Lettera aperta a Omar Barghouti,
firmatario n. 3 della Lettera di Ali Abuninah a Gilad Atzmon
– Sull’«antisionismo sionista» –
– Sull’«antisionismo sionista» –
![]() |
| Omar Barghouti |
![]() |
| Dominique Vidal |
Il libro di Atzmon è uscito in Francia ed il suo contenuto non potrà non incidere nella lotta contro la legge Fabius-Gayssot e per la libertà di pensiero ed espressione. Quanto succede negli Usa e in Francia è un’anticipazione delle reazioni e prese di posizione che dovremo aspettarsi in Italia, quando il libro avrà avuto un numero sufficiente e qualificato di lettori. Un simile libro integra aspetti non toccati dalle edizioni italiane di libri come quello dello stesso Pappe, di Shlomo Sand, di Avraham Burg, di Ghada Karmi, di Jacob Rabkin, di Israel Shahak (1933-2001), quest’ultimo il più vicino ai temi trattati da Gilad Atzmon.![]() |
| Ali Abunimah |
![]() |
| Gilad Atzmon con il suo libro |
Mi fu risposto di sì ed io andai all’albergo, dove insieme ad un gruppetto di persone tenemmo conversazioni informali con il giovane Omar Barghouti, che in Italia è venuto più volte a tenere pubbliche conferenze e perorare la causa del BDS. Quella fu la sola occasione che io ebbi di incontrarmi con lui e dopo di allora non ebbi altri contatti.
![]() |
| Ilan Pappe |
La mia “attività” come partecipante alla campagna internazionale del BDS si è limitata principalmente alla pubblicazione di locandine in questo blog e nel seguire e commentare e prendere posizione su ciò che nel mondo succede sotto l’insegna del BDS. Non so se questa campagna avrà il suo successo finale, come nel caso del Sud Africa, al quale ci si ispira, ma in ogni caso non ho lesinato il mio sostegno, convinto che nessuna norma potrà costringermi a comprare prodotti israeliani. In un bar che aveva l’insegna di una nota marca di caffé, dissi che non avrei più preso il caffé in quel bar, fintantoché avessi visto quel marchio. E mi vado regolando allo stesso modo in ogni occasione possibile. Non credo che nessuna autorità possa farmi trangugiare a forza quel caffé o possa costringermi ad applaudire l’«entità sionista» e le sue manifestazioni, come in ultimo quella milanese… Forse in una camera di tortura...
In attesa di chiarimenti da Omar Barghouti, nutrendo dubbi sul mio titolo di “attivista”, elimino da questo blog le locandine BDS, che mi sono costate non poco: nella istruttoria di accusa che la Lobby aveva promosso verso di me presso la mia università erano inclusi anche gli Appelli per il BDS. Il fatto curioso è che il mio Accusatore era uno dei Firmatari dell’Appello dei docenti romani contro i docenti inglesi, che invece avevano votato il boicottaggio accademico: la cosiddetta “lista nera” su cui si è tanto speculato non era altro che un Contro-appello pubblico di un ristretto numero di docenti italiani, sostenitori di Israele.
Cosa sia il BDS, la sua natura, le sue finalità, me lo sono studiato in un libretto di Alfredo Tradardi e Diana Carminati, da me recensito e pubblicizzato in questo stesso blog. Or bene, per quello che posso saperne e capirne, non vi è nessuna relazione fra l’analisi filosofica contenuta nel recente libro di Gilad Atzmon, di cui tanto si discute, e le finalità che dovrebbero essere proprie della campagna di BDS, senza qui entrare nel merito della sua efficacia.
È mia ferma convinzione che il migliore aiuto che si possa dare alla causa palestinese consiste nella demistificazione e decostruzione dei due pilastri ideologici su cui si regge l’azione lobbistica di Israele in Europa e negli Usa, sostenuta da quinte colonne e “antisionisti sionisti”: 1°) il complesso di colpa imposto alle generazioni europee per fatti remoti, la cui “narrazione” è imposta per legge e penalmente sanzionata; 2°) le autentiche scempiaggini del “cristiano sionismo” che trova la sua terra di elezione negli Usa, dove si può fondare una nuova religione con la stessa facilità dell’apertura di una pizzeria.
![]() |
| Jean Claude Gayssot |
Io mi chiedo se il giovane Barghouti sia consapevole di ciò che significa la sua firma alla Lettera di Ali Abunim, al quale non mi rivolgo, non avendolo mai conosciuto e non sapendo chi egli sia. Quel che mi pare certo è che la nozione di “antisionismo sionista” spiega bene l’ambiguità che si nasconde dietro una simile Lettera. E per noi che viviamo in Italia, sotto occupazione americana-israeliana, basta sostituire sopra al termine “antisionismo” quello di “antifascismo” per togliere il coperchio da oltre mezzo mezzo secolo di ambiguità, facendo uscire gli scheletri dagli armadi.
Mi auguro che questa mia Lettera aperta a Omar Barghouti giunga a destinazione ed ottenga una risposta altrettanto pubblica. Mi auguro che il libro di Atzmon sia reso presto disponibile anche in lingua italiana e che susciti un dibattito pubblico, al quale possa partecipare lo stesso Omar Bargouti in una delle sue prossime visite in Italia.
Antonio Caracciolo
Gruppo “Civium Libertas”










Nessun commento:
Posta un commento