giovedì 7 giugno 2012

La lotta dei popoli arabi per affrancarsi da USA e Israele - Parte 2 - Europa e Medio Oriente: destini incrociati


Nella prima parte di questa serie sulla lotta impari che affrontano i popoli arabi per uscire dallo stato di prostrazione a cui sono condannati da quando Israele si è insediata come un corpo alieno nel cuore della civiltà araba, in Palestina, abbiamo raccontato le vicende del Bahrein, sottolineando che gli ostacoli che incontra la popolazione della piccola isola - Perla del Golfo Persico - nella lotta per la sovranità e indipendenza del paese, sono gli stessi che si presentano all'intero mondo arabo che vuole affrancarsi dalla dittatura e dalla morsa occidentale filo-sionista.

Da oltre un anno, la quasi totalità delle popolazioni arabe sta tentando di liberarsi dei propri tiranni, complici di Washington nel proteggere la supremazia di Israele ai danni del popolo palestinese offerto come agnello sacrificale sull'altare della convenienza politica. Fanno eccezione la Siria e il Libano, le cui popolazioni sono dalla parte dei propri governi che, lungi dall'essere collaborazionisti di USrael, stanno resistendo eroicamente alle strategie aggressive dell'impero neo-con sionista e lottano in favore della causa palestinese. Ricordiamo che nel Libano in tempi recenti il movimento di resistenza Hezbollah è riuscito a scalzare il governo filo-sionista, filo-occidentale di Hariri figlio, mentre in Siria il popolo è schierato con il suo leader Bashar al-Assad che tenta di proteggere i cittadini dall'assalto feroce delle forze arabe ostili, alleate con l'impero sionista - come peraltro viene raccontato in alcuni bellissimi articoli pubblicati proprio su questo blog alcuni giorni fa da due testimoni d'eccezione: Paolo Sensini e Joe Fallisi (v. qui, qui e qui).

Ora l'aggressione delle forze alleate con Israele sta provocando la guerra civile in Siria, i cui focolai già sconfinano nell'adiacente Libano, dove ogni giorno gli scontri tra fazioni pro e contro Assad provocano morti e feriti. Ricordiamo che la popolazione libanese è di origine siriana, perché il Libano è un paese creato dalla Francia dopo la prima guerra mondiale ritagliando parti del territorio siriano. Siria, Libano e Iran sono da tempo nel mirino di Israele per portare a termine il progetto "Grande Israele", che non potrà realizzarsi finché questi tre paesi - gli unici finora sopravvissuti all'aggressione sionista nel Medio Oriente - non saranno anche loro destabilizzati per renderli docili al dominio di Israele.

Nel prossimo post di questa serie analizzeremo la situazione dell'Egitto, dove il popolo sta tentando di eleggere un presidente che metta fine al dominio della giunta militare collusa con Washington e Tel Aviv.

Facciamo qui tuttavia una parentesi di riflessione per focalizzare l'attenzione sul fronte occidentale. Perché da una parte i governi occidentali giocano un ruolo fondamentale nell'avanzata del dominio sionista sui popoli, mentre dall'altra le popolazioni occidentali sono per ora latitanti nella lotta per contrastarla.

Eppure i popoli arabi non sono gli unici ad essere oppressi dall'impero neo-con sionista. Ci piacerebbe poter raccontare la "lotta dei popoli europei per affrancarsi da USA e Israele" - ma una tale rivolta non sta ancora accadendo perché i cittadini europei sono da una parte mantenuti all'oscuro di chi sia il loro reale tiranno che "governa i governi" e dall'altra indottrinati dalla propaganda sionista senza neppure conoscere il termine "Sionismo" e "Nuovo Ordine Mondiale". Non sono al corrente, in altre parole, di questa forma di colonialismo ideologico di cui tutti noi in Occidente siamo fatti oggetto per l'appoggio di cui necessita Israele per agire con impunità. Né sono al corrente del controllo che la Israel Lobby esercita sui governi.

Tuttavia un poco alla volta i cittadini europei stanno aprendo gli occhi. Iniziano a rendersi conto che le misure di austerità vengono imposte non per sanare presunti debiti non meglio specificati, ma per estorcere ai contribuenti i fondi per le mire dei poteri forti. Sanno bene che il frutto della rapina non finisce nelle casse dello stato, ma nelle banche centrali e istituzioni finanziarie mondiali. Ma bisogna essere assidui lettori dei "giornalisti della verità" che scrivono in rete, e spettatori dei media alternativi per scoprire che le banche centrali e mondiali usano i fondi per finanziare le guerre volute dai sionisti di Tel Aviv, Londra e Washington per il dominio globale. Guerre e dominio che si articolano in forme diversificate, adattate alle specifiche realtà territoriali. Infatti, la guerra contro le popolazioni europee, ad esempio, evidenzia connotati del tutto diversi rispetto alle aggressioni esplicitamente belliche contro il Medio Oriente e l'Islam in genere. Si tratta di una guerra combattuta sia sul fronte della propaganda filo-israeliana/anti-islamica per rendere credibili le falsità che legittimano le guerre sioniste, sia sul fronte dello sfruttamento economico per finanziare le campagne belliche.

Chi si rivolge alla stampa alternativa per le informazioni, non si sorprende certo che le banche centrali e mondiali, compreso il Fondo Monetario Internazionale, raccolgano i fondi destinati alle guerre volute da Israele, visto che questi istituti finanziari sono tutti sotto il controllo diretto dei Rothschild, la dinastia britannica di finanzieri ebrei più antica, ricca e potente del pianeta. Ne parla in uno straordinario articolo Pete Papaheracles su "American Free Press".

Scrive Pete Papaheracles:

«In soli 3 paesi, ormai, la banca centrale NON è sotto il controllo dei Rothschild. Prima degli attacchi dell'11 settembre 2001 contro le Torri Gemelle di New York erano ancora 7 i paesi con banche centrali indipendenti: Afghanistan, Iraq, Sudan, Libia, Cuba, Corea del Nord e Iran. Già nel 2003, tuttavia, la piovra Rothschild aveva inghiottito Iraq e Afghanistan, e nel 2011 anche Sudan e Libia. Addirittura in Libia una banca dei Rothschild è stata istituita a Bengasi mentre il paese era ancora lacerato dalla guerra (della NATO). [Quindi rimangono Cuba, Iran e Nord Corea, e sappiamo quali manovre sono in atto contro i tre paesi].

«Dopo avere rilevato la Banca d'Inghilterra intorno al 1815, i Rothschild hanno allargato gradualmente il controllo bancario su tutte le nazioni del mondo. Il loro metodo consiste nell'indurre i politici di un determinato paese ad accettare un prestito che quel governo non è in grado di ripagare e lo porta all'indebitamento con la potenza bancaria dei Rothschild (v. Grecia). Se un leader politico si rifiuta di accettare il prestito, spesso viene deposto o ucciso. E se il piano fallisce, in molti casi si decide per l'invasione militare a cui segue l'istituzione di una banca usuraia dei Rothschild.

«I Rothschild inoltre esercitano un potere enorme sulle principali agenzie di stampa nel mondo. La ripetizione seriale della propaganda mirata inganna le masse e le condiziona a prendere per vere le falsità su presunti criminali votati al male (contro Israele e l'Occidente).

«I Rothschild controllano la Banca d'Inghilterra, la Federal Reserve americana, la Banca Centrale Europea, il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale e la Banca dei Regolamenti Internazionali.

«Possiedono anche la maggior parte dell'oro del mondo, così come la Borsa dell'Oro di Londra che fissa quotidianamente il prezzo dell'oro.

«Si dice che la famiglia Rothschild possieda più della metà del patrimonio mondiale stimato dal Crédit Suisse intorno ai 231 trilioni di dollari, e controllato da Evelyn Rothschild, l'attuale capo famiglia».


E' altrettanto interessante e illuminante l'articolo di Joel Stein, editorialista ebreo del Los Angeles Times, che nel suo scritto esprime tutto il suo "orgoglio" per il potere ebraico nei settori chiave per il controllo delle nazioni. Riferendosi alla realtà americana, Stein scriveva:


«Non m'importa se gli americani pensano che noi ebrei governiamo i media, Hollywood, Wall Street (il settore finanziario) e il governo. Ciò che importa è che siano gli ebrei a governarli. ... Solo il 22% degli americani pensa che l'industria dei media, cinema e Tv, sia gestita dagli ebrei. Ciò dimostra quanto siano stupidi gli americani. A dire il vero, gli ebrei sono in totale controllo di Hollywood» (e dei media ovviamente).


I cittadini europei ora iniziano a farsi domande sull'identità dei poteri forti che controllano il settore finanziario, il complesso industriale bellico, le multinazionali del petrolio e le altre multinazionali associate oltre che i media nazionali e internazionali - un racket responsabile del disastro economico che osserviamo, con i lavoratori che diventano esuberi obsoleti da mandare al macero sostituiti da bambini schiavizzati nei paesi mantenuti di proposito in povertà mediante l'indebitamento forzato imposto dal Fondo Monetario Internazionale. Un racket così potente e capillare da fare sembrare la "gomorra" italiana il bulletto del cortile di scuola. Un gruppo di potere nato intorno agli ebrei sionisti americani legati a Israele, che negli anni '70 hanno fondato la corrente dei "neo-conservatori", un gruppo elitario i cui esponenti sono oggi sia ebrei che cristiani sionisti, e sono gli uomini economicamente e politicamente più potenti del pianeta, spesso con doppia nazionalità israelo-americana, o israelo-britannica, che corrompono, manipolano, o ricattano i governi, impongono i leader di loro scelta e operano nell'interesse di Israele, e non degli USA o della Gran Bretagna o dei paesi NATO. Per assecondare le proprie ambizioni e garantire l'egemonia di Israele, questi signori hanno trasformato il mondo in un fronte di guerra perpetua, con le armi che ormai sono il commercio più redditizio - anche perché l'acquisto di armamentari bellici viene altrettanto imposto ai governi, come fa notare un ex-funzionario della CIA, Ray McGovern.

Purtroppo, molti dei capi di stato europei e altri leader occidentali sono in completa sintonia con il gruppo di potere sionista, pur non professandosi sionisti personalmente. Alcuni di loro sono ben noti, come l'attuale premier britannico Cameron, l'ex premier Tony Blair, l'ex-presidente francese Sarkozy - ma anche il capo della NATO, il danese Rasmussen. Altri leader, seppure non esponenti dello stesso gruppo ideologico, si devono adeguare alle direttive sioniste - come il neo-eletto presidente Hollande che dopo una campagna elettorale dai toni anti-bellici e anti-austerità, si fa ora promotore dell'intervento militare in Siria, dove attualmente le forze assoldate dall'estremismo sionista sono impegnate a scatenare l'inferno per provocare e giustificare l'intervento della NATO.

Dopo la visita di Putin a Hollande che evidenziava il forte contrasto tra le politiche distensive della Russia verso la Siria e quelle aggressive di Hollande, lo storico e politologo americano Webster Griffin Tarpley commentava in un intervento su Press-Tv: «Come da copione, una volta arrivato al potere il nuovo presidente francese a quanto pare viene richiamato all'ordine per proseguire le politiche estere militariste del suo predecessore Sarkozy». In altre parole: non importa a quale fede politica appartenga un leader europeo eletto, una volta arrivato al potere deve piegarsi ai diktat dei suoi capi che in genere finanziano le campagne elettorali per poi presentare il conto a risultato acquisito. Lo vediamo succedere regolarmente. 

E' altrettanto preoccupante osservare il trend filo-sionista nei paesi scandinavi e in Olanda. Ma anche Canada e Australia si trovano sotto il dominio di governi esplicitamente filo-israeliani, strettamente legati ai sionisti di Washington, Londra e Tel Aviv. Ma l'estremismo filo-israeliano non dissimulato di certi governi ha suscitato una reazione contraria: è proprio in Australia, Canada e Gran Bretagna che possiamo osservare l'attivismo anti-israeliano e pro-palestinese più assiduo e meglio organizzato.

E come si può inquadrare il premier italiano Mario Monti in questo contesto? Basta guardare l'intervista da lui rilasciata due settimane fa alla CNN, nel programma di Fareed Zakaria, per capire da che parte stia esattamente. Fa rabbrividire il gelo del tono e contenuto di quelle frasi che non lasciano speranza alcuna sulla sorte che si vuole infliggere all'Italia. Sono frasi che riecheggiano le dichiarazioni dei leader politici e finanziari nei giorni in cui si decideva di che morte dovesse morire la Grecia, che ora è al collasso, con Atene invasa da 13.000 senzatetto e dai 1.500 tossicodipendenti rilasciati dagli istituti di recupero che li ospitavano, ora chiusi per mancanza di fondi. Purtroppo la visione delle interviste di Zakaria per la CNN sono a pagamento, ma alcuni stralci dell'intervista di Monti sono disponibili su youtube.

Per il resto, non sono i nostri politici locali i PRINCIPALI fruitori del bottino estorto ai contribuenti - loro si limitano a svolgere la funzione di esattori per conto di altri. Hanno il potere limitato di sfruttare i cittadini nelle modalità che meglio credono - anche di assicurarsi il proprio tornaconto, purché alla fine i conti tornino per i loro padroni.

E ora i cittadini europei cominciano a sospettare e mormorare.

Proprio durante un dibattito di qualche giorno fa veniva affrontato l'aspetto del disastro economico europeo, e presto la discussione si indirizzava verso la questione del potere politico e finanziario ebraico, che subito ha infiammato gli animi. Una signora allarmata per alcune accuse molto esplicite, invitava alla cautela e terminava la sua osservazione dicendo: non vogliamo certo tornare a vedere persecuzioni di ebrei con camere a gas e forni crematori.

No certo. Però gli arabi, e i musulmani dell'Asia e dell'Africa - in Iraq, Afghanistan, Pakistan, Bahrein, Yemen, Egitto, Siria, Libia, Libano, Somalia, Nigeria, Sudan - e soprattutto in Palestina, quelli sì che possono essere perseguitati e ammazzati ogni singolo giorno, a centinaia, a migliaia, a milioni, senza che i benpensanti si indignino. Quelli sì che si possono imprigionare, incatenare, torturare, stuprare, massacrare, bombardare, bruciare vivi con il fosforo bianco come il bambino di Gaza nella foto, avvelenare con il gas tossico che ha sostituito i lacrimogeni e ancora avvelenare con le armi all'uranio che modificano il DNA e causano ai sopravvissuti tumori letali, nascite deformi, aborti di feti che sono mostri - ne sanno qualcosa in Iraq e in Afghanistan e in Libano e in Gaza e altrove in Palestina. Quelli si possono tranquillamente demonizzare e insultare e denigrare con impunità perché siamo indottrinati a considerarli cittadini di seconda classe - spesso inconsapevolmente - e perché non esistono giudici che perseguano penalmente la diffamazione e denigrazione di cittadini musulmani. Ma se qualcuno si azzarda a criticare Israele e i suoi sostenitori e i suoi crimini che gridano vendetta al cielo, l'ipocrita indignazione della Lobby si scatena con velenose accuse di razzismo e anti-semitismo -- un termine improprio che abbiamo già decostruito altrove.

Sono proprio gli ebrei sionisti che ci hanno servito gli arabi sul piatto della calunnia mediatica, fin da quando hanno partorito il loro nefasto progetto per appropriarsi delle terre arabe. Si sono serviti della stampa, del cinema, della fiction, e dei media a diffusione nazionale e mondiale per rappresentare gli arabi come malvagi sanguinari, fanatici estremisti e terroristi con intenzioni bellicose verso l'Occidente. E questa astuzia è servita per legittimare agli occhi delle popolazioni occidentali la persecuzione dell'Islam, mentre nessuno si oppone al terrore che semina il Frankenstein sionista partorito in Terra Santa, noto con il nome di Israele. Così il pubblico si beve le menzogne dei media che precedono ogni "intervento umanitario" nelle terre arabe o islamiche in genere, o le falsità sul presunto terrorismo islamico in Occidente, che hanno giustificato le invasioni dell'Iraq e dell'Afghanistan.

Così ora siamo noi, servendoci "dell'arma di distruzione di massa chiamata NATO" (per citare Lendman), a combattere le guerre che ha voluto Israele contro gli arabi e i paesi islamici dell'Africa, che servono allo stato ebraico per dominare la regione ricca di petrolio e gas naturale, da cui esercitare il controllo sulle politiche mondiali, mentre il regime sionista rimane indisturbato e incontrastato nel brutalizzare e massacrare, giorno dopo giorno, da decenni, i legittimi abitanti della Palestina e nell'umiliare e terrorizzare le popolazioni arabe.

Come fa notare il presidente Ahmadinejad:

«La Palestina è il punto focale del Medio Oriente e il centro delle risorse energetiche mondiali. Rappresenta quindi il centro di gravità per il controllo del pianeta. E' per questo che il potere sionista si è instaurato in Palestina, per dominare e gestire il pianeta, seminando discordia tra le nazioni, esercitando il terrorismo internazionale, e creando una spaccatura tra i governi e i loro popoli».

Ma Israele non aveva la capacità di conquistare militarmente le regioni islamiche. E' questo il motivo per cui la Israel Lobby di Washington e Londra ha messo in atto le strategie necessarie per fare approvare le guerre contro le nazioni islamiche e mettere in moto la gigantesca superpotenza militare congiunta degli Stati Uniti e della NATO.

Molti sono convinti che le guerre degli USA e della NATO in Medio Oriente e nei paesi islamici dell'Africa abbiano lo scopo della predazione del petrolio in favore dei paesi occidentali. Ma non è così.

I sionisti di Washington e Londra non hanno mai agito nell'interesse dell'Occidente, ma solo ed esclusivamente in favore delle proprie ambizioni personali e delle mire geo-politiche di Israele, che non si limitano certo all'accesso agevolato al petrolio.

E' il dominio politico sulla regione che vuole lo stato ebraico, perché il controllo delle risorse energetiche rappresenta lo strumento di potere con cui tenere i governi sotto scacco. 


Non occorre essere un genio per capire che sarebbe molto meno costoso per l'Occidente pagare il petrolio al prezzo di mercato che pagare milioni di soldati e mercenari e contractors per invadere  paesi lontani migliaia di kilometri dovendo trasportare migliaia di mezzi bellici come carri armati e jeep militari, fare la guerra con l'impiego di tecnologie aeree e navali sofisticate, di macchinari superattrezzati e onerosi, e mantenere intere nazioni militarmente occupate per anni se non decenni, installando basi militari a macchia di leopardo, vere e proprie cittadelle fortificate con basi missilistiche da cui partono le micidiali iper-tecnologiche macchine della morte chiamate droni per lanciare missili sui civili indifesi con l'obiettivo di terrorizzarli e mantenerli in soggezione qualora mostrassero segni di ribellione alla possanza del colosso invasore. Sappiamo che alla sola America la guerra in Iraq ha provocato un buco nel bilancio di 3.000 miliardi di dollari: quanto petrolio si può acquistare o estrarre con una tale cifra!?

450 basi militari USA/NATO vengono ora costruite in Afghanistan con i soldi dei contribuenti dei paesi NATO, Italia compresa - mentre è stato appena firmato con il collaborazionista Karzai il patto sacrilego per l'occupazione permanente dell'Afghanistan - anche se il documento ufficiale parla di "soli" ulteriori 10 anni di permanenza NATO per la "missione di pace".

Per l'Occidente non è necessario fare le guerre per l'accesso agevolato alle aree ricche di petrolio nei paesi islamici. Sarebbe sufficiente comportarsi razionalmente e stringere accordi commerciali che beneficiano entrambe le parti - proprio come fanno i cinesi. Come fa notare l'esperto in economia ed ex-funzionario del governo americano Paul Craig Roberts, i cinesi, che sono i maggiori concorrenti dell'Occidente per l'accesso al petrolio in Africa e nel Medio Oriente, hanno trovato una formula ottimale per garantirsi l'accesso al petrolio nei paesi con le riserve più importanti. In cambio della licenza per l'estrazione e l'acquisizione del petrolio a prezzi agevolati, costruiscono infrastrutture: strade e autostrade, pozzi di acqua, tubature per la distribuzione dell'acqua potabile, impianti di irrigazione, reti elettriche, e tutto ciò che occorre alle società per essere funzionali. Sono apprezzati nei paesi in cui operano perché rispettano gli accordi, lavorano bene e con onestà, e consegnano un prodotto finale di qualità. Ma ancora più importante: creano posti di lavoro, creano economia e benessere, e mostrano rispetto per le popolazioni locali. Stringono inoltre accordi di commercio bilaterale con i governi, per l'import-export di merci e risorse di interesse per i rispettivi paesi. Sarebbero dei benefattori i cinesi? Certo che no - semplicemente agiscono secondo le regole di una partnership commerciale che soddisfi entrambe le parti in modo equo. Come racconta Paul Craig Roberts, prima della guerra NATO contro Gheddafi, operavano 30.000 cinesi sul territorio della Libia, mandati in fuga dalle orde mercenarie che preparavano il terreno all'instaurazione di un regime fantoccio che avrebbe tutelato gli interessi sionisti, sul modello di altri regimi della regione.

Lo stesso è avvenuto nel Sudan, ora sotto il dominio diretto di Israele che semina il terrore tra la popolazione mentre le compagnie petrolifere controllate dai sionisti hanno scalzato i cinesi dall'estrazione del petrolio, con gravi ripercussioni sull'economia del paese - anzi dei due paesi manipolati verso la scissione. E come ricordava Papaheracles nel suo articolo citato in alto, la Banca Centrale del Sudan è passata sotto il controllo dei finanzieri ebrei Rothschild. 

Se fosse il petrolio l'obiettivo primario delle campagne belliche della NATO - e non gli interessi dello stato ebraico - vedremmo guerre e terrore soprattutto negli emirati del Golfo e specie in Arabia Saudita, il maggiore produttore di petrolio. Ma quelle sono dittature fantoccio che già prestano il fianco per proteggere la supremazia dello stato ebraico contro la volontà dei popoli arabi, che ora tentano di rivoltarsi. Saddam Hussein non è stato attaccato perché opprimeva il suo popolo, ma perché era nemico dichiarato di Israele e dell'Occidente suo protettore. Perché l'Iraq fa parte dell'area geografica che Israele vuole occupare, secondo il progetto "Grande Israele", ed era sulla lista dei paesi in cui i sionisti di Washington e Londra nel periodo ante-11 Settembre 2001 progettavano di instaurare regimi con la duplice funzione di tutelare l'egemonia di Israele e garantire ai petrolieri sionisti l'accesso prioritario al petrolio.

Erano questi i paesi in cui nel periodo antecedente gli attacchi dell'11 settembre 2001 alle Torri Gemelle di New York, i neo-con sionisti progettavano guerre settarie per rovesciare i governi e smembrare le nazioni in piccoli staterelli impotenti "governati" da fantocci collaborazionisti: Libia, Libano, Siria, Sudan, Iraq, Afghanistan, Somalia e soprattutto Iran - mentre nel Pakistan, nei paesi del Maghreb e nella maggioranza dei paesi del Golfo Persico, i governi erano già collusi con USrael - specie in Egitto e Giordania, firmatari dei rispettivi "trattati di pace" con Israele. Tuttavia anche l'Egitto doveva subire la stessa sorte della partizione in piccoli bantustan settari facilmente assimilabili nell'orbita di Israele.

Intanto nel Sudan ci sono riusciti a seminare la discordia settaria. Hanno portato il cristiano sionismo nel Sud Sudan, la cui popolazione ha poi fatto la guerra al Nord Sudan di fede islamica. E ora è avvenuta la scissione politica tra Nord e Sud, che intanto si contendono le zone di frontiera ricche di petrolio e si massacrano ogni singolo giorno, creando un'emergenza profughi, con migliaia di sudanesi in fuga attraverso il terribile deserto subsahariano - mentre anche il Darfur, rimasto al Sudan Nord, sembra prossimo alla secessione. Tutto esattamente secondo il piano in atto per destabilizzare la regione, seminare il caos, mantenere i popoli divisi ideologicamente, scatenare guerre civili e favorire situazioni per l'intervento militare finalizzato alla partizione degli stati.


Viene da chiedersi: è una benedizione o maledizione per i popoli arabi e africani la presenza del petrolio nel sottosuolo dei loro territori? 

In teoria dovrebbe essere una benedizione.

Infatti, come spiega in un recente rapporto  l'autore americano Michel T. Klare, docente di studi per la pace e sicurezza del pianeta, il petrolio del Nord Africa e della regione del Golfo Persico è il più ambìto dalle compagnie petrolifere, per una serie di considerazioni legate all'accessibilità e ai costi modici di estrazione. Il petrolio arabo si estrae dalla terraferma, si trova a quote non troppo profonde dalla superficie e non necessita di impianti costosi per l'estrazione - a differenza delle zone petrolifere sottomarine, come quelle nel Sud America, nel Golfo del Messico o nelle acque dell'Artico, dove l'estrazione è legata ad enormi difficoltà di ordine geologico, presenta gravi rischi per gli addetti alle piattaforme e per l'ambiente, e richiede l'impiego di attrezzature costose e difficili da trasportare e installare. Il petrolio arabo è facile da raffinare (seppure con qualche eccezione, come il petrolio saudita), perché di qualità molto superiore a quello che si estrae ad esempio nel Sud America, nel Canada, in Russia, e in altre zone del pianeta.

Purtroppo però questa enorme ricchezza in termini di risorse minerali rappresenta per i popoli arabi una fonte di grave destabilizzazione politica.


Il petrolio sarebbe una benedizione per le popolazioni del Medio Oriente se non fosse per l'instaurazione del regime sionista di Israele nel bel mezzo delle terre arabe, con l'aiuto delle potenze occidentali.

Infatti, le guerre che i nostri governi occidentali fanno contro l'Islam sono il risultato della straordinaria coincidenza tra:

1) gli interessi dell'Occidente per il controllo del petrolio arabo e 
2) le mire espansioniste e suprematiste di Israele nella regione del Nord Africa e del Medio Oriente.

Una coincidenza sfruttata con opportunistico inganno da parte degli influenti sostenitori del supremazismo di Israele, che operano per mezzo delle Israel Lobby in USA e Gran Bretagna e nell'intero settore occidentale. Questi signori hanno esercitato tutto il proprio potere di influenza per impantanare l'America, l'Australia, il Canada e l'Europa in un vortice di avventurismo bellico di proporzioni mastodontiche ventilando prospettive di facili guadagni da ottenere per mezzo di incursioni blitz in terre che, a loro dire, non avrebbero opposto resistenza.

Per realizzare la megalomane ambizione della "Grande Israele", i neo-con sionisti in controllo del Pentagono, della NATO, delle industrie belliche e dei parlamenti di USA e Gran Bretagna hanno scatenato la superpotenza militare degli USA e della NATO per combattere le guerre egemoniche dello stato ebraico, il cui obiettivo PRIMARIO non è lo sfruttamento delle risorse, ma avere il dominio incontrastato sul Medio Oriente: politico, militare, ideologico - prima ancora che economico.


Ed è questo anche l'unico REALE motivo per cui Israele vuole eliminare l'ostacolo rappresentato dall'Iran, la maggiore potenza economica, industriale, militare e culturale nella regione, che non solo si rifiuta di piegarsi alla volontà dell'Impero, ma si oppone apertamente alle mire dello stato ebraico e sostiene i governi dell'area che resistono all'aggressione di Israele, come la Siria, il Libano e soprattutto la Palestina occupata.

E tanto per sottolineare quanto siano indifferenti i sionisti al benessere delle società occidentali, e all'accesso dell'Occidente alle risorse energetiche, ricordiamo che è la Israel Lobby di Washington che ha imposto agli USA e ai sui alleati dei paesi NATO (Italia inclusa) l'embargo sull'import del petrolio iraniano, con gravi conseguenze per le economie dei paesi europei (come abbiamo raccontato nel nostro "Dossier Iran ...".

Ma queste guerre senza fine, combattute dall'Occidente in favore di Israele, hanno svenato le economie e sono ora la causa del collasso finanziario globale in atto, iniziato in USA per poi espandersi come un cancro maligno sul continente europeo ed oltre, Italia compresa.


E' il grande studioso americano James Petras, autore di "USA: padroni o servi del sionismo? I meccanismi di controllo del potere israeliano sulla politica degli USA" e di altri libri sulle guerre imperialiste e sioniste in Sud America e nel Medio Oriente, a raccontare in un recente documento la spregiudicata, immorale, irresponsabile campagna di aggressione promossa dai neo-con sionisti contro il Medio Oriente in favore di Israele, nel disprezzo più totale degli interessi dei paesi occidentali e delle vite che sarebbero state sacrificate, sia tra i militari sul fronte che tra i popoli dei paesi aggrediti.

Ecco alcuni passaggi significativi dello scritto di James Petras , che ovviamente illustrano le manovre dei sionisti americani, ma vanno lette considerando che lo stesso scenario è in atto sul fronte europeo.

Dice James Petras:


«La "Configurazione del Potere Sionista" è in totale controllo delle politiche mediorientali di entrambi gli schieramenti politici del parlamento USA. ... Sul presidente degli Stati Uniti viene esercitata la pressione che garantisce ai sionisti le posizioni chiave nel Ministero degli Esteri, del Tesoro e della Difesa (Pentagono). Ciò ha consentito ai funzionari sionisti di fare pressione sugli alleati, sugli stati clientelari, sull'ONU e sull'Unione Europea per le guerre contro Iraq, Afghanistan e Libia e per il boicottaggio del legittimo governo di Hamas in Gaza.

«Per mezzo della sua Lobby influente, Israele ha manipolato gli USA (e l'Europa) in un pantano di guerre che è costato ai contribuenti migliaia di miliardi di dollari e ha fatto precipitare l'economia mondiale nella recessione.

«E' con suprema arroganza che gli esponenti e dirigenti della Lobby hanno penetrato il governo degli Stati Uniti d'America AL FINE DI SERVIRE UN GOVERNO STRANIERO. Nessuno di loro si preoccupa di nascondere le proprie affiliazioni con lo stato ebraico. Sono sostenuti da accademici sionisti di fama le cui giustificazioni tendenziose per le guerre hanno spedito migliaia di soldati americani (e dei paesi Nato) verso una morte prematura».

Nel suo scritto James Petras fornisce nomi e cognomi e ruoli individuali dei potenti neo-con sionisti imputati capeggiati da Cheney e Wolfowitz, oltre che degli "accademici di fama" - nomi a noi noti, come il docente di Harvard Alan Dershowitz, come Daniel Pipes, David Horowitz, e Abraham Foxman della famigerata Anti Defamation League, dei quali dice James Petras:

«manipolano legioni di teppisti considerati rispettabili, per esercitare pressione sulle scuole, università e altri ambiti lavorativi per licenziare o censurare chi osa criticare Israele. Mentre dall'altra parte proteggono i propri affiliati ebrei sionisti quando infrangono la legge in favore di un potere straniero, come è successo nel recente caso di Andrew Adler, editore del Atlanta Jewish Times, che era stato scoperto a chiedere al Mossad l'assassinio di Obama provocando l'indignazione popolare in USA, ma senza alcuna conseguenza penale per Adler. ... Con il loro linguaggio infiammatorio hanno ispirato aggressioni fisiche e verbali e boicottaggi accademici contro chi critica Israele. ... I vaneggiamenti razzisti degli ultra-sionisti come David Horowitz e Pamela Geller hanno ispirato le gesta omicide dell'islamofobico filo-sionista Anders Breivik in Norvegia (come Breivik stesso ammette) - [v. postilla # 26 dello scritto di James Petras].

«Questi sionisti potenti, come Fred Kagan, Paul Wolfowitz, Doug Feith, Libby, Abrams e Ross, e i loro luogotenenti meno noti, hanno spinto gli USA (e i paesi NATO) a fare le guerre per conto di Israele in Iraq e Afghanistan, prospettando il miraggio di facili vittorie a basso costo. E' ovvio che queste decisioni disastrose non sono il risultato di intelletti difettosi o carenza di istruzione di alto livello ... Si laureano e insegnano nelle università più prestigiose. Sono gli investitori e speculatori di maggior successo economico. L'indifferenza che hanno evidenziato per le realtà storiche, politiche, sociali, economiche e militari non sono il risultato di una presunta ignoranza, ma della cieca lealtà a Israele di cui hanno abbracciato gli interessi.

«La legge per le sanzioni contro l'Iran, scritta da Dubowitz, ha lo scopo di ridurre 75 milioni di cittadini iraniani alla fame e alla sottomissione per promuovere la supremazia indiscussa di Israele nel Medio Oriente.

«Al fine di giustificare una guerra contro gli avversari regionali di Israele, queste cieche mediocrità hanno distorto la realtà del nazionalismo arabo. E' con estremo razzismo e suprema arroganza tribale che hanno agito per assicurarsi che gli Arabi non avrebbero mai potuto sostenere una resistenza prolungata contro il loro colosso imperiale. 

«Sono fermamente convinti di ciò che la loro religione / ideologia tribale propaga: che sono il popolo eletto – in barba ad ogni considerazione genetica. 

«Ma a causa della loro intoccabilità, questo stato di cose continuerà finché gli USA (e l'Europa) saranno distrutti come società, perché i cittadini sono stati tratti in inganno. 

«Quando un paese come gli Stati Uniti è in declino, non è a causa della concorrenza esterna. E' a causa del marciume interno. Il declino avviene quando una nazione è tradita da leader codardi, che strisciano e si umiliano dinanzi a una minoranza di mediocrità teppiste, votate a uno stato straniero privo di scrupoli e integrità morale».
 

Proprio come succede in Europa.

Purtroppo è difficile per gli europei aprire gli occhi perché soffrono di strabismo pro-israeliano indotto dalla propaganda sionista che alimenta e sfrutta il senso di colpa dell'Europa per l'orrore inflitto agli ebrei ai tempi dei nostri nonni, per l'odio contro gli ebrei che è morto e sepolto da decenni, ma che Israele fa di tutto per risvegliare, mettendo a rischio gli ebrei occidentali - paradossalmente proprio perché le nostre società sono tenute all'oscuro del sionismo e la maggioranza dei cittadini non è in possesso degli elementi per distinguere tra ebrei sionisti ed ebrei non-sionisti.

Sono tanti gli ebrei anti-sionisti, e scrivono interi volumi e migliaia di articoli per denunciare i crimini di Israele, e parlano in trasmissioni radio e Tv sui canali alternativi per mettere in guardia sul pericolo che Israele rappresenta per la pace nel mondo con il suo arsenale atomico - ma vengono sistematicamente ignorati dal circuito principale dei media e presi di mira dagli ebrei sionisti. Perché così ordina la Lobby.

E invece nell'intero mondo arabo le popolazioni sono perfettamente consapevoli della realtà sionista - per questo nelle piazze delle proteste usano lo slogan: Fuori Israele, Fuori gli USA dal nostro paese. Ogni persona che si incontra per strada è in grado di raccontare in frasi semplici quelle verità che da noi, in Occidente, hanno bisogno dello sforzo quotidiano di centinaia di autori e blogger per trapelare con il contagocce nelle coscienze dell'uomo comune a dispetto del fatto che viviamo nell'era dell'informazione istantanea.


E concludiamo questa riflessione sul dominio sionista ricordando alcuni aspetti a quanti si preoccupano unilateralmente dell'incolumità dello stato ebraico e dei suoi sostenitori dimenticando che anche gli stati arabi e islamici nella regione dominata da Israele hanno diritto alla propria sicurezza e incolumità dei cittadini.


E sono verità che i nostri media occidentali tentano di censurare. 

1 - Alcune settimane fa Israele prendeva in consegna dalla Germania il quarto sottomarino atomico della "classe Dolphin", i cui missili con testate nucleari hanno la capacità di colpire entro un raggio di 4.500 Km, e servono come deterrente contro chiunque sia tentato di sottrarre il proprio appoggio a Israele. I primi due sottomarini sono stati un regalo della Germania a Israele. Per i due successivi Israele ha pagato un terzo dei costi. Tra due anni la Germania consegnerà allo stato ebraico il quinto sottomarino nucleare, e un altro ancora due anni dopo. L'autore tedesco Günter Grass ricordava questo aspetto nel suo recente poema, con il monito che la Germania potrebbe di nuovo essere accusata di crimini contro l'umanità per la sua complicità con Israele nel caso in cui lo stato ebraico decidesse di colpire le popolazioni con le testate nucleari in suo possesso. Ora in Germania si è accesa una discussione sulla stampa in seguito ad un servizio pubblicato dalla rivista "Der Spiegel", con l'opposizione che accusa il governo tedesco di grave irresponsabilità, perché ben consapevole di avere costruito per Israele un sottomarino per l'impiego di missili nucleari. Purtroppo il popolo tedesco ha poca voce in capitolo, viste le leggi repressive che mandano in galera chi osa criticare Israele o il potere degli ebrei. Solo i media internazionali alternativi hanno mandato in onda un filmato sui missili con testate nucleari che ora Israele sta installando sul nuovo sottomarino appena arrivato.

2 - E in questi giorni è stata scoperta l'ennesima rete criminale israeliana per il prelievo illegale di organi da cittadini indigenti e indifesi in paesi africani ed europei. In tempi recenti era stata smantellata un'organizzazione analoga, sempre israeliana, negli stati americani di New York e New Jersey, capeggiata da un rabbino che forniva allo stato ebraico organi estratti con l'inganno o con la forza, per la vendita sulla borsa mondiale degli organi da trapianto che produce profitti da capogiro. Ovviamente i destinatari degli organi rimangono all'oscuro sulla provenienza dell'organo "donato", in molti casi estratto a ragazzi palestinesi uccisi dai militari israeliani, come ha rivelato due anni fa il giornalista del quotidiano svedese che ha pubblicato quella particolare inchiesta dopo un'indagine accurata effettuata direttamente sul suolo della Palestina occupata.

Mentre i "politicamente corretti" si preoccupano per gli ebrei abitanti o simpatizzanti di Israele, viene da chiedersi che considerazione abbiano loro per il resto del mondo.

Hanno la coscienza sporca i leader politici e militari dello stato ebraico, come anche i sionisti americani responsabili di tanti massacri tra gli Arabi e le altre popolazioni islamiche in favore della supremazia di Israele nella regione.


Come fa notare Stephen Lendman in un recente articolo, in cui parla dei mandati di arresto appena emessi in Turchia contro i militari israeliani responsabili del massacro sulla Mavi Marmara diretta a Gaza: «uomini come Henry Kissinger, G. W. Bush, Donald Rumsfeld e altri ex-funzionari americani si consultano con il Ministero degli Esteri prima di viaggiare all'estero, per assicurarsi che nel paese di destinazione non li attenda un mandato di arresto. E come fa notare il London Independent, anche gli uomini del governo israeliano e gli ufficiali delle Forze Armate si informano prima di partire perché temono l'arresto per i crimini di guerra che hanno commesso».


Le osservazioni di questa parentesi di riflessione all'interno della serie che racconta le rivolte dei popoli arabi erano necessarie per mettere a fuoco un aspetto fondamentale:

né gli arabi, né i popoli islamici in genere, né tantomeno i palestinesi potranno liberarsi della tirannia che li opprime e sopprime contando ESCLUSIVAMENTE sulle proprie forze;

siamo noi occidentali a doverci impegnare sul fronte di casa nostra contro il giogo sionista CHE PRIVA ANCHE NOI della nostra sovranità e indipendenza, che strozza le nostre economie e soffoca il nostro libero pensiero in favore di un disegno criminale;

siamo noi a dover fare pressione sui nostri governi per revocare il supporto incondizionato su cui conta Israele. 

I destini dell'Europa, dell'America e dell'Islam sono strettamente intrecciati e interdipendenti. Senza l'appoggio dell'Occidente, Israele non ha alcuna possibilità di esercitare il controllo sui popoli che vuole dominare, compresi i popoli europei.
 



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