domenica 18 marzo 2018

Come Israele e i suoi sostenitori lavorano per censurare Internet.

Ero pagato per...”
Riunisco in uno stesso post di Civium Libertas la serie di articoli che “Invicta Palestina” sta traducendo in italiano, proponendole poi alla rete per la diffusione. Mi preme sottolineare un aspetto che forse non è stato ancora visto. L’imponente apparato mediatico azionato direttamente dal governo israeliano agisce, prima ancora che sulla rete, sugli apparati di produzione normativa degli stati dove sono presenti potenti lobby ebraiche, che hanno loro deputati e loro contatti governativi. Commissionano apposite leggi che si affiancano ai sistemi di cui qui si parla e che agiscono come immense macchine della delazione. La controffensiva andrebbe pertanto rivolta non già agli organizzatori di questi servizi dal contenuto idiota, quanto contro quei nostri politici che in pratica ci hanno già venduti. Non è difficile sapere chi sono e individuarli, chiedendo conto del loro operato e denunciando la violazione dei nostri diritti costituzionali. Non è difficile sapere quali sono le leggi da abrogare immediatamente con un colpo solo. Mi considero una “vittima” di questa organizzazione criminale che agisce con il sostegno degli stati. Reagisco quindi non mosso da “rancore" o addirittura “odio”, da loro strumentalizzato e messo al loro servizio, ma con l'unico scopo di ristabilire la Giustizia e il rispristino dei diritti costituzionali di libertà di pensiero, di espressione, di ricerca, di insegnamento, di critica politica. In passato, su questo blog, era già stato pubblicato un articolo: Ero pagato per..., antecedente e non recente, che dava un quadro dell’attività dell'Hasbara. Se quell’articolo, poteva essere dalle parti interessato rigettato come non attendibile, il servizio che adesso segue è pienamente confermativo di una prassi che è assai antica e che andrebbe ricostruita con un minuzioso lavoro di ricerca storica.

CL

Come Israele e i suoi sostenitori lavorano
 per censurare Internet.
 di
Alison Weir, 8 marzo 2018

Studenti all’Accademia di informatica e sicurezza informatica israeliana.
 Israele sta anche “setacciando le comunità ebraiche all’estero
 per trovare giovani informatici prodigio disposti a collaborare”.

“Numerosi progetti ben finanziati, organizzati da e per Israele lavorano per inondare i social media con propaganda filo-israeliana, e bloccare invece notizie non gradite a Israele. I progetti utilizzano soldati israeliani, studenti, adolescenti americani e altri, e vanno dall’infiltrazione in Wikipedia all’influenza su YouTube. Alcuni operano nei Centri della comunità ebraica negli Stati Uniti.”

Gente che andava sul canale trovava un messaggio che diceva che il sito era stato chiuso per “violazioni delle linee guida di YouTube” – lasciando intendere al pubblico che eravamo colpevoli di irregolarità – assicurando che loro non sapevano nulla sulle informazioni che stavamo cercando di diffondere.

Quando abbiamo tentato di accedere al nostro canale, abbiamo trovato un messaggio che diceva che il nostro account era stato ‘disabilitato permanentemente’. Non avevamo ricevuto alcun avviso e non abbiamo ricevuto spiegazioni.

Dopo cinque giorni, abbiamo ricevuto un messaggio generico in cui si diceva che YouTube aveva esaminato i nostri contenuti e determinato che non violavano alcuna linea guida. Il nostro canale è tornato di nuovo online.

Allora, perché all’inizio è stato chiuso? Cosa è successo e perché?

A quanto pare, Israele e le istituzioni israeliane impiegano eserciti di guerrieri di Internet, dai soldati israeliani agli studenti, per diffondere propaganda online e cercare di ottenere che vengano vietati contenuti che Israele non vuole che siano mostrati.

Forse come i nostri video di palestinesi uccisi dalle forze israeliane.

1. Quello che è successo.

Qualche giorno prima della chiusura del nostro canale, abbiamo ricevuto una notifica con email da YouTube, che ci diceva che avevamo ricevuto “un avvertimento” per un breve video su un uomo palestinese ucciso da soldati israeliani. Il video faceva parte della nostra serie realizzata per rendere le vittime palestinesi, solitamente ignorate dai media statunitensi, visibili agli americani.

Ci vogliono tre minuti per guardare il video e vedere che non contiene nulla di discutibile, a meno che rivelare crudeltà e oppressione siano discutibili:

https://www.youtube.com/watch?time_continue=14&v=m7_JNgc26lY
[si accede al video you tube cliccando sul link]

L’email di YouTube affermava che avevamo in qualche modo violato la loro lunga lista di linee guida, ma non ci diceva quale o come. Semplicemente dichiarava:
“Il tuo video ‘Ahmad Nasser Jarrar’ è stato segnalato per una revisione. Dopo aver esaminato, abbiamo stabilito che viola le nostre linee guida. L’abbiamo rimosso da YouTube e assegnato un avvertimento relativo alle Norme della community, o penalità temporanea, al tuo account.”

Tale sanzione non è pubblica e non chiude il canale.

Tre giorni più tardi, prima ancora che avessimo avuto la possibilità di fare appello contro questo avvertimento, YouTube improvvisamente ha cancellato l’intero canale. Il tutto compiuto senza ulteriori avvertimenti o spiegazioni.

In violazione delle norme di YouTube pubblicate.

Le norme di YouTube dicono che esiste un sistema di ‘tre avvertimenti’ con il quale avvisa per tre volte le persone alle quali sono riconosciute presunte violazioni, prima di chiudere un canale. Se un canale alla fine viene chiuso, le norme stabiliscono che YouTube invierà un’e-mail  “che specifica il motivo della sospensione”. Niente di tutto ciò è accaduto nel nostro caso.

==========Breve parentesi==========
Caso simile anche in Italia per il nostro canale Invictapalestina, segue notifica con scadenza aprile 2018 e video “esaminato”. Il nostro ricorso è stato respinto.

Questa segnalazione è riferita al canale YOUTUBE di Invictapalestina, con altri due avvertimenti il canale potrebbe essere chiuso. Israele semina odio, Invictapalestina lo documenta e il canale è messo a rischio.


Anche in questo caso è necessario un minuto  per guardare il video e vedere che non contiene nessun incitamento all’odio da parte nostra. (Il video  è oscurato sul nostro ma visibile egualmente sul nostro blog/pagina Facebook e  in altri server grazie a siti amici che l’hanno ricaricato).

Link al video: https://www.invictapalestina.org/archives/31569


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