A leggere i consueti giornali della carta stampata o a seguire i ludibri dei canali televisivi, in particolare quegli spettacoli immondi che sono i talk show, sembrerebbe ormai assodato che il Movimento Cinque Stelle sia scomparso, non esista più. Anche questa volta io mi sono offerto di fare il rappresentante di lista per il Movimento Cinque Stelle e non ho nascosto la mia adesione al Movimento. L’ho anzi resa pubblica e ciò ha immediatamente prodotto un ennesimo attacco da parte del quotidiano La Repubblica, di cui ho già detto in precedente post e di cui dirò nel successivo.
Qui mi soffermo brevemente sull’analisi del voto elettorale, per il quale rinvio alla discussione in atto da me avviata nel Forum romano del Movimento Cinque Stelle. Per un più ampio pubblico di lettori, anche non aderenti al Movimento Cinque Stelle, riassumo invece i termini essenziali della discussione in atto e che io mi auguro non venga abbandonata fino alla prossima scadenza elettorale delle comunali del 2018, per la quale già incominciamo a prepararci, per non ripetere gli errori fatti (se ve ne sono stati) e soprattutto per superare i limiti materiali ed umani, che già ben conosciamo.
È curioso come tutte le fonti di informazioni abbiano notato un forte incremento dell’astensione, soprattutto a Roma, dove già nel primo turno metà dei cittadini romani ha scelto di non votare, con un incremento del 21 % rispetto al 2008, ma poi i raffronti per il Movimento Cinque Stelle vengono fatti con le politiche del febbraio scorso e non invece con le amministrative del 2008, quando il Movimento Cinque Stelle non era neppure stato fondato. Rispetto ad allora, stando a calcoli da ragioniere, il Movimento è passato da zero ad oltre il 12 per cento, un risultato certamente magro rispetto alle politiche di due mesi prima, ma più che lusinghiero rispetto allo zero di partenza.
Per maggiori dettagli e più minute argomentazioni rinvio alla discussione interna già citata. Qui ne riporto le conclusioni provvisorie. È da considerare soddisfacente il risultato che vede in Campidoglio e ai singoli Municipi la presenza di consiglieri del Movimento Cinque Stelle che porteranno all’esterno le informazioni di cui il Movimento ha bisogno per crescere. In effetti, se in Movimento Cinque Stelle avesse conquistato di colpo l’amministrazione del più grande comune d’Italia io temo che non saremmo stati capaci di tanto onere e di tanto onore. Personalmente, mi ritengo particolarmente soddisfatto per aver mandato a casa (non ho dubbi sul ballottaggio) il signor Gianni Alemanno, con il quale ho un conto personale da quando nell’ottobre 2009 Repubblica, su commissione di terzi e con firma Marco Pasqua, scatenò una attacco mediatico contro di me. Alemanno – che disgraziatamente avevo pure votato nel 2008! – fu tra quelli che mi si avventarono contro e contro i quali la giustizia del Cielo non tardò a manifestarsi, come nel caso di Marrazzo, che oggi lamenta una campagna di stampa contro lui, dimentico che lui stesso aveva fatto parte pochi giorni prima di una campagna di stampa contro me, rilasciando dichiarazioni del tutto gratuite e prendendo come oro colato ciò che Repubblica metteva in circolazione.
Chiedo scusa ai miei lettori se tiro fuori sempre la mia vicenda personale, ma lo faccio soltanto nella persuasione del suo valore esemplare: io stesso come Tortora, anche se per fortuna senza gli stessi connotati tragici. E non mi stancherò di ricordare la mia vicenda ogni volta che sarà pertinente al discorso corrente... E quale è qui ora il nostro discorso? Presto detto: il Movimento Cinque Stelle, al quale ho aderito convintamente e fattivamente dopo aver definitivamente sciolto qualsiasi mio vincolo con il PDL, non è affatto finito, ma è appena al suo inizio. Molto lavoro vi è ancora da fare, perché la crisi e lo sfascio sociale aumenta di giorno in giorno. Questi partiti che ne sono la causa non ne sono e non ne saranno il rimedio. Il castello di menzogne che con il concorso dei media ogni giorno edificano con notizie date al mattino già crolla con le notizie delle sera, se appena appena i teledipendenti del regime riescono a manifestare un lieve sussulto di spirito critico.
Il Movimento romano non ha sofferto per il risultato elettorale. Le sue riunioni organizzative continuano come prima, il lavoro non si è interrotto, anzi si svolge meglio senza l’impaccio della campagna elettorale, e aumentano le adesioni e l’entusiasmo dei suoi militanti. La storia non è solo uno sguardo al passato, ahimé uno sguardo non libero ma spesso costretto e ingabbiato da ricostruzioni di regime e dal suo occhio televisivo, dove - ad esempio - in occasione di una trasmissione “educativa” sul referendum istituzionale (repubblica o monarchia) mi capitò di veder salutato come una “benedetta truffa” il risultato elettorale che ancora oggi si celebra il 2 di giugno. La storia è anche il presente nel suo farsi, dove ognuno è protagonista, lo voglia o no, anche restando del tutto inerte davanti al fluire degli eventi.
È curioso come tutte le fonti di informazioni abbiano notato un forte incremento dell’astensione, soprattutto a Roma, dove già nel primo turno metà dei cittadini romani ha scelto di non votare, con un incremento del 21 % rispetto al 2008, ma poi i raffronti per il Movimento Cinque Stelle vengono fatti con le politiche del febbraio scorso e non invece con le amministrative del 2008, quando il Movimento Cinque Stelle non era neppure stato fondato. Rispetto ad allora, stando a calcoli da ragioniere, il Movimento è passato da zero ad oltre il 12 per cento, un risultato certamente magro rispetto alle politiche di due mesi prima, ma più che lusinghiero rispetto allo zero di partenza.
Per maggiori dettagli e più minute argomentazioni rinvio alla discussione interna già citata. Qui ne riporto le conclusioni provvisorie. È da considerare soddisfacente il risultato che vede in Campidoglio e ai singoli Municipi la presenza di consiglieri del Movimento Cinque Stelle che porteranno all’esterno le informazioni di cui il Movimento ha bisogno per crescere. In effetti, se in Movimento Cinque Stelle avesse conquistato di colpo l’amministrazione del più grande comune d’Italia io temo che non saremmo stati capaci di tanto onere e di tanto onore. Personalmente, mi ritengo particolarmente soddisfatto per aver mandato a casa (non ho dubbi sul ballottaggio) il signor Gianni Alemanno, con il quale ho un conto personale da quando nell’ottobre 2009 Repubblica, su commissione di terzi e con firma Marco Pasqua, scatenò una attacco mediatico contro di me. Alemanno – che disgraziatamente avevo pure votato nel 2008! – fu tra quelli che mi si avventarono contro e contro i quali la giustizia del Cielo non tardò a manifestarsi, come nel caso di Marrazzo, che oggi lamenta una campagna di stampa contro lui, dimentico che lui stesso aveva fatto parte pochi giorni prima di una campagna di stampa contro me, rilasciando dichiarazioni del tutto gratuite e prendendo come oro colato ciò che Repubblica metteva in circolazione.
Enzo Tortora, una vittima dei media |
Il Movimento romano non ha sofferto per il risultato elettorale. Le sue riunioni organizzative continuano come prima, il lavoro non si è interrotto, anzi si svolge meglio senza l’impaccio della campagna elettorale, e aumentano le adesioni e l’entusiasmo dei suoi militanti. La storia non è solo uno sguardo al passato, ahimé uno sguardo non libero ma spesso costretto e ingabbiato da ricostruzioni di regime e dal suo occhio televisivo, dove - ad esempio - in occasione di una trasmissione “educativa” sul referendum istituzionale (repubblica o monarchia) mi capitò di veder salutato come una “benedetta truffa” il risultato elettorale che ancora oggi si celebra il 2 di giugno. La storia è anche il presente nel suo farsi, dove ognuno è protagonista, lo voglia o no, anche restando del tutto inerte davanti al fluire degli eventi.
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