Il contromondo
di cui scrive l’autore nel libro è quello della nostra post-modernità, c.d.
“liquida”, nel senso che non riesce a costituire certezze, tanto meno
relativamente stabili e condivise.
Oggi di doveri
si parla poco, i desideri – anche quelli meno sentiti dai più, diventano
diritti e il passato viene valutato con i criteri “liquidi” del presente.
È così che sono
giudicati personaggi spesso per prese di posizione poco rilevanti e (del tutto)
decontestualizzate. Churchill, Mozart, Dante, Philip Roth diventano oggetto di
disapprovazione, a dispetto della loro statura politica e letteraria –
completamente dimenticata - per la misoginia di qualcuno o per avere messo
all’inferno i sodomiti (come fece Dante).
Salvatori cita
notizie, articoli, spot, mostrando come il pensiero unico si emani in tante affermazioni e campi
spesso assai distanti. Questo in succinti capitoli i quali espongono come da
un’unità di ispirazione (e direttiva) si scenda nei temi più vari: pur
mantenendo la stessa matrice e le stesse coordinate.
A chiedersi qual
è la matrice comune di opinioni che
spaziano dal gender ai migranti, dal clima all’animalismo, dal razzismo ai
vaccini, le risposte sono plurime. Ma una sovrasta – ancorché non esaurisca le
altre: è che il “contro-mondo” vive in un presente
soggettivo, e in base a quello giudica. Presente perché applica gli idola contemporanei; soggettivo perché
non si pone il problema del common sense,
della condivisione comunitaria dei criteri di giudizio. É un’ipertrofia dell’ego,
che sostituisce l’obiettività con la buona convinzione. Qualche decennio fa un
pensatore come Julien Freund notava la direzione del percorso del pensiero
occidentale poi sviluppatosi fino ad oggi consistente nello spingere all’estremo
i principi che l’hanno caratterizzato. Così il Rinascimento europeo, il
cui connotato saliente era la
razionalizzazione, nella fase decadente si trasforma nel di esso estremo, cioè
nell’intellettualizzazione. Perdendo sia il legame con la realtà che il senso
della misura, che l’avevano connotato per secoli. Spesso diventa un pensiero razioide, senza alcun legame con la
realtà; in altri non commisura scopo e mezzi, privilegiando l’intenzione di
ottenere quello senza badare a questi. Sintomi sicuri di decadenza.
Il contro-mondo,
nel quale rischiamo di naufragare è la decadenza. E questo saggio, anche con
gradevole ironia, può essere una ciambella di salvataggio.
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