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Di Alan Hart
Gennaio 2009
Fonte:
http://www.alanhart.net/the-new-nazis/
Articolo scritto in previsione del Giorno della Memoria 2009, mentre era in atto il massacro di Gaza.
Conoscendo la verità documentata sulla creazione di Israele – che avvenne per mezzo del terrorismo sionista e della pulizia etnica in Palestina - e avendo seguito su PressTv, in diretta, giorno e notte, il massacro di Gaza, ovvero la più recente manifestazione di terrorismo di stato da parte di Israele, sono giunto ad una conclusione. È arrivato il momento di chiamare i sionisti israeliani più radicali con il loro vero nome: i Nuovi Nazisti.
L’Europa e l’America avrebbero potuto fermare i nazisti, quelli originali, per impedire lo sterminio di sei milioni di ebrei. E se gli europei e gli americani non fermeranno i Nuovi Nazisti, è probabile che il risultato finale sarà lo sterminio di milioni di palestinesi.
Nel suo libro An Ethical Tradition Betrayed, The End of Judaism, (Una Tradizione Etica Tradita: La Fine del Giudaismo), pubblicato nel 2007, il Dr. Hajo G. Meyer, un superstite dell’Olocausto nazista e di Auschwitz, paragonava le politiche di Israele alle prime fasi della persecuzione nazista degli ebrei in Germania. Hajo Meyer sottolineava, allora, che non intendeva tracciare un parallelo tra le politiche attuali di Israele e la “soluzione finale” dei nazisti – il massacro di sei milioni di ebrei europei (oltre allo sterminio di molti non ebrei). Cercava solo di mettere in evidenza, così scriveva, quali fossero le condizioni che portarono a quella catastrofe in Europa, e la necessità di “prevenire le stesse probabili conseguenze” come risultato delle politiche oppressive che rendono i Palestinesi emarginati e profughi nella loro stessa terra.
Ho il privilegio di intrattenere un rapporto di amicizia con Hajo Meyer e poco fa parlavamo insieme per commentare quanto succede in Gaza. Alla luce di ciò che l’esercito israeliano sta attualmente commettendo in Gaza, ho chiesto al mio amico se avesse ancora riserve nel tracciare quel parallelo – tra le politiche di Israele e quelle naziste. Mi ha risposto questo: “Diventa sempre più arduo evitare di riconoscere tale parallelo”. E ha concluso dicendo che era giunto il momento di dare ai sionisti israeliani radicali, e a coloro che eseguono i loro ordini, la definizione di “Nazisti”.
Mentre discutevamo, ho aperto un messaggio di posta elettronica di un altro amico ebreo. Conteneva citazioni da una dichiarazione resa ieri (16 genn. 2009) alla Camera da parte di Sir Gerald Kaufman, l’unico tra i parlamentari britannici ebrei che da anni esprime critiche feroci nei confronti di Israele e delle sue politiche. Nel suo discorso diceva questo: «Non è forse incontrovertibile il fatto che Olmert, Livni e Barak sono responsabili di uccisioni di massa? Che sono criminali di guerra?» Ho letto queste parole di Gerald Kaufman al mio amico Hajo. Mi ha risposto: «Kaufman ha ragione. Bisogna compiere ogni sforzo per chiamare in giudizio i leader di Israele».
Ovviamente ciò non avverrà. Quindi, in che modo si prospetta la “partita finale” che stanno preparando?
Nella mia analisi non c'è alcun dubbio circa il vero scopo di Israele. È mettere Hamas fuori dai giochi e mettere Abbas e il suo Movimento Fatah alle strette, costringendo l’Autorità Nazionale Palestinese ad accettare gli avanzi della tavola sionista – e cioè, alcuni lembi di terra, non confinanti tra loro, che potranno chiamare Stato, se lo vorranno.
Ma la domanda che sorge è questa: è davvero concepibile che Abbas sia disposto ad accettare una soluzione che non sia quella del ritiro totale dai territori occupati della Cisgiordania e di Gerusalemme Est? La risposta dovrebbe essere “No”, perché ciò equivarrebbe a tradire il proprio popolo e i 60 anni di lotta per ottenere un minimo di giustizia.
E se il messaggio, probabile, della Casa Bianca sarà “Dovete essere pragmatici: questa è l’offerta migliore che potrete avere” – senza bisogno di specificare “perché non faremo pressione su Israele per qualcosa che non vogliono fare” – quale sarà la risposta?
Se quindi messo sotto pressione – e non solo da parte della Casa Bianca ma anche da parte dei regimi corrotti, repressivi e impotenti dell’Ordine Arabo -, non è da escludere che Abbas si arrenda completamente e accetti le briciole offerte dai sionisti. Ma se così fosse, la maggioranza dei palestinesi si rivolterebbe.
E poi?
Israele creerebbe il pretesto per una guerra. Per la partita finale. Per l’olocausto sionista.
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