FORZA GUFI
Da quando il
governo grillo-leghista si è insediato, i gufi in servizio permanente effettivo
hanno ripreso il (consueto) coro di previsioni catastrofiche: che avrebbe
portato l’Italia allo sbaraglio, alla miseria, all’isolamento internazionale, ecc.
ecc. La variante – nel caso - del canto funebre consiste nel fatto che, dagli
stessi cantori, è attribuito a esponenti governativi d’intonare lo stesso ritornello
iettatorio. Di Maio, soprattutto, è criticato per le sue previsioni di attacco
finanziario all’Italia: ciò per addossare le colpe del (sicuro) fallimento del
programma giallo-verde non allo stesso, ma a un complotto internazionale
antitaliano, assolvendo l’intrinseca pochezza ed erroneità del “contratto di
governo”, così diverso dalle idee, dalle esternazioni (e dalla politica) del
centrosinistra d’antan. Per cui dagli
a prevedere spread a gogò, crescita negativa. Europa corrucciata e “di
traverso”.
Che Di Maio
preveda manovre per propiziare questo scenario non è incredibile: in fondo è
sempre successo sia che si siano realizzate manovre speculative “montate” ad
arte, sia che si siano provocate e utilizzate a scopi politici, con strumenti economici e finanziari (blocchi, embarghi,
tariffe protezionistiche). Un libro notissimo di alcuni anni fa (Guerra senza
limiti) dei due colonnelli cinesi riteneva ciò normale conseguenza del rifiuto dello strumento militare, onde
l’ostilità e la lotta per il potere si persegue con altri mezzi.
Ma a parte
quest’ovvia considerazione e tenuto conto che aggiungere Di Maio alla compagnia
cantante dei gufi non è congedare questi dal coro (basta leggere certi
giornali, anzi la maggioranza), tali previsioni, a giudicare dai riscontri
recenti, sono di buon augurio.
Infatti le
sentiamo ogni volta che un movimento sovran-popul-identitario contesta con
successo, o peggio, insidia o conquista il potere, pensionando i gufi.
Prima (e dopo) l’elezione
di Trump era stato previsto che il plutocrate avrebbe portato l’America al
disastro, alla regressione, al crollo finanziario. Risultati: Wall Street ai
massimi storici, il PNL USA in aumento (l’ultimo dato è del 3,1% tra 2017 e
2018) le esportazioni USA decollate.
Prima della Brexit
la profezia dei gufi era che, se la Gran Bretagna usciva dall’UE, gli inglesi
si sarebbero ridotti come in un romanzo di Dickens, tra orfanotrofi
dell’orrore, sfruttamento, mendicità e miseria diffusa.
Nulla di tutto
questo: il PIL della Gran Bretagna è in aumento – anche se con incrementi meno
sostenuti di quelli pre-Brexit – e Oliver Twist può ripassare, semmai, alla
prossima crisi.
In sostanza il
copione è sempre lo stesso: prima allarmare l’opinione pubblica con scenari
catastrofici per evitare l’evento, poi insistere nella speranza che si
verifichi, e, quando non si avvera, passare ad altro argomento, facendo finta
di niente.
Per cui date le
capacità divinatorie di certi gufi, così che gli eventi realizzati sono il
contrario di quelli da loro previsti, il governo italiano non può che trovare
conforto dalle gufate: sono di buon augurio (involontario) e non il contrario:
di tutto quello che prevedono - in materia – si realizza l’inverso. Certo c’è
il dubbio se tanta imprevidenza sia
dovuta all’incapacità a capire o al desiderio di conservare (o riconquistare)
il potere: in altre parole se sono stregoni di qualità assai modesta o
rosiconi. Ma, tenuto conto dei risultati, la ragione è meno importante. L’essenziale
è augurare: forza gufi.
Teodoro
Klitsche de la Grange
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