lunedì 26 novembre 2007

Riflettori su Oxford: Irving e Griffin hanno il diritto di parlare?

Versione 1.3

Traggo da varie fonti le notizie che riguardano un invito per oggi 26 novembre 2007 fatto dall’associazione studentesca The Oxford Union a David Irving e Nick Griffin a quanto pare non su un tema “negazionista”, ma sul principio stesso della libertà di parola. Probabilmente ad Irving è precluso anche di poter parlare sulla pastasciutta. Ad organizzare l’incontro è la Oxford Union, un’associazione studentesca universitaria «che organizza incontri di fama mondiale». La solita opposizione non manca: sono in centinaia venuti da fuori per manifestare contro David Irving e Nick Griffin.
Eccola intera la notizia tratta da Tendenze online:
Roma, 26 nov. (Apcom) - Centinaia di dimostranti sono attesi oggi fuori dalla Oxford Union - l'associazione organizzatrice di dibattiti all'interno dell'università di Oxford - per chiedere che David Irving, lo storico inglese negazionista, e NickGriffin, il leader del partito nazifascista inglese Bnp, siano esclusi dal dibattito sulla libertà di parola.
Trevor Philips, capo della Commissione pari opportunità e diritti umani (Equalitiesand Human Right Commission) ha bollato l'invito come una "disgrazia", mentre gli attivisti, che temono l'arrivo di sostenitori nazifascisti in città, avvertono che la sicurezza degli studenti è a rischio.
La Oxford Union, associazione universitaria che organizza incontri di fama mondiale, si trova sotto pressione per ripensare la sua decisione e già un prominente parlamentare Tory ha restituito la sua tessera di socio a vita accusando gli organizzatori di cercare "pubblicità naive".
Sul suo sito internet, Irving, condannato a tre anni di prigione dalla Corte d'assise di Vienna per apologia del nazismo, spiega di essere stato invitato più volte dalla Union, ma che ogni volta il suo intervento è stato cancellato. Vedremo se oggi le cose sono cambiate.
Al momento è questa la sola informazione disponibile in lingua italiana. La conferenza prevista per le 20 ha avuto luogo e se ne può trovare una sintesi nel sito della BBC, dove è disponibile anche un video per chi riesce a scaricarlo. Nelle News si può anche leggere un articolo di Julian Joyce su The limits to freedom of speech. Tra gli oppositori della libertà di parola è da annoverare Donna Guthrie, secondo cui «the fact that David Irving's views are offensive to large numbers of people is enough to prevent him from speaking».

Non poteva mancare l'immancabile barbarie liberticida dei Corretti Informatori, che teorizzano il possesso della Verità, avendola conseguita durante il lungo sonno della ragione che intorpidisce l’Europa continentale dal 1945 ad oggi. La notizia della conferenza di Oxford è data sul Corriere della Sera da un trafiletto di Giovanni Belardelli, che subito si guadagna le attenzioni del drappello dei lapidatori di Informazione Corretta, cioè i vari Michelini, che puntualmente scrivere al presidente dell'Ordine dei Giornalisti per la pronta radiazione dall'Albo del temerario che ha osato tanto. Ma ecco i testi: Invitare David Irving, lo storico negazionista, antisemita e neonazista, a parlare alla prestigiosa Oxford Union Debating Society significa ricordare "che la libertà di opinione si misura anche in relazione alle idee che consideriamo sbagliate e perfino aberranti.", come sostiene Giovanni Belardelli sul CORRIERE della SERA del 20 novemre 2007 ?
No, significa offrire una tribuna e una legittimazione alle "idee" e a alle menzogne di Irving.
La "libertà di opinione" non comporta nessun obbligo di offrire un pubblico, e riflettori pubblicitari, a chiunque pensi di avere qualcosa da dire. Invocarla nel caso di Irving e della società di dibattiti di Oxford significa soltanto cercare un alibi per l'incapacità di riconoscere e isolare la barbarie.

 Ecco i due testi:
a) Corretti Informatori, nemici della libertà di pensiero: Invitare David Irving, lo storico negazionista, antisemita e neonazista, a parlare alla prestigiosa Oxford Union Debating Society significa ricordare "che la libertà di opinione si misura anche in relazione alle idee che consideriamo sbagliate e perfino aberranti.", come sostiene Giovanni Belardelli sul CORRIERE della SERA del 20 novemre 2007?
 No, significa offrire una tribuna e una legittimazione alle "idee" e a alle menzogne di Irving.
 La "libertà di opinione" non comporta nessun obbligo di offrire un pubblico, e riflettori pubblicitari, a chiunque pensi di avere qualcosa da dire. [Come non considerante irritante e barbarica oltreche ‘parafascista’ tanta ottusa presunzione?] Invocarla nel caso di Irving e della società di dibattiti di Oxford significa soltanto cercare un alibi per l'incapacità di riconoscere e isolare la barbarie.

 [Inaudito! Un'offesa contro il comune senso del pudore e contro il buon senso! Testi così ottusi chi li scrive? Pezzana o Israel? o Deborah? o Steinhaus?] Ecco il testo dell'articolo:

b) Trafiletto del Corriere della sera: Giunge dall'Inghilterra una piccola lezione pratica sul significato della libertà di opinione. La prestigiosa Oxford Union Debating Society intende invitare a una discussione sui limiti della libertà di parola lo storico negazionista David Irving. L'invito, ha dichiarato il presidente dell'associazione al «Venerdì di Repubblica», non implica affatto un accordo con le sue posizioni, ma la convinzione che tutte le idee debbano poter essere espresse. Proprio una tale convinzione sembra essersi invece appannata nell'Europa continentale, dove si sono moltiplicate le leggi che prevedono il carcere per chi neghi lo sterminio degli ebrei, o non definisca come genocidio il massacro degli armeni, o (nella Repubblica Ceca) non riconosca i crimini del comunismo. L'iniziativa di Oxford ci ricorda appunto che la libertà di opinione si misura anche in relazione alle idee che consideriamo sbagliate e perfino aberranti.

c) Consueto invito ai Lapidatori legati al sito sionista:



Per inviare una e-mail alla redazione del Corriere della Sera cliccare sul link sottostante

lettere@corriere.it
Lo faremo anche noi, ma in senso opposto all'invito del sito “parafascista”,

Si noti l'immancabile invito a mandare lettere di protesta al quotidiano milanese, di cui è vicedirettore l'ineffabile Magdi Allam, il quale ha subito provveduto a correggere Belardelli facendo pubblicare testi “corretti” e sigillati da un’interbista al nemico giurato di Norman Finkelstein. La notiza è diffusa anche dalla Reuters, un'agenzia ebraica.

In lingua francese si può leggere la notizia su 7sur7, ma senza approfondimenti. Scontato il commento della Israel Valley, sito ufficiale della camera di commercio Francia-Israele. Espositivo delle reazioni negative il testo che si può leggere su Arouts 7. L’info en provenance d’Israel, tuttavia sempre meno ottusamente fazioso della nostrana “Informazione Corretta”, che proprio non dimostra per nulla quella superiorità del “genio ebraico”, scoperta da Daniela Coli su “l’Occidentale” di Quagliarello. In fondo in fondo i nazisti erano invidiosi: pensavano di essere loro supeiori per intelligenza, ma invece lo erano gli ebrei. Una forma di razzismo a segno rovesciato e con pretese scientifiche. Una superiore razza ebraica può ben negare ai popoli europei la libertà di pensiero e di parola ed ai popoli arabi financo l'esistenza fisica e politica. In fondo i nazisti non erano che degli innocui dilettanti, ingiustamente diffamati.

Anche nell'informazione in lingua spagnola si trovano allineati in una stessa versione i siti sionisti, che danno risalto al “boicottaggio”. Ad esempio: Nueva Sion, eloquente fin nel titolo. Un ampio servizio, benché partigiano, lo si trova in El País. È qui ripetuto fra l’altro il concetto secondo cui più che il dibattito in sé ciò che ha suscitato e sta suscitando interesse è un ben diverso dibattito che si va sviluppando sui media intorno alla libertà di espressione. È da aggiungere che qui non si può fare la somma dei voti perché la proprietà dei mezzi di espressione e delle agenzie di stampa non è distribuita equamente. A mio modesto avviso, è importante che l'iniziativa degli Studenti di Oxford non sia stata impedita di autorità. Che non ci vadano in segno di protesta questo o quel personaggio è di gran lunga meno importante ed alla fine un simile atteggiamento si ritorce contro chi non riconosce la libertà di manifestazione del pensiero, quale ne siano i contenuti. A lungo andare i pregiudizi non possono spuntarla sulle idee frutto di un pensiero razionale e sistematico.

Un più ampio risalto sembra avere la notizia nella stampa online tedesca, anche se le notizie sono suppergiù le stesse: derStandart.at, Die Presse, Welt Online, abbastanza ricco di dettagli e con una selezione di otto immagini dell’evento. Questo sito offre anche la possibilità di un sondaggio per i lettori, che offre quattro possibilità che traduco per quanti in questo blog non conoscono il tedesco e desiderano votare.
Domanda: Le università devono invitare oratori come il negatore dell’Olocausto David Irving?
Quattro le risposte possibili:
1°) Si, la libertà di opinione deve essere garantita anche a questi uomini (38%/37/45);
2°) Si, in un'università si trova un pubblico, che può formarsi una sua propria opinione (32%/21);
3°) No, a simili uomini ed al loro punto di vista non si deve dare nessun forum (19%/14);
4°) no, in un serio dibattito Irving non è ammesso; egli vuole solo provocare (11%/12/21). -
Fra parentesi sono indicate le percentuali delle 309/316/29(?) risposte pervenute in questo momento in cui io scrivo e che verranno aggiornate ad ogni nuova visita a Welt Online, lasciando traccia delle precedenti votazioni. È da presumere che se il sondaggio cade nell'attenzione di sito come “Informazioe Corretta” i voti saranno alterati e non più significativi. Considero rappresentativo il primo scrutinio da me fatto in quanto rappresentativi del normale campione di lettori di Welt Online, e quindi ammontano al 70 per cento il numero delle persone intervistate che ritengono che la libertà di opinione deve essere garantita a tutti.

Sulla stampa tedesca il dibattito, o meglio la notizia, è riportata con accuratezza e ampio commento, dove in genere ci si preoccupa di prendere le dovute distanze. Indico solo alcune testate:
1) Der Tageszeit; si riportano le proteste dei dimostranti.
2) europolitan;
3) die tageszeitung;
4) Spiegel Online;
2)

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