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Tunisia e Egitto:
Tutti contenti e coglionati!
di
Alberto B. Mariantoni
Alberto B. Mariantoni
Rivoluzioni… in Tunisia ed in Egitto? Per il momento, sono sicuro di no. Domani, invece, sono largamente tentato di non escluderlo affatto!
Ma vediamo perché…
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Questo vorrebbe dire che l’essere umano, a causa dei suoi naturali ed ineluttabili limiti fisiologici, non sarebbe praticamente in grado, all’interno della sua psiche, di potere immediatamente focalizzare, distinguere e differenziare il “dire” dal “fare”, l’ “essere” dall’ “apparire”, l’effettiva “realtà” da una qualsiasi “rappresentazione illustrativa o narrativa”.
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Illusoria, in quanto il “modello” istituzionale in questione – in piena e flagrante contraddizione in termini con la realtà – pretende che chi non è in grado di governare o di auto-governarsi, possa perfettamente valutare ed eleggere coloro che sono destinati a governarlo.
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Totalitaria, in quanto chi, all’interno o all’esterno del suddetto modello di “Democrazia”, non accetta di riconoscere l’indiscutibile legittimità delle sue istituzioni, è immediatamente considerato la ‘personificazione del male’ ed il ‘nemico assoluto’ della società; e di conseguenza, chi non si sottomette alle ‘forche caudine’ dei suoi soggettivi ed arbitrari criteri di valutazione e di giudizio o delle sue ordinarie regole elettorali (che, naturalmente, sono forgiate ad hoc per permettere l’invariabile perpetuazione del medesimo Sistema), è automaticamente e politicamente ‘fuori gioco’.
Dispotica, in quanto, il Sistema in questione – dopo avere studiatamente occultato ed interessatamente fatto dimenticare alla maggioranza dei cittadini/sudditi gli antichi e sempre validi concetti di Isonomia (l’uguaglianza dei cittadini nei confronti della legge), Isotimia (l’uguale diritto che i cittadini avevano di accedere a qualsiasi funzione dello Stato) ed Isegoria (la libertà d’espressione di cui godevano tutti i cittadini) – non esita affatto a criminalizzare e tiranneggiare tutti coloro che non sono d’accordo con la sua prassi quotidiana, nonché a favorire ed a privilegiare sfacciatamente coloro che accettano incondizionatamente di schierarsi dalla parte della sua ‘verità ufficiale’. Al punto tale che questi ultimi – parafrasando George Orwell – “sono, sempre e comunque, più uguali degli altri”.
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Il medesimo Sistema, inoltre – dall’alto della sua pretesa e mai dimostrata ‘superiorità morale’ (che altro non è, in definitiva, che una triviale e disonesta “morale” partigiana: nel senso di unica “morale” ammessa, permessa ed autorizzata che è addirittura applicata a danno e pregiudizio di qualsiasi forma di autentica ed armoniosa ‘morale societaria’ e/o ‘politica’) – è ugualmente riuscito ad istituire ed a far valere, a suo proprio vantaggio, un concetto di giustizia a ‘geometria variabile’, valida per tutte le occasioni e situazioni, che si arroga simultaneamente il diritto, soggettivo ed arbitrario, di potere costantemente ed impunemente giocare, su ogni “tavolo” ed in qualsiasi genere di conflitto, il comodo e perverso ruolo di ‘semplice parte in causa’, di ‘giudice imparziale’, di ‘assolutore morale’ e di ‘carnefice di servizio’.
Come l’abusato e costantemente beffeggiato lettore del nostro tempo l’avrà senz’altro intuito, se mi sono permesso di fargli questa lunga e dettagliata introduzione, è stato semplicemente per potergli direttamente fornire una serie di ‘chiavi di lettura’ che, nella vita di tutti i giorni, possono senz’altro aiutarlo a discernere ed a misurare il grado di manipolazione a cui egli stesso, purtroppo, è incessantemente sottoposto, ogni giorno, dal suddetto Sistema.
L’esempio più lampante ed istruttivo, lo troviamo nelle recenti notizie dell’attualità internazionale: vale a dire nelle due cosiddette “rivoluzioni” che si sarebbero svolte, nelle scorse settimane ed in diretta televisiva, sia in Tunisia che in Egitto.
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Che all’interno, invece, dei suddetti Paesi, ci siano state, per il momento, delle effettive e tangibili rivoluzioni popolari che abbiano aperto la strada alla prossima instaurazione di una vera e propria Democrazia (diversa, dunque, da quella che poc’anzi ho preso la libertà di analizzare e mettere a nudo), il lettore mi scuserà, ma – conoscendo da vicino la natura ed il funzionamento interno di quegli Stati ed essendo al corrente degli osceni ed inconfessabili interessi che spingono costantemente la quasi totalità dei Paesi occidentali a puntellare e rinforzare quel genere di regimi – continuo testardamente ad avere i miei più fondati e documentabili dubbi!
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Al contrario, il regime inizialmente instaurato dal Presidente Burguiba nel lontano 1956-1957 e successivamente gestito e perfezionato dal Presidente Ben Ali, continua imperturbabilmente a rimanere ben saldo sulle sue strutture di sempre (quadri politici e governativi, servizi segreti, polizia ed esercito) ed a detenere, fino a prova del contrario – anche se con la pubblica e verbale promessa al popolo, di future e “libere” elezioni… – l’insieme dei poteri dello Stato.
Lo stesso dicasi dell’Egitto, dove – dopo l’eliminazione ufficiale del “fusibile” Mubarak e la formale promessa, agli insorti di Piazza al-Tahrir, di future e “libere” elezioni… – tutto resta come prima. Se non peggio di prima… Con il solito staff politico e dirigenziale, il solito esercito, i soliti servizi segreti e la solita polizia che – oltre ad essersi preventivamente premurati di sciogliere il vecchio Parlamento e di sospendere, per sei mesi, l’applicazione delle garanzie costituzionali – continuano seraficamente a controllare, con l’usuale beneplacito politico e diplomatico dell’Occidente, la quasi totalità dei gangli vitali (militari, politici, economici, culturali, amministrativi, giuridici e civili) del Paese.
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Come per incanto, infatti, il regime tunisino e quello egiziano sembrano diventati improvvisamente “liberali”, “tolleranti”, “aperti al dialogo”, “pronti a qualsiasi concessione”. E gli stessi Paesi (Stati Uniti ed Unione europea in testa!) che fino a ieri ne avevano avallato e rafforzato (a colpi di miliardi di dollari o di euro…) l’esistenza, nonché sostenuto ed incoraggiato, con il loro ufficiale o ufficioso compiacimento, le più generalizzate e vomitevoli pratiche repressive, tendono, oggi, a sbracciarsi platealmente ed a fare a gara tra di loro, agli occhi del mondo ed in diretta televisiva, per dichiararsi da “sempre”… propugnatori e promotori del “nuovo” corso politico nei suddetti Stati. Il tutto, naturalmente, in nome dell’abituale e magica parola, “Democrazia”, abbondantemente farcita, come di consueto, con le solite ed allettanti altre belle parole di contorno che conosciamo: “libertà”, “uguaglianza”, “fratellanza”, “solidarietà”, “giustizia”, “Stato di diritto”, “diritti dell’Uomo”, “umanitarismo”, “tolleranza”, “moderatezza”, “partecipazione”, etc.
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Per ora, dunque, in Tunisia ed in Egitto, a mia conoscenza, non risulta che sia avvenuto qualcosa di nuovo. Anzi, come per il passato: niente libertà (horreya), niente democrazia (dimuqratya), niente giustizia sociale (‘adala igtimaya), nessuna fine della corruzione (al-fasad), nessuna fine della disoccupazione (al-batala).
Insomma, per il momento, tutti contenti e coglionati…
E questo, fino al giorno in cui… l’uomo della strada – sia all’interno del sempre beffato, tradito e martirizzato Mondo arabo che della nostra angariata ed asservita Europa – riuscirà davvero a prendere coscienza della sua poco invidiabile condizione di volgare ed umiliato pupazzo nelle mani dei più grandi delinquenti che la Storia abbia fino ad oggi potuto sperimentare. Ed a liberarsi, con le proprie forze, sia dai suoi più infidi, radicati ed intralcianti riflessi condizionati che dalla sua annosa, avvilente e degradante schiavitù.
Allora sì, che – nei diversi Paesi delle sponde opposte del Mediterraneo e senza nessuna “diretta” televisiva… – avremo sicuramente l’occasione o l’opportunità di vederne delle belle!
Alberto B. Mariantoni
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