Precedente/Successivo

Giornalismo:
l’attendibile e l’inattendibile
l’attendibile e l’inattendibile
Alberto B. Mariantoni
Ultimamente, alcuni miei lettori, in correlazione con i diversi avvenimenti che si tanno svolgendo nel Vicino e Medio oriente, mi hanno rivolto una curiosa ed intelligente domanda: “Come fare, all’interno dei Media del nostro tempo, a distinguere una notizia attendibile o credibile da una falsa o manipolata o addomesticata”?
Visto il minimo di esperienza che credo (o almeno, spero…) di avere acquisito in questo campo – e senza per altro pretendere possedere la “scienza infusa” o una qualunque “sfera di cristallo”, né tanto meno sperare di potere essere esaustivo – proverò a rispondere alla suddetta richiesta.
Diciamo, per semplificare, che nel giornalismo in generale – purtroppo, per la maggior parte dei lettori! – esistono, ai nostri giorni, due maniere distinte e diametralmente antitetiche e contrapposte di percepire, approfondire, analizzare, presentare o descrivere gli avvenimenti.


La seconda maniera di fare del giornalismo, invece – ormai, estremamente rara, nei Media dell’epoca in cui stiamo vivendo – è quella che è ordinariamente praticata da quei giornalisti che – indipendentemente dai loro punti di vista, dalle loro convinzioni o dai loro interessi politici o personali, e prima ancora di pretendere di andare ad impartire lezioni soggettive ed arbitrarie agli ignari, abusati e costantemente beffati lettori – cercano prioritariamente di capire ciò che sta avvenendo realmente, sia per evitare di morire personalmente e professionalmente ignoranti che per tentare di non offendere o urtare la sensibilità di chi, nelle diverse occasioni, fa loro l’ambìto e glorificante onore di leggerli o di ascoltarli, prendendo, per giunta, in deferente e credibile considerazione i loro reportages, le loro analisi e/o i loro commenti.

Quando già dalle prime battute dei loro articoli o dei loro contributi televisivi o radiofonici, incominciate a notare che “un tale o una specifica fazione ha inconfutabilmente ragione, mentre tal altro o un’opposta fazione ha innegabilmente torto; e, poi, come “corpo” o “riempitura ad hoc” della medesima esposizione, vi viene descritto o spiegato ciò che starebbe effettivamente accadendo”… la “notizia” o “l’informazione” in questione ha delle forti probabilità che sia sicuramente falsa o studiatamente manipolata o interessatamente addomesticata.
Quando, invece, chi cerca di informarvi per via cartacea o audio-visiva, tende principalmente a non esprimere nessun giudizio di valore; separa nettamente il fatto che vi sta raccontando dalla sua personale opinione; si sforza meticolosamente di fornirvi ogni possibile o immaginabile chiave di lettura a proposito di un certo avvenimento o accadimento; e – dulcis in fundo – lascia interamente a voi, lettori o ascoltatori, la libera possibilità o facoltà di esprimere o meno la vostra personale valutazione o il vostro soggettivo giudizio su quanto sta succedendo, ci sono delle abbondanti e copiose probabilità che la notizia o l’informazione in questione, sia attendibile o credibile; il reporter, l’analista o il commentatore che ve la sta presentando, sia intellettualmente onesto; ed il genere di giornalismo che quest’ultimo cerca di praticare, sia professionalmente serio, sostanzialmente affidabile e deontologicamente corretto e responsabile.
1) In proposito, è sufficiente ricordare le “migliaia” di innocenti che sarebbero stati fatti assassinare dal regime di Ceausescu, a Timişoara, in Romania; oppure, le “armi di distruzione di massa” ed i “legami con al-Qaeda” del regime di Saddam Husein, in Iraq.
2) Libera traduzione: “Lo spirito non è mai giovane… poiché ha l’età dei suoi pregiudizi”.
Alberto B. Mariantoni
Nessun commento:
Posta un commento