sabato 31 maggio 2025

Cambio d'epoca.

SIAMO AD UN CAMBIO D'EPOCA,

in tempi rapidi e percettibili, come possono essere stati gli anni 1943-45 in Italia, le cui conseguenze ricadono ancora oggi su tutti noi che siamo nati dopo quegli anni.
Le stesse divisioni di allora si stanno producendo oggi.
Il cambiamento tocca sia la vita pubblica sia quella privata.
Quanti fino a pochi anni fa avevano certe determinate posizioni e si esprimevano in un certo modo oggi cercano, sinceramente o opportunisticamente di ricollocarsi, riuscendoci più o meno bene. Di certo non ha senso scoprirli e denudarli, rivelando una loro ipocrisia o sincero pentimento... Interessa poco il corso della Storia, quella che lascia il segno...

 
DI CERTO

dobbiamo armarci di tutta la nostra intelligenza, di tutta la nostra capacità di capire, aiutandoci l'un l'altro, perché nessuno da solo può capire tutto...
I Social, che i nostri padri non avevano, possono essere uno strumento utile...
Chi ha fabbricato i Social non lo ha fatto per renderci un servizio, ma per arricchirsi su di noi...
Lo scambio che dobbiamo esigere:
• Tu ti arricchisci di su me, ma non toccare la mia libertà di pensiero e di espressione:
• io do una cosa a te: la ricchezza infinita, e tu non toccare il bene per me più prezioso e immateriale, non negoziabile: 

– la mia libertà di pensiero, di espressione, di ricerca, di insegnamento!

In facebook

venerdì 30 maggio 2025

Appello per la loro libertà al popolo dei Social

 L'evoluzione tecnologica ha portato vere e propre rivoluzioni nel campo della comunicazione.

Il tema è complesso e complicato e le analisi da fare non meno difficili.

Vado al concreto:

Tutti noi Utenti dei Social possiamo essere al tempo stesso oggetto e soggetto della Rivoluzione informatica.

Siamo oggetti se autentici mostri come FACEBOOK dispongono di noi a loro arbitro e piacimento, considerando tutti noi come una massa informe da modellare a loro discrezione.

Non lo dobbiamo consentire!

E per questo dobbiamo dare vita ad un grande movimento di mobilitazione che scatta ogni volta che ognuno di noi, ogni singolo, è leso nella fondamentale Libertà di pensiero e di espressione.

A questa libertà è anche collegata quella contenuta nell'art. 33 della costituzione italiana.

Artt. 21 e 33 stanno insieme nella costituzione italiana, ma di analoghi ne sono contenuti in ogni alra costituzione.

Di recente, io che qui scrivo, sono stato leso in questo due diritti sanciti dagli artt. 21 e 33 cost. it

HO PRESENTATO FORMALE DENUNCIA PENALE CONTRO FACEBOOK 

all'Ufficio Ricezione Atti della Procura di Palmi.

Ognuno che sia stato bloccato senza motivo ("i nostri standard", che sono solo loro e non nostri, e che per giunta quelli loro non ci vengono neppure comunicati, specificati, argomentati... Siamo bestiame a cui non si deve spiegazione), potrebbe e dovrebbe fare altrettanto: non occorre un avvocato, basta scrivere un semplice testo essenziale, da portare alla Procura della Repubblica: l'azione penale è obbligatoria da parte del PM, che può solo accogliere la querela e procedere, oppure respingerla archiviando, maa dandone conoscenz e spiegazione a chi la Denuncia ha presentato.

È semplice.

Attenzione!

Non si creda che un diritto costituzione leso ad un singolo sia affare privato per quel singolo:

se non è difeso da tutti un diritto che è di tutti, quel diritto è perso per ognuno.

Con la presente lancio un Allarme ed un invito alla Mobilitazione generale 

CONTRO FACEBOOK

da trasmettere da chiunque raccoglie l'appello e per stabilire luoghi di raccolta e riunione.

Agiamo nella rete, c serviamo dalla rete.

giovedì 29 maggio 2025

Sulla sicurezza


 Continuo qui, in stile facebook, dove sono stato nuovamente censurato, bloccato, rapide riflessioni che mi passano per la mente, e che andrebbero perse se non registrate...

Di sicurezza ne abbiamo tutti bisogno: non ne abbiamo mai abbastanza!

La sensazione ed il sospetto è che ad ogni governo al potere poco interessa la sicurezza dei cittadini, e molto di più interessa la sua sicurezza al potere. E quindi si fornisce lui stesso di maggiori poteri repressivi, per la sua sicurezza, non per quella dei cittadini.

Mi sembra minacciato il diritto di manifestazione politica. Questi governi, tutti i governi d'Europa, sono al momento fortemente delegittimati e i cittadini non hanno strumenti per poterli destituire e sostituire. Le manifestazioni di piazza, i cortei, sono necessarie per raccogliere ed organizzare la volontà politica dei cittadini, che non è una successione di atti e pensieri gentili, ma si esprimere con forti slogan e segni anche energici di protesta, ad esempio bruciando bandiere.

Si vuole forse anche varare un Codice per lo svolgimento delle manifestazioni politiche? Con frasi prestabilite, consentite? Si vuole far approvare preventivamente ogni slogan o cartello? Se non si possono usare le strade e le piazze per manifestare, dove bisogna andare? Sulle nuvole? O nei deserti?

Non ho esaminato il Decreto Sicurezza ma mi sembra una ennesima espressione di ipocrisia politica.

Sicurezza per i cittadini?

Benvenuta sia, se per davvero di questo si tratta.

Dal luogo dove scrivo, nell'estremo Sud della penisola, assicuro che di sicurezza qui non ve ne è, e chi ci abita ne avrebbe davvero tanto bisogno. Questo decreto qui di sicurezza non ne porta neppure un grammo.

lunedì 26 maggio 2025

AVVISO: riprendo a scrivere nei blog

AVVISO

La censura ossia la disattivazione senza motivo degli account facebook mi spinge a ritornare al complesso dei blog che avevo a suo tempo creato. Non me ne dispiace molto. Avverto però che si tratta di un tipo di scrittura diverso. Se l'articolo su un post di facebook o di un qualsiasi Social ha il carattere della rapidità, delle brevità, della notizia contingente, il testo su uno dei blog da me creato negli anni aveva e manteneva il carattere dello studio la cui redazione comportava del tempo. Purtroppo, la successione degli eventi, come il Genocidio in Gaza, dove ogni minuto muoiono esseri viventi non ci consente di trattenere il nostro grido di dolore. Esprimersi bisogna. Riprendiamo quindi la nostra scrittura sui Blog, sperando che siano un luogo di maggiore libertà di pensiero ed espressione.

 

martedì 13 maggio 2025

Teodoro Klitsche de la Grange: "Democrazie aperte o chiuse?"

Occorre dedicare attenzione, a seguito del noto rapporto dei servizi segreti tedeschi sull’affidabilità democratica e ai principi dello Stato di diritto dell’AFD; partito il quale, a leggere i sondaggi, sarebbe ormai quello primo nel consenso degli elettori tedeschi.

La Costituzione tedesca (Grundgesetz) all’art. 21, II comma, dispone che sull’incostituzionalità dei partiti decide la Corte Costituzionale, La norma è assai ampia e suscettibile di applicazioni altrettanto late; a tale riguardo è stato sostenuto che quella tedesca sia una democrazia protetta, mentre altri testi costituzionali – come quello italiano – segnatamente con l’art. 49 e la XII disposizione transitoria siano democrazie aperte. In effetti in quella italiana, manca l’indicazione di chi giudica sulla costituzionalità, e il dettato normativo è assai più ristretto. La ragione storica di ciò è spesso ricondotta alla fine della costituzione della Repubblica di Weimar – e al dibattito sviluppatosi anche tra i più eminenti giuristi, in particolare Carl Schmitt e Hans Kelsen – sul più ampio problema di chi dovesse essere il “custode della Costituzione”.

La costituzione di Weimar fu “abolita” di fatto, approvando la legge “sui pieni poteri” del marzo 1933 con un voto del Reichstag che rispettava la norma (costituzionale) della maggioranza qualificata, indipendentemente da ogni valutazione del contrasto tra i principi e la forma della repubblica e quelli della “modifica” costituzionale approvata che ne erano la negazione.

E’ palese che la costituzionalità dei partiti e di chi li debba giudicare è un aspetto particolare di una tematica che interessa i principali istituti (e concetti) dello Stato moderno: dalla sovranità al potere costituente, dalla democrazia al principio dell’art. 28 della dichiarazione dei diritti dal 1793 (detta giacobina) per cui ogni generazione ha il diritto di modificare e cambiare la propria costituzione. A tal fine occorre che non si frappongano ostacoli, tenuto conto del pensiero di Pareto, alla circolazione delle élite. E considerando anche, come scriveva Hauriou, che l’ordinamento giuridico è sempre in movimento, vuoi per il cambiare delle situazioni come per quello delle opinioni e, anche per questo, il giurista francese riteneva il sistema di Kelsen “statico” (e di conseguenza poco realistico).

E’ tutt’altro che semplice risolvere le opposizioni concettuali e, quel che più conta, reali (e le loro conseguenze) che si pongono.

La sovranità e non meno il potere costituente sono degli assoluti rispetto alla normativa: e farne dei poteri relativi (cioè limitati) li si nega. La democrazia implica opinioni diverse e per tutti i cittadini uguaglianza di chances nell’accesso al potere; ma se è la Corte costituzionale a decidere cosa bisogna pensare e credere per accedervi, la democrazia se non abolita, ne risulta gravemente azzoppata. Se una comunità vitale è connotata dalla circolazione delle élite, decidere chi possa aspirare (e ottenere) il comando e chi no significa un ordinamento a ZTL, che è poi quello più connaturale al modo di pensare delle élite decadenti, soprattutto in Italia.

D’altra parte occorre riconoscre che ammettere élite incostituzionali nello spazio pubblico, con la conseguente possibile abolizione totale della costituzione è una contraddizione. Tuttavia è un fatto costantemente ripetutosi nella storia, anzi sotto tale angolo visuale, del tutto normale: la teoria ciclica delle forme politiche lo presupponeva, anzi era la la puntuale rappresentazione di come le opere umane siano transeunti. E le transizioni, come scriveva Spinoza, non sono mai pacifiche e legali. Cercare di renderle tali è opera meritoria, ma l’esperienza prova che è assai difficile.

Anche perché norme del genere, animate da buone intenzioni, possono essere utilizzate dalle élite decadenti per impedire l’accesso alle nuove. Specie all’ombra della legalità.

Non aveva torto Machiavelli che, nel chiedersi se in una repubblica facessero più danno quelli che vogliono acquistare il potere o quelli che cercano di non perderlo, riteneva che provocassero più tumulti i secondi “il più delle volte sono causati da chi possiede, perché la paura del perdere genera in loro le medesime voglie che sono in quelli che desiderano acquistare” (D, I, V) e, come sempre, non aveva torto.

 

giovedì 8 maggio 2025

Teodoro Klitsche de la Grange: "Il lupo e il chiodo"

Quanto è accaduto la scorsa settimana tra Germania e Romania, mi ha ricordato un manifesto dei repubblicani francesi dopo la caduta del Secondo impero, quando la Francia doveva ri-decidere se essere una Repubblica o una monarchia. Nel manifesto si vedeva un chiodo con la testa di Marianna (simbolo della Repubblica) piantata nella Francia con sopra un martello che la batteva.

La relativa didascalia di Alexandre Dumas figlio diceva “Le opinioni sono come i chiodi: più li si colpisce, più li si pianta”. Intendendo così l’effetto contrario alle intenzioni della propaganda monarchica, la quale, demonizzando la repubblica, rafforzava i sentimenti repubblicani.

Ho l’impressione che tale manifesto sia ignoto alla comunicazione mainstream e in genere ai globalizzatori (aiutantato compreso) perché ogni volta ricadono nel medesimo errore. Da ultimo proprio in Romania e Germania.

In Romania l’eliminazione per via giudiziaria del candidato, di estrema (??) destra ha solo prodotto che nelle rinnovate consultazioni l’estrema destra (cosiddetta dagli esorcisti mainstream) è passata da circa il 23% a oltre il 40% dei voti espressi. In Germania la “ghettizzazione” post-elettorale dell’AFD pare (perché risultante dai sondaggi, sempre opinabili) abbia provocato l’aumento del gradimento di detto partito fino a promuoverlo a primo partito tedesco. Non è dato sapere quanto lucrerà l’AFD dal rapporto negativo dei servizi segreti della Repubblica federale, di cui si discute in questi giorni.

Né se tutto abbia influito sul primo scrutinio (negativo con 18 “franchi tiratori”) per l’elezione di Merz.

Ma appare chiaro da questo e dalle analoghe vicende in altri paesi che il richiamo dei “poteri costituiti” alla legalità è affetto da costante e persistente “eterogenesi dei fini”, onde, di solito, ottiene l’effetto contrario.

Si ha l’impressione che, per ottenere quello voluto, sarebbe opportuno sostenere che AFD è un partito di democrazia ineccepibile, o che Georgescu è nemico giurato di Putin. In fondo aveva ragione Giorgia Meloni quando, mesi fa, parlando al Convegno di Atreju disse di aver stappato una bottiglia del vino migliore ascoltando le critiche mossele da Prodi; le quali, alle orecchie della maggioranza degli italiani suonavano come (meritati) complimenti. Gridare “al lupo, al lupo” in assenza dello stesso è controproducente.

Si possono enumerare varie ragioni per spiegare la credibilità inversa della propaganda delle élite decadenti.

La prima – e la più ovvia – specie in Italia è che i modesti risultati di quelle ne rendono poco appetibile le soluzioni proposte. Sempre da noi, si aggiunge il fatto che spesso (come per il jobs act) il PD (e non solo) quando sta all’opposizione propone rumorosamente di abrogare qualche riforma o provvedimento fatti stando al governo (e perché li hanno posti in essere o almeno modificati prima?).

La seconda, che ho sottolineato da mesi, è che il tutto può ricondursi a una contrapposizione tra legalità (la quale va dall’alto in basso) e legittimità ( che segue il percorso inverso). La prima è perciò (anche) strumento del comando; l’altra produce obbedienza.

La terza è che, proprio per esercitare ed aver esercitato il potere, la legalità è comune alle élite decadenti, come la legittimità (di solito) alle emergenti.

E si potrebbe continuare ad enumerare, in particolare, per la Germania dalla normativa sui partiti e su chi decida, di cui all’art. 21 della Grungesetz tedesca e sulle sue implicazioni. Ma questo un’altra volta.