mercoledì 20 gennaio 2010

Posta dai Lettori: 1. Joe Fallisi: Corrispondenze dal Cairo

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Capita ad ognuno di noi di essere talvolta sul luogo degli eventi. O meglio: ci si va per esprimere in tal modo il nostro esserci, la nostra volontà che le cose vadano in un certo modo anziché in un altro. La forma più tragica di questa partecipazione, di questo esserci, è la guerra. Non era in guerra Joe Fallisi che insieme ad altre 1400 persone, giunte da ogni angolo della terra, volevano impedire che altri uomini, un milione e mezzo di persone, venissero immolati come vittime sacrificali al dio di Israele, o per meglio dire al feticcio, al vitello d’oro, di una fondazione politica sionista che offende il più elementare senso di umanità e di giustizia, purtroppo con la complicità dei nostri governi e delle nostre classi dirigenti, ormai veri e propri agenti al soldo dello straniero e dell’oppressore. L’evidenza di queste mie parole può essere colta da ogni uomo libero che si sforzi appena un poco di diradare le tenebre della menzogna che ci viene ogni giorno propinata dalla tv di stato e dai media asserviti. Quella che segue è una corrispondenza, che nella sua autenticità ben descrive le commozioni ed i sentimenti di quanti, in modo non violento, hanno tentato di fermare la mano assassina degli oppressori che infliggono ad altri esseri umani, innocenti, una sofferenza di cui mai si è udito l’eguale.
Ciò succede oggi, sotto i nostri occhi. Non è una favola che ci viene raccontata al passato.
A. C.

* * *

DAL CAIRO
(purtroppo)


From: flespa@
To: samya.fashionenough
Subject: vers Al-Arish-Rafah(-Gaza)
Date: Sat, 2 Jan 2010 00:55:47 +0100

Bonjour/Bonsoir,

les nouvelles d'egypte ne sont malheureusement pas très bonnes...

Où êtes-vous? Comment allez-vous?

J'espère que tout va pour le mieux pour vous...

«Je te souhaite des rêves fous à n'en plus finir, et l'envie furieuse d'en réaliser quelques uns.
Je te souhaite l'ardeur d'entreprendre, afin de goûter aux joies de la réussite.
Je te souhaite de respecter les différences des autres, parce que le mérite et la valeur de chacun sont souvent à découvrir.
Je te souhaite aussi d'adorer le soleil, sans jamais dénigrer les jours de pluie, car eux seuls donnent naissance aux arcs-en-ciel.
Je te souhaite, enfin, de ne jamais renoncer à l'aventure de la vie»

Jacques Brel.

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Chère Samya, je suis au cinquième jour d'un grève de la faim contre la honteuse mafia qui gouverne ce pays d'esclaves et qui nous a, jusqu'ici, empéché de partir du Caire vers Rafah... Je le terminerai seulement quand mes pieds toucheront à nouveau la terre de Gaza, ou bien quand je devrai laisser l'Egypte. Cet après midi j'essayerai de me mettre en route en tout cas. Peut être les étoiles éternelles m'aiderons. A' bientot, en vous souhaitant une année magnifique.

Joe

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RE: vers Al-Arish-Rafah(-Gaza)
From: Giuseppe Fallisi
Sent: Sun 1/03/10 3:54 PM
To: (...)

Date: Sat, 2 Jan 2010 11:57:01 +0100
From: (...)
To: flespa
Subject: Re: FW: vers Al-Arish-Rafah(-Gaza)

Ciao Joe! Ho provato a chiamarti ma il telefono risulta sempre spento (ti ho anche lasciato un messaggio in segreteria). Tienimi informato sugli sviluppi della situazione!...
(...)
========

Ciao (...)!... Ecco il mio n. qui in Egitto: (...). Ho ancora un lumicino di speranza d'entrare di nuovo a Gaza... ma è proprio fievole... ieri ho provato con qualche altro attivista ad andare ad Al Arish... siamo stati respinti indietro a un check point, dopo un centinaio di chilometri... con noi c'erano cinque stupende vecchiette americane... Mubarak e il suo regime mafioso, corrotto e venduto a Giudamerica è ancora peggiore e senza dignità di quanto già sapessimo... intanto continuo a digiunare, sperando serva a qualcosa (a sbarazzarmi del grasso in più senz'altro... )... sono un po' stanco, perciò finora non ho quasi scritto - e vorrei poter dare qualche bella notizia, ma è arduo... a presto!
(...)

Joe

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From: flespa
To: filippo
Subject: dal Cairo
Date: Wed, 6 Jan 2010 01:18:38 +0100

Caro Fil, la situazione è davvero brutta. Quel che sta succedendo ad Al-Arish è, naturalmete, negativissimo anche per noi qui al Cairo. Il foglio dell'Ambasciata ci sconsiglia soltanto. Però è vero che hanno chiesto un lasciapassare per noi tre agli egizi. Che adesso, quasi sicuramente e a maggior ragione, NON ce lo daranno. Vado avanti con lo sciopero.
(...)

Joe

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• [06/01/10 15:19:20] (...): Ciao, come stai??
– Joe Fallisi: be' sono un po' stanco...tutti i movimenti sono rallentati
• ma ti sta vicino qualche medico?
– Joe Fallisi: non so se è uscita sul Manifesto l'intervista che mi ha fatto Michele Giorgio... magari non gliel'hanno acccettata...
– Joe Fallisi: no, finora non è venuto nessuno
• (...): ma stai bevendo?
– Joe Fallisi: sì, sì... sennò non potrei neanche muovermi
• (...): infatti
• (...): però, dieci giorni senza cibo, è una bastosta per l'organismo
– Joe Fallisi: mah, vedremo... (...)
• (...): www.repubblica.it : Obama nomina una transessuale nella sua amministrazione
• (...): eh... questa sì che è una grande cosa
• (...): un vero cambiamento, non ti pare?
– Joe Fallisi: ah be', certo, è politically correct... va di pari passo con la legalizzazione della tortura di Stato, di ogni pratica abominevole di vampirismo e grassazione in Iraq, in Afghanistan, in Pakistan... Obama... forse anche peggio di Bush, quel criminale di guerra...
– Joe Fallisi: mi sa che i dirigenti del Manifesto hanno cassato la mia intervista
– Joe Fallisi: l'anarchico Joe Fallisi, FUORI da ogni "giro", pericoloso, materiale esplosivo...
• (...): non c'è da stupirsi, sono tutti sionisti
– Joe Fallisi: ieri sera 2000 poliziotti antisommossa hanno attaccato quelli di Viva Palestina (la maggioranza dei quali, oltre a tutto, sono musulmani), al Porto di Al-Arish... persino con cannoni ad acqua... (...)
• (...): hanno una causa esterna fortissima - Israele e Usa - e una interna altrettanto - i loro concittadini
– Joe Fallisi: esatto
– Joe Fallisi: una doppia tragedia
• (...): uno schifo
– Joe Fallisi: comunque ora credo siano entrati... ma non sono sicuro
– Joe Fallisi: farò, da solo, una seconda e ultima prova di andare ad Al-Arish... domani è l'ultimo giorno per me in cui potrebbe ancora avere un senso entrare a Gaza... ho l'aereo il 10...
– Joe Fallisi: sperando che in queste ore... come mi avevano promesso in ambasciata, riescano a
procurarmi un lasciapassare.... ma mi fido ben poco
• (...): fammi sapere se accade. Speriamo di sì.
(...): in troppi si stanno costruendo la propria immagine
– Joe Fallisi: vero... però quello che conta è la causa della giustizia... l'unica cosa... gli uomini sono, in genere, mediocri
• (...): hai ragione
– Joe Fallisi: anche tutta 'sta "Marcia", alla fine, è stata più che altro una cosa autopromozionale dei vari gruppetti... contano i fatti: dovevamo andare a portare gli aiuti a Gaza... siamo rimasti qui a guardarci allo specchio
– Joe Fallisi: per questo ammiro sempre e comunque Galloway e Viva Palestina... gente che dice una cosa E LA FA... con pochssime chiacchiere
• (...): concordo!

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From: Giuseppe Fallisi (@)
Sent: Thu 1/07/10 3:54 AM
To: s.f.
Bcc: (...)

Très Chers Amis,

aujourd’hui c’est le onzième jour de ma grève de la faim. Ce que je suis en train de faire, pour ma liberté de mouvement, mais surtout pour les martyrs palestiniens de Gaza, ce n’est rien par rapport à ce que ces derniers subissent à l’intérieur de leur territoire. Entourés désormais par deux murs, les Palestiniens de Gaza, d’ici peu, ne pourront plus choisir de ne pas manger… Ils seront obligés à le faire… comme le furent les paysans d'Ukraine et du Kuban en 1932-1933 par d’autres maudits tyrans. La situation qui est vécue par les populations de la Bande de Gaza est quelque chose qui crie vengeance au monde entier. Maintenant, personne ne pourra plus dire qu’il ne savait pas. Dans la société du spectacle-des spectres, tout est devant les yeux de tous. Mais les pupilles sont vides.

W GAZA!
PALESTINE LIBRE ET HEUREUSE!
REVEILLONS-NOUS DU CAUCHEMAR SIONISTE, C’EST
L’HEURE!

Avec beaucoup d’affection et d'estime,

Joe Fallisi

°°°°°°°°°°°
11° From: Giuseppe Fallisi (@)
Sent: Thu 1/07/10 5:55 PM
To:susanne...

Carissima Susanne...

sono all'11° giorno di sciopero... forse
finalmente ce la faccio a eliminare la pancia!... ... ma non è detto, perché prima il corpo sembra si mangi altro... gli piacciono di più i muscoli e la carne attorno alle spalle... ehehheeh... vedremo... se non si viene qui non si ha l'idea di che regime di merda e di sbirri sia l'Egitto... la tortura è normalissima... cose allucinanti... la gente non vedrebbe l'ora di potersi liberare di 'sto criminale mafioso... ma ora costui ha l'intenzione di mettere al suo posto Mubarak figlio (tipo satrapia nordcoreana)... e il muro vergognoso che sta costruendo per strangolare definitivamente i gazawi è uno dei pegni che deve pagare alla Lobby giudaica e ai governi di Stati Uniti ed entità. Così che i superbrogli alle prossime elezioni gli vengano preventivamente condonati... Se penso che i colloqui per l'unità interpalestinese avvengono sotto il “patrocinio” di 'sti delinquenti, c'è davvero da mettersi le mani nei capelli... L’Ambasciata mi aveva promesso di darsi da fare per farmi avere un permesso verso Al-Arish-Gaza... non si sono più fatti sentire, segno che o hanno raccontato balle o non ci sono riusciti. Tutte le strade verso Gaza sono blindate da decine di posti di blocco. Due giorni fa ho provato a prendere un bus ma sono stato fermato al primo check point, un centinaio di chilometri fuori dal Cairo, e costretto a rientrare. Questa volta non ce la farò a ritornare nella Striscia. In piazza ho cantato (incredibilmente la voce è a posto) e poi detto che avrei smesso lo sciopero solo quando fossi entrato a Gaza, o altrimenti sul mio aereo di ritorno. Così farò. Del resto la fame se ne è andata via. Un grosso abbraccio e un saluto a tutti gli amici di Al-Awda.

CIAO!

Joe

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• (...): Ciao. Allora? Come va?
– Joe Fallisi: ciao... be' sono all'undicesimo giorno... ho avuto problemi con l'intestino ieri sera... forti dolori... ma è passata... qui purtroppo non si fa vivo nessuno dell'Ambasciata italiana... si vede che non riescono a farsi dare quel permesso.
• (...): mi dispiace.
• (…): Galloway è entrato.
– Joe Fallisi: oggi, comunque, è l'ultimo giorno utile, per me... già domani non avrebbe più senso... il mio aereo è il 10 mattina.
– Joe Fallisi: certo, lo so... dovevo andare con lui... ho fatto un grave errore a fidarmi di Codepink...ma mi ero detto: queste/i sono americane/i e riescono sempre a entrare... balle.
• (...): sì, sono entrate solo loro.
• (...): alla faccia di tutti gli altri.
– Joe Fallisi: sono orgoglioso di avere scritto "Lifeline" in onore di Galloway e degli altri della sua carovana... gente magnifica, CON LE PALLE.
• (...): ma in fondo, i compagnazzi che non sono entrati hanno avuto ciò che cercavano: la ribalta, le notizie.
– Joe Fallisi: sì, una cosa grottesca... si vantano di non si sa che.... mentre è stato un fiasco e un
fallimento clamoroso.
• (...): e anche prevedibile.
– Joe Fallisi: con teste di cazzo di quel genere, prevedibilissimo.
• (...): infatti.
– Joe Fallisi: c'è stato un momento cruciale, in cui forse le cose potevano davvero prendere una piega diversa... all'assemblea che decise per la manifestazioen al Cairo verso il Ministero degli Affari Esteri (immediatamente repressa e impedita), io, proprio Joe Fallisi, avevo fatto una proposta alternativa...e, incredibile ma vero, persino a nome degli altri italiani, di tutta la “base” di Forum Palestina... ma naturalmente, come al solito, i capetti gruppuscolari avevano già decso altrimenti... il risultato è sotto gli occhi di tutti. Avevo proposto che si andasse alla spicciolata, coi vari mezzi, e però poi ritrovandoci in tantissimi, al termine della metropolitana del Cairo, dove c'è un largo spiazzo che immette nella strada infinita in direzione Sinai-Al-Arish- Rafah... ognuno sarebbe venuto con un piccolo bagaglio e... CI SAREMMO MESSI IN MARCIA DAVVERO verso Gaza... non avrebbero potuto manganellarci, né disperderci... essendo alla periferia non davamo "fastidio", non potevano averne paura... ma ci sarebbero stati la stampa, le televisioni e i media del mondo intero... avremmo fatto, probabilmente, solo qualche chilometro... poi sarebbero arrivate autoambulanze e bus... ma, visto che il governo ci proibiva i pullman, avremmo mostrato che eravamo disposti persino ad andare a piedi... e tutto sarebbe stato effettivamente non violento, ma di fortissima carica simbolica... invece...
• (...): sì, come ovvio, sono dei narcisisti e se non sono loro a proporre... niente...
• (...): ma qui è uguale.
– Joe Fallisi: capisci, in quel modo sarebbe stata una cosa anche più consona alla maggioranza dei convenuti, uomini e donne di una certa età, molti anziani, effettivamente nonviolenti e pacifisti... gli sbirri NON avrebbero potuto reprimere nulla... quale il "pericolo per l'ordine pubblico" in periferia?... e l'effetto mediatico-simbolico sarebbe stato enorme.
• (...): ma il loro momentino di gloria lo hanno avuto lo stesso, quindi ciò li ha gratificati a sufficienza.
• (...): almeno, dai comunicati auto-referenziali ed egocentrici che si possono leggere in rete.
• (...): in troppi, caro Joe, stanno marciando SULLA Palestina.
– Joe Fallisi: non dico che allora tutti e 1300 saremmo riusciti a entrare a Gaza insieme... ma forse a scaglioni sì... e comunque le autorità non avrebbero avuto buon gioco a chiudere tutto.
• (...): già...
– Joe Fallisi: sì... e la base degli italiani, lo ripeto, era con me... anzi ho proprio fatto la mia proposta in assemblea anche a nome loro... ma quel cretino di (...) si era già accordato per la manifestazione "dura" in pieno centro del Cairo... risultato: non hanno lasciaro fare neanche qualche metro.
– Joe Fallisi: sbirri da ogni parte ed energumeni-armadi in borghese che hanno immediatamente cominciato a prendere i manifestanti a calci e a pugni... persino le vecchiette... come Mary Hughes, mia cara amica, una delle fondatrici di Free Gaza.
– Joe Fallisi: bel risultato, complimenti!... davvero dei geni strategico-politici.
– Joe Fallisi: pensa che merde... allora... innanzi tutto già quasi non mi volevano lasciar parlare... poi... un dittatorello scozzese m'ha concesso la parola per un minuto-minuto... e alla fine ha detto all'«assemblea»: chi NON è d'accordo con la nuova proposta dica SI'... al che molti "sì" (che però magari erano di gente d'accordo con me)... e lui subito, 'sto pirlone con trombetta: la tua proposta è stata bocciata.
• (...): che roba!
• (...): ma vadano al diavolo.
• (...): si vede che Lifeline ha avuto una diversa gestione!
– Joe Fallisi: ahahah... mi è venuta in mente la descrizione che fa Solgenitzin del Soviet di San Pietroburgo dominato da Trotsky e Zinoviev e dai loro accoliti... stessa "democrazia diretta"... all'uncino.
– Joe Fallisi: ma certo.
• (...): be', sono i loro nipotini.
– Joe Fallisi: prima di tutto c'è stato un ottimo lavoro diplomatico di Galloway in alto loco - per esempio col governo turco: ESSENZIALE... e poi erano tutti decisi, avevano il medesimo scopo, semplice e chiaro: portare aiuti concreti a Gaza, non medagliette di latta a casa.
– Joe Fallisi: e ci sono riusciti... GRANDI.
• (...): questi altri, invece, avevano tanto narcisismo.
• (...): mi dispiace solo per i gazawi.
– Joe Fallisi: e in più, loro che si ritengono fini politici e che menano il torrone senza tregua in miriadi di comitati e sottocomitati, hanno dimostrato di essere nulli... infiniti blateramenti e foto allo specchio...risultato pratico ZERO.
– Joe Fallisi: MA NON CREDERE... sono certo che parleranno di clamorosa vittoria "proletaria", o qualche altra puttananta d'ordinanza.
– Joe Fallisi: l'unica cosa "buona" è che tutto il mondo ha visto quale lurido regime di polizia sia quello di Mubarak e della sua mafia divoratrice... ma gli egiziani già lo sapevano.
– Joe Fallisi: poveracci...
• (...): sì, questo è vero.
– Joe Fallisi: ho fatto anche una riunione, insieme a pochi altri attivisti americani, con due giovani, coraggiosissimi oppositori... entrambi già incarcerati e torturati più volte... uno quasi morto in galera...degli eroi.
– Joe Fallisi: ci hanno spiegato molte cose.
– Joe Fallisi: anche su movimenti come quello dei Fratelli Musulmani...
– Joe Fallisi: la sostanza è questa: il regime si tiene buoni e coccola proprio i più ottusi e chiusi e fondamentalisti... a loro concede giornali, persino la televisione... così la gente deve pensare che, senza il "laico" Mubarak, tutto il Paese finirebbe sotto la peggiore sharia... gli esponenti religiosi, invece, più aperti e intelligenti e non tirannici (simili, per intenderci a Nasrallah in Libano)... quelli li incarcerano, li torturano e li fanno sparire... capito?
• (...): certo.
• (...): è la tattica Usa.
• (...): e israeliana.
– Joe Fallisi: i due amici sostenevano che la chiave di volta per un cambiamento positivo di tutta la situazione mediorientale è l'Egitto più ancora della Palestina... se qui davvero ci fossero libere elezioni e libertà di espressione e abolizione della tortura, il regime imploderebbe e chiunque andasse al potere NON permetterebbe cose simili al nuovo muro, ma riaprirebbe il valico agli aiuti umanitari... e il vento di libertà farebbe crollare, come per effetto domino, tutti gli altri regimi arabi tirannici e venduti...
• (...): già.
• (...): ma immagina Israele e gli Usa cosa non farebbero e non fanno per impedire che ciò avvenga.
– Joe Fallisi: in quel caso l'entità sionista non potrebbe più sostenere di essere circondata da musulmani fanatici che vogliono ributtare a mare gli ebrei... alla fine risulterebbe chiaro CHI sono i razzisti e i fondamentalisti e DOVE non c'è neanche l'ombra di democrazia: IN CASA LORO.
– Joe Fallisi: ovvio... è una lotta durissima... epocale... ma qui le elezioni si avvicinano, l'economia è stata sbranata dalla mafia al potere, la povertà aumenta vertiginosamente... e proprio la costruzione del muro di ferro è stata decisa da Mubarak per avere dalla sua, in quel momento - al momento dei probabilissimi brogli -, la Lobby ebraica e il governo degli USA, della Gran Bretagna e dell’entità... vuole a tutti i costi insediare suo figlio... una sorta di satrapia tipo Corea del Nord.
– Joe Fallisi: però il popolo lo schifa e lo odia... persino uno dei poliziotti che ci hanno costretto a tornare indietro al check point sulla strada verso Al-Arish mi ha detto di provare vergogna del proprio governo... tutti sanno che 'ste merde fanno cose indecenti - e nei confronti dei palestinesi e verso gli stessi egiziani.
• (...): sì, la gente ha paura ma non è scema.
• (...): meriterebbero davvero di essere buttati giù al più presto.
– Joe Fallisi: prima o poi succederà.
• (...): quanto casino fanno contro l'Iran!... e contro l'Egitto, invece? Silenzio.
• (...): lì sì che c'è democrazia. E' un paese "moderato".
• (...): che ipocriti schifosi,
– Joe Fallisi: vado a bere qualcosa... dì che continuerò il mio sciopero per la libertà di Gaza sino a quando avrò messo piede sul mio aereo di ritorno. Questo ho promesso in piazza, dopo aver cantato: smetto se tocco di nuovo il suolo della Striscia, oppure continuo sino a quando dovrò ripartire. Così farò.
[07/01/10 15:08:26] • (...): sì, bravo
[07/01/10 15:08:31] – Joe Fallisi: ciao!
– Joe Fallisi: a presto!
• (...): a presto!

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NOW IS THE TIME!
From: Giuseppe Fallisi (@)
Sent:Fri 1/08/10 5:50 PM
To:
iristulip, (...)
Bcc: ken.okeefe, (...)

Dear friends,

today is the 12th day of my hunger strike. I am doing that for my freedom of movement, but above all for the freedom of Palestinian martyrs of Gaza. I believe my action to be nothing in comparison to what our Palestinian brothers are forced to face.

Surrounded by two walls, the Palestinians of Gaza, soon will not be able, as I'm now, to choose to fast... they will be forced to do it... as they were the farmers in Ukraine and in the Kuban in 1932-33 by other accursed tyrants.

The situation in the Strip shouts revenge to the whole world. And now nobody can say anymore that we didn't know. In the society of the spectacle-ghosts everything is under everybody's eyes. But the pupils are empty.

W GAZA! FREE, HAPPY PALESTINE!

LET'S WAKE UP FROM THE ZIONIST NIGHTMARE...
NOW IS THE TIME!

With affection and respect.

Joe Fallisi
Cairo, January 8th 2010

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From: fle@
To: a.l., (...)
Subject: lontana
Date: Sat, 9 Jan 2010 11:01:09 +0100
Da: aaDa:
Oggetto: FFw: Hamas & the Siege, Galloway,
Data: 09 gennaio 2010 10:41:50 GMT+01:00
A: (...)

Per chi ancora crede che la Hass sia una giornalista non-embedded e alternativa al sistema...

NOT ONLY ISRAEL AND EGYPT WANTED THE MARCH BUSTED, ALSO HAMAS DEEPLY DISLIKED IT, EXPLAINS EYEWITNESS AND PRESTIGIOUS REPORTER AMIRA HASS...

http://www.haaretz.com/hasen/spages/1141085.html

Amira Hass: Pro-Gaza activists under siege - imposed by Egypt and Hamas

The departure from Ramses Street in Cairo, in about 20 buses, was set for the morning of Monday, December 28. However, the organizers of the Gaza Freedom March knew the buses would not arrive. Just as on Sunday night, the buses hired by a group of French activists never made it to their starting point - Cairo's Charles de Gaulle Street, near the French Embassy and across from the zoo.

In the week before the planned march, the Foreign Ministry in Cairo made it clear that the protesters would not be permitted to enter Gaza. Boats even mysteriously disappeared from the Nile on Sunday evening. The Egyptian authorities knew that scores of activists were planning to sail and light candles to mark the first anniversary of Israel's attack on Gaza and the 1,400 people who were killed.

A total of 1,361 people came to Cairo from 43 countries to participate in the Gaza Freedom March, 700 of them from the United States alone, many more than initially expected. It started
out as a small initiative. Then the American feminist and peace group Codepink signed on, and it gradually spread to other countries.

Bringing Gaza to Cairo

"If we can't go to Gaza, we'll bring Gaza to Cairo," said one American peace activist. And indeed, for an entire week, more than a thousand foreign citizens, the vast majority of them from Western countries, scurried around the Egyptian capital looking for ways and places to demonstrate against the blockade of Gaza.

"The demonstrations in Cairo are conclusive proof that Israel pressured Egypt not to allow entry into Gaza," said one Egyptian citizen (who like other Egyptians, did not dare participate in the demonstrations, for fear of punishment). "What does Egypt need this headache for? It would have been easier and simpler to have sent them all to Gaza and forget about them."

When the buses didn't show, the French activists set up tents and sleeping bags outside the embassy. At 2 A.M., they discovered that le camping had been surrounded by a fence and a tight cordon of riot-dispersal police. Tents, a police barrier, movement restrictions, and an area under siege: Without having planned it, they were replicating the Gazan situation in particular and the Palestinian situation in general. Withstanding the siege conditions became an aim and a challenge.

During the next two or three days, the cordon intensified, from one row of police to three. Every few hours, the activists discussed how to proceed; this was direct democracy in action. Without secrets, without orders from on high, without hierarchies.

A similar process unfolded at various spots around Cairo. Some activists discovered police were surrounding their hotels, blocking them from exiting. Several demonstrated in front of their respective embassies - and were immediately surrounded by riot police. The most violent were those posted to the American Embassy.

Who's to blame?

One large group set up under the United Nations Development Program's offices. "In our presence here, we are saying that we are not casting the blame on Egypt. The responsibility for the shameless and obscene Israeli siege on Gaza rests squarely with our own countries," explained one of the organizers.

This sounded like an answer to an accusation voiced mostly by supporters of Fatah and the Palestinian Authority in Ramallah: With Hamas encouragement, international especially Arab popular pressure is being directed at the wrong address - Egypt, rather than Israel. Some of the organizers said they were indeed under the impression that Hamas was not at all interested in demonstrating at the Erez crossing into Israel, which is almost sealed, but rather at the Rafah crossing into Egypt.

The dream was to have tens of thousands march to the Beit Hanun/Erez crossing point on the first anniversary of the Israel Defense Forces offensive, in order to demand that Israel and the world lift the siege. The would-be participants are a very varied bunch: Some have been left-wing activists for decades, while others joined only during the Gaza campaign itself. Students and pensioners, university lecturers, paupers, young and old.

The older activists included Hedy Epstein, 85, a German-born American citizen whose life was saved when her Jewish parents sent her to England when she was 14. They later perished in Auschwitz. She sat on a chair under the building housing the UNDP offices, with those on hunger strike, in protest of their being banned from entering Gaza. Hippies in their 50s and 60s cavorted nearby, Italians sang "Bella Ciao," and South African activists unfurled a banner calling for sanctions on Israel and quoting Nelson Mandela: "Our freedom is incomplete without the freedom of the Palestinians."

Jewish mother

"I feel that I'm doing something for Israel, for the sake of its future," said one bearded young man from Boston, who has been volunteering in a Palestinian village in the West Bank. His mother, who is Jewish, accompanied him on one of his flights into Israel to have a look at his new life. When they landed, they learned his name was on a Border Control list at the airport, and mother and son were detained for eight hours of questioning.

"She came out of there a radical," laughed the young man, who a year and a half ago discovered the alternative discourse about his "second homeland."

A Venezuelan documentary director said, "Eighty percent of the participants I have interviewed at random are Jewish." Eighty percent is probably an exaggeration, though a large percentage of those present were Jews. The colorful crowd also included Palestinians who are citizens of Western countries, some of them Gazans hoping to see relatives for the first time in years. There were also religious Christians and Muslims. Some of the slogans they proclaimed were overly ambitious, such as "We have come to liberate Gaza."

But by and large, this variegated whole sounded a message of militant pacifism and feminism, liberation theories and a lot of faith in the cumulative, positive effect of popular, non-hierarchical action and its ability to bring about change.

It's a pity, I thought to myself: The Egyptians are preventing us from seeing what happens when this direct, transparent democracy meets the Hamas regime.

On Monday evening, the demonstrators learned that, at the request of the president's wife, Suzanne Mubarak, 100 people would be allowed to enter the Gaza Strip. Many saw this as a way of breaking the demonstrators' solidarity and lessening the pressure on Egypt. In the end, on December 30, about 80 people set out on buses, including several journalists who were not affected by the dilemma.

At midnight, about 12 hours after leaving Cairo, we arrived at a hotel in Gaza. There the first surprise awaited us: A Hamas security official in civilian dress swooped down on a friend who had come to pick me up for a visit, announcing that guests could not stay in private homes.

The story gradually became clear. The international organizers of the march coordinated it with civil society, various non-governmental organizations, which were also supposed to involve the Popular Committee to Break the Siege, a semi-official organization affiliated with Hamas. Many European activists have long-standing connections with left-wing organizations in the Gaza Strip. Those organizations, especially the relatively large Popular Front, had organized lodging for several hundred guests in private homes. When the Hamas government heard this, it prohibited the move. "For security reasons." What else?

Also "for security reasons," apparently, on Thursday morning, the activists discovered a cordon of stern-faced, tough Hamas security men blocking them from leaving the hotel (which is owned by Hamas). The security officials accompanied the activists as they visited homes and organizations.

During the march itself, when Gazans watching from the sidelines tried to speak with the visitors, the stern-faced security men blocked them. "They didn't want us to speak to ordinary people," one woman concluded.

Hijacked or poorly organized?

The march was not what the organizers had dreamed of during the nine months of preparation. The day before the trip to Gaza, they already knew that the non-governmental organizations had backed out. Some people said that Hamas government representatives had found the NGOs did not have a clear, organized plan for the guests and therefore had taken the initiative. One Palestinian activist insisted: "When we heard there would only be 100, we canceled everything."

Another said, "From the outset, Hamas set conditions: No more than 5,000 marchers, no approaching the wall and the fence, how to make speeches, how long the speeches should be, who will make speeches. In short, Hamas hijacked the initiative from us and we gave in."

Hamas, or its Popular Committee, brought 200 or 300 marchers. The march turned into nothing more than a ritual, an opportunity for Hamas cabinet ministers to get decent media coverage in the company of Western demonstrators. Especially photogenic were four Americans from the anti-Zionist ultra-Orthodox Jewish group Neturei Karta, who joined the trip only at Al Arish. There were no Palestinian women among the marchers - a slap to the many feminist organizers and participants, both women and men.

After the march, the guests voiced protests to some of the official Palestinian organizers. "We came to demonstrate against the siege, and we found that we ourselves were under siege," they said. Their variegation and the transparency of their behavior did not suit the military discipline the official hosts tried to impose. The officials listened, and after the reins were loosened a bit, I set out to visit the homes of friends.

There people described the lingering fear from the Israeli onslaught. Saturday afternoon, at 11:30 A.M. - the time of the first aerial bombardments - remains today a sensitive hour for many children. Just as thunderstorms, or electricity failures (an everyday occurrence) or a persistent drone flying above cause anxiety and evoke nightmarish memories.

Some of the marchers were now allowed to go out on their own, with Gazan acquaintances they had previously known only via telephone and e-mail. Some, especially the Arabic-speakers, complained that "a shadow in the shape of a security man" continued to accompany them. In quick "safari" tours of bombed neighborhoods, through bus windows, they saw ruins that had not yet been cleared, like the complex of bombed-out government buildings that are still standing - ugly concrete skeletons with empty rooms and no walls, like screaming mouths.

In meetings without the security men, several activists got the impression that non-Hamas residents live in fear, and are afraid to speak or identify themselves by name. "Now I understand that the call for 'Freedom for Gaza' has another meaning," one young man told me.

The participants spent Thursday and Friday in the Gaza Strip. Friday, January 1, was the 45th anniversary of the establishment of Fatah. The Hamas government does not allow the rival organization to assemble, just as the PA does not allow Hamas to assemble in the West Bank. Hamas leader Ismail Haniyeh congratulated Fatah on its anniversary, but at the same time the Hamas security services did all they could to deter the movement's activists from even thinking about a celebration.

Hundreds of Fatah activists were summoned by the police and kept in semi-detention for several hours, until evening. Security officials entered homes where candles were burning or Fatah flags were being flown to mark the anniversary. In one home, the security officials tried to arrest two people, and the mother tried to block them. One policeman allegedly hit her - and she had a heart attack and died.

I wondered: Were the restrictions an order from above, or an unwise interpretation by lower ranks? Does Hamas think it can entirely prevent the few visitors - clearly pro-Palestinian - from hearing non-official versions? Don't the people giving the orders realize what a bad image they were creating? Or was there really a security concern?

Someone who, to put it mildly, is not a Hamas fan explained to me that young men who quit Iz al-Din al-Qassam for the amorphous Jaljalat militia are a genuine headache. They are a convenient excuse for restricting contact with "just anyone," but the fear that they might try to harm the visitors in order to damage Hamas is real.

These are devout young men who, officially, criticize Hamas for not enforcing Islamic religious law in its entirely. However, as the critic said, "Unwittingly, because of their lost lives, our lost lives, they are angry at the whole world."

Postscript: After two days all the visitors, journalists included, had to leave Gaza. According to Hamas, this was an explicit Egyptian demand. Egyptian officers confirmed this.

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E' un'infiltrata, una sionista di "sinistra" (MI TOCCO), odiatrice furibonda ed epatogastrointestinale degli islamici. Prima dei bombardamenti dell'anno scorso preparò l'opinione pubblica "progressista" dell'entità e dintorni a quel che i suoi confratelli razzisti genocidari avrebbero fatto di lì a breve. Salvo poi volare a mo' di corvo "autocritico" sul macello, una volta compiuto. La vidi per quel che è già a Larnaca (cfr. http://it.groups.yahoo.com/group/libertari/message/56611, http://it.groups.yahoo.com/group/libertari/message/56695). Gli eroi di Hamas sono stati troppo gentili e generosi con lei. Deve starmi lontana. Sempre W Israel Shahak.

Joe

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Alessandro Cocuzza

Ti informo che sta per vedere la luce “Salmodia per Gaza”, composizione di musica elettronica su testi tratti dai Salmi di David, del compositore Francesco Lipari, progetto a cui sto collaborando nella scelta delle immagini che corredano l’esecuzione.

Grazie dell'informazione... ma... proprio i "Salmi di David" dovevate usare? Se già non lo conosci, ecco il centratissimo ritratto volterriano di quel grassatore genocidario, in tutto e per tutto degno avo degli attuali mostri sionisti: http://www.trani-ius.it/radici/Voltaire_D-E.htm.

Saluti.

Joe Fallisi

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(http://www.facebook.com/joe.fallisi?v=feed&story_fbid=253817446700)

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Oggetto: Re: Come stai?
Da: flespa@
Data: 15 gennaio 2010 4:40:56 GMT+01:00
A: n.a.

Il giorno 15/gen/10, alle ore 04:28, N. A. ha scritto:

Ciao Joe, come stai?
Ho letto dei tuoi giorni in Egitto e del tuo sciopero della fame. Mi auguro che tu stia bene, anche se il tutto, in generale, è andato, purtroppo, per come è andato.

Natale

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Ciao Natale. Sto bene - anzi, ho deciso che d'ora in poi digiunerò una volta alla settimana: sono convinto che è salutare. Lo sciopero l'ho interrotto il 14° giorno, quando sono salito sull'aereo di ritorno in Europa. E' stata un'esperienza notevole, anche se ciò che mi ero prefisso (rientrare a Gaza, portare degli aiuti, fare un terzo concerto) non si è purtroppo verificato. Siamo in pienissimo Kali Yuga.
(...)

Joe

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Da: flespa@
Oggetto: VIVA PALESTINA!
Data: 19 gennaio 2010 20:23:59 GMT+01:00
A: libertari@yahoogroups.com

http://wakeupfromyourslumber.blogspot.com/2010/01/viva-palestina-faced-with-2000-riot.html
http://wakeupfromyourslumber.blogspot.com/2010/01/viva-palestina-aid-convoy-breaks-gaza.html
http://wakeupfromyourslumber.blogspot.com/2010/01/egypt-deports-british-lawmaker-galloway.html
http://wakeupfromyourslumber.blogspot.com/2010/01/galloway-steadfast-in-breaking-gaza.html

Joe

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Oggetto: Re: Re: VIVA PALESTINA!
Da: flespa@t
Data: 20 gennaio 2010 0:20:33 GMT+01:00
A: alexander

Il giorno 19/gen/10, alle ore 23:55, alexandersynge ha scritto:

http://globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=17027

video intervista codepink

ciao

s


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Grazie. Dice quasi tutte cose vere. Salvo alla fine, dove attacca, naturalmente, Hamas. Purtroppo avevo visto bene nel considerare come ci fosse una forte dose di propositi all'uncino nello stesso concetto di "marcia della libertà" dentro Gaza... già... libertà dai terribili reazionari islamici... 'sti poveri cristi, veri eroi, devono sopportare tutto l'invasivo sciacallame voyeur "democratico" e "progressista"... in specie proprio quello di hamburgerlandia - spessissimo di sangue "giudaico"... vale a dire devon fare buon viso ai loro peggiori nemici... un giorno si romperanno finalmente le scatole e li rispediranno al mittente. A calci nel sedere, come meritano.

Joe



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