Mi giungono via web informazioni circa le modalità di «espulsione» di Andrea Aquilino dal Movimento Cinque Stelle. Chi è Andrea Aquilino? Lo si può definire un cattolico attivamente impegnato dentro il Movimento Cinque Stelle sul tema dei diritti etici, in particolare sul tema della famiglia, del matrimonio tradizionale, fra uomo e donna, ma anche sui temi della libertà di pensiero ed espressione. L’«espulsione» sarebbe avvenuta nelle modalità tipiche di una lettera raccomandata che a nome di Giuseppe detto Beppre Grillo inibisce l’uso del logo di esclusiva proprietà privata dello stesso Beppe, alla quale è stata spesso manifestata la mia personale simpatia e adesione. Ma ciò non mi impedisce di ragionare su un atto che mi sembra sbagliato e lesivo per gli interessi politici generali del Movimento, sotto attacco da parte dei nemici in un tentativo di produrre anche dentro il Movimento la solita balcanizzazione che osserviamo sugli scenari geopolitici.
Uso le virgolette in «espulsione» perché vado da sempre dicendo in giro che nel Movimento Cinque Stelle non esistono le «espulsioni», proprie di tutti gli altri partiti. L’unico strumento di cui Beppe dispone per “governare” il Movimento è l’inibizione dall’uso del Logo. Ma quando e come ciò può avvenire. A chi può essere rivolto? Direi a singoli candidati principalmente al momento della presentazione di Candidature Cinque Stelle alle varie elezioni che si svolgono sulla base della leggi elettorali vigenti per il Parlamento europeo o nazionale, per Regioni, Comuni, Municipi... Ed anche in questo caso non interrompe la durata del Mandato o fa decadere l’Eletto con il simbolo Cinque Stelle.
Vale anche la consueta prassi commerciale. Come non posso mettere il marchio Algida a un gelato da me prodotto in casa e messo in vendita per le strade, così non posso aprire un sito, una televisione o un giornale con il simbolo Cinque Stelle senza essere autorizzato da Beppe Grillo, che potrebbe subito far causa. Né posso (vedi Becchi, che però non ha mai fatto questo) partecipare a un talk show e dire che ciò che io dico e penso è la posizione ufficiale del Movimento Cinque Stelle. Se poi appaiono parlamentari eletti con il Logo Cinque Stelle, potrà esserci poi la solita procedura disciplinare interna ai gruppi parlamentari, ma non si può certo annullare il risultato elettorale e non vi è decadenza dall’ufficio.
Vi è poi un caso minore, ma significativo. L’uso di distintivi, magliette e simili, che vengono posti in vendita e sono una delle fonti di finanziamento del Movimento. È ormai invalso l’uso che nelle riunioni ufficiali e pubbliche gli “attivisti certificati” usino un distintivo per potersi riconoscere fra di loro. Non sembri ozioso il caso. Mi ero trovato a Londra a partecipare a varie manifestazioni di carattere politico e mi ero chiesto, anzi ho chiesto se potevo mettere la spilla (acquistata due euro l’una) durante i cortei per le strade o nei Forum all’interno di sedi universitarie inglesi. Non se se è stato veramente interpellato lo Staff di Grillo, ma qualcuno mi ha risposto di non preoccuparmi e che potevo tranquillamente usarlo, se volevo. Ne ho fatto assai poco uso, perché non mi piace in genere portare addosso marchi e distintivi: neppure l’onorificenza di Cavaliere se mai me la concedessero! Un caso aggiuntivo mi è capitato in una sala d’albergo, durante una conversazione con un gruppo di amici inglese, organizzati in una loro propria associazione, forse l’UKIP. Mentre spiegavo nel mio cattivo inglese cosa era il Movimento Cinque Stelle, almeno secondo la mia interpretazione, facevo vedere il distintivo. Ed ecco che il mio dialogante interpretava la cosa come un regalo e quindi si appuntava sul petto il distintivo ed andava poi così in giro per Londra, ma non era certo un Attivista inglese del Movimento Cinque Stelle. Non era stata mia intenzione fare il regalo, che aveva un costo da me pagato, ma ormai mi sembrava assai scortese richiederlo indietro.
È qui il caso di menzionare anche l’art. 49 della costituzione, mai applicato con una legge di regolamentazione. Esso però statuisce abbastanza chiaramente (o almeno così la pensa una certa dottrina e ignoro se vi sia giurisprudenza né ho voglia di farne ricerca) che si tratta di un “diritto” che ogni cittadino italiano ha di iscriversi a partiti e movimenti politici, supposti tutti come legali e democratici. Al suo interno un cittadino può far valere a confronto le sue idee e opinioni politiche, le sue prese di posizioni in ordine ai temi più disparati. In questo modo partecipa, in modo democratico e perfettamente legale, alla formazione della politica nazionale. Beppe dunque non concede un favore a chi aderisce al Movimento, ma è chi aderisce che si avvale di un suo diritto, che può essere disciplinato da una normativa di partito che deve essere ritenuta “democratica”. Non vorrei tediare oltre su questo punto.
Venendo dunque alla Lettera, per quel che ne so dalla rete, essa non entra minimamente sul merito, cioè sulle posizione “cattoliche”, ossia religiose di Aquilino e altri. Gli si dice soltanto che non può usare il Logo di proprietà Beppe Grillo. Non entra per nulla sulla questione di merito: la posizione del Movimento sul tema della famiglia, del matrimonio, della sessualità, diciamo sinteticamente sui “temi etici”, di cui nulla si dice nei famosi 20 punti di Programma e dunque si deve supporre che libero è il dibattito e tutte le lecite le posizioni espresse. Con il ritiro del Logo Beppe ha forse inteso censurare e combattere le posizioni cattoliche di Aquilino sul matrimonio e le coppie gay? Nulla di questo è detto esplicitamente nella lettera, ch’io sappia, ma all’interno del Movimento vi è chi interpreta che sarebbero vietate le correnti, fazioni, sottogruppi e simili. Questo addebito è però negato dagli interessati, che anzi obiettano come a un dichiarato sito di Lesbiche, Omosessuali e Transsessuali non sia stata fatta analoga contestazione del Logo. Dunque 9 milioni di elettori Cinque Stelle son tutti Lesbiche, Omosessuali, Transessuali? Non direi proprio! Ed allora qualcosa non quadra.
Esprimo subito la mia posizione, interna al Movimento, quando e se mai sarà possibile un ampio dibattito e confronto su questi temi che direi stanno passando per spallate lobbistiche. È come se un gruppo gay all’interno del Movimento si fosse metodicamente organizzato per imporre le proprie vedute sulla testa di tutti. Da qui legittime reazioni che vengono fuori un poco alla volta e in modo non organizzato e disperso. Ahimé, anche all’interno di Movimenti in apparenza i più democratici e aperti non si può mai escludere la presenza di camarille, cordate e simili. Per le ultime europee si legge addirittura che ai candidati sarebbe stato fatto firmare una dichiarazione con la quale si impegnavano sulle posizioni degli Omosessuali e affini. Io sono stato pure candidato alle Europee, ma non ho firmato e mai avrei firmato una dichiarazione simile, non ne ho neppure saputo e se vi è stata, potrebbe essere una delle spiegazioni della mia mancata elezione alle nostre “primarie”, ma è anche vero che mai mi sono dato da fare per mie proprie campagne elettorali. È però un fatto gravissimo, che se davvero avvenuto invaliderebbe tutto il sistema...
Dicevo dunque della mia posizione sui temi etici, per quanto fino a questo momento abbia potuto riflettere in modo non preconcetto e dogmatico. Al riguardo la posizione più nota ed elaborata è quella tradizionale cattolica sul matrimonio e la famiglia. Non la si può ignorare in nessun caso, ma non è detto che sia la sola possibile in contrapposizione alla filosofia politica e civile degli Omosessuali e affini. Provo a enunciarla in modo schematico e salvo ulteriori approfondimenti. Che ognuno di noi nasca da un uomo e una donna è un fatto incontrovertibile. È sempre stato così da quando esiste la specie uomo, sia essa intesa come creata da Dio o un prodotto della Evoluzione. Ed è non meno incontrovertibile che se un uomo e una donna smettono di procreare non sarà possibile la continuazione della vita umana sulla terra... E forse non sarebbe per l’Universo e la Natura un grande male, anzi cesserebbe il Male sulla terra.
Per quanto riguarda gli Omosessuali e Affini è da chiedersi e comprendere: cosa vogliono veramente e propriamente? Se si tratta di un complesso di diritti, anche patrimoniali, non è questa la linea di resistenza, almeno la mia. Il diritto alla reversibilità della pensione in favore della persona a carico e senza reddito proprio, che rischierebbe la fame e l’indigenza, io lo riconoscerei a chiunque (finanze permettendo), a prescindere da legami di natura sessuale. Potrebbe trattarsi di un amico, compagno di lotta e di studi... Tutti ricordano il lungo sodalizio Marx Engels, non di natura omosessuale. Engels aveva risorse economiche, mentre Marx era nell’indigenza. Adesso scandalizzo chi legge: riconoscerei un simile diritto perfino al proprio cane o un ente morale privo di fondi... Era il caso della “manomorta”, poi abolita per legge... Le chiese erano divenute i più grandi proprietari... Per dare potere ai genitori, che lo hanno perso del tutto, io riconoscerei loro il pieno diritto di disporre dei loro beni, diseredando i figli degeneri e ingrati... ormai avvezzi alla filosofia del solo diritti e niente doveri. E tutti sappiamo di tanti vecchi abbandonati a marcire negli ospizi, se non peggio...
Cosa vogliono dunque questi Signori? Forse mi sbaglio, ma ho l’impressione che non si tratti solo di diritti patrimoniali e protezioni giuridiche, ma vogliono la piena assimilazione e confusione con il matrimonio uomo-donna, senza essere una coppia eterosessuale uomo-donna basata sulla filiazione e la discendenza all’interno di quella unità chiamata famiglia, unità perlopiù ma non esclusivamente da vincoli di consanguineità e poi ancora legata da vincoli di parentela fino a costituire veri e propri clan e perfino tribù... Le “nazioni” storiche come le conosciamo, distinti dai “popoli”, hanno il loro vincolo nella consanguineità e nella procreazione uomo donna dentro una situazione chiamata matrimonio e famiglia. Per far vedere che non sono appiattito su posizioni cattoliche io non sarei neppure contrario alle quattro mogli dei musulmani, se è cosa radicata nell’eticità di un popolo.
Se gli Omosessuali, lesbiche e transessuali vogliono questo è come se una gallina volesse essere un gatto: cosa assurda e contro natura. Inoltre vi è una difficoltà insormontabile: il rapporto sessuale uomo e uomo, oppure donna e donna (sui transessuali non mi ci arriva l’immaginazione) non produce un figlio. E dunque se lo vogliono, entro l’istituto del matrimonio, che rinvia necessariamente alla filiazione, dove lo vanno a trovare? Lo importano dall’Africa? Lo rapiscono per strada? lo comprano da coppie eterosessuali specializzate nelle produzione di prole a pagamento? Mi è capitato di leggere in un Forum che Omosessuali, Lesbiche e Transessuali sarebbero la grande maggioranza del paese. Io non ho statistiche scientifiche al riguardo, ma se così fosse l’acquisizione di prole sarebbe una produzione industriale di massa, o una rapina di massa... Tutte le notizie che si leggono sul rapimento di bambini nel mondo, per quanto strane e terribili, acquisterebbero una loro tragica, terribile spiegazione. Sto leggendo l’ultimo libro di Ida Magli, che in una pagina parla di un italiano e due francesi che sarebbero stati linciati in Madagascar perché sospettati del rapimento e traffico di bambini da cui verrebbero espiantati gli organi... Nelle stesse pagine si parla di bambini rapiti, privati degli organi e poi ritrovati fra le discariche delle immondizie...
Ma se non vi è un limite alla pretesa dei diritti – penso a Rodotà specializzato nei “diritti” –, mi chiedo perché mai non dovrebbe essere riconosciuto il diritto alla pedofilia, attualmente criminalizzato. Non essendoci padri (ve ne sono sempre stati anche di degeneri) che non difendono con la propria vita i propri figli, è chiaro che la prole di ogni parte del mondo globalizzato è alla merce di chiunque se ne voglia appropriare e fare l’uso che meglio crede. Non saprei dove ritrovare un brano di Nietzsche letto parecchi anni fa, dove si dice addirittura che il segreto dell’eccellenza della civiltà greca si trova nella pedofilia: si amavano tanto i bambini e gli adolescenti, non solo in senso sessuale, da curare ogni aspetto della loro educazione.
E dunque, cosa vogliono questi signori? Vogliono “distruggere”, per non so quali traversie della loro psiche, la famiglia tradizionale basata su un uomo e una donna che in condizione ordinarie generano figli che poi nutrono, accudiscono, allevano, educano, esercitando anche una funzione che non è soltanto della famiglia, ma anche è soprattutto di una società e comunità, che vuole preservarsi e continuare ad esistere. Non di diritti si tratta dunque, di diritti negati che solo altri possiedono, ma di una vera e propria aggressione degli uni allo statuto esistenziale degli altri. Presentare tutta la faccenda come una rivendicazione di “diritti” è al tempo stesso sofisma, inganno, ipocrisia... Di “diritti” ormai non ve ne sono più per nessuno... La “civiltà del diritto” è al suo tramonto... Si avanzano pretese, anche le più assurde e contraddittorie, e si dà ad esse il nome di “diritti”... Una ideologia perversa, che ha i suoi ideologi, ha portato alla distruzione di ogni idea di società e comunità, che da sole al loro interno possono produrre concreti diritti dando ad essi immediata applicazione, riconoscimento, vigenza, senza bisogno di giudici, avvocati, legislatori... Forse solo di politici, ma quelli di una volta, che ora non esistono più... Si continuano a chiamare politici, ma sono agenti delle banche, delle lobby, spesso addirittura agenti dei servizi segreti, come Bel Alì deposto presidente della Tunisia... Io dissi una volta al riguardo, in un convegno: per uno di cui sappiano e siamo certi, quanti altri ve ne sono di cui non sappiamo? Vi fu una fragorosa risata e fu risposto che potevano essercene in quel momento e in quel luogo pure fra gli stessi convegnisti senza che potessimo saperlo!
Il Movimento, dunque, non ha ancora una posizione a questo riguardo, ma non ne può uscire “espellendo” questo o quello. Io mi auguro che Beppe Grillo, leader indiscusso e solitario, senza un vero gruppo intorno a se, passi presto a pronunciarsi su questo tema, come ha appena fatto per l’immigrazione e l’euro. E dica agli italiani se i figli possono ancora farli al modo antico, o devono importarli dall’Africa ovvero trasformarli da orfani di genitori ammazzati in Siria, Iraq... in figli affidati a coppie che non possono produrne di proprie... Che sia un larvato ritorno alla schiavitù non mi sembra sia cosa insostenibile... Le cose e le situazioni sono spesso le stesse e mutano solo di forma, e mutando sono spesso peggiori di come erano nelle forme precedente...
Invito pertanto, al termine di questa bozza, gli Amici del Movimento a non abbandonare l’aggregazione, rispedendo magari a Beppe il suo Logo, ma dicendogli che non si tratta di uso improprio o non autorizzato di un simbolo, ma dell’uso che lo stesso Beppe deve saper fare del voto che gli è stato dato. Questo non è e non vuole essere un attacco denigratorio a Grillo, i cui meriti politici ho sempre decantato, ma di una lecita e pubblica critica alla decisione improvvida affidata al suo Legale, che non giova al Movimento. Questo deve continuare a crescere non potendo andare a... “consociazione” con altri partiti. È necessario pertanto che al suo interno trovino spazio tutte le contrapposizioni di una società e che nel confronto pacifico, rispettoso, onesto, leale trovino la giusta composizione. Sappi comunque Beppe che per quanto mi riguarda, coi tempi che corrono, mi guardo bene da ogni uso del Logo... Mi sono limitato a metterlo a Circo Massimo, ma fuori di quel perimetro me lo sono tolto... E così per tutte le agorà e i meetup ufficiali. Se poi porteranno alle sua attenzione, come hanno fatto ieri sera i Signori Omosessuali, gli articoli diffamatori di Repubblica, che ancora circolano in rete e che vengono sempre tirati fuori dai miei interlocutori quando restano a corto di argomenti, gli farò io scrivere dal mio Legale per notificargli i decreti di assoluzione con formula piena e gli atti di causa contro il quotidiano La Repubblica (proprietario, giornalista, direttore).
NOTA E AVVERTENZA
Uso le virgolette in «espulsione» perché vado da sempre dicendo in giro che nel Movimento Cinque Stelle non esistono le «espulsioni», proprie di tutti gli altri partiti. L’unico strumento di cui Beppe dispone per “governare” il Movimento è l’inibizione dall’uso del Logo. Ma quando e come ciò può avvenire. A chi può essere rivolto? Direi a singoli candidati principalmente al momento della presentazione di Candidature Cinque Stelle alle varie elezioni che si svolgono sulla base della leggi elettorali vigenti per il Parlamento europeo o nazionale, per Regioni, Comuni, Municipi... Ed anche in questo caso non interrompe la durata del Mandato o fa decadere l’Eletto con il simbolo Cinque Stelle.
Vale anche la consueta prassi commerciale. Come non posso mettere il marchio Algida a un gelato da me prodotto in casa e messo in vendita per le strade, così non posso aprire un sito, una televisione o un giornale con il simbolo Cinque Stelle senza essere autorizzato da Beppe Grillo, che potrebbe subito far causa. Né posso (vedi Becchi, che però non ha mai fatto questo) partecipare a un talk show e dire che ciò che io dico e penso è la posizione ufficiale del Movimento Cinque Stelle. Se poi appaiono parlamentari eletti con il Logo Cinque Stelle, potrà esserci poi la solita procedura disciplinare interna ai gruppi parlamentari, ma non si può certo annullare il risultato elettorale e non vi è decadenza dall’ufficio.
Vi è poi un caso minore, ma significativo. L’uso di distintivi, magliette e simili, che vengono posti in vendita e sono una delle fonti di finanziamento del Movimento. È ormai invalso l’uso che nelle riunioni ufficiali e pubbliche gli “attivisti certificati” usino un distintivo per potersi riconoscere fra di loro. Non sembri ozioso il caso. Mi ero trovato a Londra a partecipare a varie manifestazioni di carattere politico e mi ero chiesto, anzi ho chiesto se potevo mettere la spilla (acquistata due euro l’una) durante i cortei per le strade o nei Forum all’interno di sedi universitarie inglesi. Non se se è stato veramente interpellato lo Staff di Grillo, ma qualcuno mi ha risposto di non preoccuparmi e che potevo tranquillamente usarlo, se volevo. Ne ho fatto assai poco uso, perché non mi piace in genere portare addosso marchi e distintivi: neppure l’onorificenza di Cavaliere se mai me la concedessero! Un caso aggiuntivo mi è capitato in una sala d’albergo, durante una conversazione con un gruppo di amici inglese, organizzati in una loro propria associazione, forse l’UKIP. Mentre spiegavo nel mio cattivo inglese cosa era il Movimento Cinque Stelle, almeno secondo la mia interpretazione, facevo vedere il distintivo. Ed ecco che il mio dialogante interpretava la cosa come un regalo e quindi si appuntava sul petto il distintivo ed andava poi così in giro per Londra, ma non era certo un Attivista inglese del Movimento Cinque Stelle. Non era stata mia intenzione fare il regalo, che aveva un costo da me pagato, ma ormai mi sembrava assai scortese richiederlo indietro.
È qui il caso di menzionare anche l’art. 49 della costituzione, mai applicato con una legge di regolamentazione. Esso però statuisce abbastanza chiaramente (o almeno così la pensa una certa dottrina e ignoro se vi sia giurisprudenza né ho voglia di farne ricerca) che si tratta di un “diritto” che ogni cittadino italiano ha di iscriversi a partiti e movimenti politici, supposti tutti come legali e democratici. Al suo interno un cittadino può far valere a confronto le sue idee e opinioni politiche, le sue prese di posizioni in ordine ai temi più disparati. In questo modo partecipa, in modo democratico e perfettamente legale, alla formazione della politica nazionale. Beppe dunque non concede un favore a chi aderisce al Movimento, ma è chi aderisce che si avvale di un suo diritto, che può essere disciplinato da una normativa di partito che deve essere ritenuta “democratica”. Non vorrei tediare oltre su questo punto.
Venendo dunque alla Lettera, per quel che ne so dalla rete, essa non entra minimamente sul merito, cioè sulle posizione “cattoliche”, ossia religiose di Aquilino e altri. Gli si dice soltanto che non può usare il Logo di proprietà Beppe Grillo. Non entra per nulla sulla questione di merito: la posizione del Movimento sul tema della famiglia, del matrimonio, della sessualità, diciamo sinteticamente sui “temi etici”, di cui nulla si dice nei famosi 20 punti di Programma e dunque si deve supporre che libero è il dibattito e tutte le lecite le posizioni espresse. Con il ritiro del Logo Beppe ha forse inteso censurare e combattere le posizioni cattoliche di Aquilino sul matrimonio e le coppie gay? Nulla di questo è detto esplicitamente nella lettera, ch’io sappia, ma all’interno del Movimento vi è chi interpreta che sarebbero vietate le correnti, fazioni, sottogruppi e simili. Questo addebito è però negato dagli interessati, che anzi obiettano come a un dichiarato sito di Lesbiche, Omosessuali e Transsessuali non sia stata fatta analoga contestazione del Logo. Dunque 9 milioni di elettori Cinque Stelle son tutti Lesbiche, Omosessuali, Transessuali? Non direi proprio! Ed allora qualcosa non quadra.
Esprimo subito la mia posizione, interna al Movimento, quando e se mai sarà possibile un ampio dibattito e confronto su questi temi che direi stanno passando per spallate lobbistiche. È come se un gruppo gay all’interno del Movimento si fosse metodicamente organizzato per imporre le proprie vedute sulla testa di tutti. Da qui legittime reazioni che vengono fuori un poco alla volta e in modo non organizzato e disperso. Ahimé, anche all’interno di Movimenti in apparenza i più democratici e aperti non si può mai escludere la presenza di camarille, cordate e simili. Per le ultime europee si legge addirittura che ai candidati sarebbe stato fatto firmare una dichiarazione con la quale si impegnavano sulle posizioni degli Omosessuali e affini. Io sono stato pure candidato alle Europee, ma non ho firmato e mai avrei firmato una dichiarazione simile, non ne ho neppure saputo e se vi è stata, potrebbe essere una delle spiegazioni della mia mancata elezione alle nostre “primarie”, ma è anche vero che mai mi sono dato da fare per mie proprie campagne elettorali. È però un fatto gravissimo, che se davvero avvenuto invaliderebbe tutto il sistema...
Dicevo dunque della mia posizione sui temi etici, per quanto fino a questo momento abbia potuto riflettere in modo non preconcetto e dogmatico. Al riguardo la posizione più nota ed elaborata è quella tradizionale cattolica sul matrimonio e la famiglia. Non la si può ignorare in nessun caso, ma non è detto che sia la sola possibile in contrapposizione alla filosofia politica e civile degli Omosessuali e affini. Provo a enunciarla in modo schematico e salvo ulteriori approfondimenti. Che ognuno di noi nasca da un uomo e una donna è un fatto incontrovertibile. È sempre stato così da quando esiste la specie uomo, sia essa intesa come creata da Dio o un prodotto della Evoluzione. Ed è non meno incontrovertibile che se un uomo e una donna smettono di procreare non sarà possibile la continuazione della vita umana sulla terra... E forse non sarebbe per l’Universo e la Natura un grande male, anzi cesserebbe il Male sulla terra.
Per quanto riguarda gli Omosessuali e Affini è da chiedersi e comprendere: cosa vogliono veramente e propriamente? Se si tratta di un complesso di diritti, anche patrimoniali, non è questa la linea di resistenza, almeno la mia. Il diritto alla reversibilità della pensione in favore della persona a carico e senza reddito proprio, che rischierebbe la fame e l’indigenza, io lo riconoscerei a chiunque (finanze permettendo), a prescindere da legami di natura sessuale. Potrebbe trattarsi di un amico, compagno di lotta e di studi... Tutti ricordano il lungo sodalizio Marx Engels, non di natura omosessuale. Engels aveva risorse economiche, mentre Marx era nell’indigenza. Adesso scandalizzo chi legge: riconoscerei un simile diritto perfino al proprio cane o un ente morale privo di fondi... Era il caso della “manomorta”, poi abolita per legge... Le chiese erano divenute i più grandi proprietari... Per dare potere ai genitori, che lo hanno perso del tutto, io riconoscerei loro il pieno diritto di disporre dei loro beni, diseredando i figli degeneri e ingrati... ormai avvezzi alla filosofia del solo diritti e niente doveri. E tutti sappiamo di tanti vecchi abbandonati a marcire negli ospizi, se non peggio...
Cosa vogliono dunque questi Signori? Forse mi sbaglio, ma ho l’impressione che non si tratti solo di diritti patrimoniali e protezioni giuridiche, ma vogliono la piena assimilazione e confusione con il matrimonio uomo-donna, senza essere una coppia eterosessuale uomo-donna basata sulla filiazione e la discendenza all’interno di quella unità chiamata famiglia, unità perlopiù ma non esclusivamente da vincoli di consanguineità e poi ancora legata da vincoli di parentela fino a costituire veri e propri clan e perfino tribù... Le “nazioni” storiche come le conosciamo, distinti dai “popoli”, hanno il loro vincolo nella consanguineità e nella procreazione uomo donna dentro una situazione chiamata matrimonio e famiglia. Per far vedere che non sono appiattito su posizioni cattoliche io non sarei neppure contrario alle quattro mogli dei musulmani, se è cosa radicata nell’eticità di un popolo.
Se gli Omosessuali, lesbiche e transessuali vogliono questo è come se una gallina volesse essere un gatto: cosa assurda e contro natura. Inoltre vi è una difficoltà insormontabile: il rapporto sessuale uomo e uomo, oppure donna e donna (sui transessuali non mi ci arriva l’immaginazione) non produce un figlio. E dunque se lo vogliono, entro l’istituto del matrimonio, che rinvia necessariamente alla filiazione, dove lo vanno a trovare? Lo importano dall’Africa? Lo rapiscono per strada? lo comprano da coppie eterosessuali specializzate nelle produzione di prole a pagamento? Mi è capitato di leggere in un Forum che Omosessuali, Lesbiche e Transessuali sarebbero la grande maggioranza del paese. Io non ho statistiche scientifiche al riguardo, ma se così fosse l’acquisizione di prole sarebbe una produzione industriale di massa, o una rapina di massa... Tutte le notizie che si leggono sul rapimento di bambini nel mondo, per quanto strane e terribili, acquisterebbero una loro tragica, terribile spiegazione. Sto leggendo l’ultimo libro di Ida Magli, che in una pagina parla di un italiano e due francesi che sarebbero stati linciati in Madagascar perché sospettati del rapimento e traffico di bambini da cui verrebbero espiantati gli organi... Nelle stesse pagine si parla di bambini rapiti, privati degli organi e poi ritrovati fra le discariche delle immondizie...
Ma se non vi è un limite alla pretesa dei diritti – penso a Rodotà specializzato nei “diritti” –, mi chiedo perché mai non dovrebbe essere riconosciuto il diritto alla pedofilia, attualmente criminalizzato. Non essendoci padri (ve ne sono sempre stati anche di degeneri) che non difendono con la propria vita i propri figli, è chiaro che la prole di ogni parte del mondo globalizzato è alla merce di chiunque se ne voglia appropriare e fare l’uso che meglio crede. Non saprei dove ritrovare un brano di Nietzsche letto parecchi anni fa, dove si dice addirittura che il segreto dell’eccellenza della civiltà greca si trova nella pedofilia: si amavano tanto i bambini e gli adolescenti, non solo in senso sessuale, da curare ogni aspetto della loro educazione.
E dunque, cosa vogliono questi signori? Vogliono “distruggere”, per non so quali traversie della loro psiche, la famiglia tradizionale basata su un uomo e una donna che in condizione ordinarie generano figli che poi nutrono, accudiscono, allevano, educano, esercitando anche una funzione che non è soltanto della famiglia, ma anche è soprattutto di una società e comunità, che vuole preservarsi e continuare ad esistere. Non di diritti si tratta dunque, di diritti negati che solo altri possiedono, ma di una vera e propria aggressione degli uni allo statuto esistenziale degli altri. Presentare tutta la faccenda come una rivendicazione di “diritti” è al tempo stesso sofisma, inganno, ipocrisia... Di “diritti” ormai non ve ne sono più per nessuno... La “civiltà del diritto” è al suo tramonto... Si avanzano pretese, anche le più assurde e contraddittorie, e si dà ad esse il nome di “diritti”... Una ideologia perversa, che ha i suoi ideologi, ha portato alla distruzione di ogni idea di società e comunità, che da sole al loro interno possono produrre concreti diritti dando ad essi immediata applicazione, riconoscimento, vigenza, senza bisogno di giudici, avvocati, legislatori... Forse solo di politici, ma quelli di una volta, che ora non esistono più... Si continuano a chiamare politici, ma sono agenti delle banche, delle lobby, spesso addirittura agenti dei servizi segreti, come Bel Alì deposto presidente della Tunisia... Io dissi una volta al riguardo, in un convegno: per uno di cui sappiano e siamo certi, quanti altri ve ne sono di cui non sappiamo? Vi fu una fragorosa risata e fu risposto che potevano essercene in quel momento e in quel luogo pure fra gli stessi convegnisti senza che potessimo saperlo!
Il Movimento, dunque, non ha ancora una posizione a questo riguardo, ma non ne può uscire “espellendo” questo o quello. Io mi auguro che Beppe Grillo, leader indiscusso e solitario, senza un vero gruppo intorno a se, passi presto a pronunciarsi su questo tema, come ha appena fatto per l’immigrazione e l’euro. E dica agli italiani se i figli possono ancora farli al modo antico, o devono importarli dall’Africa ovvero trasformarli da orfani di genitori ammazzati in Siria, Iraq... in figli affidati a coppie che non possono produrne di proprie... Che sia un larvato ritorno alla schiavitù non mi sembra sia cosa insostenibile... Le cose e le situazioni sono spesso le stesse e mutano solo di forma, e mutando sono spesso peggiori di come erano nelle forme precedente...
Invito pertanto, al termine di questa bozza, gli Amici del Movimento a non abbandonare l’aggregazione, rispedendo magari a Beppe il suo Logo, ma dicendogli che non si tratta di uso improprio o non autorizzato di un simbolo, ma dell’uso che lo stesso Beppe deve saper fare del voto che gli è stato dato. Questo non è e non vuole essere un attacco denigratorio a Grillo, i cui meriti politici ho sempre decantato, ma di una lecita e pubblica critica alla decisione improvvida affidata al suo Legale, che non giova al Movimento. Questo deve continuare a crescere non potendo andare a... “consociazione” con altri partiti. È necessario pertanto che al suo interno trovino spazio tutte le contrapposizioni di una società e che nel confronto pacifico, rispettoso, onesto, leale trovino la giusta composizione. Sappi comunque Beppe che per quanto mi riguarda, coi tempi che corrono, mi guardo bene da ogni uso del Logo... Mi sono limitato a metterlo a Circo Massimo, ma fuori di quel perimetro me lo sono tolto... E così per tutte le agorà e i meetup ufficiali. Se poi porteranno alle sua attenzione, come hanno fatto ieri sera i Signori Omosessuali, gli articoli diffamatori di Repubblica, che ancora circolano in rete e che vengono sempre tirati fuori dai miei interlocutori quando restano a corto di argomenti, gli farò io scrivere dal mio Legale per notificargli i decreti di assoluzione con formula piena e gli atti di causa contro il quotidiano La Repubblica (proprietario, giornalista, direttore).
NOTA E AVVERTENZA
(1ª versione: scritto di getto, mi riservo ulteriori correzioni, di refusi e di sostanza, di forma, ecc. secondo il mio stile di scrittura online, spesso enunciato e distinto dalla composizione tipografica. - PS. Il testo non è poi stato più rivisto fino alla data odierna, 10.5.16, nella quale vengono corretti solo evidenti refusi, ma non viene più rielaborato il testo, come avendone tempo, allora ci si riprometteva. Avendo adesso quel testo, come allora uscito di getto dalla tastiera e sotto la pressione dell'evento. Infatti, quel testo, così com'era, acquista oggi un valore probatorio di testimonianza e pertanto non più essere più elaborato e sviluppato. Me ne duole, perché il tema è delicato e richiede approfondimenti, elaborazioni, documentazione... È anche vero che si tratta di questioni fortemente divisive, ma non credo che si possa o si debba tacere per il timore di mettere a rischio le proprie amicizie e conoscenze.)
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