martedì 26 marzo 2013

Civium Libertas con Beppe e con il Movimento Cinque Stelle, per la conquista del 100 % in Parlamento, alle prossime elezioni!

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Questo intervento - su CL il primo di una serie che prevediamo lunga - si colloca sul vasto fronte degli attacchi a Beppe Grillo ed al Movimento Cinque Stelle. Questi attacchi provengono dal mondo ebraico e para-ebraico, come il blog dell’«eccelso sionista» cui è stato inviato il seguente commento debitamente firmato, ma non per questo pubblicato fino a questo momento. La pressione cui sono sottoposti gli elettori del Movimento Cinque Stelle consiste nel far credere loro che con Bersani vi sarebbe il “cambiamento”. Non è così e se si crede che l’altra faccia del PD sia quella di Renzi non si dimentichi che questi è il Capriles italiano, cioè l’uomo di Israele, non per nulla sponsorizzato dallo stesso Giorgio Israel e presente sui palchi di Fiamma Nirenstein. Inoltre nel PD sono stati riconfermati “onorevoli” liberticidi, al cui confronto i carcerieri di Auschwitz impallidiscono. La strategia di Bersani è quella di spaccare dall’interno il Movimento, allo stesso modo in cui è avvenuto per il Movimento Occupy che puntava solo al 99 %. È stato quell’insidioso uno per cento che ne ha determinato la sconfitta, con largo ausilio degli stessi media che ora sparano contro di noi i loro «schizzi di merda virtuali». Poiché non vedo sufficiente preparazione su questi temi, neppure in Beppe, proporrò la mia candidatura alle prossime parlamentarie, per poter combattere in prima linea tutte le battaglie di libertà ed il particolare quelle per la libertà di pensiero, di espressione, di ricerca, di insegnamento, che da sempre è stata l’oggetto e la ragione costitutiva di “Civium Libertas”. Ecco il testo dove rispondo ad alcune critiche al Movimento Cinque Stelle, da me votato, in particolare sul 100 % sul quale molti vanno speculando in mala fede:
«Egregio Signore, credo che il 100 % dei consensi al Movimento 5S sia necessario,
Giorgio Israel
considerando che un modesto 25 % non è in lei sufficiente ad ottenere neppure un misero 0,25 % di rispetto per quegli italiani che così si sono espressi. Veramente sul 100 % in apparenza assurdo e tale da ispirare le sue non benevole riflessioni, io avevo pensato ad altra interpretazione possibile, e cioè al 99 % del Movimento Occupy, dove il restante 1% è implicitamente considerato come un nemico irriducibile, la cui sorte susciterebbe in noi qualche inquietudine. Invece puntando al 100 % forse si può intendere che anche questo 1 % possa essere considerato redimibile, e quindi da poter includere nel 100 %. Un’altra interpretazione, che è stata data effettivamente in una sede assembleare, è la seguente: quando il Movimento avrà conseguito finalmente il 100 %, vorrà dire che il vecchio sistema è scomparso e anche il Movimento 5 Stelle si potrà sciogliere, dividendosi nelle sue diverse anime e componenti. Credo che sia fazioso e partigiano voler dare al 100% un significato letterale e non metaforico. Quanto poi all’esordio del suo testo mi consenta di dirle che lo trovo stucchevole. Non credo che lei fosse nato all’epoca dei fatti e come italiano (ad una sola fedeltà ed identità) vorrei: a) che il passato fosse lasciato libero agli storici; b) che i politici italiani si occupassero del presente e che sui problemi del presente si misurassero. Lei è stato definito (da Informazione Corretta) un “eccelso sionista”. Mi chiedo e le chiedo quanto la Israel lobby abbia influito anche in Italia nella politica (immorale) di sanzioni all’Iran e quanto questo mi sia costato per ogni litro di carburante: pagherà lei al 100 % degli italiani la differenza o la pagherà il governo israeliano? Capisco che per lei qualsiasi governo italiano si misuri secondo un solo parametro: la sua “amicizia” con Israele. Come un italiano che fa parte di quel 25 % che ha votato il Movimento Cinque Stelle, e che si augura realisticamente che fra sei mesi diventi non il 100 %, ma almeno il 35 %, e poi di sei mesi in sei mesi fino al 55 %, beninteso senza mai fare nessuna alleanza,  come pensa che debba rapportarmi con un cittadino come lei con sua peculiare "identità" (Gilad Atzmon)? Lei paventa scenari di violenza attribuiti al grillismo, ma mi chiedo: dove sta per davvero la violenza? Lei è un fervido propagandista dello «stato ebraico di Israele» e si atteggia qui a “democratico”, disprezzando la volontà popolare che si esprime in un misero 25 %, ma come io posso considerare seriamente una persona, la cui ideologia si ispira a ben altro movimento, quello sionista, che nel 1948 mette in esecuzione il piano Dalet per la "pulizia etnica della Palestina” (I. Pappe), una “pulizia etnica” che non nasce dal nulla, ma ha una sua storia che risale almeno al 1882, ben prima che Hitler e Mussolini nascessero? Ecco vede… Ho una presunzione: quella di non lasciarmi ingannare dalla sua prosa e nel saperlo riconoscere per quello che è: un antidemocratico di una specie che ama la dissimulazione. Limito alquanto l’aggettivazione e non le restituisco tale e quale quella che lei ha usato per il Movimento Cinque Stelle. Il mio è qui un intervento "una tantum” che mi riservo di sviluppare altrove, dopo averle consegnato il dovuto, avendomi suo malgrado ispirato questo abbozzo di riflessione. Non occorre che lei lo pubblichi nel suo blog: non aspiro a tanta gloria».
Riferimento: blog del sionista Giorgio Israel, al link: http://gisrael.blogspot.it/2013/03/dove-finita-la-politica-se-pur-di.html (Post con titolo: «Dov’è finita la politica se, pur di governare, il Pd tratta con Grillo?», dove è riprodotto un suo articolo apparso su “Il Foglio” del 21 marzo 2013.

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