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giovedì 27 ottobre 2011

Diario Rivolte dei 99%. Pagina 3: 22-26 ottobre - USA: Vietato protestare per i diritti civili - Australia: Occupiamo Sydney Non la Palestina - Parla Franklin Lamb

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Questo è un diario delle rivolte che verrà aggiornato regolarmente. Quali rivolte? Semplice: quelle che ormai si stanno contagiando l’un l’altra ed espandendo a macchia d’olio in varie parti del mondo. In ogni nuova pagina forniremo aggiornamenti - anche molto brevi - e racconteremo singoli episodi dalle varie scene di rivolta, in America, Europa, Medio Oriente/Nord Africa, - e con il tempo anche Asia, e speriamo anche Africa. La forma sarà appunto quella del diario quotidiano, con cronache, riflessioni, commenti degli esperti. 



Pagina 3


22-26 Ottobre 2011

Sommario:

a) USA: Vietato Protestare per i Diritti Civili




b) AUSTRALIA: Occupiamo Sydney Non la Palestina -



c) LONDRA - ‘La Liberazione del Mondo Libero’
 


d) LONDRA - L’attivista egiziana di Tahrir Square



e) LE  RIVOLTE  E  LA  PALESTINA
Parla Franklin Lamb


* * *

a) USA: VIETATO  PROTESTARE  PER  I  DIRITTI  CIVILI

È stata una settimana di repressione brutale sulla scena delle rivolte globali iniziate nella regione mediorientale e ormai estese all’intero mondo occidentale.

Nell’intervista pubblicata nella Pagina 2 di questo diario sulle rivolte globali il Prof. Shakespeare lo aveva previsto: « ... si tratta di una sfida diretta ad un sistema che è sull’orlo del collasso e ad un certo punto coloro che lo controllano si abbatteranno sui rivoltosi con tutta la brutalità di cui sono capaci. Le rivolte sono destinate a prendere una brutta piega perché i governi non hanno alternative e soluzioni da proporre. Il sistema si sente minacciato e risponderà come un animale feroce sotto attacco».

Durante la settimana, negli Stati Uniti le forze dell’ordine si sono scagliate con la forza bruta sui manifestanti del movimento dei 99% nelle grandi città come Chicago, Denver, Oakland, Cincinnati, Atlanta, Seattle, Dallas, San Francisco, Los Angeles – smantellando le aree dell’occupazione permanente ed eseguendo in ogni città centinaia di arresti – migliaia complessivamente. In Oakland e Chicago in particolare abbiamo assistito a scene di assalto talmente feroci da  parte delle forze dell’ordine che sembrava di trovarsi nel mezzo di una vera e propria guerriglia urbana, eccetto che i manifestanti, molto saggiamente, hanno opposto la sola resistenza passiva.

In Oakland - California - la protesta era iniziata con il corteo di protesta in solidarietà con i detenuti nel terribile carcere di massima sicurezza “Pelican Bay”, noto per le condizioni disumane nelle celle di isolamento senza finestre, con il neon acceso 24 ore su 24 e l’isolamento acustico totale che provoca nel detenuto la paurosa sensazione di essere sospeso nello spazio e nel tempo.

Le proteste si sono protratte fin nella tarda serata e il corteo aumentava di partecipanti con il passare delle ore. Poi, quando i manifestanti si avvicinavano alla centrale di polizia, le forze dell’ordine hanno aperto il fuoco con i proiettili rivestiti di gomma e con i gas lacrimogeni. Alla fine gli arresti sono stati almeno 85, nonostante i manifestanti si siano astenuti da qualsiasi atto di violenza contro persone o proprietà.

Commentava in diretta Stephen Lendman mentre scorrevano le immagini della repressione di Oakland: «Il messaggio ai manifestanti da parte di chi detiene il potere è chiaro: è vietato manifestare in difesa dei diritti umani e dei diritti civili. La tattica delle forze dell’ordine è la provocazione violenta che ha per scopo di suscitare reazioni aggressive nei manifestanti per giustificare l’intervento repressivo, gli arresti, le violenze gratuite e in ultima analisi il probabile divieto di protesta civile. È così che funziona l’America da un decennio a questa parte. Gli attacchi dell’11 settembre hanno fornito l’alibi per privare i cittadini dei diritti garantiti dalla Costituzione».

Ecco alcune immagini delle 24 ore di Oakland.

Il corteo si avvia verso la centrale di polizia con in prima fila lo striscione di solidarietà con i prigionieri di Pelican Bay, ora in regime di sciopero della fame ...

 
Con il passare delle ore aumenta il numero dei partecipanti alla protesta ...



 Uno degli striscioni dice «Insegnanti di Oakland: No alla violenza della polizia»

 
 Invece la polizia inizia a sparare nel tentativo di disperdere la folla ...


Poi lancia i gas lacrimogeni e le granate assordanti ...


 ... scene da guerriglia urbana, ma è solo la polizia a comportarsi in modo aggressivo.

In basso: la mattina dopo, all'alba viene eseguito lo sgombero forzato dell'area di occupazione e l'arresto di 140 persone. Alla resistenza passiva degli occupanti, le forze dell'ordine rispondono con la brutalità. Alla fine ogni proprietà privata viene sequestrata e l'area viene presidiata dalle forze dell'ordine.









Per contro, negli ultimi giorni le autorità evitano accuratamente di agire con violenza nelle aree su cui sono puntati i riflettori del mondo: il Zuccotti Park nel distretto finanziario di New York, e la Freedom Plaza "Tahrir Square" di Washington, dove le telecamere dei media e delle agenzie internazionali sono presenti costantemente, riprendendo ogni evento di protesta promosso dagli organizzatori del movimento.
New York: durate il fine settimana il Zuccotti Park - base permanente dell'occupazione di Wall Street, è stato teatro della manifestazione "Le famiglie occupano Wall Street". Decine di famiglie, con figli di tutte le età, si sono unite in solidarietà con gli eroici occupanti che rimangono nel parco/piazzale giorno e notte, sfidando il freddo e i disagi dell'accampamento in area urbana.

Una giovane madre che osservava la figlia in età pre-scolastica impegnata insieme ad altri bambini nelle attività ludiche finalizzate a risvegliare la curiosità dei piccoli nelle questioni dell'interazione civica, dichiarava ai microfoni di Press-Tv: «ho pensato che fosse importante per i miei figli capire in cosa si stanno impegnando le persone che occupano questo parco. Mio marito e io spieghiamo sempre tutto ai nostri figli in modo che crescano consapevoli del mondo che li circonda.»





Annunciava oggi Sarah Flounders, una delle organizzatrici delle proteste di New York: «domani protesteremo in massa contro la chiusura annunciata di alcuni ospedali a causa della mancanza di fondi pubblici. E' davvero oltraggioso: ci sono sempre i soldi per finanziare le guerre, per regalare miliardi e miliardi a Israele, per salvare le banche che oltre a speculare in modo spregiudicato derubano le popolazioni del mondo, ma non ci sono i soldi per i servizi pubblici. Questa è una crisi creata dal sistema capitalista che premia i ladri e punisce gli onesti e i vulnerabili. La gente si sta rivoltando contro il sistema corporativo che crea intere società di schiavi in varie parti del mondo, dissangua le classi medie di paesi con enormi ricchezze come gli Stati Uniti, ed esige continue misure di austerità per andare a riempire le tasche dell'élite già talmente ricca da non sapere cosa farsene di tutto il patrimonio accumulato.»

Un cartellone nell'immagine dice: non si possono mangiare i soldi.

* * *

c) AUSTRALIA: Occupiamo Sydney Non la Palestina

Se le scene di violenza contro i manifestanti in USA delle ultime settimane ci sono sembrate particolarmente cruente, le immagini della repressione brutale cui abbiamo assistito nelle piazze dell'occupazione in Sydney e Melbourne ci hanno lasciato senza fiato.


Nella famosa Martin Place di Sydney un cartellone diceva «occupiamo Sydney - non la Palestina». Mentre a Melbourne si è unito al corteo dei 99%  il movimento "studenti per la Palestina" che esibiva striscioni enormi per farsi notare ai media. Sappiamo che purtroppo i governi australiani degli ultimi decenni si sono rivelati tra i più estremi sulla scena del filo-sionismo occidentale, alla pari con USA, Canada e Gran Bretagna.



Tuttavia l'attivismo pro-palestinese in Australia è particolarmente vivo e impegnato, a differenza della scena statunitense, in cui non esiste un vero e proprio movimento di lotta in favore della Palestina. A causa della disinformazione dei media, la maggioranza degli americani non ha idea di quale sia la realtà della Palestina occupata.
A Melbourne la settimana scorsa le sedi della protesta si erano trasformate in scene di violenza gratuita da parte delle forze dell'ordine, quando i manifestanti si erano rifiutati di abbandonare le aree dell'occupazione, opponendo resistenza passiva. ( v. video ).

Questa settimana è toccato a Sydney. Alle 5 del mattino di domenica 23 ottobre, mentre era ancora buio, circa 200 poliziotti si sono avventati senza preavviso sull'accampamento degli occupanti, trascinando le persone fuori dalle tende ancora in abbigliamento da notte. Poi gli agenti hanno messo tutti gli occupanti in fila, seduti a terra e ammanettati dietro la schiena. Hanno poi smantellato le tende e accatastato ogni cosa, compresi i cartelloni e gli oggetti personali, in un unico mucchio che veniva in seguito rimosso dalla sede dell'occupazione senza tante cerimonie. Ai manifestanti è stato sequestrato ogni effetto personale, compresi i cellulari. Chi si ribellava veniva manganellato.


E'  SUCCESSO  IN  CANADA

Questa settimana il movimento canadese dei 99% si è mobilitato in massa per manifestare contro l'arrivo in Vancouver dell'ex presidente George W. Bush. Analogamente alla Gran Bretagna, dove è stata emendata la Carta dei Diritti Umani per permettere alla responsabile di Piombo Fuso, Tsipi Livni, di mettere piede su suolo britannico senza rischiare l'arresto per crimini di guerra e crimini contro l'umanità, anche in Canada le autorità hanno predisposto le condizioni legali necessarie a fare entrare Bush impunemente nel paese, nonostante le formali richieste dei cittadini canadesi per mezzo di Amensty International e altre organizzazioni umanitarie, di arrestare Bush e incriminarlo per le torture nei confronti dei prigionieri di Guantànamo e per crimini di guerra in Iraq e Afghanistan.

Come in Australia, il movimento per la Causa Palestinese in Canada è molto attivo e può contare su un numero elevato di attivisti che organizzano eventi per diffondere consapevolezza tra i cittadini su quanto succede in Palestina da oltre un secolo e in particolare da quando i sionisti hanno dichiarato unilateralmente l'esistenza di uno stato illegale su territorio rubato ai Palestinesi.


e) LONDRA, l'attivista egiziana di Tahrir Square

Sabato 22 ottobre nell'area dell'occupazione di fronte alla cattedrale di St. Paul, nel distretto finanziario di Londra, gli occupanti hanno assistito ad un momento commovente. E' arrivata in piazza la famosa e storica attivista egiziana Nawal el-Saadawi, che in Egitto ha combattuto tante battaglie per i diritti delle donne e dei diseredati ed è stata per questo forzata in esilio a varie riprese negli Stati Uniti e in Inghilterra. Invitata a parlare di fronte alla folla degli occupatori, Nawal ha preso il microfono dicendo: «ho voluto festeggiare oggi con voi il mio 80esimo compleanno. Il mondo è UNO e dobbiamo lottare uniti, tutti insieme. Sono venuta a dire qui, nella Piazza Tahrir di Londra: il mondo intero è Tahrir Square - la Piazza della Libertà.» 

Successivamente Nawal el-Saadawi commentava ai microfoni di Press-Tv:  «Perché i dittatori occidentali si sono mossi dicendo di volere liberare la Libia da un tiranno, ma si rifiutano di liberare la popolazione di Gaza e della Palestina? Perché?»


LONDRA - 'La liberazione del Mondo Libero' 

Una bella notizia: è arrivato Charlie Veitch, regista e documentarista britannico e compagno di tante lotte degli attivisti pro-Palestinesi. Sta girando un documentario dal titolo «Occupy London Day ZERO». Ed esiste già il video "The making of the Documentary" (e cioè: sul set delle riprese). 

Come dice il titolo, il video mostra Charlie Veitch e la sua troupe di tre o quattro cameraman all'opera, mentre fanno le riprese di quanto avviene nella zona dell'occupazione dei 99% davanti alla cattedrale di St. Paul's nel cuore del distretto finanziario di Londra, a due passi dalla Borsa londinese (Stock Exchange). 



E' divertente e ironico il video, perché mette a nudo l'idiozia delle azioni brutali della polizia in presenza di eventi e persone che chiaramente non rappresentano pericoli di alcun tipo per niente e per nessuno.



C'è un momento, nel filmato, in cui Charlie - che parla e commenta continuamente nel video con frasi argute tra il serio e il faceto - si rivolge sia alla folla che ai poliziotti presenti dicendo:


 «Sapete cosa c’è che non va? Che in un sistema come questo gli stipendi di questi signori (i poliziotti) sono soggetti alla condizione che loro non capiscano il problema. E invece noi vi preghiamo di capire il problema. Martin Luther King ha detto: arriva il momento in cui il vostro silenzio diventa tradimento.»



Il giorno prima, ai microfoni di Press-Tv Charlie Veitch aveva dichiarato: «Da anni lotto in favore della Causa Palestinese e contro i muri di Israele. Ho partecipato a tante iniziative e tante manifestazioni. Sono stato arrestato continuamente e ho visto che purtroppo non facciamo molti progressi.  

«Ho capito che per liberare gli oppressi di Gaza dobbiamo liberare le nostre società dall'occupazione sionista e dal capitalismo, strettamente connessi tra loro.

«Non posso accettare che ogni mattina un miliardo dei nostri fratelli nel mondo si svegli affamato, sapendo di non avere alcuna speranza di potersi nutrire. Non posso accettare che due miliardi di persone ogni giorno si sveglino non sapendo come mettere in tavola il cibo per i figli, mentre quelli che li hanno privati dell'accesso alle risorse prosperano indisturbati. Tutto questo deve finire. Ecco perché sono qui, oggi, in questa piazza, ad unirmi alle rivolte globali e a documentarle. Spero che non mi arrestino di nuovo perché protesto in favore dei diritti civili.»

Nel link segnalato in alto, sotto il video appare questo commento introduttivo di chi lo ha pubblicato: Charlie Veitch, nella sua ricerca per la 'liberazione del mondo libero' si imbarca per un nuovo progetto: «Occupiamo Londra, Giorno Zero.»  Da non perdere assolutamente il video !



* * *


LE  RIVOLTE  E  LA  PALESTINA - Parla Franklin Lamb

Chi segue questo blog conosce bene Franklin Lamb, giurista americano che vive da anni in Libano e si batte da sempre in favore della Causa Palestinese.

In un'intervista rilasciata a Press-Tv, Franklin Lamb commentava la questione Palestinese nell'ottica delle rivolte in atto, dicendo che gli USA non possono più permettersi - sia sul piano economico che morale - di fornire armi e finanziamenti a Israele che è sotto pressione internazionale per le atrocità commesse contro l'umanità.

Dichiara Franklin Lamb: 

«E' chiaro ormai che è arrivato il momento per Washington di disimpegnarsi da Israele e dall'occupazione della Palestina.

«Non so quanto sia di dominio pubblico, ma Panetta (capo del Pentagono / ministro alla difesa) ha parlato con Netanyahu in termini molto forti. Ha dichiarato che il governo israeliano, ma anche lo stato di Israele, potrebbero non sopravvivere a queste rivolte islamiche e arabe - e ora anche occidentali.

«E il motivo è questo: il popolo americano ne ha abbastanza e non credo che Obama possa sostenere lo stato attuale delle cose, il sostegno amorale per Israele contro le Nazioni Unite e l'UNESCO.

«Il messaggio (di Panetta a Netanyahu) è chiaro: lo stato di apartheid di Israele non ha posto nella regione, né ha il diritto di chiedere e ricevere un sussidio di miliardi di dollari dalle tasse dei contribuenti americani. Ora basta. Non ne possiamo più. Obama sa perfettamente che la sua rielezione è a rischio se non riesce a ristabilire un codice di comportamento che rispecchi i valori su cui è stata fondata l'America.

«E' chiaro che il tempo delle chiacchiere e dell'asservimento a Israele è finito. E' arrivato il momento per l'America di rivoltarsi contro il regime sionista.

«Vediamo che ormai il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e la Nato sono state ridotte a semplici appendici delle politiche estere americane. Entrambi questi aspetti sono da risanare. Dobbiamo smantellare la Nato e riformare le Nazioni Unite.

«Sappiamo benissimo che non possiamo contare su Israele per un comportamento etico che rispetti i diritti umani, ma possiamo contare sulle folle nelle strade, nei paesi del Medio Oriente e ora nei paesi occidentali.

«Sta a noi, sia collettivamente che individualmente, cambiare lo stato delle cose. Sta a noi invertire la tendenza all'inettitudine dei nostri governi in questa faccenda.

«Credo che Panetta facesse sul serio. E sicuramente verrà reso noto al pubblico entro breve che l'America dovrà distanziarsi da Israele. L'assistenza militare a Israele, che è entrata a far parte della legislazione americana nel 2008 per opera di Howard Berman, e da allora un pilastro della comunità sionista in America, non è più sostenibile né valida.

«L’America non può più permettersi di assistere Israele, né militarmente, né economicamente e quindi è arrivato il momento di tagliare i ponti con il regime sionista. Ed è proprio questo che Panetta ha detto a Netanyahu personalmente, più o meno in questi termini.

«E' chiaro che ormai la regione è avviata sulla via della rivoluzione e il punto di non-ritorno è stato superato. Il passato è passato e il futuro si chiama Tunisia e Yemen e Ramallah. Sono sicuro che le persone di buona volontà, insieme, cambieranno per sempre lo stato delle cose».

* * *

AGGIORNAMENTO - Mentre scrivo è notte ed è arrivata poco fa la notizia che Israele sta di nuovo bombardando l'area a sud di Gaza.



lunedì 22 agosto 2011

Tripoli 2011, in tempo reale: 1. Cosa succede veramente in Tripoli secondo Stephen Lendman, Franklin Lamb e altri

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Prego leggere alla fine di questo post L’IMPORTANTE AGGIORNAMENTO su TRIPOLI - dopo l’articolo di Stephen Lendman

Da ieri, domenica 21 agosto, si susseguono freneticamente le immagini e le notizie dalla Libia e in particolare da Tripoli. Secondo il racconto dei media, la situazione in Tripoli - roccaforte di Geddafi - starebbe precipitando e la sorte del leader libico sarebbe segnata. Secondo la versione dei media di massa, i cosiddetti ‘ribelli’ sarebbero entrati in Tripoli e avrebbero preso controllo dell’aeroporto internazionale e del centro di telecomunicazioni di stato. Le immagini violente e i commenti dei mezzi busti che venivano trasmessi fin dalla mattina lasciavano intendere che le ‘forze rivoluzionarie’ appoggiate dalla NATO avrebbero preso il controllo della capitale e che la popolazione fosse nelle strade per acclamare i ‘liberatori’.

In parallelo, tuttavia, i media alternativi fornivano un resoconto in forte contrasto con la versione mainstream.

Da qualche tempo si è formata una cooperazione tra i canali di news alternativi e alcuni inviati speciali in Tripoli, che da mesi stanno collaborando sia con
Press-Tv che con RT (Russia Today), e anche con l’emittente radiofonica PRN di Chicago, di cui il giornalista americano Stephen Lendman è uno dei conduttori. I tre inviati speciali sono: il Dr. Franklin Lamb, americano, esperto giurista internazionale con base in Libano, noto ai lettori di questo blog e da sempre uno degli esperti che collaborano con Press-Tv. Franklin Lamb si è trasferito da qualche mese in Tripoli, ed è amico di lunga data di Stephen Lendman da cui viene spesso interpellato per le trasmissioni radio con indirizzo politico internazionale. Il secondo inviato è Mahdi Nazemroaya, ricercatore universitario canadese, anche lui da mesi in Tripoli, da dove relaziona regolarmente per le tre emittenti menzionate. E Lizzie Phelan, giornalista freelance di Londra, corrispondente ufficiale di PressTv in Tripoli.

I tre inviati alloggiano nell’albergo di Tripoli che ospita la stampa internazionale e si alternano nei commenti sulle tre emittenti alternative. Nelle ultime 24 ore stanno facendo la spola tra un canale e l’altro. Infatti non si possono muovere dall’albergo perché i bombardamenti NATO si sono intensificati a ritmo vertiginoso e le strade sono invase da gang non meglio identificate, che tuttavia i media di massa definiscono ‘combattenti ribelli’.

Tra tutti funge da trait d’union proprio il giornalista e blogger Stephen Lendman di Chicago, che nelle ultime 24 ore è rimasto collegato con Press-Tv, RT e i tre inviati di Tripoli. Lendman è anche in contatto costante con chi vi scrive, per aggiornamenti, commenti e riflessioni.

Questa premessa ha per scopo di introdurre il resoconto delle vicende di Tripoli degli ultimi tre giorni fornito da Stephen Lendman nel suo blog, che riassume quanto emerge dai racconti dei tre inviati e testimoni oculari in Tripoli.

Prima di tradurre il post di Lendman, riassumo brevemente gli antefatti di ieri, per come venivano narrati soprattutto su Press-Tv.

Nel mattino Press-tv aveva improvvisamente interrotto i programmi regolari per collegarsi con Tripoli, perché i media di massa trasmettevano immagini di combattimenti nelle strade di Tripoli e annunciavano la prossima cattura della capitale da parte delle ‘forze di opposizione’ appoggiate dalla Nato. Dal collegamento con gli inviati in Tripoli, tuttavia, emergeva una realtà del tutto diversa.
Tripoli era sotto forte attacco aereo da parte della NATO, che i media di massa tuttavia non mostravano. Stava avvenendo un massacro totale. Le cosiddette ‘forze ribelli’ che secondo i media erano sul punto di catturare Tripoli, altro non erano - come dicevano gli inviati - che bande armate di desperados di varie provenienze che approfittavano dei bombardamenti per saccheggiare la città, sparando su chiunque opponesse resistenza. Anche l’albergo in cui alloggiano i tre inviati straordinari, Franklin, Mahdi e Lizzie, era invaso da saccheggiatori, e il Dr. Franklin Lamb era stato ferito da uno dei vandali, mentre Mahdi raccontava che un uomo della sicurezza dell’albergo era stato abbattuto davanti ai suoi occhi, mentre tentava di proteggere la proprietà.

I media di massa mandavano anche in onda immagini di folle in Tripoli che, secondo loro, stavano celebrando la caduta della capitale e la prossima fine del regime Geddafi. Ma i tre inviati smentivano, dicendo che nelle strade si vedevano solo corpi di gente colpita dai bombardamenti NATO, feriti e soccorritori, oltre alle gang armate che approfittavano dei bombardamenti per le loro incursioni di sciacallaggio generale.

Alle 23.00 ora locale di Tripoli, ecco la diretta Press-Tv da Tripoli per trasmettere la conferenza stampa del portavoce di Gaddafi, Moussa Ibrahim, ben noto a tutti coloro che seguono le vicende della Libia nei media alternativi. Diceva Ibrahim:


«Sono qui questa sera per denunciare i gravi misfatti della NATO e dei media di massa che raccontano versioni preconfezionate in appoggio alle menzogne delle forze Nato. Non lasciatevi ingannare da quanto vedete e sentite dalla CNN, BBC, Al Jazeera, e tutti i canali
mainstrem a diffusione internazionale. Da una parte mandano in onda false immagini e falsi rapporti, dall’altra evitano di mostrare ciò che succede davvero. Conosco bene gli inganni dei media. Ho studiato scienze delle comunicazioni in Londra e ho approfondito le strategie della disinformazione di massa. Oggi la NATO ha bombardato Tripoli a tappeto. Al momento secondo le autorità mediche sono 1.300 i morti e oltre 5.000 i feriti. Gli ospedali sono sovraffollati e non c’è la possibilità di soccorrere tutti. Si tratta di un crimine orrendo per il quale la Nato dovrà pagare. I bombardamenti sono in atto da almeno 11 ore e stanno continuando».
Circa un’ora dopo la conferenza stampa, Press-tv comunicava che secondo i rapporti mainstream due dei figli di Geddafi sarebbero stati catturati. E solo pochi minuti dopo, ecco una nuova comunicazione: la Corte Penale Internazionale - che mesi fa aveva emesso un mandato di cattura per Geddafi e figli - annunciava che Muhammar Geddafi stesso era stato catturato. Mentre le immagini dai media di massa mostravano presunte folle di Tripoli che secondo la versione dei giornalisti festeggiavano la cattura della famiglia Geddafi.

Subito il collegamento con gli esperti americani che collaborano con Press-Tv. Commentava Jeff Steinberg:
«chiunque sia stato catturato - e ammesso che sia vero - non sono certo i cosiddetti ribelli ad avere la possibilità di catturare chiunque si trovi nel compound fortificato di Geddafi. Se cattura ci è stata, è sicuramente opera della Nato, che opera in Libia sotto mentite spoglie».
Jeff Steinberg è un giornalista di Washington, editore della Executive Intelligence Review (anche EIR).

Mark Glenn - brillante giornalista e attivista del movimento di solidarietà Crescent and Cross - commentava:
«bisogna essere cauti nell’interpretare le news di cui non abbiamo immagini. Non ci sono immagini della presunta cattura di Geddafi. Tuttavia, se è la verità, la NATO ha raggiunto il suo primo obiettivo in Libia e le operazioni militari si sposteranno ora in Siria, mentre la Libia passerà nelle mani di chi è esperto nella depredazione e nello smantellamento delle strutture politiche e sociali, come è successo nell'ex Jugoslavia. E temo che alla Libia verrà riservata la stessa sorte che è toccata all’Iraq. La popolazione verrà decimata, la classe intellettuale decapitata».
Risponde Jeff Steinberg:
«Sono daccordo con Mark e aggiungo questo: Obama è andato in vacanza qualche giorno fa, fiducioso di quanto sarebbe accaduto sul fronte mediorientale. Ora il popolo americano riceverà la notizia di questa “vittoria” e saranno contenti di Obama e lo rieleggeranno. Israele si sfregherà le mani - perché cade un nemico del regime sionista. Altrettanto contenti saranno quelli di Wall Street e del Pentagono. Nuovo petrolio, nuove risorse, nuovo afflusso di denari. Ma niente per le tasche dei cittadini americani. Nuovo paese ‘alleato’ di USA/Israele come l’Egitto».
«Sono daccordo, commenta Mark Glenn, il nuovo leader della Libia sarà un burattino di USA/Israele. Non abbiamo la conferma della cattura di Geddafi e dei figli, ma la NATO è determinata ormai a prendersi la Libia.» ...

«... Ma non è detto che ci riuscirà, commentava questa mattina in diretta Franklin Lamb. I giochi non sono ancora fatti. Guardando fuori dalla finestra dell’albergo, dove sono rintanato con Mahdi e Lizzie perché sono in azione le gang armate che sparano e saccheggiano, vedo passare cortei di mezzi militari di Geddafi. È difficile dire chi la spunterà. Le forze in azione sono tante. Ci sono i mercenari delle confinanti Tunisia e Algeria. Ci sono senz’altro forze Nato anche sul campo, ci sono anche i ‘ribelli’ del Consiglio Provvisorio libico. E ci sono i bombardamenti Nato che continuano senza interruzione. Ma c’è anche il popolo libico, e molti sembrano avere imbracciato le armi in supporto di Geddafi. Comunque quanto è successo nelle ultime 24 ore mi ha certo colto di sorpresa. Non me lo aspettavo. Finora Tripoli veniva colpita sporadicamente dalle incursioni Nato. I miei colleghi Mahdi e Lizzie sono altrettanto sorpresi. Ma ora siamo qui bloccati nell’albergo e improvvisamente la nostre vite sono in pericolo».
Il motivo per cui le vite di Franklin Lamb, Mahdi Nazemroaya e Lizzie Phelan sono in pericolo viene raccontato nell’articolo di Stepen Lendman, che segue più avanti.

Aggiungo che Stephen Lendman è rimasto collegato tutta la notte con PressTv e con i tre inviati e commentava in diretta nelle prime ore della mattina:
«La Corte Penale Internazionale ha mentito dicendo che Geddafi fosse caduto nelle mani dei ‘ribelli’. E mentono i media con i resoconti inventati e le immagini che non si riferiscono agli eventi di ieri. Bisogna guardare Press-tv e RT e Telesur per vedere cosa succede davvero. Nell’albergo in cui alloggiano Franklin, Mahdi e Lizzie sono presenti anche le troupe della CNN, Al Jazeera, BBC e altri canali di news internazionali che raccontano la versione fraudolenta della Nato. Solo i nostri tre inviati che parlano con PressTv e RT raccontano la verità per quanto a loro nota. Sono furioso per il massacro che sta commettendo la Nato. E sono furioso per le minacce fatte ai nostri amici inviati in Tripoli, perché loro osano raccontare la verità. E indovinate da dove arrivano le minacce di morte? È incredibile: dai colleghi dei media di massa! Troverete i particolari nel mio articolo che ho finito di scrivere adesso e che troverete nel mio blog».
Ecco dunque come riassume Lendman i resoconti ricevuti personalmente. Stephen Lendman mi faceva notare che continuerà ad aggiornare i racconti degli inviati speciali e che il contenuto del post potrebbe essere soggetto a modifiche, rettifiche, aggiornamenti.

Mentre scrivo continua la lunga diretta di Press-Tv. Man mano che traduco il post di Lendman, continuerò anche ad aggiornare su quanto vedo e sento. Chi interviene (e per ora non gli inviati di Tripoli che forse non possono collegarsi perché sotto minaccia, come confermava qualche ora fa Mahdi Nazemroaya) - coloro che intervengono nella diretta concordano che la situazione è poco chiara, che comunque è prossima la fine del regno di Geddafi, che il suo compound residenziale è completamente circondato e non c’è via di scampo. Diventa arduo per chiunque raccontare i fatti, anche a causa dell’oscuramento dei media in Libia dopo che le forze Nato hanno reso inagibile il centro di telecomunicazioni.

Man mano che ci saranno aggiornamenti in diretta, aggiungerò qui di seguito un breve paragrafo, che inizierà ogni volta mostrando l’ora locale italiana dell’aggiornamento come di seguito:

* * *

ORE 20.00 - “Breaking News” su Press-Tv: il figlio di Muhammar Gaddafi, Mohammad, creduto catturato dalla Nato, è in realtà riuscito ad eludere la cattura con l’aiuto delle forze fedeli al padre. Non si hanno notizie sicure sull’altro figlio, Saif al-Islam, anche lui presunto prigioniero della Nato dalla notte scorsa.

ORE 21.00: in diretta dal Massachusetts Obama parla della Libia. Poi farò un riepilogo di quanto racconta. Ma c’è una frase che mi ha colpito. «Questa operazione è la prova della coesione della Nato, della sua potenza militare e della tempra morale che la caratterizza». Sto citando a memoria, ma il senso era quello.

ORE 22.00: Press-Tv dice: secondo un rapporto non confermato, Geddafi sarebbe ricoverato in un ospedale della periferia di Tripoli.

ORE 22,30: Tre figli di Geddafi sarebbero nelle mani delle forze di insurrezione della NATO.

ORE 22,45: La multinazionale britannica del Petrolio - BP - ha subito dichiarato che tornerà immediatamente in Libia per l’estrazione del petrolio!!!

Per ulteriori aggiornamenti arrivati nella notte, vedere in fondo a questo post la parte finale dal titolo AGGIORNAMENTI IMPORTANTI da TRIPOLI

* * *

Nella traduzione dell’articolo che segue, le parti in maiuscolo rispettano la scelta dell’articolo originale in inglese.



Stephen Lendman: le menzogne dei media
sulla Libia e sulla Palestina

Inizio questo post facendo notare che la situazione in Libia è fluida e che il mio articolo di oggi avrà un follow-up nelle prossime ore.

La notte scorsa mi diceva via email Mahdi Nazemroaya - che collabora con la mia emittente radio in veste di inviato da Tripoli:

«La Nato ha fatto entrare le sue truppe di insurrezione dal porto di Tripoli. Stanno attaccando il mio albergo. Sparavano nella mia direzione, ma sono riuscito a mettermi in salvo. Loro mentono nel dire che sono in controllo della capitale, ma intanto noi siamo in serio pericolo».

Mahdi mi diceva che ci sono ora in Tripoli gang di guerriglieri mercenari, che sparano nelle strade della capitale e sono indistinguibili dai residenti armati di Tripoli.

Da Russia Today e PressTv veniamo a sapere che ci sono stati 1.300 morti. Ma nessuno sa di sicuro quanti siano. Gli eventi precipitano. C’è il caos.

In collegamento con RT Mahdi diceva che ovunque ci sono saccheggi, anche nel suo albergo, dove le forze di insurrezione sfondano le porte e ammassano ogni cosa. Ma la cosa più terribile che diceva Mahdi è che LA NATO VUOLE UN BAGNO DI SANGUE.

Ed è proprio quello che succede: un bombardamento a tappeto che crea terrore e colpisce i civili.

Mi diceva Mahdi:

«Io stesso, l’inviata di Press-Tv Lizzie Phelan, tre giornalisti francesi, la troupe di Cuba e di Telesur siamo in pericolo. Poco fa un mio collega francese è stato minacciato. Gli hanno detto: ‘Pagherai le consequenze della tua scelta di opporti alla guerra della NATO’».

Più tardi, in collegamento con RT, Mahdi confermava di avere ricevuto le stesse minacce, e cioè da parte della CNN. Anche a lui è stato detto che avrebbe pagato personalmente per non raccontare a versione che vuole la NATO.

RIPETO: LA CNN HA MINACCIATO MAHDI NAZEMROAYA PER AVERE RACCONTATO LA VERITA’ SU QUANTO SUCCEDE IN TRIPOLI, INVECE DI RIPETERE LA PROPAGANDA DELLA CNN - CHE E’ LA STESSA CHE IL NEW YORK TIMES E GLI ALTRI MEDIA DI MASSA RACCONTANO OGNI GIORNO.

Ciò che succede in Libia, Iraq, Afghanistan, Pakistan e Palestina, ma anche nelle altre parti del medio Oriente e del Nord Africa, fa parte di UN COLPO DI STATO CONTRO LA LIBERTA' - PROGETTATO, ORCHESTRATO E DIRETTO DA WASHINGTON.

Ecco come la stampa ha trattato le notizie da Tripoli fino a ieri, domenica pomeriggio. La propaganda vergognosa del New York Times ne è l'esempio più lampante, e lo cito perché:
  1. Il New York Times, la CNN e il resto dei media di massa principali fanno parte della guerra contro la libertà condotta da parte di Washington/NATO
  2. Pubblicano o trasmettono resoconti FALSI e in favore della guerra
  3. Appoggiano crimini di guerra e crimini contro l'umanità
  4. I "reporter" sul campo hanno fornito alla NATO le coordinate per i bombardamenti [come spesso relaziona Mahdi da Tripoli che ascolto regolarmente, n.d.t.]
Raccontano menzogne senza alcuna vergogna. I loro corrispondenti si prostituiscono ogni giorno. In confronto, le donne della strada e i loro protettori sono persone rispettabili.

Dal 19 al 21 agosto, in articoli successivi, il NYT scriveva:

«Il potere di Geddafi sembra sul punto di cedere ... I cittadini credono che presto fuggirà o sarà deposto. Tre persone dicono che la paura nelle strade diminuisce perché tutti pensano che Geddafi non durerà molto»
- mentre invece Geddafi è appoggiato da almeno l'85% della popolazione libica e dalla quasi totatlità dei cittadini di Tripoli.

«... con inattesa abilità i ribelli male in arnese hanno catturato Zawiyah con la sua enorme raffineria di petrolio, a soli 30 Km da Tripoli ... Secondo un funzionario americano (non nominato) Geddafi sarebbe confuso su cosa fare. ... »


Gli articoli parlavano inoltre di ulteriori progressi dei ‘ribelli’, che esistono solo nella mente dei propagandisti del Pentagono e dell'innominato funzionario americano che ha raccontato quelle fandonie al giornalista del NYT.

Un altro articolo del NYT diceva:

«Per la prima volta in mesi, i testimoni in Tripoli parlano di intensi combattimenti nella capitale nella notte (tra venerdi' e sabato) ... I ribelli accerchiano la città catturando quartieri nella parte est, ovest e sud ... Dichiara il "leader dei ribelli" Anwar Fekini, "stiamo coordinando gli attacchi dall'interno, mentre dall'esterno le nostre forze avanzano verso Tripoli"... »


E ancora:

«... i ribelli libici oltrepassano le linee di difesa intorno a Tripoli ... avanzano fino a 10 kilometri da Tripoli, e promettono di unirsi alla popolazione che insorge e combatte ferocemente all’interno della città...»


In un altro articolo si dice addirittura che:

« ...le forze rivoluzionarie stanno probabilmente tentando di mettere la capitale sotto assedio».


Vediamo ora la versione degli inviati dei media alternativi.

Il corrispondente Mahdi Nazemroaya, che collabora con la mia radio regolarmente, scriveva sabato 20 agosto su Global Research.ca :

«Non ci sono ‘forze rivoluzionarie’ in avanzamento su Tripoli - è pura propaganda e disinformazione dei media. Altrettanto false sono le notizie secondo cui ci sarebbero combattimenti nelle località periferiche come Tajoura, Soug, Jomaa e Arada e che presto ci sarà la battaglia nelle strade di Tripoli. ...

«Invece continuano i bombardamenti NATO, mentre le sparatorie al suolo sono sporadiche e disorganizzate. L'obiettivo principale è di spezzare il morale dei cittadini e causare il panico.

«I giornalisti dei media che sono qui nell'hotel in cui alloggio fanno parte di questa campagna di disinformazione. Vogliono alimentare il panico. Vogliono fare collassare il regime. Conducono una guerra psicologica contro il paese».


In diretta su RT Mahdi confermava le sparatorie sporadiche e aggiungeva:

«I media stanno mentendo, dicono che i lavoratori immigrati vogliono fuggire da Tripoli, ma non è vero. I media vogliono creare il panico e causare traumi tra la popolazione.

«E' la Nato quella che causa i veri danni con i bombardamenti incessanti colpendo i civili. Ma non ci sono forze rivoluzionarie libiche che avrebbero intenzione, secondo i media di massa, di catturare la città. E se anche ci fossero, non vincerebbero, perché la popolazione è determinata a sconfiggerli. Geddafi ha provveduto ad armare i cittadini per difendersi. Hanno istituito posti di blocco difesi da volontari tra la popolazione. Eccetto per gruppi sporadici, nessuna forza esterna riuscirà ad invadere Tripoli.

«Quello che succede è un'operazione Nato, che controlla tutto e da cui i 'ribelli' mercenari prendono ordini. I reporter dei media mainstream passano le coordinate alla Nato, compresi i checkpoint, ospedali e altri obiettivi non-militari che poi vengono colpiti per terrorizzare la popolazione e ridurla in stato di sottomissione.

«I media fanno parte della macchina da guerra.»

Anche Franklin Lamb parlava con RT in diretta il 20 agosto dicendo:

«Sono appena rientrato da un giro intorno alla capitale. Non ci sono affatto combattimenti, ma ci sono bombardamenti sporadici da parte della Nato, e qualche contraerea in azione. E' chiaro che non ci sono forze 'ribelli' in azione in questa città. E' tutto piuttosto tranquillo. E' assurdo quello che dicono i media in merito a massicce presenze di 'forze rivoluzionarie'.»



Anche Lizzie Phelan parlava con RT lo stesso giorno dicendo:

«... E' vero che ogni tanto ci sono gang armate per le strade ma, come è successo oggi, vengono regolarmente catturate e arrestate o cacciate dalla città. ... O magari sono singole cellule in attesa di ordini. ... le sole esplosioni che avvengono son quelle dei bombardamenti Nato. ... Le forze 'ribelli' sono appoggiate dai media mainstream come Al Jazeera che è al centro della cospirazione dei media, e sembra che i 'ribelli' siano riusciti a creare falsi filmati in Zawiya, facendo credere che si trattasse di Tripoli. Che io sappia si trattava di un'operazione programmata per creare falsa informazione. Le gang di 'ribelli' avevano iniziato a sparare minacciando i cittadini, dicendo che dovevano collaborare nella messinscena - pena la morte.

«Comunque, dopo alcune sporadiche incursioni di gang armate nella capitale - poi rese inoffensive dai cittadini - è stata ristabilita la calma. Ora la gente è fuori nelle strade perché si sente al sicuro e festeggia con fuochi di artificio e spari in aria per celebrare, pronta a tornare nelle strade per difendersi se necessario.

«Geddafi ha parlato ai cittadini per telefono, rassicurandoli che stesse bene e fosse in città.

«Per quanto riguarda la Nato. Ecco, loro non riescono a fare progressi sul campo, e quindi ricorrono all'espediente del racconto di falsi successi da parte dei media, per convincere l'Onu e il pubblico che valga la pena di combattere questa guerra.

«Fin dall'inizio della guerra i cittadini sono stati ben armati da Geddafi, e sono pronti a difendere la capitale e il paese e a combattere per il leader Muammar Geddafi.

«Sono ben consapevoli dell'alternativa inaccettabile, e di conseguenza sono determinati a lottare per scongiurarla.»

* * *

L'articolo di Stephen Lendman continua con le menzogne dei media in merito ai recenti presunti attacchi dei palestinesi contro i militari israeliani vicino al Mar Rosso e nei pressi della frontiera Egiziana. Si tratta di un argomento importante che tratteremo altrove in questo blog, così come continueremo con il racconto delle vicende per mettere a nudo le tattiche adottate dai media di Murdoch per screditare i palestinesi, e l'Islam in genere, a beneficio di Israele.

Ora termino questo post con alcuni ...


... AGGIORNAMENTI IMPORTANTI su TRIPOLI


Alle 02,30 ora locale di Tripoli arriva una diretta importante su Press-Tv. Vengono trasmesse live le immagini del figlio di Geddafi, Seif al-Islam, mentre festeggia nelle strade di Tripoli, circondato da una folla giubilante. Ricordiamo che Seif al-Islam era stato dato per spacciato, o meglio, catturato dai 'ribelli'.

Subito si collega con Press-Tv la corrispondente Lizzie Phelan che fornisce un resoconto sorprendente, ma neanche tanto se si tiene conto di quanto scritto in questo post - e soprattutto da Stephen Lendman - in merito alle menzogne dei media di massa.

Diceva Lizzie:


«Le immagini che vedete sullo schermo mostrano proprio ciò che sta accadendo ora. Seif al-Islam circolava poco fa liberamente nel compound residenziale dei Geddafi e ora è qui, davanti al nostro albergo, a festeggiare insieme alla folla la cui gioia è incontenibile. I bombardamenti che secondo i media di massa sarebbero in atto in questo momento - come riportano nei loro Tg in America proprio ora che è prima serata - sono in realtà cessati da ore, e le gang di saccheggiatori sono di conseguenza subito scomparsi. Molti sono stati catturati e arrestati: si trattava in prevalenza di mercenari male in arnese al soldo del Qatar (il paese di Al Jazeera) e di altri desperados stranieri. Niente libici tra le gang che hanno approfittato dei bombardamenti per entrare nella città e saccheggiare tanti edifici compresi il nostro albergo. Niente 'ribelli' o 'forze rivoluzionarie' nell'intera capitale. E perfino le forze Nato sbarcate nel porto di Tripoli sono scomparse. Tutto è tranquillo, tutti festeggiano. Muhammar Geddafi - dicono i figli - è in casa e sta bene.»


Subito dopo in collegamento da Washington interveniva Brent Budosky, editore della famosa rivista The Hill (ovvero 'Il Colle' di Washington, che sta a significare 'il Parlamento'). Diceva Budosky:

«che magra figura ci ha fatto Obama, che oggi si è rivolto trionfante alla Nazione dal suo luogo di vacanza - anche lui vittima dei resoconti ingannevoli dei media, che riportavano prematuramente un successo solo auspicato e per niente raggiunto. Obama si era spinto fino al punto di vantarsi che la Nato fosse riuscita a catturare il tiranno senza colpo ferire e senza invasione via terra (bella faccia tosta). Figuraccia anche dei suoi "advisers" che lo hanno mal consigliato e ne pagheranno le conseguenze. Brutta figura anche del premier britannico Cameron, che cantava vittoria oggi in diretta da Downing Street, dichiarando che l'Inghilterra era fiera di appoggiare un popolo che lottava per la democrazia e la libertà.»

Alle 04,30 ora di Tripoli torna di nuovo Lizzie Phelan in diretta su Press-Tv.

«Saif al-Islam è appena uscito dal nostro albergo. Era venuto a salutarci e stringerci la mano, ci conosce bene. Ci ha ringraziato per il lavoro prezioso che facciamo e per avere raccontato la verità. Appena uscito, siamo stati di nuovo avvicinati dai colleghi dei media di massa [credo Lizzie abbia nominato la CNN, ma non ricordo bene], che ci hanno di nuovo minacciato perché non raccontavamo la versione voluta dalla Nato, dicendo che siamo nemici delle forze di liberazione della Libia e che l'avremmo pagata cara. Loro stanno continuando a trasmettere le solite versioni opposte alla realtà, insistendo che la Corte Penale Internazionale sta preparando l'estradizione di Seif al-Islam per essere consegnato appunto al Tribunale dell'Aia. Poco fa abbiamo visto il figlio maggiore di Geddafi, Mohammad, parlare in diretta alla televisione di Stato, quella che sarebbe stata catturata dai 'ribelli'. Mohammad è stato liberato dall'esercito libico, ora in totale controllo di Tripoli. L'esercito ha anche usato efficacemente la contraerea per contrastare le incursioni aeree della Nato».

Non possiamo sapere cosa succederà domani o nei prossimi giorni in Tripoli. Sicuramente la Nato tornerà all'attacco, ma per oggi Tripoli può di tirare un sospiro di sollievo e piangere i suoi 1.300 morti in dignità.

Termino citando le parole di Stephen Lendman nella parte conclusiva del suo articolo in alto.

« ... come al solito, i media sono in pieno assetto di guerra - truffano il pubblico e tradiscono la professione con i loro reportage ingannevoli che provengono direttamente dalle scrivanie del Pentagono.
«Se negli articoli del restigioso New York Times dilagano le menzogne, immaginate cosa sono capaci di fare i media che arrivano direttamente nelle nostre case attraverso la televisione. Non sono altro che pozzi di profanità senza fondo.
«Spegneteli, evitateli, accedete all’informazione vera, spargetela e agite con responsabilità».


* * *
[Per quel che vale la qualità della nostra informazione, per tutti, basta ricordare l’Annunziata che intervista un transfuga libico, già numero 2 di Geddafi, ed ora gioioso traditore del suo paese, chiedendogli se adesso Geddafi si suiciderà, come Hitler. Al che l’ex n. 2 risponde che Geddafi non avrebbe il coraggio di Hitler. È da chiedere a Lucia Annunziata se ha mai pensato di suicidarsi lei, magari con beneficio dei suoi sventurati lettori e telespettatori italiani. - Commento redazionale di A.C. Vedi oltre.]

... continua in nuovo post ...