venerdì 20 gennaio 2017

Adriano Tilgher: «Solidarietà e unione europea».

Ricevo - suppongo per fini di pubblicazione - un articolo di Adriano Tilgher, che letto in contenuto non ho nessun difficoltà a pubblicare, con qualche mia osservazione. Seguo con stanchezza, anzi non seguo per nulla, gli infiniti talk show sui migranti, accoglienza, bla bla e non se ne può più. Qui non si tratta  di scagliarsi contro i tanti disgraziati che approdano sulle nostre coste, come si tenta di indurci a fare per poi farci passare per inumani e metterci al bando in casa nostra. Si tratta di vedere il fenomeno nelle sue cause e nelle sue conseguenze. Le cause cono le infinite e dissennate guerre che i nostri governati, asserviti alla NATO e alla finanza mondiale, continuano e produrre in ogni parte del mondo, e particolarmente in Medio Oriente e in Libia. Le conseguenze sono una vera e propria invasione - ripeto: invasione voluta e programmata - del nostro Paese, al fine di scompaginare l'unità sociale politica e colturale del popolo italiano. Stesso discorso può farsi per gli altri Paesi d’Europa, ma da noi la cosa è più grave ed i nostri governanti più corrotti e collusi con i poteri esteri. Occorre reagire ed è cosa sacrosanta e giusta il farlo. Quale sia la soluzione più giusta ed efficace, lo si potrà sapere solo dopo che si è presa consapevolezza del problema e si sono individuate le responsabilità, e quindi aggregate le forze politiche capaci di dirigere la legittima reazione e protesta del popolo italiano. Non prima. Prima sarebbe velleitario e perdente.

AC

SOLIDARIETÁ E UNIONE EUROPEA

Quello che accade in Italia è da brividi. Non per il freddo ma per il raccapriccio. La terra trema, la neve cade, la crisi è pesante e noi Italiani siamo sempre più soli ad affrontare i nostri problemi.

Perché dobbiamo ogni giorno assistere a richieste di denaro per solidarietà, quelle fatte in grande attraverso le televisioni ed i giornali, vuoi per la ricerca, vuoi per le catastrofi nazionali, vuoi per la fame del mondo, e quelle fatte in piccolo dalla miriade di mendicanti e postulanti che angustiano, spesso in modo petulante la nostra quotidianità?

Ma esiste una stato? Esiste una struttura pubblica che dovrebbe utilizzare le enormi quantità di denaro che ci sottrae attraverso uno dei più iniqui sistemi di tassazione del mondo proprio per queste cose?

Invece NO! Per la carità pelosa verso i diseredati del terzo e quarto mondo , vera e propria tratta degli schiavi, esistono tutti i soldi che vogliono, anche perché poi vanno a finire nelle tasche dei proprietari di sedicenti cooperative o associazioni definite umanitarie (il cui umanitarismo si rivolge soprattutto verso le tasche proprie e dei protettori politici e non), per i bisogni reali della nostra comunità invece si ricorre alla solidarietà nazionale.

Il popolo italiano generosamente partecipa, però poi nel tempo leggiamo di soldi spariti, di aiuti che non arrivano, di situazioni di disagio ed abbandono che continuano per anni.

Lo sciacallaggio di molti sedicenti umanitari è ignobile e andrebbe colpito con un’asprezza di pene senza precedenti, invece nessuno paga, anzi i presidenti di queste combriccole delinquenziali vivono da nababbi rispettati ed onorati come se fossero i benefattori dell’umanità, offendendo in tal modo anche chi generosamente si prodiga veramente per aiutare e salvare il prossimo.

Nessuno paga, dopo qualche articolo e qualche farsa di processo tutto torna nella normalità.

In tutto questo marasma l’Unione Europea brilla per la sua assenza. Questa Unione che dal 2000 con la complicità della nostra sedicente classe politica, ci ha ridotto nelle drammatiche condizioni economiche, sociali ed etiche in cui siamo, ci lascia sempre soli nelle nostre tragedie, anzi acuisce le pressioni grazie anche a mascalzoni come Monti e tutti coloro che lo sostennero che imposero di introdurre a rango di legge costituzionale il pareggio di bilancio. Tutte persone da processare per tradimento e per interesse privato in atti di ufficio.

Mi domando perché rimanere in questa UE che tanto ci chiede e niente ci dà, perché rimanere in un carrozzone che ci è ostile e ci disprezza probabilmente perché invidioso delle bellezze naturali della nostra terra e della ricchezza culturale del nostro popolo?

Non ho risposta se non: “usciamo dalla UE e di corsa”. 
Adriano Tilgher
Roma 20.01.2017

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