domenica 24 ottobre 2010

Petizione per l’abrogazione della legge Gayssot e la liberazione di Vincent Reynouard, nuovo “martire” della libertà di pensiero in Europa.


Il blog e la Societas “Civium Libertas” nonché il Comitato europeo per la difesa della libertà di pensiero ricevono da Eugenie Blanrue la Circolare che segue e che pubblichiamo senza indugio nel testo francese. La petizione per l’abrogazione della legge Gayssot ci giunge, mentre in Italia il presidente della comunità ebraica romana si rivolge alle massime cariche istituzionali per chiedere l’introduzione anche in Italia di una siffatta legislazione liberticida, vigente in Francia, Germania, Austria e altri paesi. Ci auguriamo che di analoghe petizioni se ne attivino in ogni paese dove esistono leggi liberticide: noi le firmeremo tutte! Non è purtroppo concesso sapere quanti cittadini europei siano stati finora perseguiti per meri reati di opinione. Saremmo oltremodo lieti di essere smentiti nella stima di diverse centinaia di migliaia di persone, ma sembra che gli stessi governi vogliano mantenere nascosto il numero di concittadini ancora una volta perseguitati e discriminati, in nome di un orrore passato che si dice non si vuol far ripetere: un “mai più” che è invece un “ancora oggi”! I “martiri” della libertà di pensiero – di cui si paventa in alcune dichiarazioni – esistono già e sono centinaia di migliaia e con il tempo diventeranno sempre di più e saranno sempre “martiri” di quella religione della libertà, di cui parlava Benedetto Croce. Si ricorda che “martire” è per definizione, come già nella tradizione cristiana, il testimone di una verità, anche a prezzo della vita e del carcere... Come dimostra il caso Vincent Reynouard, padre di otto figli, si tratta di una nuova religione a fronte di un’altra religione, che in nome di “vittime” di cui si professa erede vuol produrre nuove vittime. Siamo fermamente convinti che una “opinione”, quale che sia, è di per sé sempre una manifestazione di “pensiero”, ed in quanto “pensiero” non potrà mai essere un “crimine”.

CIVIUM LIBERTAS
Comitato Europeo per la Difesa della Libertà di Pensiero

* * *

Salut à tous !

La liste des signataires de la pétition pour l'abrogation de la loi Gayssot et la libération de Vincent Reynouard sera rendue publique dans moins de 15 jours... Il vous reste encore quelques heures pour la signer et faire partie de l'avant-garde des défenseurs de la liberté en France !

PÉTITION POUR L'ABROGATION DE LA LOI GAYSSOT
ET LA LIBÉRATION DE VINCENT REYNOUARD

(omissis)

Pour signer cette pétition, merci d'indiquer vos nom et prénom, ainsi que votre ville (et votre profession si vous le désirez) à cette adresse:

eugenie.blanrue@laposte.net

APPENDICE


Ci giunge questa mattina del 28 ottobre 2010 la notizia della ufficializzazione e pubblicazione della prima lista di firmatari dell’Appello per la richiesta di abrogazione della legge Gayssot, in Francia. Eccone il link:


Salvo distrazione, non leggo il mio nome, che mi era stato chiesto ed era stato concesso nella prima fase di raccolta di adesioni. Poco importa. Dichiaro qui la mia personale adesione ad ogni petizione che si svolga in Europa per l’abolizione di leggi liberticide, il cui vero scopo è quello di colpire il dissenso politico. Simili petizioni non possono raccogliersi con contatti via email o appelli sulla rete. Richiedono incontri fisici reali e apposite discussioni. Solo in ultimo avrà senso una raccolta di adesioni anche virtuali. Mi auguro che anche in Germania, Austria, Spagna, Svizzera e altri paesi si tengano di questi incontri e ci si organizzi in un’ottica europea. Il “Comitato europeo per la difesa della liberta di pensiero” è stato concepito per questo scopo. In Italia, sarebbe opportuno incominciare ad interrogarsi sulla nascita della legge Mancino e sulle sue vere finalità. Presumere che per legge possa comandarsi l’amore e proibire l’odio contrasta con l’idea stessa del diritto, che nasce per regolare rapporti concreti e reali fra i soggetti di una collettività. Il diritto diventa esso stesso fonte di ingiustizia ed arbitrio, quando abbandona la concretezza e la razionalità che le è propria. Se andiamo ad indagare su chi pensa di servirsi della legge Mancino come strumento di lotta politica, ci risultano evidenti i pregiudizi ideologici e le finalità politiche per le quali la legge è stata commissionata e prodotta. Naturalmente, nessuno più di noi desidera una società improntata ai precetti evangelici dell’amore del prossimo, ma sappiamo che non è in forza del diritto positivo o con la pena del carcere e della “gogna” mediatica che può essere imposto il regno dell’Amore. Noi dunque restiamo in attesa di notizie che ci informano dello spontaneo costituirsi in ogni paese d’Europa e fuori d’Europa di Circoli della Libertà, dove la prima libertà è la libertà di pensiero e le libertà derivate di ricerca scientifica, di espressione filosofica e artistica, di insegnamento, di riunione per poter ascoltare ciò che altri dicono. Infatti, viene sempre ignorato che la libertà di espressione ha senso solo se esiste la libertà di poter ascoltare chi pensa di avere qualcosa da dire a qualcuno o non semplicemente ad un muro o alle lucertole del deserto.

In questo spirito, essendo pur sempre la legge Gayssot, una legge francese fortunatamente non vigente in Italia, ma tale da colpire anche un cittadino italiano che si trovi in Francia, apriamo in questo post un dibattito operativo sul da farsi. Per contrastare l’esercito dei Troll il dibattito sarà moderato. Gli interventi e le proposte che giungeranno all’indirizzo email del blog, se ne giungeranno, saranno selezionate e filtrate e ove giudicate pertinenti e opportune verranno pubblicate qui di seguito. Per chi vuole registrarsi ed inviare direttamente suoi testi nello spazio Commenti, si avverte che vi sarà un eguale giudizio di opportunità sull’approvazione del testo, che si consiglia di formulare con la massima attenzione ed accuratezza. Messaggi non approvati in una formulazione, potranno esserlo in una diversa formulazione, se reiterati.

RASSEGNA STAMPA E AGGIORNAMENTI

1. Tous contre Gayssot. –
2. Yann Moix: Pourqoi je suis contre la loi Gayssot. –
3. Yann Moix le menteur. – Non essendo francese ed interno al mondo culturale francese, ignoravo fino ad oggi e dell’esistenza e di chi fosse il tal Yann Moix. Probabilmente, si tratta di una mia grave ignoranza. Ne posso però vedere la faccia, di questo signore, andando al link che mi giunge da Blanrue, dove si spiegano i termini della questione che cerco qui di riassumere. In una lista di firmatari esiste per alcuni il problema di chi sta accanto a chi. Si dice: io il mio nome non lo voglio righe sotto o sopra quel tale altro nome. Anche fosse una lista per la promozione della sobrietà nel bere, favorendo l’uso dell’acqua minerale e scoraggiando gli alcolici, uno si potrebbe sempre trovare in “cattiva” compagnia. Per farla breve, credo che si tratti di una forma eclatante di “razzismo”. Non si può essere sostenitori della libertà di pensiero, ma non riconoscere dignità alcuna a chi sostiene opinioni che non si condivono o da cui si è fortemente distanti. Se la “colpa” altrui consiste semplicemente in un’opinione, e non in un’azione spregevole come omicidio, stupro, furto e simili, non si ha il diritto di discriminare il prossimo per niente altro che le sue opinioni. L’articolo 3 della costituzione italiana è chiaro al riguardo:
«Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali».
Non so chi sia, e sono ben felice di non aver mai conosciuto, questo individuo di nome Yann Moix, ma mando a dire qui pubblicamente a Eugenie Blanrue che sono io, cittadino italiano ed europeo, a non volere il mio nome accanto a quello di costui. Quanto alla petizione e alla raccolta delle firme credo che la sua grande importanza consista nell’aver avviato una riflessione su un piano europeo. Mi auguro e formulo nuovamente l’invito affinché di analoghe petizioni se ne svolgano in contemporanea per ognuno dei paesi dove vigono leggi come la Gayssot. In Germania, mi sembra che la situazione sia non meno grave che in Francia, ma non odo segnali da quella parte. Tanto forte è la repressione tedesca: oggi più di ieri. Eppure, bisogna reagire!

4. Moix, le touriste pétitionarie.
5. Steve Wozniak, cofondateur d’Apple avec Steve Jobs, a signé la petition.
6. Charlie Hebdo: qui sont les cons?

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