mercoledì 12 febbraio 2014

Dal “reato di ipnosi” al “colpo di testa”. Bozza di una critica accademica a Ainis e Chiola sull'esistenza di un “colpo di stato permanente” e di una “situazione eccezionale” dove “decide” il “sovrano”

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Predispongo qui lo spazio virtuale per sviluppare tutti i concetti e gli aggiornamenti di un dibattito in corso dopo aver stabilito un collegamento testuale, un link, con l'area commenti del blog di Beppe Grillo, dove occorre racchiudere i propri interventi entro i 2000 caratteri. Non è poco se si considerare che ciò che ci resta dei filosofici presocratici – quando secondo è stato toccato il vertice del pensiero greco - non supera spesso i 2000 caratteri. Ad esempio, il brano a tutti noto di Protagora secondo cui «L’uomo è misura di tutte le cose: di quelle che sono in quanto sono e di quelle che non sono in quanto non sono». Se assistiamo ai dibattiti di questi giorno incandescenti, è facile verificare come dalle diverse parti in conflitto ognuna formuli i propri giudizi a seconda della propria convenienza. Assolutamente inutile andare a cercare una oggettività, una verità al di sopra delle parti. Anzi, direi, che il disprezzo per la Verità sia assoluto. Si ammette tranquillamente che non esiste altra verità se non la propria e l'abilità dei politici consiste nel dimostrare di avere sempre ragione, mentre il torto è sempre degli altri. Non manca in questo “spettacolo” l'estromissione dal gioco di chi rivendica la propria diversità ed afferma una Verità che sia o possa o debba essere di tutti, ad esempio dicendo con striscioni stesi in giù dal tetto di Montecitorio che «la costituzione è di tutti», una costituzione che ha i suoi sacerdoti stipendiati che sono i professori ordinari di diritto costituzionale, consultati nei talk show per avere lumi definitivi a fronte di pareri profani. Il guaio è che questi “lumi” dicono poi cose contrapposte, in tutto o in parte, e dunque non pare che per questa via si possono avere quelle certezze che ognuno di noi, certamente con umiltà e senza spirito polemico e arrogante, è meglio cerchi innanzitutto in se stesso, facendo uso della propria “testa” non sbattendola al muro, o facendola uscir di senno, ma confidando in essa più che in quella altrui. Un proverbio popolare, che io conosco nella versione dialettale calabrese, dice che è più savio il pazzo in casa propria che il saggio in casa altrui. Qui la casa è l'Italia ed il pazzo è il popolo italiano. Tutti gli altri sembrano “stranieri” trapiantati nella nostra casa per depredarla e prenderci in giro, dicendo magari che i nostri timori, gli allarmi lanciati ai concittadini non sono altro che “colpi di testa”, potendo invece stare ben tranquilli, essendo in buone “mani” e potendo dormire sogni tranquilli, giacché si vede già la “luce in fondo al tunnel”, una luce che gli scettici avvertono essere invece un treno che avanza e che ci viene addosso.

Ma ecco qui il link dove andiamo a collocare i nostri 2000 caratteri di commento, stabilendo una connessione reciproca, dal blog di Beppe Grillo a questo mio blog e da “Civium Libertas” a al post di Beppe Grillo dove si è dato l'annuncio della messa in stato d’accusa per Alto Tradimento del presidente della Repubblica. Il mio commento è nascosto fra altre centinaia e col tempo anche migliaia di commenti, aperti ad ogni cittadino lettore del blog ufficiale del Movimento Cinque Stelle, che non ha altri organi di espressione e non dispone di nessun finanziamente pubblico come tutti i quotidiani di regime e la televisione di stato, i cosiddetta media, la cui “informazione” è definita da John Pilger come una “emanazione del potere”, una espressione dotta che ci riporta alla dottrina di Plotino.

Ecco dunque il testo, racchiuso entro i 2000 caratteri, appena postato nel blog di Beppe Grillo “Impeachment a Napolitano: vogliamo sapere”:
Fonte
Ier notte, nella trasmissione di Vespa si chiedeva il parere di due costituzionalisti, Aines e Chiola, sull'esistenza di un “colpo di stato” e sulla validità dell’accusa di Alto Tradimento mossa dal Movimento Cinque Stelle al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il quale aveva reagito con sufficienza a questo addebito, rinnovato poi dalle rivelazioni del giornalista Friedman.

A “piazza pulita” Aines aveva parlato di “reato di ipnosi” che solo poteva contestarsi al presidente Napolitano, avendo i partiti sottoscritto a pieno il suo “operato”. Dal “reato di ipnosi” Aines è poi passato al “colpo di testa” attribuito a quanti secondo lui in modo infondato parlano dell'esistenza di un “colpo di stato” e denunciano un sostanziale sovvertimento dell'assetto costituzionale.

Nessuno ha parlato finora di carri armati, se è questo che si intende per “colpo di stato”. Formuliamo qui la nostra tesi, ma si rinvia al blog "Civium Libertas" per gli sviluppi della critica ai “costituzionalisti” Aines e Chiola.

Carl Schmitt definisce il “sovrano” come colui che decide sullo “stato di eccezione” ossia in una situazione non prevista e non ammessa. Orbene che nell'estate del 2011 vi fosse una “crisi” ovvero uno “stato di eccezione” è cosa che riconoscono tutti, politici e giuristi (Chiola).

Cosa ha fatto Napolitano?

Ha conferito in sordina a Monti l'incarico di formare un nuovo governo, ben PRIMA che che si aprisse la crisi FORMALE prevista dalla costituzione.

È vero: i partiti hanno POI sancito una “decisione” extra-costituzionale.

Vi è stato dunque un “colpo di stato” e il passaggio dalla forma di governo “parlamentare” allo stato “presidenziale”, di cui anche il governo Letta è chiara espressione.

Di quale altra “riforma” si vuole parlare?

È stata già fatta!

Ad aver "tradito" non è stato il solo Napolitano, ma insieme con lui hanno "tradito"  tutti i partiti “illegittimi” ex tunc.

Si può chiedere a una "maggioranza” di "traditori” di riconoscersi come tali?
Segue per affinità tematica anche il seguente “commento” al post “Il nonno di Montecristo” , e seguiremo analogo criterio di accorpamento dei “commenti”, se vi saranno sul blog di Beppe Grillo altri interventi omogenei sulla stessa materia. Rispetto al nostro testo originario, scritto sempre di getto, ci riserviamo iterventi modificativi di carattere formale o sostanziale.
Fonte
Vorrei ribadire un concetto già espresso in altri miei commenti.

È vero che l'impeachment è stato liquidato in 20 minuti, dando dello scemo a chi lo sostiene, poiché si dice che non ve ne sarebbero i presupposti formali e sostanziali.

Noi sappiamo però che esistono infiniti modi per "tradire”.

Come insegna la storia di Montecristo, i traditori possono essere più di uno e agire di concerto.

Ben sapendo tutti i parlamentari di essere sul piano "sostanziale" niente altro che dei “nominati” (da chi?) e non degli “eletti” (direttamente dal popolo), ed avendo avuto perfino recente "formale" conferma di essere degli "illegittimi”, lealtà avrebbe voluto che si precipitassero nuovamente alle urne, senza indugio alcuno, per ricevere quella legittimazione popolare che a tutti manca.

Invece che fanno?

Se ne stanno attaccati al seggio e allo stipendio netto di oltre 10.000 euro mensili, naturalmente per il bene del paese e non per il loro utile privato.

Da questi signori cosa mai ci si può aspettare?

Sul banco degli accusati di "alto tradimento del popolo italiano" dovrebbero sedere anche costoro insieme con il "loro" Presidente.

Possono proprio loro giudicare sulla ammissibilità della procedura di Impeachment presentata dal Movimento Cinque Stelle?

Peccheremmo noi di ingenuità se ci fossimo aspettati altro risultato che una bocciatura in appena 20 minuti di seduta.

La procedura avviata è stato tuttavia inutile perché in realtà si è inteso adire non un Tribunale fatto di Traditori, ma direttamente il Popolo italiano, che adesso sa e non può più ignorare, malgrado l'azione dei media e di certi "costituzionalisti” che fanno di tutto per manipolare e occultare la verità delle cose.

Le contraddizione e le incoerenze, formali e sostanziali, del sistema regime si succedono ad una frequenza tale per cui assistiamo a una implosione permanente, come dei fuochi di artificio che sembrano non finire mai e dove il botto successivo è più grande e spettacolare di quello precedente.
Il dibattito è qui aperto a quanti vogliono intervenire e pensano di poter dare utili chiarimenti e riflessioni, per la quali anticipatamente ringraziamo. Si veda intanto l'approfondimento di Teodoro Klitsche de la Grange, che esamina le implicazioni della decisione della Consulta che dichiara l'incostituzionalità del Porcellum ma pone non pochi problemi sulla situazione che la stessa corte viene a creare in conseguenza della sua natura di organo in parte giurisdizionale ma non meno di natura politica, espressione essa stessa del sistema dei partiti. Si veda anche - successiva a questo post - la recensione dello stesso Klitsche al libro di Paolo Becchi sul «Colpo di stato permanente», di cui ci continueremo ad occupare.

(testo in elaborazione: segue)

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