Gilad Atzmon Blog |
Udo Ulfkotte |
L'illustre collega Gentile mi disse una volta, all'incirca: nella storia contemporanea le fonti sono così innumerevoli che necessariamente occorre fare una selezione, e selezionando si può optare per una tesi o per l'altra... a seconda, è chiara, delle proprie opzioni politiche... convenienza ed utilità. In fondo, uno storico accademico in cosa si distingue da un comune giornalista, del Foglio o di Libero? Udo Ulfklotte docet... Per la tecnica, e per una frequentazione di archivi non alla portata di web... Il giorno in cui tutti gli archivi pubblici e privati verranno resi disponibili a chiunque online, avremo una nuova figura di "storico", ed ognuno di noi avrà il diritto e la libertà di esplorare ed interpretare il suo passato storico...
Il buon Santoro se anziché invitare personaggi della comunità ebraica, a recitare la solita solfa, avesse fatto un giro per le galere tedesche (gli odierni lager), avrebbe trovato persone la cui unica colpa è quella di avere opinioni diverse da quelle dei suoi ospiti... E dunque, anche qui, abbiamo un neohitlerismo, i lager delle persone che non la pensano come la De Cesare, che non corre assolutamente nessun rischio e non deve avere nessun coraggio: con quella bocca e con quella testa può dire assolutamente quello che vuole; nessuno può contraddirla perché lo mettono in galera e a incominciare da Santoro alla pubblica gogna...
Se ha finito di scontare i suoi 9 mesi di galera, Santoro poteva andare ad intervistare, e magari invitare nel suo studio, quel genitore tedesco che (mi fu detto per telefono: non l'ho letto certo sui giornali!) ebbe nove mesi di carcere senza condizionale, per aver prestato a un suo amico il libro di un certo autore, che per averlo scritto credo stia ancora scontando dodici anni di carcere in un odierno Lager tedesco... Quel genitore, con due figli a carico, disse al giudice che lui il contenuto di quel libro (credo su materia "negazionista") neppure lo condivideva, ma riteneva che dovesse esservi per ognuno libertà di pensiero... Ed invece no! Per questi signori, sionisti, il moto è il seguente: "Io ho tutto il diritto di dire ciò che penso e voglio, ma la tua opinione contraria è un reato": questa è la libertà che ad ognuno di noi ha consegnato il Tribunale di Norimberga e chi l'ha voluto e lo sostiene... Se questi sono i presupposti, che razza di trasmissioni Santoro pensa di poter fare? Con quale gente? Per dire e sostenere cosa? A scapito di chi?
Ci avevano provato anche con Carl Schmitt, ma ancora la tecnica non era perfezionata. Si sono limitati a tenerlo in un "campo" per tredici mesi... senza una capo di imputazione, non essendo riusciti a trovarlo... Richiamo alla mente alcune cognizioni che mi riservo di verificare. Il Tribunale di Norimberga, sappiamo, fu deciso dai Vincitori prima che la guerra si fosse conclusa. Avevano già deciso che una volta vinta la guerra, non si sarebbero limitati ai trattamenti che nella storia si erano già visti e praticati. Questa volta avrebbero fatto un Tribunale dove il vinto sarebbe stati dichiarato “criminale” e le sue azioni di guerra definiti crimini secondo la legge penale che ha un senso in quanto interna agli Stati. Gli atti di guerra dei vincitori (Dresda, Hiroshima... ecc. ecc.) non erano di eguale natura, ma erano atti per terminare la guerra un poco prima: questa la narrativa ancora oggi in voga. La tesi che pongo è questa: se per Katyn è ormai assodato ed acquisito che autori dell'eccidio degli ufficiali polacchi furono i sovietici, che avevano giudici a Norimberga, quale credito può darsi al Tribunale di Norimberga? Era e resta un tribunale di guerra con il quale in virtù della mera forza ed occupazione militare si è voluto imporre non già una condanna e una pena ai vinti sul campo di battaglia, ma si è preteso di infliggere alle popolazioni allora presenti e a quelle successivi una peculiare, opinabile, discutibile visione della storia, delle cause della guerra, delle responsabilità, tutto un sistema di valori dati per buoni perché hanno vinto sul campo di battaglia e perché a 70 anni dal conflitto sono ancora imposti mediante censura e repressione, dalla gogna mediatica, dalla discriminazione fino al carcere duro: dodici anni! Per non parlare di ciò che non è dato sapere ma di cui si teme. Annotava Schmitt nel 1947: «Vivere della colpa altrui è il modo più basso di vivere a spese degli altri».
Ho fatto solo un esempio sporadico delle idiozie, che pagando il canone RAI ho dovuto sorbirmi, senza possibilità alcuna di reclamo. Un'appendice divertente, se lo si può dire, è una specie di gioco delle parti, dove la parte ebraico-sionista non è mai soddisfatta laddove avrebbe tutto il motivo per esserlo, ma fa l'indignata: qualsiasi paragone o analogia è sacrilega: ci si deve “inginocchiare” e basta, senza fiatare e neppure tentare una qualsiasi analisi di fatti storici remoti. Questo fanatismo è scopertamente finanziato, promosso e organizzato dal governo israeliano. Persino la De Cesare per questi fanatici invasati, che hanno però un'influenza assai preoccupante sui nostri politici e sui media, non è abbastanza fanatica e faziosa quanto loro. Forse questo è l'aspetto più divertente.
È infatti da notare come costei suo malgrado qualcosa di giusto e condivisibile lo ha detto. Ed è stato quando ha fatto la distinzione fra lo “storicizzare” il personaggio Hitler ed il periodo storico in cui è vissuto ed il “demonizzare” quello stesso personaggio e quel periodo storico: ma ciò che lei ha sempre fatto è la “demonizzazione” non solo di quel periodo storico, ma di quanti non si associazione a lei nell'opera di “demonizzazione”. Mi stupisce la sua qualifica di “filosofa” (ma è meglio dire professora ordinaria di filosofia) e la sua liberale posizione in materia di introduzione del reato di “negazionismo”: lei - se no andiamo errati - è una decisa sostenitrice della galera per chi non la pensa come lei, che peraltro in materia storiografica non ne sa proprio nulla, e mi pare che in qualche luogo lo ha pure scritto. Non parlo senza fondamento perché ho avuto con lei un pubblico scontro verbale in un'aula del Palazzo di Giustizia, durante un Seminario di studi degli Avvocati sostenitori dell'introduzione di questo reato come poi avvenuto, sia pure con delle strane formulazioni. Ho narrato l'episodio in un altro post di questo blog. Io non so se ho titolo a dirmi "filosofo" ma di certo so che non posso convivere e coabitare in una stessa casa filosofica con chi non riconosce piena libertà di pensiero al suo interlocutore.
Sulla “storicizzazione” devo dire che ho avuto l'impressione che Santoro abbia avuto una timidissima consapevolezza della questione, ma non è andato oltre e non ho nessuna voglia di fare congetture sulla sua timidezza. Quanto agli storici di mestiere invitati nella prima e nella seconda trasmissione non ho apprezzamenti da fare, anche se uno di essi è stato mio collega di facoltà. Non conoscevo la sua posizione in una materia così spinosa, ma adesso la conosco... E mi basta, per amor di pace. Stupisce per costoro l'insensibilità per quei loro colleghi che a migliaia popolano i nuovo Lager europei: quelli appositamente creati per i “criminali del pensiero”. Non comprendono costoro che non possono aspettarsi nessuna credibilità fintantoché si trovano in galera o vengono incriminati i sostenitori di tesi diverse e contrapposte alle loro. Non è che si è storici perché si è professori ordinari ed al restante mondo è preclusa qualsiasi ricerca e interpretazione storica. La digitalizzazione delle fonti di archivio porrà fine al loro monopolio del sapere storico ed essi sono destinati ad apparire come agenti ideologici di ogni regime vigente, quale che esso sia. Il credito scientifico di cui si gode può derivare da una presunzione istituzionale che entra in crisi quando si scontra con una opinione pubblica informata e qualificata.
Sulla “demonizzazione” sono da notare le bacchettate inferte ai “giovani” invitati a far “pubblico” nella trasmissione. Lo scrittore “psicologo” ed il giornalista Mentana hanno dato subito addosso a un giovane italo-marocchino appena questi ha tirato fuori lo scheletro dall'armadio: la Palestina, la cui ricostruzione storica della “pulizia etnica" precede la nascita di Hitlere: 1882 inizio della immigrazione sionista in Palestina, con documenti che testimoniano quali fossero le intenzioni dei "migranti” di allora (si veda il volume cronologico di Vinciguerra), a fronte della nascita del mandrillo Hitler nel 1889. Sarebbe stato divertente se qualcuno avesse portato nella trasmissione una mezza pagina del libro di Gada Karmi, dove si parla di «campi di concentramento» in Palestina, dopo la grande pulizia etnica del 1948 e fino al 1953, su fonti della Croce Rossa di cui sono andato alla ricerca, ma che pare siano stati trovati e forse pubblicati: così mi fu detto in un convegno da persone di cui non ho il contatto e che non saprei come ricercare.
Quanto a Mentana, che dice di essere contento di vivere in una democrazia che consenta al giovane marocchino di fare associazione di idee con quanto avviene in Palestina (ma il giovane gli ha saputo rispondere, ribattendo che anche lui è contento di non pensarla come Mentana), evidentemente ignora o vuole ignorare gli innumerevoli casi di incriminazione per reati di opinione in Germania, Francia e altri Paesi. Non ricordo mai che nei suoi tg ne abbia parlato... Il povero Vattimo (che mi ha confermato personalmente l'episodio e gli esatti termini della sua affermazione e relativo contesto) si è trovato addosso una patente permanente di "antisemita" per aver detto che gli apparivano “verosimili” i “Protocolli di Sion” per il controllo incondizionato dei media da parte degli ebrei. Se questa è un'affermazione infondata, credo che se ne possa fare una verifica per confermare o meno questa infondatezza... E Mentana, presente alla prima trasmissione, non mi pare sia un soggetto terzo e imparziale... E qui mi fermo, almeno per oggi, con una nota esilarante: la pretesa di Santoro di “far capire le cose” con una trasmissione “sperimentale” nella quale del tutto casualmente mi ero imbattuto.