Avverto i miei cinque lettore che scrive queste righe di getto, il più velocemente possibile, e di malavoglia, mentre nessuna generosità mi aspetto dai miei nemici che si attaccano proprio per questo alla qualità della scrittura che ne viene fuori, refusi inclusi. Di malavoglia perché ho la mente ad altre incombenze, ad esempio il lavoro nel mio giardino. Devo prima rispondere ad una domanda sul perché dedichi il mio tempo e la mia attenzione ad una “robaccia” come la rassegna stampa di Radio radicale, ovvero le sue mistificazioni, i “soggettivismi” del suo “tenutario” Massimo Bordin. Avverto che la felice espressione di “tenutario” non è mia ma di Travaglio, citato non da Bordin, ma dal suo sostituto di fine settimana, di cui ora mi sfugge il nome, ma non Taradash, bensì l’altro piuttosto longlineo di statura. La domanda è difficile in effetti e sarebbe sbagliata se poggiasse in un fatto caratteriale, in una voglia di polemica e di contrapposizione. Credo che la risposta giusta sia la seguente: per riconoscere la “menzogna” come tale, o meglio nelle forme in cui si nasconde, e quindi per difendersi e poterla neutralizzare, bisogna dedicare ad essa del tempo, allo stesso modo in cui un medico deve procedere per la diagnosi di un male, anche assai brutto e grave. Se avessi fatto questo lavoro all’inizio, quando ero molto più giovane, mi sarei risparmiato almeno tre anni di tessera al partito radicale e non mi sarei lasciato ingannare su alcune problematiche, dove vedo con pena l’ormai senile Marco Pannella annaspare faticosamente. Dopo essere stato teorico e sostenitore della «ingerenza umanitaria», pensa ora di potersi ripulire intellettualmente e moralmente con un bel processo a Bush ed Blair, marari nominando presidenti del tribunale lo stesso Bordin o la Bonino.
Con Bordin di cui mi è sgradevole la voce radiofonico mi sono imbattuto una sola volta. Era all’uscita delle presentazione di un libro di Massimo Teodori, altro campione dell’americanismo, dell’Occidente, di cui ricordo la causa che gli intentò Maurizio Blondet, per alcune sue intemperanze televisive. Poiché una rassegna stampa quotidina tiene o deve tener conto di tutti i quotidiani che escono nelle edicole, mi sembra ovvio che se ne debba fare almeno menzione di tutti, magari con diverso rilievo a seconda del numero di lettori e la diffusione che hanno. Ed invece uno mancava sistematicamente, come se non esistesse affatto. Ho raccontato l’episodio altrove e non ci ritorno sopra. Quando rimproverai a Bordin la sua mancanza di “obiettività” mi risponde vantandosene che lui non era affatto “obiettivo”, bensì “soggettivo”. Ed io riferii a Pannella che Massimo Bordin mi aveva in tal modo rotto i .... e che per questo non ascoltavo più Radio Radicale e quindi lo stesso Marco Pannella, l’unico cervello che esista da quelle parti e le cui argomentazioni ho sempre degnato di attenzione. Pannella rispose che lui invece è «oggettivo». Ed è vero ed è una grande pena sentirlo a colloquio settimanale proprio con Bordin e i suoi toni sguaiati quanto di limitata visione delle cose, un fazioso...
Ma dove troneggia Bordin è nella sua lettura degli articoli, nella inflessione della voce, nelle sghignazzate, nei commenti a ciò che legge, dove il testo letto non può replicare e resta inerte. Se dovesse passare la nuova legge sulla stampa e sul diritto di rettifica o di smentita e senza la replica del giornalista stesso, non sarebbe difficile inchiodare il “tenutario” di radio radicale. Ma veniamo al punto ed al merito. Intanto è da notare una tipicità di radio radicale e della omonima rassegna stampa. Poniamo che sia in atto una terza guerra mondiale, con uso di ordigli nucleari di elevata potenza, non Hiroshima e Nagasaki, ma intere nazioni cancellate dalla carta geografica. Si può essere certi che la rassegna di Bordin inizia con ciò che ha detto la Bonino, la «biforcuta», cui tiene bordone, oppure con la raccolta delle firme, o con qualche commento sulla bontà e importanza delle iniziative radicali. Tutto il resto viene molto dopo e quando arriva non può sottrarsi al giudizio dello stesso stesso Bordin. Qualche volta la sparano pure grossa, come quando attribuirono a Capezzone delle iniziative in materia di usura bancaria che erano invece di Scilipoti, noto in genere per altre cose. Vi era un convegno sulla materia e la cosa fu rilevata da un relatore.
In cose orientali Bordin ha una fonte “soggettiva” quanto lui stesso, forse di più: Fiamma Nirenstein. Tiene una rubrica settimanale, tutta a sghignazzate, che – quella sì – mi risparmio di ascoltare ormai da anni. In queste settimane di guerra data per imminente contro la Siria ascolto dunque la rassegna stampa di radio radicale, dove mai mancano le frecciate faziose contro il Movimento Cinque Stelle, che ha preso posizione con un post di Albanesi, chiosato da una frase di Beppe Grillo con un “e se questa fosse la verità?”. E come il tenutario Bordin ti controchiosa? «Queste sono le riflessioni alle quali si attiene un terzo del parlamento italiano”, con riferimento ai 163 parlamentari Cinque Stelle.
Poco dopo aver detto ciò, il tenutario è costretto ad andare a pescare in un anfratto di Repubblica in parere di un esperto americano, il quale dice chiaro e tondo che tutto ciò che i grandi media strombazzano come certo non lo è per nulla. Lo stesso Bordin è costretto ad ammettere che occorre tener conto di questi dubbi, ma in realtà sparato come è non ne tiene proprio nessuno di conto. La sua preoccupazione, in velata polemica con Cinque Stelle, è che ad aver dato il “miscuglio di gas” ai ribelli non sono stati necessariamente gli americani, come se non fosse più che risaputo il corposo coinvolgimento degli Usa nell’armamento e nel sostegno dei “ribelli”, quasi che aver dato in più o in meno un “miscuglio di gas” faccia la differenza e come se non esistessero le operazione coperte, camuffate, le false bandiere, di cui si parla ad esempio nei recenti libri di Stefania Limiti, leggendo i quali ognuno può rendersi conto di quanto sia sempre mancata all’Italia una sovranità nazionale e come gli Usa siano assolutamente convinti, per diritto divino, di poter fare e disfare a loro piacimento tutti i governi del mondo, magari con la copertura del modello democratico, dei diritti civili e di quanto il povero Pannella si è fatto araldo a forza di scioperi della fame in un mondo in cui milioni di persone muoiono di fame senza nessun bisogno di scioperare.
Esilarante poi la faziosità di Bordin, quando si va a pescare a pagine 35 del Corriere della Sera un commentino del guerrafondaio Bernardo Enrico Levi, immortalato per noi in divisa militare su un carro armato israeliano. E potremmo continuare con innumerevoli esempi di faziosità quotidiana che dimostrano una tesi sulla quale non si smetterà mai di riflettere e di richiamare l”attenzione dei pochi lettori che possono frequentare questo blog. L’informazione grande e piccola, con incursioni anche nella rete, non è più strumento di propaganda degli eserciti, ma è essa stessa parte integrante di ogni aggressione militare e mnediatica che viene condotto contro la libertà dei singoli paesi, del mondo intero, delle nostre coscienze. Dopo la caduta dell’Unione Sovietica gli Stati Uniti hanno creduto di poter aspirare al dominio del mondo intero. Si è incominciato con la dissoluzione della ex Iugoslavia e si è ora giunta alla imminenza di una guerra alla Siria. Un acuto analista come Giulietto Chiesa va dicendo nelle sue sortite che quella che è sotto i nostri occhi, nel Medio Oriente, è solo una guerra intermedia. L’obiettivo finale è la Cina, che fra pochi anni dovrebbe diventare la prima potenza industriale del pianeta: fra cinque anni avremmo una Cina e mezza in più. L’Impero americano deve impedirlo e noi suoi servi dovremmo accodarci.
Non ci sono prove sulle accuse degli USA contro la Siria
agosto 28, 2013
Tony Cartalucci Land Destroyer 28 agosto 2013
Il Wall Street Journal ha confermato ciò che molti sospettavano, che le cosiddette “prove” del mondo occidentale sugli ultimi presunti “attacchi chimici” in Siria, e che accusavano il governo siriano, sono invenzioni tramate dalle dubbie agenzie d’intelligence dell’occidente. Il Wall Street Journal rivela che informazioni dell’intelligence israeliana, il Mossad, sono alla base delle accuse della Central Intelligence Agency (CIA) degli Stati Uniti, una ripetizione delle invenzioni che portarono alla guerra in Iraq e in Libia, ed utilizzate da 3 anni per giustificare il continuo supporto agli estremisti che operano all’interno e lungo i confini della Siria.
L’articolo del Wall Street Journal, “Stati Uniti e alleati pronti ad agire mentre l’intelligence avanza sulla Siria“, afferma: “Un pezzo cruciale del caso in questione s’è avuto dai servizi di spionaggio israeliani, che hanno fornito alla Central Intelligence Agency informazioni da un’unità speciale di élite siriana che sovrintende alle armi chimiche di Assad, hanno detto dei diplomatici arabi. Le informazioni che la CIA ha potuto verificare, mostrano che alcune armi chimiche furono inviate in anticipo nella stessa periferia di Damasco in cui l’attacco avrebbe avuto luogo la settimana scorsa, hanno detto i diplomatici arabi”. Sia il Mossad che la CIA sono chiaramente compromessi sul piano dell’oggettività e della legittimità. Né esiste, né si prevede di fornire alcuna prova imparziale, ma piuttosto di facilitare con tutti i mezzi necessari, l’agenda, gli interessi e gli obiettivi egoistici dei rispettivi governi. Sia Israele che gli Stati Uniti, nel lontano 2007, cospirarono apertamente per rovesciare il governo della Siria con un bagno di sangue settario accuratamente progettato, così screditando completamente le due agenzie di intelligence. Proprio per questo motivo, un’indagine imparziale di terze parti è stata richiesta dalla comunità internazionale e concordata con il governo siriano, un’indagine di terze parti che gli Stati Uniti sono ormai solleciti nel voler annullare prima dei previsti attacchi militari.
Il Wall Street Journal riporta: “In una e-mail di domenica, la consigliera per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca Susan Rice, ha detto secondo l’ambasciatrice all’ONU Samantha Power e altri alti funzionari, che la missione delle Nazioni Unite è inutile perché le prove sulle armi chimiche erano già conclusive, hanno detto i funzionari. Gli Stati Uniti esortano le Nazioni Unite, in privato, a ritirare gli ispettori, permettendo al presidente Barack Obama di promuovere eventualmente la risposta militare, hanno detto i funzionari”. Gli Stati Uniti quindi, non la Siria, tentano l’insabbiamento, presentando le invenzioni di screditate fonti dell’intelligence compromesse e minacciando attacchi militari imminenti, che metterebbero in pericolo la sicurezza del gruppo d’ispezione delle Nazioni Unite, che dovrebbe concludere le indagini e ritirarsi.
Il Wall Street Journal ha anche ribadito che gli Stati Uniti prevedono di eludere completamente il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e di procedere unilateralmente con i loro partner: “...Se gli Stati Uniti hanno scelto di colpire, lo farebbero con gli alleati e senza le Nazioni Unite, al fine di eludere il prevedibile veto russo.” Gli Stati Uniti procedono ora con disprezzo assoluto del diritto internazionale, ma dichiarando di non aver intenzione di fornire prove credibili sulle loro accuse al governo siriano. Si tratta di una corsa verso la guerra, con tutte le caratteristiche della pericolosa disperazione per la sorte dei fantocci dell’occidente schiacciati dai militari siriani. I vertici militari occidentali devono prendere in considerazione gli aspetti strategici e gli esempi storici riguardanti i pericoli e la follia di un guerra frettolosa e imprudente, in particolare una guerra combattuta per proteggere interessi e agende politiche particolari, piuttosto che per difendere il proprio territorio.
Le popolazioni dell’occidente devono considerare quali benefici hanno tratto in questo decennio di conquiste militari cui hanno lasciato indugiare i loro leader. Le economie che sprofondano pur di conservare interessi particolari, la crescita degli apparati di sicurezza interna volti a mantenere questi interessi al riparo dall’opposizione nazionale ed estera, sono problemi che potranno solo acutizzarsi.
Al di fuori dell’occidente, a Mosca, Pechino e Teheran, i leader devono prendere in considerazione un futuro in cui gli interessi particolari occidentali possono invaderli impunemente, senza il necessario sostegno dell’opinione pubblica, e anche di una parvenza di giustificazione.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
Con Bordin di cui mi è sgradevole la voce radiofonico mi sono imbattuto una sola volta. Era all’uscita delle presentazione di un libro di Massimo Teodori, altro campione dell’americanismo, dell’Occidente, di cui ricordo la causa che gli intentò Maurizio Blondet, per alcune sue intemperanze televisive. Poiché una rassegna stampa quotidina tiene o deve tener conto di tutti i quotidiani che escono nelle edicole, mi sembra ovvio che se ne debba fare almeno menzione di tutti, magari con diverso rilievo a seconda del numero di lettori e la diffusione che hanno. Ed invece uno mancava sistematicamente, come se non esistesse affatto. Ho raccontato l’episodio altrove e non ci ritorno sopra. Quando rimproverai a Bordin la sua mancanza di “obiettività” mi risponde vantandosene che lui non era affatto “obiettivo”, bensì “soggettivo”. Ed io riferii a Pannella che Massimo Bordin mi aveva in tal modo rotto i .... e che per questo non ascoltavo più Radio Radicale e quindi lo stesso Marco Pannella, l’unico cervello che esista da quelle parti e le cui argomentazioni ho sempre degnato di attenzione. Pannella rispose che lui invece è «oggettivo». Ed è vero ed è una grande pena sentirlo a colloquio settimanale proprio con Bordin e i suoi toni sguaiati quanto di limitata visione delle cose, un fazioso...
Ma dove troneggia Bordin è nella sua lettura degli articoli, nella inflessione della voce, nelle sghignazzate, nei commenti a ciò che legge, dove il testo letto non può replicare e resta inerte. Se dovesse passare la nuova legge sulla stampa e sul diritto di rettifica o di smentita e senza la replica del giornalista stesso, non sarebbe difficile inchiodare il “tenutario” di radio radicale. Ma veniamo al punto ed al merito. Intanto è da notare una tipicità di radio radicale e della omonima rassegna stampa. Poniamo che sia in atto una terza guerra mondiale, con uso di ordigli nucleari di elevata potenza, non Hiroshima e Nagasaki, ma intere nazioni cancellate dalla carta geografica. Si può essere certi che la rassegna di Bordin inizia con ciò che ha detto la Bonino, la «biforcuta», cui tiene bordone, oppure con la raccolta delle firme, o con qualche commento sulla bontà e importanza delle iniziative radicali. Tutto il resto viene molto dopo e quando arriva non può sottrarsi al giudizio dello stesso stesso Bordin. Qualche volta la sparano pure grossa, come quando attribuirono a Capezzone delle iniziative in materia di usura bancaria che erano invece di Scilipoti, noto in genere per altre cose. Vi era un convegno sulla materia e la cosa fu rilevata da un relatore.
In cose orientali Bordin ha una fonte “soggettiva” quanto lui stesso, forse di più: Fiamma Nirenstein. Tiene una rubrica settimanale, tutta a sghignazzate, che – quella sì – mi risparmio di ascoltare ormai da anni. In queste settimane di guerra data per imminente contro la Siria ascolto dunque la rassegna stampa di radio radicale, dove mai mancano le frecciate faziose contro il Movimento Cinque Stelle, che ha preso posizione con un post di Albanesi, chiosato da una frase di Beppe Grillo con un “e se questa fosse la verità?”. E come il tenutario Bordin ti controchiosa? «Queste sono le riflessioni alle quali si attiene un terzo del parlamento italiano”, con riferimento ai 163 parlamentari Cinque Stelle.
Poco dopo aver detto ciò, il tenutario è costretto ad andare a pescare in un anfratto di Repubblica in parere di un esperto americano, il quale dice chiaro e tondo che tutto ciò che i grandi media strombazzano come certo non lo è per nulla. Lo stesso Bordin è costretto ad ammettere che occorre tener conto di questi dubbi, ma in realtà sparato come è non ne tiene proprio nessuno di conto. La sua preoccupazione, in velata polemica con Cinque Stelle, è che ad aver dato il “miscuglio di gas” ai ribelli non sono stati necessariamente gli americani, come se non fosse più che risaputo il corposo coinvolgimento degli Usa nell’armamento e nel sostegno dei “ribelli”, quasi che aver dato in più o in meno un “miscuglio di gas” faccia la differenza e come se non esistessero le operazione coperte, camuffate, le false bandiere, di cui si parla ad esempio nei recenti libri di Stefania Limiti, leggendo i quali ognuno può rendersi conto di quanto sia sempre mancata all’Italia una sovranità nazionale e come gli Usa siano assolutamente convinti, per diritto divino, di poter fare e disfare a loro piacimento tutti i governi del mondo, magari con la copertura del modello democratico, dei diritti civili e di quanto il povero Pannella si è fatto araldo a forza di scioperi della fame in un mondo in cui milioni di persone muoiono di fame senza nessun bisogno di scioperare.
Esilarante poi la faziosità di Bordin, quando si va a pescare a pagine 35 del Corriere della Sera un commentino del guerrafondaio Bernardo Enrico Levi, immortalato per noi in divisa militare su un carro armato israeliano. E potremmo continuare con innumerevoli esempi di faziosità quotidiana che dimostrano una tesi sulla quale non si smetterà mai di riflettere e di richiamare l”attenzione dei pochi lettori che possono frequentare questo blog. L’informazione grande e piccola, con incursioni anche nella rete, non è più strumento di propaganda degli eserciti, ma è essa stessa parte integrante di ogni aggressione militare e mnediatica che viene condotto contro la libertà dei singoli paesi, del mondo intero, delle nostre coscienze. Dopo la caduta dell’Unione Sovietica gli Stati Uniti hanno creduto di poter aspirare al dominio del mondo intero. Si è incominciato con la dissoluzione della ex Iugoslavia e si è ora giunta alla imminenza di una guerra alla Siria. Un acuto analista come Giulietto Chiesa va dicendo nelle sue sortite che quella che è sotto i nostri occhi, nel Medio Oriente, è solo una guerra intermedia. L’obiettivo finale è la Cina, che fra pochi anni dovrebbe diventare la prima potenza industriale del pianeta: fra cinque anni avremmo una Cina e mezza in più. L’Impero americano deve impedirlo e noi suoi servi dovremmo accodarci.
APPENDICE
(dal sito
Aurora )
Non ci sono prove sulle accuse degli USA contro la Siria
agosto 28, 2013
Tony Cartalucci Land Destroyer 28 agosto 2013
Il Wall Street Journal ha confermato ciò che molti sospettavano, che le cosiddette “prove” del mondo occidentale sugli ultimi presunti “attacchi chimici” in Siria, e che accusavano il governo siriano, sono invenzioni tramate dalle dubbie agenzie d’intelligence dell’occidente. Il Wall Street Journal rivela che informazioni dell’intelligence israeliana, il Mossad, sono alla base delle accuse della Central Intelligence Agency (CIA) degli Stati Uniti, una ripetizione delle invenzioni che portarono alla guerra in Iraq e in Libia, ed utilizzate da 3 anni per giustificare il continuo supporto agli estremisti che operano all’interno e lungo i confini della Siria.
L’articolo del Wall Street Journal, “Stati Uniti e alleati pronti ad agire mentre l’intelligence avanza sulla Siria“, afferma: “Un pezzo cruciale del caso in questione s’è avuto dai servizi di spionaggio israeliani, che hanno fornito alla Central Intelligence Agency informazioni da un’unità speciale di élite siriana che sovrintende alle armi chimiche di Assad, hanno detto dei diplomatici arabi. Le informazioni che la CIA ha potuto verificare, mostrano che alcune armi chimiche furono inviate in anticipo nella stessa periferia di Damasco in cui l’attacco avrebbe avuto luogo la settimana scorsa, hanno detto i diplomatici arabi”. Sia il Mossad che la CIA sono chiaramente compromessi sul piano dell’oggettività e della legittimità. Né esiste, né si prevede di fornire alcuna prova imparziale, ma piuttosto di facilitare con tutti i mezzi necessari, l’agenda, gli interessi e gli obiettivi egoistici dei rispettivi governi. Sia Israele che gli Stati Uniti, nel lontano 2007, cospirarono apertamente per rovesciare il governo della Siria con un bagno di sangue settario accuratamente progettato, così screditando completamente le due agenzie di intelligence. Proprio per questo motivo, un’indagine imparziale di terze parti è stata richiesta dalla comunità internazionale e concordata con il governo siriano, un’indagine di terze parti che gli Stati Uniti sono ormai solleciti nel voler annullare prima dei previsti attacchi militari.
Susan Rice |
Il Wall Street Journal ha anche ribadito che gli Stati Uniti prevedono di eludere completamente il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e di procedere unilateralmente con i loro partner: “...Se gli Stati Uniti hanno scelto di colpire, lo farebbero con gli alleati e senza le Nazioni Unite, al fine di eludere il prevedibile veto russo.” Gli Stati Uniti procedono ora con disprezzo assoluto del diritto internazionale, ma dichiarando di non aver intenzione di fornire prove credibili sulle loro accuse al governo siriano. Si tratta di una corsa verso la guerra, con tutte le caratteristiche della pericolosa disperazione per la sorte dei fantocci dell’occidente schiacciati dai militari siriani. I vertici militari occidentali devono prendere in considerazione gli aspetti strategici e gli esempi storici riguardanti i pericoli e la follia di un guerra frettolosa e imprudente, in particolare una guerra combattuta per proteggere interessi e agende politiche particolari, piuttosto che per difendere il proprio territorio.
Le popolazioni dell’occidente devono considerare quali benefici hanno tratto in questo decennio di conquiste militari cui hanno lasciato indugiare i loro leader. Le economie che sprofondano pur di conservare interessi particolari, la crescita degli apparati di sicurezza interna volti a mantenere questi interessi al riparo dall’opposizione nazionale ed estera, sono problemi che potranno solo acutizzarsi.
Al di fuori dell’occidente, a Mosca, Pechino e Teheran, i leader devono prendere in considerazione un futuro in cui gli interessi particolari occidentali possono invaderli impunemente, senza il necessario sostegno dell’opinione pubblica, e anche di una parvenza di giustificazione.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora