dibattito del mondo»
[Appunto! Ben detto! Anche se le intenzioni interpretative di chi scrive e chi ora legge sono diametralmente opposte].
Uno dei due ospiti, Nick Griffin, leader del British National Party xenofobo e di estrema destra
[con beneficio di inventario ed in ogni caso l'incontro previsto era un dibattivo, non un’assemblea legislativa in cui votare normative che potessero incidere i diritti di terzi. la specifica fornita da Guida è decisamente fuori luogo e volta a creare un'immagine negativa della persona, che in ogni caso avrebbe diritto ad un’interpretazione autentica dei dati che lo riguardano e che gli vengono affibiati. Stesso discorso per Irving, tacciato come “negazionista”, con un termine stupido quanto erroneo],
era accompagnato da una scorta di skinhead
[altrove ho letto di normale scorta quale dispongono tutti i leaders politici: nella famosa manifestazione dello scorso anno avevo tentato di avvicinarmi a Bondi per salutarlo e per poco non mi si avventano addosso le sue guardie del corpo; incontro per Roma il presidente del Senato per le vie cittadine attorniato dal suo piccolo esercito di guardie del corpo: se mi azzardo a qualche movimento brusco, potrebbe arrivarmi una pallottola in fronte! Posso chiamare “bravi” (Manzoni) le guardie del corpo di Bondi o di Marini? Inoltre ‘skinhead’ è termine ufficiale? È questa «l’informazione che informa»?]:
nel 1998 Mr Griffin era stato condannato per incitamento all'odio razziale
[e perché di odio e pregiudizio razziale non se ne trova ora in abbondanza nella «informazione che informa»? E che vuol dire «odio razziale»? Come è nata questa legislazione? Caro Guido, non ti è mai venuto il sospetto che la legge mancino possa essere incostituzionale? E comunque che c’azzecca adesso questa chiosa informativa? Se per caso tu in gioventù hai rubato galline, devo adesso io andare ad informarmi e renderlo noto in questo mio commento? Se devi informare, cerca di stare sul tema! Altrimenti, è meglio che cambi mestiere. L'oratore avrebbe dovuto parlare sui limiti della libertà di pensiero. Se ha potuto dire qualcosa, adesso tu con la tua “corretta” cronaca dovresti saperci riferire cosa ha detto. Ma tu taci sull’essenziale, per la delizia dei Corretti Informatori alla Pezzana].
L'altro non ha bisogno di molte presentazioni
[già! è un bel modo per preparare il linciaggio mediatico. Eccola l’«informazione che informa»!]:
David Irving, lo storico britannico che si è fatto notare negando l'Olocausto e i sei milioni di ebrei sterminati dai nazisti
[se ti vai appena un poco a documentare sulla materia, e dovresti farlo visto che ne scrivi, vedresti che si tratta di una semplificazione grossolana]
e per questo nel 2005 è finito in carcere in Austria.
[E non inorridisci, tu eroe della libertà e della «informazione che informa»? Il tuo senso morale è all’altezza della tua scrittura prezzolata]
Gli studenti che aspettavano al grido di «no al fascismo, no al razzismo, vergogna»
[fascisti e nazisti, cari studenti, se davvero siete tali, siete voi ed a vergognarvi dovreste essere voi, se il vostro cervello non fosse stato messo fuori uso da tanta corretta informazione che informa nel modo che qui si vede. Sempre che il nostro Guido riporta il vero, essendo tanto generosi da dargli un credito immeritato],
si sono trovati di fronte qualche sostenitore di Griffin e Irving in tenuta di gala: a torso nudo, con tatuaggi «nazionalisti» su schiena e petto.
[Se vuoi ti do io un link fotografico della manifestazione: vai qui. Trovi otto fotografie in sequenza. Gli apprezzamenti sul look dei manifestanti, te li potresti anche risparmiare, se vuoi tentare di essere obiettivo anziché fazioso e distorsivo come sei]
C'era un cordone di polizia a cavallo.
[in condizione di normale esercizio della libertà di pensiero non dovrebbero esserci né polizia a cavallo né guradie del corpo: sembra che la cosa non ti passi neppure per l’anticamenra del cervello, ma tendi a far credere al lettore che il dibattito fosse una sorta di meeting aspromontano, da reprimere anche a costo di farci scappare il morto]
Ma verso le nove un gruppo di manifestanti ha creato una diversione, mentre una ventina di loro scalava il cancello della Oxford Union Society
[che spasso!].
I contestatori riusciti a entrare nella sala si sono sdraiati sul palco, gridando per impedire a Griffin e Irving di prendere la parola.
[E se questo non è ‘fascismo’ cosa altro? peggio del fascismo, che almeno sapeva rispettare e far rispettare le leggi che si era date]
A quel punto il dibattito è stato fermato. Ed è potuto riprendere due ore dopo in formula ridotta in due stanze separate.
Doveva essere un mirabile esempio di libertà di parola o piuttosto la concessione provocatoria di una tribuna a un politico razzista e a uno storico negazionista con precedenti penali?
[un barlume di coscienza che affiora nella testa di Guido! Non bisogna mai disperare. Se anche i criminali più incalliti possono ravvedersi, non dobbiamo disperare per il nostro Guido. Ma poi in fondo cosa significa e cosa è una provocazione? In questo caso chi sono i provocatori? I “contestatori” hanno perfino pagato il biglietto per non far parlare chi era stato invitato a parlare. Potevano starsene alle loro case e risparmiarsi i loro soldi. Nel corso di una manifestazione i “provocatori” sono degli infiltrati che tentano di far degenerare la manifestazione stessa, inizialmente pacifica e regolarmente autorizzata, ma poi per effetto di deliberate “provocazioni” suscettibile di degenerare in atti illegali e come tali repressi. A chi riflette seriamente sul significato del termine provocazione sarà chiaro che provocatori non sono né Irving né Griffin né i loro sostenitori, ma i sedicenti “democratici” ovvero giornalisti “che informano” nel modo che stiamo analizzando e denudando ]
Da quando la Oxford Union aveva annunciato l'evento, le proteste erano andate crescendo.
[Proteste orchestrate ed alimentate da chi? da tanti Corretti Informatori come Pezzana e con il concorso di giornalisti come il nostro Guido, che pensa di fare «informazione che informa»]
Il ministro della Difesa laburista Des Browne ha cancellato un discorso al club perché non ha ritenuto opportuno parlare nella stessa sala prestata a Griffin e all'ex galeotto Irving.
[E chi se ne frega! Se ne stesse pure a casa. Se sta zitto, fa pure più figura. Con il loro libro Mearsheimer e Walt ci hanno fatto sapere quanto i candidati al Congresso sono condizionabili dal voto ebraico. Lascio qui la congettura, ma una ricerca in tal per Des Browne ed i motivi che possono averlo ispirato non vale il mio tempo]

Il deputato conservatore Julian Lewis, membro emerito della società, ha scritto una lettera di dimissioni dicendosi «rattristato dalla decisione di dare a un paio di ignobili furfanti
[per chi offende così vale il reciproco: chi ci dice che non sia tu il furfante? Ce lo può assicurare Guido? E perché dovremmo credere a guido?]
il modo di uscire dall'ombra. Questa è l'iniziativa di giovani membri del club in cerca di pubblicità a fini di carriera».
[minchiate che non meritano neppure un commento!]
Luke Tryl, il giovane presidente della Oxford Union, sostiene invece di aver voluto Griffin e Irving per discutere dei limiti della libertà di parola, non per offrire loro lo spunto per esporre e ribadire lo loro teorie. «La nostra società fu fondata nel 1823 per promuovere e difendere la libertà di espressione. Per la gente in sala è anche un'occasione di confrontarsi con Irving e Griffin». Al suo fianco il deputato liberaldemocratico Evan Harris, convinto che mettere al bando i due significa promuoverli da «bigotti a martiri».
[Sono già dati per colpevoli. Bisogna solo trovare il giusto modo per impiccarlio nel modo più efficace]
«Sono le visioni di questi due estremisti che sono una vergogna, non il loro diritto ad avere quelle idee», ha sostenuto l'esponente della sinistra liberal.
Per inciso, nei mesi passati in una cella austriaca, David Irving ha avuto modo di studiare meglio e di rivedere le sue tesi.
[Sono stati aiutati dalla galera, allo stesso modo in cui anche Galilei ha riconosciuto che erano sbagliate le sue teorie. Il nostro Guido se la ride, ma farebbe meglio a vergognarsi con le sue basse insinuazioni. Per il resto, sul revisionismo Irving che qui a noi interessa per il solo aspetto della libertà di pensiero di veda in questo blog una lettera di Fritz Berg, tradotta e pubblicata da Andrea Carancini]
A quanto pare ha «scoperto documenti» che lo hanno portato ad ammettere che due milioni di ebrei sono stati uccisi, ma sostiene che era un piano clandestino di Himmler e che Adolf Hitler era assolutamente all'oscuro. La revisione ha comunque contribuito alla scarcerazione anticipata.
[Degne considerazioni finali di un articolo infame che pretende «di informare». Ma chi?]

Prossimo appuntamento della serie sul libero dibattito con un nuovo ospite non proprio famoso come campione della democrazia: la Oxford Union ha invitato il presidente bielorusso Alexander Lukashenko.
[La prossima volta possono invitare li stesso Guido Santevecchi sul modo “corretto” di informare e di fare il giornalista, il cui Ordine professionale – guarda caso – fu istituito proprio dal fascismo. E quando si trattò di votare per il referendum che lo aboliva, caspita!, come i giornalisti si tennero stretti un ordine professionale che non esiste da nessuna altra parte del mondo e che preclude ai comuni cittadini un mestiere che possono certamente fare meglio e con più correttezza di tanti altri che hanno invece il monoppolio della professione]


L'intervista di Alessandra Farkas a Alan Dershowitz:

NEW YORK — «Invitare David Irving e Nick Griffin sarebbe giustificabile, in nome della libertà di espressione, solo se l'Oxford Union fosse disposta ad ospitare i diffamatori di qualsiasi gruppo e minoranza. Ma ciò non accadrà mai».
[E che significa? Alan è un noto azzeccagarbugli, ma qui ci azzecca poco e chi lo capisce è bravo. Quanto alla diffamazione si tratta di sapere chi sono i diffamatori e dove stanno. Noam Chomsky, ebreo, parla dell’ADL come di una centrale di diffamazione permanente]
Non ha dubbi Alan Dershowitz,
cattedra di Giurisprudenza ad Harvard e principe del foro Usa: «L'associazione universitaria di Oxford è una combriccola di ipocriti».

[Anche qui vale il reciproco che gli azzeccagarbugli penalisti conoscono bene: se tu mi insulti, io posso rispondere con insulti equivalenti. Chi vuole si può qui esercitare a dare il suo ad Alan. Gli lascio lo spazio nei commenti. Mi limito a dire che in fatto di ipocrisia nessuno batte quelli della sua combriccola. Anche no, non lo dico io, ma lo faccio dire ad una fonte insospettabile della loro parte, ad un loro padre sacro della patria:
«Non conosco nessun altra nazione che abbia tanti ladri, imbroglioni e profittatori senza il minimo scrupolo come questa piccola nazione che si chiama Israele» scrisse il primo ministro Ben Gurion; qui citato da Tom Segev, Il settimo milione. Come l’Olocausto ha segnato la storia d’Israele, Milano, 2001, p. 221. ]
Si spieghi.
«Non si sognerebbe mai di offendere gratuitamente neri e musulmani, chiamando David Duke o il Dr. Watson. Ma non esita a insultare gli ebrei; in passato aveva già invitato Norman Finkelstein».
[Non so nulla dei primi due, ma ben conosco Finkelstein. E di nuovo: che c’entra? Se organizzo io una manifestazione invito chi mi pare e chi è invitato ha diritto alla sua libertà di opinione allo stesso titolo di chi non è invitato. O devono parlare solo quelli che il nostro azzegarbugli concede ndi poter parlare? Bella pretesa, bella faccia tosta! ]

Esistono paralleli tra Oxford e la polemica scatenata dall'invito della Columbia University al presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad?
«No. Ahmadinejad è il leader politico di un Paese molto potente e voler ascoltare le sue idee per confutarle nel mercato libero delle idee è plausibile. Come lo sarebbe stato negli anni '30 con Hitler. David Irving, al contrario, è un fanatico completamente discreditato e senza la minima autorità o potere. L'Oxford Union l'ha resuscitato ».
[Incredile piroetta, dopo che la Israel lobby ha fatto di tutto per boicottare anche la Columbia University. Hanno inscenato vergognose proteste analoghe a quelle di Oxford e Deborah Fait ha pure scritto un pezzo adeguato alla sua levatura mentale, ma a fare una pessima figura sono stati i sabotatori sionisti. Se gli studenti della Oxford Union sono degli ipocriti, Alan Dershowitz manca del più comune senso del pudore.]

Perché l'ha fatto?
«Negli Usa come in Inghilterra, il mondo accademico è ormai ostaggio dell'estrema sinistra. Che censura la gente con cui non è d'accordo e promuove chi condivide le sue idee. O i suoi nemici ».
[Mente sapendo di mentire il nostro azzeccagarbugli. La verità è che la Israel Lobby ha costruito la sua immensa fortuna economica e politica inquinando la coscienza e la memoria di tutti i poli d’Europa. Il castello della menzogna sta lentamente crollando a pezzi così come è crollato, a martellate, il muro di Berlino. I tanti azzeccagarbugli sionisti che con i danari dell’«Olocausto» si sono arricchiti non vogliono perdere la loro principale fonte di guadagno]

I suoi nemici?
«È una dinamica complessa. Nessuno nell'Oxford Union approva le tesi di Irving però egli offende gente che all'Union non piace. Per questo l'ha invitato».
[Profonda scienza dietrologica nella quale non poteva non essere versato un azzeccagarbugli come Alan Dershowitz! Ma a noi di tutto questo – ammesso e non concesso che esista – poco interessa. La libertà di opinione va sempre e in ogni caso tutelata in tutta Europa!]
E se fosse una mossa pubblicitaria?
«È ben più insidioso e profondo. Cela il desiderio di provocare e offendere certi gruppi senza toccarne altri.
[Questo si chiama menar il can per l’aia! L’azzeccagarbugli ha troppa stima della sua intelligenza e assai poca di quella di chi lege la sua intervista]
Sfido la Oxford Union ad organizzare
[fanno quel che vogliono senza che a doverglielo dire siano azzeccagarbugli come Dershowitz o altri. Nessuno si sogna di dire ad Alan cosa fare o dove andare, anche se personalmente qualche idea ce l’avrei]
un dibattito con i vignettisti danesi autori dei famigerati cartoon sul profeta Maometto. Avendo il coraggio di esporre quelle immagini sul palcoscenico, permettendo a tutti di analizzarle e giudicare».
[Continua a menar il can per l’aia uscendo fuori tema e fuori causa: fatto piuttosto penoso per un acclamato azzeccagarbugli come Alan Dershowitz, battezzato “principe del foro” senza la benché minima coscienza della dignità e della maestà di ciò che è diritto e senso dell’equità]
L'effetto della polemica?
«Aver indebolito l'indipendenza del dibattito accademico sulle due sponde dell'Atlantico.
[Senti chi parla! E la cattedra tolta a Finkelstein grazie ai tuoi maneggi? Ed i pestaggi a Faurisson? E tutti quelli che della cattedra sono stati privati e mandati in galera o costretti a vivere in esilio? Ma di cosa parli? Cosa vai cianciando? Chi credi di infinocchiare?]
Guardatevi bene da chi vi dice "questo principio va bene per me e te, ma non per lui".
[Che c’azzecca?]
E ricordatevi bene: se applicata in maniera selettiva, la libertà di espressione cessa di essere tale».
[Idem con patate!]
Per inviare una e-mail alla redazione del Corriere della Sera cliccare sul link sottostante.

[Chi vuole può mandare per email questo mio post con qualche parola di commento suo proprio. Così facendo, contrasterà un'azione contraria della Agenzia Pezzana, che da cinque anni tenta in questo modo di influenzare i media e l’opinione pubblica italiana, almeno quella che si lascia influenza dal “giornale del cuore” che ogni mattina compra e legge traendo cibo adulterato per la sua mente]
Si Osservi la prima riga redazionale sopra riportata e ne ne misuri l’obiettività faziosa. Nel caso del trafiletto di Belardelli si poteva leggere la seguente riga: Corriere della Sera > Critica, che sarebbe il “delirio verbale” che abbiamo sopra evidenziato. La stessa riga diventa per la “correzione” prontamente apportata da una mano amica: Corriere della Sera > Informazione che informa. Cosa sia successo al “Corriere della Sera” per giustificare un così repentino cambiamento di giudizio nella linea editoriale di un giornale probabilmente non lo sapremo mai. Quello che certamente ogni lettore sa è che i giornali valgono quel che valgono. Ormai, per fortuna, neppure i bambini delle elementari prestano loro credito. Certo, le notizie che possono interessarci in qualche modo, per vie traverse e disparate, alla fine giungono alle nostre orecchie o ai nostri occhi. L’educazione critica del cittadino comporta la capacità di distinguere per quanto possibile il nudo fatto dall’interpretazione che se ne vuol dare. Le menti deboli vengono irretite da un'interpretazione faziosa di giornalisti disonesti che “non informano” affatto, ma tentano di condizionare i comportamenti ed i giudizi di chi legge. Alle menti non deboli che non cadono nella rete di un'informazione faziosa, cioè truffaldina e di parte, incombe il dovere civico di aprire gli occhi a quanti non vogliono o non hanno interesse a farsi irretire. Per fortuna che esiste internet e tanti blogs come il mio. Guarda caso, un sottosegretario di nome Levi, voleva mettere a tutti noi il bavaglio per lasciare liberi di scorazzare nel ciberspazio i Gendarmi della Memoria ovvero della Corretta Informazione.

1 commento:

Andrea Carancini ha detto...

ottimo lavoro, professore!