venerdì 31 ottobre 2008

Radio Teheran: 56. padre Alex Zanotelli e il Muro del silenzio

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Cosa si intende qui per Israel Lobby?
«Una coalizione informale di individui e gruppi che cerca di influenzare la politica estera americana in modo che Israele ne tragga beneficio».
Ed in Italia come stanno le cose?
Stiamo cercando di scoprirlo!
«Esistono due distinti meccanismi che impediscono alla realtà del conflitto israelo-palestinese di essere giustamente divulgata, e sono i due bavagli con cui i leader israeliani, i loro rappresentanti diplomatici in tutto il mondo, i simpatizzanti d’Israele e la maggioranza dei politici, dei commentatori e degli intellettuali conservatori di norma zittiscono chiunque osi criticare pubblicamente le condotte dello Stato ebraico nei Territori Occupati, o altri aspetti controversi della storia e delle politiche di quel Paese. Il primo bavaglio è l’impiego a tutto campo dei gruppi di pressione ebraici, le cosiddette lobby, per dirottare e falsificare il dibattito politico sul Medioriente (negli USA in primo luogo); il secondo è l’accusa di antisemitismo che viene sempre lanciata, o meglio sbattuta in faccia ai critici d’Israele» (P. Barnard, Perché ci odiano, p. 206).

Ricerche correlate:

1. Monitoraggio di «Informazione Corretta»: Sezioni tematiche. – 2. Osservatorio sulle reazioni a Mearsheimer e Walt. – 3. L’11 settembre: misteri, dubbi, problemi. – 4. Rudimenti sul Mossad: suo ruolo e funzione nella guerra ideologica in corso. – 5. Free Gaza Movement: una sfida al blocco israeliano di Gaza. – 6. La pulizia etnica della Palestina. – 7. Studio delle principali Risoluzioni ONU di condanna a Israele. – 8. Cronologia del conflitto ebraico-palestinese. – 9. Boicottaggio prossimo venturo: la nuova conferenza di Durban prevista per il gennaio 2009. – 10. Teoria e prassi del diritto all’ingerenza. – 11. Per una critica italiana a Daniel Pipes. – 12. Classici del sionismo e dell’antisionismo: un’analisi comparata. – 13. Letteratura sionista: Sez. I. Nirenstein; II. Panella; III. Ottolenghi; IV. Allam; V. Venezia; VI. Gol; VII. Colombo; VIII. Morris; – 14. La leggenda dell’«Olocausto»: riapertura di un dibattito. – 15. Lettere a “La Stampa” su «Olocausto» e «negazionismo» a seguito di un articolo diffamatorio. – 16. La sotterranea guerra giudaico-cristiana dei nostri giorni. – 17. Jürgen Graf: Il gigante dai piedi di argilla. – 18. Carlo Mattogno: Raul Hilberg e i «centri di sterminio» nazionalsocialisti. Fonti e metodologia. – 19. Analisi critica della manifestazione indetta dal «Riformista». – 20. Controappello per una pace vera in Medio Oriente. –

Il nome del padre comboniano Alex Zanotelli diviene a me noto in seguito all’articolo apparso ieri sul Corriere della Sera con titolo «Gli italiani di Radio Teheran”, fra i quali benché meno noto dovrei essere incluso anche io. Lo “studio” si basa su una “scoperta” del settimanale “Tempi”, una testata da includere fra quelle sioniste. Per quanto mi riguarda, non avrei avuto difficoltà ad esprimere le mie opinioni neppure a Radio Tel Aviv, se me le avessero chieste. Ma non me le hanno chieste e non credo me le chiederanno mai. L’articolo di Maria Antoniettà Calabrò è poi ripreso dai «Corretti Informatori» con l’intento di includere in una lista nera quanti non ne hanno voluto sapere di sottoscrivere il cordone sanitario che da anni è teso intorno all’Iran allo scopo di creare un clima prebellico preparatorio di una nuova “guerra preventiva” secondo uno scenario che abbiamo già visto. Naturalmente, gli intervistati da Radio Teheran hanno in comune fra loro il solo fatto di avere concesso e concedere interviste alla radio iraniana. La cosa procede in modo molto semplice. Un primo contatto chiede se si è disposti a concedere l’intervista. Si fissa quindi un preciso appuntamento telefonico. Quindi si parla come in una normale conversazione telefonica che viene registrata e poi mandata in onda. Per qualcosa di simile – niente di più innocente – in Francia a Robert Faurisson è stata fatta una nuova incriminazione penale. Per fortuna, in Italia non siamo giunti ancora a tanto. padre Zanotelli era comunque già presente negli schedari di IC ed ora è nuovamente inviso per un motivo ulteriore: aver parlato da Radio Teheran. Se magari avesse detto le stesse cose da una qualsiasi altra radio, la cosa sarebbe passata inosservata.

Versione: 1.0
Status: 31.10.08
Sommario: 1. Il muro della vergogna. –

1. Il muro della vergogna. – Il link immette in una intervista a padre Zanotelli apparsa il 23 febbraio del 2004 su Nuova Ecologia, una testata particolarmente invisa a IC. Il “corretto commento” non offre temi nuovi rispetto a quelli che abbiamo ormai tante volte evidenziati: sionismo sfegatato, velinaggio, odio antislamico, anticattolicesimo, ecc. Più interessante invece ciò che dice padre Zanotelli. Se ne può trarre il profilo intellettuale di un classico padre missionario, tutto votato a fare del bene al suo prossimo più diseredato e senza nessuna soggezione verso il potere politico degli stati. Naturalmente Israele ha il giudizio che in coscienza padre Zanotelli ritiene si meriti. Basta ciò per finire nel quaderno nero di Angelo Pezzana, le cui “virtù eroiche” aspettano ancora qualcuno che si decida a firmarle.

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giovedì 30 ottobre 2008

Rudimenti sul Mossad: suo ruolo e funzione nella guerra ideologica in corso

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Ricerche correlate: 1. Monitoraggio di «Informazione Corretta»: Sezioni tematiche. – 2. Osservatorio sulle reazioni a Mearsheimer e Walt. – 3. L’11 settembre: misteri, dubbi, problemi. – 4. Rudimenti sul Mossad: suo ruolo e funzione nella guerra ideologica in corso. 5. Free Gaza Movement: una sfida al blocco israeliano di Gaza. – 6. La pulizia etnica della Palestina. – 7. Studio delle principali Risoluzioni ONU di condanna a Israele. – 8. Cronologia del conflitto ebraico-palestinese. – 9. Boicottaggio prossimo venturo: la nuova conferenza di Durban prevista per il gennaio 2009. – 10. Teoria e prassi del diritto all’ingerenza. – 11. Per una critica italiana a Daniel Pipes. – 12. Classici del sionismo e dell’antisionismo: un’analisi comparata. – 13. Letteratura sionista: Sez. I. Nirenstein; II. Panella; III. Ottolenghi; IV. Allam; V. Venezia; VI. Gol; VII. Colombo; VIII. Morris; – 14. La leggenda dell’«Olocausto»: riapertura di un dibattito. – 15. Lettere a “La Stampa” su «Olocausto» e «negazionismo» a seguito di un articolo diffamatorio. – 16. La sotterranea guerra giudaico-cristiana dei nostri giorni. – 17. Jürgen Graf: Il gigante dai piedi di argilla. – 18. Carlo Mattogno: Raul Hilberg e i «centri di sterminio» nazionalsocialisti. Fonti e metodologia. – 19. Analisi critica della manifestazione indetta dal «Riformista». – 20. Controappello per una pace vera in Medio Oriente. –

Sono giunto alla conclusione che nella mia analisi sul sionismo ed in particolare nel mio monitoraggio di «Informazioni Corretta» non posso prescindere dal farmi qualche cognizione sul Mossad, il famigerato servizio israeliano. Non mi piace occuparmi di questa materia perché i servizi segreti di ogni paese sono per definizione segreti. Mi sembra dietrologico qualsiasi discorso possa farsi su di essi. È il mondo del mistero e dell’intrigo, ma anche di operazioni illegali e criminali che proprio per questo devono restare segrete. Mi sembra difficile senza essere un operatore in questa campo poter acquisire salde cognizioni. Tuttavia, non posso prescinderne nella misura in cui per servizi segreti non si intenda più un’attività semplicemente volta a carpire segreti ad altri, per lo più a potenze straniere. In questa accezione i servizi segreti sono in fondo una parte specializzata dell’esercito. Ma non è più così. Ho assimilato abbastanza il concetto di “guerra ideologica”, della cui esistenza avevo appresso in carte di archivio della seconda guerra mondiale. Ebbene, i servizi segreti, in particolare il Mossad, operano in questo campo con apposite sezioni, volte a creare tensione psicologica, ad orientare l’opinione pubblica, a fomentare vere e proprio campagne di “odio”, quell’odio di cui tanto parlano, attribuendo “odio” ai meri critici ed oppositori della politica israeliana. Ricordo che il filosofo ebreo Spinoza denunciava l’inanità di questo sentimento in quanto contrario alla volontà di perfezione e di potenza dell’Essere: l’odio può essere soltanto una malattia temporanea dell’animo umano, non un sistema permanente come vorrebbe farne il servizio israeliano di propaganda, confondendo la legittima opposizione e resistenza con forme di odio. Quando analizzo taluni determinati testi, come i commenti redazionali di «Informazione Corretta», devo rinunciare ad attribuire loro un senso proprio ed autonomo. Diventano invece chiari se vengono classificati non come tentativi di analisi scientifica più o meno criticabili, ma come vere e proprie notizie false e tendenziose prodotte per scopi di guerra ideologica e per intimidazione e condizionamento di persone ed organi di stampa. Non avere presente questa prospettiva significa cadere nell’ingenuità oppure indignarsi inutilmente, giacché ci si può indignare verso qualcuno solo se questi è per lo meno responsabile di una sia pur distorta azione morale o formula un chiaro giudizio morale. Con chi mente sapendo di mentire, ovvero mette in circolazione veline ricevute, non è vi proprio nulla da discutere. Occorre solo smascherarlo e sapersene civilmente e legalmente difendere.

Versione 1.0
Status: 31.10.08
Sommario: 1. I diritti umani negati ai palestinesi. -

1. I diritti umani negati ai palestinesi. – Il link appena segnalatomi da Mohammed immette in un articolo di Tariq Ramadan. Tratta della situazione di Gaza sottoposta a vero e proprio blocco da quando nel giugno 2007 non riuscì ai servizi israeliano-statunitensi di dare un colpo di grazia ad Hamas servendosi di Fatah, ormai promosso ad agente fantoccio e collaborazionista. Tecnica antica quanto il mondo, da quando esistono i traditori. Tariq Ramadan ben illustra nel suo articolo l’operazione ideologico-mediatica che si aggiunge alle operazioni militari già intraprese. È un ottimo articolo che ben collima con l’analisi che ho fatto nel cappello introduttivo di questo post e mi incoraggia nella costruzione e continuazione della pagina.

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martedì 28 ottobre 2008

La Israel lobby anche in Italia? meglio di no! - Denuncia e critica della lobbying di Honest Report Italia

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Versione 1.1
del 14.12.08

Con una mia piccola innocente attività di intelligence ho voluto iscrivermi alla Newsletter di «Honest Reporting Italia». Sono uno fra 155.000 che la riceve e quindi posso mimetizzarmi abbastanza facilmente. Una prima volta avevo risposto al mittente in un modo che vi lascio immaginare. Ne è seguito un vivace botta e risposta ed ero convinto che mi avessero depennato dai loro invii, ma deve esservi stato un disguido e mi è appena giunta la perla che pubblico integralmente qui di seguito, in corpo piccolo ed evidenziando come sono nell’originale le differenti parti di testo. Farò seguire dopo alcune osservazioni sul merito. Qui invece faccio alcune osservazioni sul metodo. Intanto l’ipocrisia ed il fare cospiratorio: si dà espressa indicazione ad ognuno dei 155.000 iscritti che ricevono il comunicato di fare lo gnorri: «Ero di passaggio. Ho visto questa cosa. Non è possibile. È scandaloso, inaudito, criminale, antisemita, rova da galera, licenziateli, e simili». Ne so anche qualcosa per esperienza diretta, come bersaglio colpevole di avere avuto delle opinioni su materia a dominio riservato. Si avverte poi tassativamente ognuno del 155.000 iscritti che non devono assolutamente far capire che sono stati imbeccati tutti come un sol uomo, un solo ascaro lapidatore. Se lo si capisse, allora in 155.000 ascari conterebbero tutti come un solo ascaro. Infatti, solo la spontaneità dello stile e dello scandalo conferisce valore e efficacia alla cosa. La responsabilità è poi rigorosamente individuale. Come a dire che se qualche babbeo va oltre e si lascia andare ad espressioni che potrebbero prestarsi a legittime ritorsioni, allora la responsabilità non è dell’organizzazione istigatrice, ma del singolo ascaro idiota. Passo quindi a pubblicare l’intero testo per come a me pervenuto:

***
(inizio testo alieno)
La vita di Gesù? Meglio senza Israele

Dear ^^^,

Vorrei ricordarvi che l’efficacia della nostra iniziativa è strettamente legata al numero delle lettere inviate ai media. Vi invito pertanto personalmente ad un’attiva partecipazione, tramite le vostre lettere, ogni qualvolta riceverete il comunicato.

Comunicato Honest Reporting Italia 28 ottobre 2008

La vita di Gesù? Meglio senza Israele

Il sito http: www.religione20.net, diciamolo subito, non è spregevole: costruito per fornire idee e risorse agli insegnanti di religione, può però presentare motivi di interesse anche per visitatori di tutt'altra professione e tutt'altro orientamento. Poiché, tuttavia, la perfezione non è di questo mondo, ecco che anche il sito in questione, in almeno un'occasione, inciampa malamente: suggerisce infatti, per studiare la vita di Gesù, l'uso di una "carta della Palestina" un po' particolare, e precisamente quella che era stata adottata da don Milani. E che cos'ha di particolare questa carta? Che è stata stampata nel 1933. Vale a dire che, non esistendo ancora in quel tempo il rinato stato di Israele, la carta non lo contempla. Ora, è vero che al tempo di Gesù non esisteva l'attuale stato di Israele così come è ora, però non esisteva neppure una Palestina, essendo stato questo nome inventato dai romani dopo la loro vittoria definitiva, per cancellare i nomi di "Giudea" e "Israele", così come hanno inventato il nome di "Aelia Capitolina" da sostituire a quello di Gerusalemme. E non è tutto: questa carta, come apprendiamo dall'articolo che vi proponiamo, è stata stampata in Germania. In Germania nel 1933. È esagerato dire che proporre questa carta appare quantomeno inopportuno e di cattivo gusto? C'è veramente qualche ragionevole motivo per suggerire l'adozione proprio di quella carta? Dobbiamo davvero credere che in tutto il mondo cristiano nessun altro abbia elaborato una carta dei luoghi della predicazione di Gesù degna di attenzione? E, soprattutto, è ragionevole proporre di parlare di Palestina in relazione a un tempo in cui tale denominazione non esisteva? Vi invitiamo a leggere l'articolo che segue e a inviare qualche nota di commento a info@religione20.net.

Usare la "Carta della Palestina" di Don Milani a scuola

Posted on Ottobre 22, 2008
Filed Under Attività, Primaria, Secondaria 1°, Visualizzazioni

Nel "Catechismo di Don Milani" della Libreria Editrice Fiorentina, in cui sono raccolti tutti i pensieri e le lezioni di catechismo di Don Lorenzo a Barbiana, è stata sempre allegata una bella carta della vita di Gesù che era stata stampata in Germania nel 1933 e realizzata da Willi Harwerth. Don Milani chiese ed ottenne il permesso di farla ristampare in bianco e nero per i suoi ragazzi in modo che potessero colorarla con pastelli e acquarelli man a mano che studiavano la vita di Gesù. La carta avrebbe piano piano preso vita e rilievo grazie ai colori.

Nella cartina sono disegnati 107 episodi del Vangelo che con pazienza vanno cercati specialmente nella città di Gerusalemme dove sono raccolti gli ultimi giorni della vita di Gesù. Questa cartina può essere benissimo usata durante le lezioni sulla vita di Gesù. Si parla di un episodio, si va a cercare e si colora. Oppure per fare un gioco che potremmo chiamare "Alla ricerca di Gesù". La cartina si può acquistare in formato 70×100 sul sito della LEF, oppure si può utilizzare quella inserita nel libro, naturalmente ingrandendola un po'. Scriverò personalmente alla casa editrice, come già a suo tempo don Lorenzo fece con l'editore Vallardi, per chiedere di fare delle edizioni più ridotte in dimensioni (quella attuale è troppo grande) e più economiche per gli alunni, in modo da farla comprare ad un prezzo ragionevole. Come Don Milani sono convinto che un serio insegnamento della Religione non possa che partire dal dato storico-geografico, questa cartina vi assicuro che è un valido aiuto nel collocare geograficamente gli episodi più importanti della vita di Gesù. E' pur sempre vero che oggi possiamo usare le mappe di Google e collocare in ogni luogo alcune immagini degli episodi del Vangelo ma, come ben sappiamo, non in tutte le scuole è possibile usare i computer quindi questa può essere una valida alternativa che rende i ragazzi protagonisti di quello che stanno studiando.
Invitiamo i nostri lettori a scrivere ai mass media per protestare contro servizi scorretti e faziosi, e a inviarci copia dei loro messaggi e delle eventuali risposte ricevute, presso HR-Italia@honestreporting.com

HonestReportingItalia vi invita inoltre a proporci eventuali critiche ai media per una possibile inclusione nei futuri comunicati. Assicuratevi di includere l'URL dell'articolo in questione o l'articolo stesso e invialo a: HR-Italia@honestreporting.com

Avvertenza importante per i soci:
Si prega di non copiare e di non spedire mai l’intero messaggio ai media.
Puoi copiare dati ed esempi di lettera. Il messaggio intero è rivolto solo a te e contiene dati che non riguardano i giornalisti.

Il nostro sito libreria Israele - Dossier è dedicato alle informazioni dettagliate, dati storici e geografici sul conflitto medio orientale.

* Vi consigliamo di scrivere sempre con le proprie parole; inoltre potete finire la vostra lettera con: "Gradirei una risposta che mi aiuti a capire come un giornale notoriamente equilibrato e pertinente come il Vostro possa cadere in questi grossolani errori".

AVVERTENZA PER I SOCI
Ogni lettera inviata ai giornali, ogni scambio che eventualmente si instauri con i giornalisti, sono rigorosamente individuali. In tali lettere si deve fare riferimento esclusivamente all'articolo o al servizio che si vuole criticare, e non ad eventuali lettere di/risposte ad altri soci di cui si sia venuti a conoscenza. L'uso di questo genere di scorciatoie è fortemente controproducente e va assolutamente evitato. Dichiararti come parte di un gruppo organizzato diminuisce l'impatto della campagna.

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Honestreporting è stato fondato da un gruppo di persone che non appartengono né alla destra, né alla sinistra e non è affiliato ad alcuna organizzazione politica. Il nostro unico interesse è quello di assicurare che le notizie riguardanti Israele siano presentate in modo corretto nei media. Noi esaminiamo i media; quando troviamo esempi di evidente parzialità informiamo i nostri iscritti sugli articoli scorretti, chiedendo di protestare direttamente presso le testate interessate.

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***
(fine testo alieno)
Soffermandomi adesso un poso sul merito osservo quanto segue. La cartina geografica è niente di più che una cartina geografica, non di un comunicato delle Brigate Rosse o di un testo di Osama bin Laden. La sola colpa della cartina è di essere stata stampata in Germania nell’anno 1933. Non si può sapere se prima o dopo il 30 gennaio. Le indicazioni tipografiche si limitano normalmente all’anno, non al mese e giorno. Il testo poi non ha carattere sovversivo, non invita gli alunni al martirio, non offre indicazioni su come si fabbricano esplosivi e non invita poi ad indossarli facendosi esplodere in mezzo alla folla. Niente di tutto questo. Semplicemente contempla la mera possibilità che con “pastelli e acquarelli” man mano che gli alunni studiano la vita di Gesù possano essere disegnati episodi della vita di Gesù secondo le tecniche seguite nelle scuole. Insomma dove sta il reato, presumibilmente di antisemitismo o da legge Mancino? Nel fatto che la carta geografica «è stata stampata nel 1933. Vale a dire che, non esistente ancora in quel tempo il rinato [sic] stato di Israele, la carta non lo contempla... etc» come sopra riportato. Resto di stucco e lascio a chi legge ogni ulteriore commento. Aggiungo soltanto che sto leggendo in traduzione francese – e son giunto quasi alla metà del libro – il volume di Shlomo Sand, Comment le peuple juif fit inventé, uscito presso Fayard in questo mese di ottobre 2008. È un volume tradotto dall’originale ebraico e consta di 446 pagine. È veramente interessante. Mi è capitato già di leggerne delle recensioni, ma queste non rendono giustizia al libro che nella parte da me finora letta (quasi la metà) è un’interessante analisi storico-filosofica di come nell’ambito del nazionalismo ottocentesco si sia venuto formando il sionismo. Il concetto di nazione o popolo ebraico è stato certamente inventato – con buona pace di Honest Reporting Italia – nel XIX secolo, come è stato annunciato in numerose citazioni e articoli sensazionalistici, ma sono ancora più interessanti i lineamenti storico-filosofici che l’Autore ne viene tracciando. I 155.000 iscritti che ricevono il comunicato di Honest Reporting Italiano condividono acriticamente e probabilmente in malafede la vera e propria “bufala” del rinato stato di Israele. Non si tratta di qualcosa che “rinasce”, ma è una vera e propria fondazione coloniale di uno stato che per oltre 70 volte è stato condannato dall’ONU per violazione dei diritti umani, che si basa su una pulizia etnica perpetrata specialmente nel 1948, ma presente già nella testa di Theodor Herzl e dei padri fondatori del sionismo. Si aggiunga poi il regime di apartheid ampiamente denunciato e si commisuri il tutto con l’azione di lobbying intimidatoria qui evidenziata.

sabato 25 ottobre 2008

Sionisti: 43. Danielle Sussmann e la teologia holocaustica

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Cosa si intende qui per Israel Lobby?
«Una coalizione informale di individui e gruppi che cerca di influenzare la politica estera americana in modo che Israele ne tragga beneficio».
Ed in Italia come stanno le cose?
Stiamo cercando di scoprirlo!
«Esistono due distinti meccanismi che impediscono alla realtà del conflitto israelo-palestinese di essere giustamente divulgata, e sono i due bavagli con cui i leader israeliani, i loro rappresentanti diplomatici in tutto il mondo, i simpatizzanti d’Israele e la maggioranza dei politici, dei commentatori e degli intellettuali conservatori di norma zittiscono chiunque osi criticare pubblicamente le condotte dello Stato ebraico nei Territori Occupati, o altri aspetti controversi della storia e delle politiche di quel Paese. Il primo bavaglio è l’impiego a tutto campo dei gruppi di pressione ebraici, le cosiddette lobby, per dirottare e falsificare il dibattito politico sul Medioriente (negli USA in primo luogo); il secondo è l’accusa di antisemitismo che viene sempre lanciata, o meglio sbattuta in faccia ai critici d’Israele» (P. Barnard, Perché ci odiano, p. 206).
Come «Informazione Corretta» e altri media denigrano quanti criticano il sionismo, Israele, e gli Stati Uniti: Ahmadinejad - Alemanno - Aloni - Arbour - Barghouti - Barnard - Berti - Blondet - Burg - Cardini - Carter - Chomsky - De Giovannangeli - D’Escoto - D’Orsi - Facci - Farrahkan - Finkelstein - Giorgio - Grillo - La Russa - Michael Lerner - Gideon Levy - Luzzatto - Moore - Morgantini - Morin - Odifreddi - Oz - Paci - Pannella - Pappe - Piccardo - Pillay - Prodi - Ramadan - Romano - Sabahi - Salamelik - Salerno - Sand - Schiavulli - Shamir - Spinelli - Stabile - Sternhell - Storace - Tizio - Toaff - Vanunu - Vargas Llosa - Vattimo - Veneziani - Viola -

Ricerche correlate:

1. Monitoraggio di «Informazione Corretta»: Indice-sommario. – 2. Osservatorio sulle reazioni a Mearsheimer e Walt. – 3. La pulizia etnica della Palestina. – 4. Studio delle principali Risoluzioni ONU di condanna a Israele. – 5. Cronologia del conflitto ebraico-palestinese. – 6. Boicottaggio prossimo venturo: la nuova conferenza di Durban prevista per il gennaio 2009. – 7. Teoria e prassi del diritto all’ingerenza. – 8. Per una critica italiana a Daniel Pipes. – 9. Classici del sionismo e dell’antisionismo: un’analisi comparata. – 10. Letteratura sionista: Sez. I. Nirenstein; II. Panella; III. Ottolenghi; IV. Allam; V. Venezia; VI. Gol; VII. Colombo; VIII. Morris; – 11. La leggenda dell’«Olocausto»: riapertura di un dibattito. – 12. Lettere a “La Stampa” su «Olocausto» e «negazionismo» a seguito di un articolo diffamatorio. – 13. Jürgen Graf: Il gigante dai piedi di argilla. – 14. Carlo Mattogno: Raul Hilberg e i «centri di sterminio» nazionalsocialisti. Fonti e metodologia. – 15. Analisi critica della manifestazione indetta dal «Riformista». – 16 Controappello per una pace vera in Medio Oriente. –

Da qualche mese compaiono nei redazionali di IC contributi di Danielle Sussman, nome a me finora ignoto. Ne ho trovato menzione fra gli “amici” di Magdi Allam, a cui ogni volta non riesco ad aggiungere Cristiano senza riuscire a trattenere il riso. Danielle è chiamata in rinforzo all’aggressione contro Pio XII. Temo che questo volta i sionisti l’abbiano fatta grossa e mi auguro che insistano su questa strada. Sarà quanto mai istruttiva la reazione della chiesa cattolica, direttamente attaccata in uno dei suoi gangli vitali: la proclamazione dei santi e beati. Ho detto “proclamazione”, non creazione. Si tratta infatti di un mero riconoscimento di ciò che dovrebbe esistere o non esistere di per sé, non di una creazione di sana pianta, come potrebbe dirsi della religio holocaustica e dei suoi miti. Evidentemente il sionismo, grazie alle armi Usa, si ritiene così forte da poter andare all’assalto delle mura vaticane, sulle quali perfino il fascismo si infranse e che neppure il nazismo osò valicare. Non voglio anticipare conclusioni né fare previsioni né indulgere in una sterile polemica, ma cerco di collocarmi in un punto di buona osservazione esaminando i concetti e le posizioni di quanti si propongono come ideologi ed avvocati.

Versione 1.4
Status: 2.11.08
Sommario: 1. Il Papa colpevole di flagrante silenzio, Churchil e Roosevelt no. – 2. Non solo teologa. – 3. Il Papa colpevole di flagrante silenzio, Churchil e Roosevelt no. – 4. Daniela e il Ziklon B. – 5.

1. Il Papa colpevole di flagrante silenzio, Churchil e Roosevelt no. – Tralascio nel link l’articolo di Sfaradi, di cui mi occupo altrove e che mi sembra più adatto per servizi sui ristoranti di Gerusalemme. Mi occupo qui in prevalenza di Danielle. Tutti tirano fuori in questa circostanza i loro antenati, quasi che solo loro abbiano avuto padri e nonni. Sull’entità dei risarcimenti erogati ha scritto Norman G. Finkelstein nel suo “L’industria dell’Olocausto”, ma evidentemente le pretese sono insaziabili sia dal punto di vista patrimoniale che da quello non patrimoniale. Questa volta il conto non viene presentato alle banche svizzere o alla Germania, ma addirittura al Vaticano. Può darsi e me lo auguro che l’ingordigia provochi un salutare rigurgito. Le religioni si sa che sono basate su dogmi propri ad ognuna. Peccato che Sfaradi non ci istruisca dicendo come, da chi ed in quali termini Pio XII sapesse dello “sterminio”. Se si basa sulla “testimonianza” di Simon Wiesenthal, per noi non basta la parola, una parola che vale meno di altre e che più di altre ha bisogno di documentazioni che possano però venire all’occorrenza impugnate e criticate. Certamente interessante la notizia che Pio XII nel primo dopoguerra avesse fatto pressione per la non abrogazione delle leggi razziali del 1938, ma anche qui bisognerebbe sapere come stanno esattamente le cose, ma non dalla bocca di Sfaradi. Anche se capita di leggere che da parte ebraica si riconosce che la beatificazione è un fatto interno della chiesa cattolica, non se ne sanno poi trarre le conseguenze, o meglio neppure si comprende la portata di ciò che a parole si dice. Infatti, non è Benedetto XVI che teologicamente parlando può costituire o meno la santità di Pio XII: questa esiste o non esiste e si tratta solo di riconoscerla, ma non mai di crearla. Un titolo di santo non è la stessa cosa che il conferimento di cavalierato. Vallo a spiegare agli ebrei. A loro volta gli ebrei hanno costruito con l’«Olocausto» una loro nuova identità, forse prevalente benché non esclusiva di ogni altra identità ebraica. Anzi vi sono ebrei, come Avraham Burg, che rigettano fermamente l’identità olocaustica. Il fronte della Israel lobby italiana rischia una frattura al suo interno. Quanti si professano al tempo stesso cattolici e sionisti rischiano di dover scegliere da che parte stare: non si può servire due padroni, soprattutto quando i due padroni intrano in conflitto. Vado subito al dunque dicendo che si salvano Churchil e Roosevelt dall’eguale accusa di silenzio perché furono favorevoli al sionismo, mentre per la stessa cosa si condanna Pio XII. La verità che ne può invece venire fuori è che l’«Olocausto» fu una invenzione per fini bellici, da sfruttare soprattutto a guerra finita. Pio XII non poteva sapere ciò che ancora non era stato inventato e programmato nel suo dispositivo di attuazione, di cui l’aspetto più rilevante è la creazione dello stato di Israele, che nell’apposito Museo ha creato il nuovo Tempio, quello che fu demolito nel 70 d.C. dai Romani. Nel testo: inedita la distinzione fra virtù teologiche e meriti storici: gli uni di competenza della chiesa, gli altri del governo israeliano! Una barbarie inaudita che mi auguro, per la pace nel mondo e per la salvezza dei veri “ebrei” di oggi, cioè i palestinesi, porti ad una salutare rottura dei rapporti diplomatici fra Vaticano e Israele. I palestinesi sono qui gli unici che “stanno pagando un prezzo”. La cessazione da parte del Vaticano di ogni copertura ad Israele sarebbe un evento della Provvidenza! Sarebbe questo il “miracolo” di Pio XII se dopo la sua morte e nel suo nome riuscisse a produrlo. La sua santità sarebbe in tal caso “riconosciuta” non dal Papa, ma direttamente dai Popoli della Terra.

È da notare che l’analisi di Danielle Sussmann è contenuta in una lettera pubblicata da IC e rivolta a Pierluigi Battista, che di norma è sempre presente quando si tratta di sostenere Israele. A lui si deve un intervento del 20 ottobre, che riportiamo qui per una migliore intelligenza del contesto:
Troppa severità con la Chiesa di Pio XII,
che più di altri aiutò gli ebrei

Sostiene Amos Luzzatto, intervistato da Repubblica: «È storicamente provato che nel 1942 diplomatici israeliani informarono gli Usa, gli inglesi e il Vaticano dei piani di rastrellamento decisi da Hitler». E aggiunge: «Nessuno rispose. Se noi abbiamo sempre rimproverato inglesi e americani per quei silenzi, la stessa cosa dobbiamo fare per il Vaticano e per Pio XII che non gridò forte al mondo intero il suo sdegno per quei crimini annunciati». È vero, ha ragione Luzzatto (malgrado il lapsus sui «diplomatici israeliani» del 1942, prima ancora della nascita dello Stato di Israele). Ma vale anche l' argomento rovesciato: allora perché allo Yad Vashem di Gerusalemme, accanto a quella di Papa Pacelli, non compaiono foto di Roosevelt e Churchill con didascalie che ne denuncino i «silenzi» e le omissioni quando era tragicamente funzionante la gigantesca macchina di sterminio degli ebrei? Il processo di beatificazione di Pio XII è questione che riguarda i credenti. Ma la controversia sui «silenzi» del Vaticano interpella la nostra coscienza morale e il modo con cui ricostruiamo la nostra storia. Perché allora i responsabili del Museo dell' Olocausto hanno voluto aggiungere nel 2005 quella targa così severa con Pio XII senza deplorare contestualmente e con pari severità la sordità delle potenze occidentali nei confronti di chi li informava dettagliatamente sulle mostruose atrocità che si stavano consumando contro gli ebrei d' Europa? Pesa ancora sugli americani il rimorso per non aver fatto tutto il possibile allo scopo di salvare la vita di chi era stato deportato nei campi del massacro. Nel gennaio scorso il presidente Bush ha pubblicamente ammesso che gli americani sbagliarono a non bombardare nel 1944 Auschwitz e le linee ferroviarie destinate alla deportazione degli ebrei portati allo sterminio. Tutte le ricerche storiche più aggiornate concordano nello smentire che le potenze occidentali impegnate nella guerra contro Hitler fossero all' oscuro delle dimensioni apocalittiche della Shoah. Negli Stati Uniti grava ancora il ricordo della «nave dei dannati», la «St.Louis», carica di 920 ebrei europei perseguitati a cui gli americani nel 1939 negarono il permesso di sbarcare nella terra promessa: e si calcola che almeno 600 di loro, costretti a tornare dai loro carnefici, siano stati trucidati durante lo sterminio. E allora, perché la targa della riprovazione solo per Papa Pacelli? Andrea Riccardi ha appena raccontato nel suo L' inverno più lungo (Laterza) lo sforzo della Chiesa di Pio XII per aprire a Roma i conventi dove gli ebrei (e non solo loro) potessero trovare rifugio durante l' occupazione tedesca: uno sforzo da tutti riconosciuto, almeno fino ai primi anni Sessanta. Avrebbe potuto fare di più? Forse sì. Ma chi, quale organizzazione, quale istituzione a Roma fece di più? E allora perché non dedicare una didascalia di riprovazione a chi non solo non fece di più, ma fece molto di meno? Se il processo di beatificazione esige certezze, la ricostruzione storica ha bisogno di confronti e di comparazioni. Quella targa allo Yad Vashem formula una condanna, ma salva chi si macchiò degli stessi silenzi attribuiti a Papa Pacelli. E impedisce di comprendere non la santità, ma semplicemente la storia.
Battista Pierluigi
Pagina 24 
(20 ottobre 2008) - Corriere della Sera
Di Battista mi sono occupato per la prima volta quando si prestò a scrivere una recensione favorevole al convegno organizzato a Roma da Fiamma Nirenstein. Non si era neppure preso la briga di affacciarsi al convegno, o almeno io che ero presente in funzione critica non mi sono proprio accorto della sua presenza. Si tratta ora di sapere da quale parte Battista decide di stare. E chissà se uscirà allo scoperto l’altro direttore ad personam del “Corriere della Sera”, l’ineffabile Magdi Cristiano Allam. Costoro devono decidere se dare lezioni di politica e di teologia al papa, se conviene loro defilarsi dal dibattito aspettando che la cosa si sopisca con il tempo, se invece devono prendere una qualche distanza dal sionismo. Sarà poi interessante vedere come reagiscono questi ultimi. Ed una prima avvisaglia ce la offre Danielle che scrive appunto al Dr. Battista, nome classico che nei films viene dato ai camerieri. L’articolo di Danielle è ben strano. Si limita sostanzialmente a distinguere fra il comportamente politicamente corretto di Roosevelt e Churchill, mentre sarebbe stato politicamente scorretto quello di Pio XII, non capo di stato come e più dei sunnominati, ma un semplice lacché del Congresso Mondiale Ebraico alle cui interessate missive avrebbe dovuto sottostare. Ironizza poi sulle fonti di informazione di Pio XII, quando poi gli si potrebbe obiettare come nel gennaio del 1941, la stessa Gestapo o i servizi nazisti, nell’ambasciata tedesca in Turchia, in contatto con il gruppo Stern offrisse la collaborazione germanica per l’emigrazione degli ebrei in Palestina. Curioso come anziché volerli sterminare, nel gennaio 1941, i nazisti si volessero disfare degli ebrei, così come avrebbe fatto anche Stalin, mandandoli in sperdute regioni della Siberia. Insomma, vi è ogni motivo per diffidare di tutto ciò che proveniva da parte ebraica o alleata: la guerra si combatte anche con bugie, manipolazioni, inganni, montature. È certo che oggi, non ieri, la “religio holocaustica” ha assunto le dimensioni di un vero e proprio dogma religioso e di una dottrina politica, il cui uso non è limitato alla propaganda mediatica, ma si pretende anche che qualcuno ci creda e addirittura lo si vuole imporre ai delicati meccanismi di funzionamento della chiesa cattolica come il processo di beatificazione dei santi, esercitando una ingerenza che è una palese e flagrante violazione della sovranità dell’unica monarchia assoluta ancora esistente sulla terra e gelosissima delle sue prerogative. Sarà interessante assistere nel prosieguo alle reazioni da parte pontificia, se vi saranno sviluppi e se la diplomazia vaticana non farà finta di non aver visto né sentito. Gli attacchi israeliani non sono interessanti: una formica che insulta l’elefante. Si tratta di vedere e sapere se l’elefante si lascerà insultare o se invece non decide di cambiar registro.

Non sono particolarmente informato in minuzie storiche, ma mi giunge nuova che l’«eroico» popolo di Napoli si sarebbe ribellato ed avrebbe reagito solamente per impedire il rastrellamento dei “suoi” ebrei. Posso dire che più a sud di Napoli, sulla punta dello stivale, da dove proviene la mia famiglia, non mi è stato mai riferito nessun episodio riguardante ebrei. Mentre invece qualcosa di sgradevole mi è stato raccontato circa il breve passaggio degli inglesi e forse delle Brigate Ebraiche, se erano al seguito. È però inaccettabile il voler costruire tutta la storia del Novecento come se tutto ruotasse intorno agli ebrei. È intollerabile la boria di propagandisti che pretendono di stabilire cosa altri avrebbero dovuto fare in un remoto, imperscrutabile e problematico passato, cosa debbano fare nel presente e cosa dovranno fare nel futuro prossimo e remoto. Se si trattasse di qualche matto isolato, non attirerebbe la nostra attenzione. Ma scendono in campo ministri, si compromettono le relazioni fra stati, si influenza tutto il sistema mediatico. In effetti, a ben vedere dietro quella che sembrano astratte questioni di principio, si nascondono interessi materiali enormi. Decisamente irritante infine la menzione di una «cattiva coscienza» da parte di chi dovrebbe guardare non ad un passato insondabile, ma ad un presente vergognoso dove sono stati superati a ben vedere tutti i crimini attribuiti al nazismo: come numero di vittime, per danni materiali, per ripetute violazione dei diritti, per sfacciata manipolazione della più elementare evidenza.

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3. Non solo teologa. – Ci eravamo abituati all’idea di una Danielle Sussmann esperta, o sedicente tale, in teologia cattolica oltre che ebraica. Ora ne scopriamo i panni dell’analista politica, come già madonna Fiammetta. Non intendiamo confutare a Daniela i suoi ragionamenti analitici: sono suoi e restano suoi. Qualcuno ha detto che un’immagine ben vale 1000 parole. Eccone qui di immagini eloquenti. Ci interessa invece come tutti costoro ritengono che sia loro concesso poter entare armati in qualsiasi parte del mondo. Se fosse stato Hitler a farlo, si sarebbe suonata la solita musica. Sono gli Usa a farlo per conto e negli interessi di Israele e tutto va bene. Sono davvero una banda di criminali che pensano di avere il mondo in pugno. E magari è pure vero. In effetti, non siamo in grado di opporre nulla e non sappiamo cosa ancora aspettarci. Quanto poi alla finezza secondo cui l’attacco Usa sarebbe stato condotto non “contro la” Siria, ma “in” Siria, è lo stesso ragionamento che ha portato all’invasione ed alla guerra contro l’Iraq e l’Afghanistan sulla base di assolute menzogne dette al mondo intero. Giustamente il nuovo presidente dell’ONU ha dichiarato la guerra “in” Iraq come la più criminale di tutte le guerre. La distinzione “contro la” e “in” ha poco a che fare con il diritto e molto con l’ipocrisia. A meno che non si voglia dire che ci si riservano attacchi ancora più distruttivi e criminali, da cow boy, “contro la” Siria.
Il mondo è avvertito. Se la distinzione giuridica è discutibile ma non priva di una certa sottigliezza, è però madornale la pretesa che i popoli mediorientali non sarebbero antiamericani e quindi come tali raggiungibili e istigabili alla sedizione contro i loro governi da parte non del popolo americano, ma del governo americano. Posso basarmi sulla testimonianza di una operatrice italiana nelle zone di crisi in Medio Oriente per dire che le popolazioni di quelle parti detestano in sommo grado gli americani senza andare troppo per il sottile nell’andare a distinguere fra popolo e governo americano: basta intendere quelli che stanno nei loro paesi a massacrare grandi e piccini, senza molto andare per il sottile o perdersi in distinzioni fra “in” e “contro”, stato in luogo o di moto. Ma posso dare anche un riferimento letterario nelle più recenti interviste di Noam Chomsky, ebreo e cittadino americano, il quale dice in “Gobal Empire” che il nazismo aveva avuto molto più consenso nell’Europa occupata che non gli americani nell’Iraq liberato. I nazisti avevano potuto lasciare ai governi dei territori da loro occupati la cura degli affari politici interni e dell’ordine pubblico. In Iraq gli americani faticano perfino a trovare fantocci.
In una scena del film di Michael Moore si può vedere l’immagine di soldati americani in crisi per essere stati abbindolati e costretti dal bisogno e dall’emarginazione sociale nel condurre una guerra “in” e “contro” l’Iraq, ad uccidere innocenti che non costituivano nessun pericolo per loro stessi e per il loro paese. Daniela ci può raccontare quello che vuole, ma non saremo noi a crederle. Può parlare solo a quanti sono già complici in operazione dirette sul campo o intellettualmente corrotti dalla lobitomizzazione mediatica.

4. Daniela e il Kyklon B. – Mi ci è voluto un qualche secondo in più per capire l’oggetto di questa nuova performance di Daniela. Dapprima ho pensato che oltre a conoscenze poetiche, teologiche, storiche, ne avesse anche di chimiche. Risultano in effetti forniture del gas Kyklon B ai campi di concentramento. Sembrava una prova schiacciante per la famosa questione delle camere a gas. Ho quindi chiesto ad un esperto di mia fiducia. Il gas in questione serviva per i normali usi previsti, cioè la disinfestazione, ma non per l’impiego nelle camere a gas. Non è il caso qui di approfondire oltre. L’altra questione toccate è il romanzo di Littell “Le benevole”, di cui ricordo che un altro redattore di IC, Luciano Tas, lamentava non gli fosse stato mandato in omaggio al posto di un altro volume che invece non gradiva. Pare poi che l’autore del romanzo non si sia mostrato perfettamente in linea con i canoni sionisti, per qualche sia dichiarazione non gradita, di cui ora non ricordo. Quindi la scomunica olocaustica, di cui Daniela è qui dispensatrice. Infine, il terzo oggetto della performance: la proprietà del quadro di Matisse ritrovato. Sembra che Daniela lo voglia avocare allo stato di Israele. La “roba” non è una sensibilità solo cattolica., come dice Pannella. Tutt’altro! Norman G. Finkelstein ci ha istruiti abbastanza. È infine indisponente la iattanza tutta sionista sugli “storici seri” che appunto perché seri concorderebbe con le pulsioni “non serie” di Daniele. In realtà, non esistono storici “seri” fino a quando le nostre leggi non consentiranno la libera espressione e la libera ricerca dei “storici non seri”. Se questi sono mandati in galera per il solo fatto di voler smantellare i pregiudizi olocaustici di Daniela gli altri storici restano orfani della loro presunta “serietà”. Almeno su questo di recente ha con me concordato un “serissimo” collega della mia facoltà, ma anche la maggior parte di illustrissimi colleghi provenienti da varie università europee riuniti in convegno. L’unico che mostrava fatica a comprendere il problema era un disciplinatissimo collega tedesco, che nella sua relazione usava per centinaia di volte la parola “stato di diritto”, “diritti umani”, e simili, ma non sapeva spiegare perché in Germania tanti suoi concittadini finiscono in galera per meri reati di opininione.

5. «L’onesto contributo». – Quando mi capita di immaginarmi Fiamma Nirenstein a tutto penso meno che alla sua «onestà», sulla quale invece si sofferma Daniela in relazione all’aria fritta delle analisi pro o contro Obama. Quel che è certo che ciò che interessa i sionisti dentro e fuori Israele è la continuità della politica estera americana. Mearsheimer e Walt ci hanno ormai insegnato che la Israel lobby è stata determinante nella sua distorsione. I guai che ne sono derivati non solo per il popolo americano, quello che viene mandato a morire e quello che soffre per la povertà opulenta, ma per tutto il resto del mondo sono evidenti. Purtroppo, temo che nella politica americana a contare non siano i presidenti, ma ciò che sta intorno a loro. Non mi faccio molte illusioni, vinca l’uno o l’altro dei candidati, anche se tifo un poco per Obama, forse spinto dal tifo contrario di Daniela.

6. Daniela e la legittimità. – Andando al link si trova Danielle che fustiga Sergio Romano dandogli del dilettante in fatto di storia. Come una formica che insulti un elefante: non ha costei il senso delle proprozioni. Ma il bello che la caccia alla “legittimità” questa volta viene individuata nella Dichiarazione Balfour! Non si insiste più tanto sull’ONU in quanto ormai dall’ONU vengono più condanne che non titoli di legittimità. Ci vuole un bel contorsionismo a sparare nello stesso tempo contro l’ONU, che ha equiparato in modo definitivo razzismo e sionismo con buona pace del nostro presidente Napolitano, e pretendere di trovare proprio nell’ONU la propria principale fonte di legittimità ad esistere. Per esistere ognuno di noi esiste in quanto esiste e se esiste: nel bene e nel male. Altra faccenda è la legittimità. Innanzitutto la legittimità Daniela dovrebbe andare a chiederla ai palestinesi che sono stati cacciati dai loro villaggi e dalle loro case: qui il tempo decorso non sana proprio nulla! E dunque è andata a finire a Balfour. Possiamo consigliargli di risalire ancora indietro nel tempo, molto indietro, cioè a quel periodo di appena un secolo su tremila anni durante il quale gli ebrei biblici (= nulla a che fare con quelli odierni in senso genetico) furono stato sovrano. Allora, su comando del divino Jahvé sterminarono i cananei. Proprio così: li sterminarono. Almeno questo è il racconto biblico, se ben ricordo. Evidentemente pensano di fare lo stesso oggi con i palestinesi, ma ancora non osano dirlo apertamente.

7. Chi delegittima chi? – Gustosa la notizia secondo cui la Livni rischiava di venire arrestata a Bruxelles a causa di un arresto pendente nei suoi confronti da parte della Corte internazionale dell’Aja. Non sarebbe il solo caso. Ma Daniela ne argomenta non interrogandosi sulla politica del governo israeliano, bensì concludendo che Israele ha delegittimato la Corte. È di questi giorni la presentazione del rapporto Goldstone sui crimini di guerra compiuti durante l’Operazione Piombo Fuso. anche qui naturalmente ad essere delegittimato non è Israele, ma l’ONU che ha osato dire queste cose contro Israele. E che non sentiamo dire tutti i giorni, anche autorevolemnte, che parlare male di Israele e del sionismo costituisce una forma di antisemitismo, cioè un titolo di reato che le Lobbies hanno introdotto in molte legislazioni. Inutile stare a cercare una definizione normativa di antisemitismo. La formula è stata volutamente lasciata nel vago per consentire alle associazioni ebraico ampio spazio di manovra per presentare denuncie anche per per scritte anonime sui muri delle città, nei bagni pubblici delle stazioni ferroviarie. La faccia tosta, da muro, con cui si parla di “barriera difensiva” toglie qualsiasi possibilità umana di contraddittorio, di confronto critico, di comunicazione. Come in un museo delle enormità non si può fare altro che registrare, monitorare.

8. IDF: ha il codice condotta morale più alto del mondo! – Così tenta di far credere la nostra Daniela, che fa sonoramente ridere se la materia non fosse di per sè tragica. Scrivo questa nota in settembre 2009, quando è ormai uscito il rapporto Goldstone nelle sue 700 pagine che occorrebbe leggere e analizzare. Viene da tutti citati e ne viene sommariamente indicato il contenuto. Non sembre però dubbio che questa volta l’esercizio israeliano abbia confidato troppo nella sua arroganza e nella capacità dello squadrone mediatico e diplomatico. Forse qualcosa sta cambiando.

Le Israel lobbies d’Europa e la politica interna ed estera dei singoli paesi. Interdipendenze e guerre ideologiche: Homepage

Avvertenza

Questa ampia sezione deve essere capillarmente rielaborata, in presenza di un possibile, qui preventivato. Non si può scrivere un’opera nel cyberspazio che si ispira esplicitamente all’opera cartacea di Mearheimer e Walt senza fare nomi di persone, istituzioni, eventi. Ma chi fa parte di una lobby non vuole che sul suo nome sia fatta pubblicità. Là dove ho potuto, in qualche pubblico convegno, ho personalmente spiegato alla persona che criticavo apertamente senza veli di sorta, che il mio netto dissenso era di natura intellettuale e concettuale, non certamente personale. Ha per me dell’incredibile come un oscuro internauta, ora desaparecido, sia stato inquisito e messo alla gogna, solo per aver copiato e incollato una lista di nomi ancora largamente presente in molti siti. Si tratta della famosa “lista nera” dei docenti che avevano preso pubblica posizione contro i docenti inglesi che invece avevano preso posizione in favore del boicottaggio delle università israeliane. Chiunque mette la propria firma in un Appello, quale che sia, si suppone abbia l’intelligenza per comprendere che se la propria posizione può costituire un titolo di merito per gli uni, in questo caso il governo di Israele, costituisce invece un demerito per chi ritiene che Israele sia uno “Stato criminale” secondo la stessa formula che Karl Jaspers aveva coniato per lo stato nazista. A me personalmente è poi capitato l’incredibile. Uno di quei firmatari, nel procedimento disciplinare che mi ha riguardato, pretendeva di essere mio “giudice inquisitore” allegando agli atti, in una massa farraginosa, anche le mie prese di posizione in favore dei boicottaggio di Israele. Siamo veramente all’assurdo, all’arroganza del potere che non sente più il bisogno nemmeno di rispettare la logica ed i più elementari principi di equità. Prevedendo una possibile perfidia, ritenendo noi costoro capaci di tutto, farero una riconversione della massa abbondante di dati raccolti e di altri che raccogliendo, dando ad essi forma forma oggettiva, espellendo al massimo ogni riferimento nominativo, e seguendo i criteri della logica geometrica euclidea tanto cara ad Hobbes. Il lavoro di ritrutturazione che ci attende è notevole, ma ci è perfettamente chiaro in mente e siamo convinti di poter fare cosa utile per uscire da quel regno delle tenebre che in ultimo tenta di ingoiare anche la fulgida figura di Vittorio Arrigoni, che sta a Gaza non in vacanza o per lavoro, ma fare da “scudo umano” con il suo corpo ai pescatori nel mare di Gaza e per vedere con i suoi occhi, per poi raccontarci ciò che i suoi occhi vedevano. Lo hanno ucciso, è morto. Adesso pretendono che noi ci si interessi a chi lo abbia ucciso o ne abbia rivendicato la morte, magari aspettando una verità simile a quella di Ustica, o della morte di Enrico Mattei, o alle stragi di stato, o agli imbrogli di cui si sospetta fin dalla fondazione del Regno d’Italia e della miserabile Unificazione che ne è venuta fuori, di cui ancora oggi paghiamo le conseguenze. E no! Vi è un giudizio politico sugli accadimenti storici che è cosa diversa dalle procedure mentali dei pubblici inquisitori. La scena della storia non è un’Aula di Tribunale e la comprensione della nostra quotidianità non può aspettare i tempi processuali. Che sulla nostra vita politica e sulle nostre istituzioni agisca quella stessa Lobby che negli USA opera allo scoperto e si serve di numerose sigle, di cui la più nota e potente è l’AIPAC, è cosa che traspare con evidenza ad ogni minima ricerca. Ciò che manca è quel dettaglio che noi vorremmo ricostruire, evitando quei rischi che abbiamo qui evidenziato: la materia è pericolosa quanto altra mai.


Cosa si intende qui per Israel Lobby?
«Una coalizione informale di individui e gruppi che cerca di influenzare la politica estera americana in modo che Israele ne tragga beneficio».
In Italia e in Europa come stanno le cose?
Stiamo cercando di scoprirlo!

«Esistono due distinti meccanismi che impediscono alla realtà del conflitto israelo-palestinese di essere giustamente divulgata, e sono i due bavagli con cui i leader israeliani, i loro rappresentanti diplomatici in tutto il mondo, i simpatizzanti d’Israele e la maggioranza dei politici, dei commentatori e degli intellettuali conservatori di norma zittiscono chiunque osi criticare pubblicamente le condotte dello Stato ebraico nei Territori Occupati, o altri aspetti controversi della storia e delle politiche di quel Paese. Il primo bavaglio è l’impiego a tutto campo dei gruppi di pressione ebraici, le cosiddette lobby, per dirottare e falsificare il dibattito politico sul Medioriente (negli USA in primo luogo); il secondo è l’accusa di antisemitismo che viene sempre lanciata, o meglio sbattuta in faccia ai critici d’Israele» (P. Barnard, Perché ci odiano, p. 206).


Con il titolo dato a questa Homepage intendiamo racchiudere in un ambito il più possibile comprensivo una ricerca che si è andata via via dilatando. Al suo inizio è stata ispirata da attacchi denigratori e diffamatori verso la mia persona. Anziché ricorrere a ritorsioni mi è parsa migliore difesa cercare di comprendere le posizioni e i concetti di cui i miei nemici si avvalevano. Uso intenzionalmente questo termine perché credo all’esistenza del Nemico. Rispetto ai consueti studi accademici legati ad un passato definitivamente trascorso abbiamo il relativo conforto di aver riscoperto nella realtà odierna la validità di strumenti analitici desunti in altri ambiti di riflessione. Scopo del nostro lavoro non è la conquista di un’audience di pubblico che non ci apporta nessun utile, ma una mia propria comprensione del tempo e del mondo in cui vivo ed anche ad assumere posizioni compatibili con il mio essere. Se ciò facendo, risulterò utile ad altri che hanno lo stesso scopo e procedono nella stessa direzione, non potrò che esserne lieto per quanto lo permettano la tristezza dei tempi.

I.

Autori o personaggi
sgraditi ed attaccati dai media filoisraeliani.
Ravvedimenti operosi.

Come «Informazione Corretta» e altri media denigrano quanti criticano il sionismo, Israele, gli Stati Uniti, la storia recente d’Europa negli scritti e nelle analisi di e su:

Ahmadinejad - Miti e bufale: 45. Ahmadinejad come genio del male ovvero novello Hitler:
Alemanno - Dibattiti. Alemanno, La Russa e il problea dell’ideologia nazionale ed europea:
Aloni - Ebrei “controcorrente”: 26. Shulamit Aloni e la critica politica interna: 1. Shulamit Aloni intervistata da Umberto De Giovannangeli. – 2. L’apartheid in Israele c’è davvero: la denuncia di una ex-ministra. – 3. Le bombe su Beirut: altro odio su Israele. – 4. Le radici ideologiche del fondamentalismo sionista. – 5. La famiglia in regime di apartheid. – 6. Shulamit segno di contraddizione già nel 1992. – 7. Nuove denunce. – 8. La ‘democrazia’ di Israele è solo d’immagine. –
Arafat Sommario: 1. Satira odiosa contro Arafat: le vignette dei «Corretti Informatori». –
Arbour Sommario: 1. Sabotaggio annunciato. – 2. La Livni si pronuncia. – 3. Aggrediti ed aggressori: che confusione! – 4. Luisa lascia. – 5. L’attività pregressa di Louise Arbour. – 6. La strategia della diffamazione.
Barghouti Sommario: 1. Omar Barghouti promotore della lotta contro l’aparthed. – 2. Omar Barghouti in Italia. – 3. Un tentativo di diffamazione. – 4. Maggiori notizie sul boicottaggio 2007. – 5.
Barnard Sommario: 1. L’informazione manipolata in favore di Israele: la ragion d’essere dei “Corretti Manipolatori”. – 2. Scambio epistolare fra Paolo Barnard e Marco Travaglio. –
Berti Sommario: 1. Dilettanti allo sbaraglio: Frattini ministro degli esteri. – 2. Marco Berti oscurato da IC. – 3. Talkshow con Broder sulla conversazione all’Islam in Germania. –
Blondet Sommario: 1. Pratiche di ordinaria diffamazione. – 2. Osama Bin Mossad. – 3. Sociologia dei Lettori/Lapidatori di «Informazione Corretta». – 4. Doverosa partecipazione di Boccuccia di Rosa alla lapidazione di Maurizio. – 5. L’esultanza di IC per il licenziamento da Blondet da l’«Avvenire». – 6. Le verità acquisite degli «eletti mentitori» e le riserve mentali di Chalmers Johnson. – 7.
Burg Sommario: 1. Addio al sionismo e demolizione dei suoi pilastri ideologici. – 2. L’«altro sionismo» di Avraham Burg. – 3. Un intervento del 2002: sull’ingresso di Israele nell’Unione Europea. – 4. Ora anche in italiano il libro “Vaincre Hitler” di Avraham Burg che demolische l’identica ebraica olocaustica. – 5. La posizione di Burg su Pio XII. – 6. Chi è «ripugnante»? Israele tutta! –
Cardini Sommario: Premessa. – 1. Magdi lo “Sbugiardatore” che non gradisce “Gaza Vivrà”. – 2. L'ironia deprimente e disinformata di Piera Prister. – 3. Una chiara azione di lobbying. – 4. La nascosta faziosità di Giorgio Israel. – 5. La non sorprendente mancanza di sorpresa dei «Corretti Correttori». –
Carter
Sommario: 1. Jimmy Varter nen giudizio di Sergio Romano. – 2. Jimmy Carter nel giudizio del candidato presidenziale John McCain. – 3. Carter e Hamas. – 4.
Chomsky
Sommario: 1. Chomsky citato da bin Laden. – 2. Chomsky intervistato da Odifreddi nel dicembre 2002.
Cocco Sommario: 1. La casa negata. –
De Giovannangeli
Sommario: 1. Donatori di organi. – 2. Divide et impera. – 3. La paranoia della distruzione di Israele. – 4. I pruriti censori dei “Corretti Informatori”. – 5. Un giornalismo non adulatorio. – 6. Fondamentalismo ebraico. – 7. La riconciliazione fra Hamas e Fatah fa paura. – 8. Elie Wiesel intervistato da Giovannangeli. – 9. De Giovannageli intervistato da radio radicale. – 10. I «Corretti Informatori» in delirio per Desmond Tutu. – 11. Una “corretta” perla. – 12. L’animus del delatore, se non del sicario. – 13. Strani trattati di pace. – 14. La situazione di Gaza percepità dall’«entità» Pezzana. –
D’Escoto
Sommario: 1. Miguel si presenta. – 2. Appello ONU al regime d’apartheid in Israele.
D’Orsi: 1. Angelo D’Orsi recensore sgradito di Ilan Pappe e della pulizia etnica. -
Facci Sommario: 1. Fiamma Nirenstein rappresentante di Israele, non del popolo italiano. – 2. Boccuccia di Rosa non poteva mancare. – 3. Una risposta da Facci. – 4. I nodi vengono al pettine. – 5. Un curioso impasto. – 6. I toni civili di «Informazione Corretta». – 7. The Israeli ‘settler’ serving in Italys’ parliament. – 8. Lettera di Facci a IC che replica. Ricomparsa del termine parafascista. – 9. Alla scuola del Mossad.
Farrahkan - Odiati da Oriana: 50. Louis Farrakhan e le sue campagne anti-Bush: 1. Le campagne anti-Bush di Louis Farrakhan. – 2. Obama e Farrakhan. – 3. Il sostegno ad Obama dell’«antisemita» Louis Farrakhan. –

Finkelstein - Diversità ebraica: 15. Norman G. Finkelstein e l’«Industria dell’Olocausto»: 1. Negato l’ingresso in Israele. – 2. L’«Opinione» di Arturo Diaconale non è abbastanza sionista. – 3. Denigrazione e contumelie. – 4. Questioni di datazione. – 5. L’espulsione dalla cattedra presso la DePaul university ed il ruolo di Alan Dershowitz. – 6. «Olocausto», l’industra dell’estorsione. – 7. Wikipedia. –

Giorgio - Cronisti: 1. Michele Giorgio e gli articoli del Manifesto: 1. Gli “arabi modello” nell’«unica democrazia» del Medio Oriente. – 2. Le cronache dalla Palestina. – 3. Lo sconcerto dei «Corretti Informatori». – 4. L’immoralità degli embarghi e la pratica degli omicidi legali. – 5. Il terrore dei «Corretti Informatori» all’idea dello stato unico arabo-israeliano. – 6. La nuova politica estera di Franco Frattini. – 7. Povertà in Israele, continazione della pulizia etnica in Cisgiordania e piani edilizi mirati. – 8. Il mentitore che dà del bugiardo a chi dice il vero. – 9. «Beduini, gli israeliani delle riserve». – 10. Un film dell’orrore. – 11. Ordinaria tortura ed infame commento. – 12. Il dibattito sull’islamizzazione della società palestinese. – 13. «Aiuti libici a Gaza, Israele li respinge».C
Grillo - Comici: 47. Beppe Grillo, una libera voce italiana: 1. Beppe Grillo e Ahamadinejad. – 2. Uno stupido commento. –
La Russa - Dibattiti. 42: Alemanno, La Russa ed il probleam dell’ideologia nazionale ed europea: 1. Cosa è successo? Una ricostruzione sintetica dell’evento con indicazione delle cause prossime e remote. – 2. Spiegazioni indebite. – 3. Massimo D’Alema e il gioco delle parti. – 4. Eccola di nuovo, Peppina! – 5. Le bacchettate di Fini. – 6. Gianni cala le brache. – 7. Non “una grande emozione” ma “una grande paura”. – 8. Alemanno, Pacifici e il Museo della Memoria. – 9. Alemanno sindaco illiberale. –
Michael Lerner - Rabbini non-sionisti: 37. Michael Lerner, una voce diversa: 1. Michael Lerner nell’archivio di IC. –
Gideon Levy - «Israeliani filo-palestinesi»: 36. Gideon Levy e le sue cronache dalle pagine di Haaretz: 1. Israele l’«unica» democrazia del Medio Oriente? È «peggiore dell’aparthed» sudafricano! – 2. «A Tel Aviv si vive bene»: sulla pelle dei palestinesi. – 3. Gideon Levy a colloquio con Bassem Eid. – 4. L’occupazione israeliana è impazzita. – 5. La superiore moralità dell’esercito israeliano. – 6. I figli propri e quelli degli altri.
Luzzatto - Discussioni: 46. Sergio Luzzatto e la memoria di ognuno: 1. Auschwitz e la memoria di ognuno. – 2. Scende in campo Daniela Coli. –
Man - I più “amati”: 57. Ignor Man, un giornalista incorreggibile: 1. Lapidatori che odiano se stessi. –
Moore - Odiati da Oriana: 51. Micael Moore e la politica americana: 1. Michael Moore narrato da Christian Rocca. – 2. Michael Moore narrato da Furio Colombo. – 3. Un Glauco che non smentisce nulla. –
Morgantini - Parlamentari: 12. Luisa Morgantini e i diritti dei palestinesi: 1. La Morgantini sarà pure comunista, ma Caprettini che giornalista è? – 2. Morganini insolentita da Deborah Fait. – 3. Morganini e Vanunu. – 4. Un viaggio per la pace. – 5. «Chi è davvero Luisa Morgantini». –
Morin - Aule di giustizia: 30. Edgar Morin e i suoi accusatori: 1. Testo e contesto di un episodio di polizia del pensiero. –
Odifreddi - Filologia: 8. Piergiorgio Odifreddi ed il suffisso -sta: 1. Odierno attacco a Piergio Odifreddi. – 2. Scende in campo la squadra. – 3. Contro Odifreddi dalle postazioni del “Foglio”. – 4. Chi è “sciocchino” e chi è intelligente. – 5. Premio “Exodus”: nuove polemiche e accuse. –
Oz - Israeliani: 28. Amos Oz e i turbamenti della coscienza: 1. La non partecipazione alla Fiera del Libro. – 2. Amos Oz stipendiato dal governo israeliano per una moderata dissociazione? –
Paci -
Pannella -
Pappe -
Piccardo -
Pillay -
Prodi
Ramadan -

Romano -
Sabahi -
Salamelik -
Salerno -
Sand -
Schiavulli -
Shamir -

Spinelli
Stabile -
Sternhell -
Storace
Tizio
Toaff -
Tutu
Vanunu
Vargas Llosa -
Vattimo -
Veneziani -
Viola -
Zaidi -
Zanotelli -
PARTE SECONDA
Come «Informazione Corretta» e altri media presentano Israele, il Medio Oriente e la Palestina:
Abu Mazen Sommario: 1. I reparti speciali di Abu Mazen. –
Allam Sommario: 1. Magdi e gli altri. – 2. L’onestà ed il coraggio di Magdi Cristiano Allam. – 3. Le panzane di Magdi a proposito di minacce al presidente Napolitano. – 4. Le liste magdelliane di proscrizione. – 5. Ultime bestialità. – 6. Il martello degli islamici. – 7. Qualche dubbio sulla “conversione” di Magdi in quel di Lecce. – 8. Magdi a Piacenza. –
Battista Sommario: 1. Pierluigi Battista e l’aggressione mediatica all’Iran. – 2. Pierluigi Battista e la Fiera di Torino. – 3. La pietas di Pierluigi. – 4. Un profilo di Pierluigi che attacca Beppe Grillo. –
Bordin Sommario: 1. I bastoni dei fratelli Terracina. – 2. L’orgoglio di Bordin. – 3. Bordin fa da spalla a Frattini che si esibisce sulla nuova politica mediorientale. – 4. La conquista bordiniana delle menti e dei cuori. – 5. Massimo Bordin e la rassegna stampa quotidiana dei suoi desideri e dei suoi pregiudizi. – 6. Un “imbecille” di regime. – 7. Il mondo visto da Massimo Bordin. – 8. A Massimo: «A radio Teheran parlo anche io!». –
Broder Sommario: 1. Affinità ideologiche. – 2. La libertà di ridere. –
Buffa Sommario: 1. Dimitri Buffa sulle tracce del Mossad. – 2. La buffa islamofobia di Dimitri. – 3. Le posizioni di Dimitri. – 4. Nessuna ambiguità in Dimitri: è sempre Buffa. – 5. L’«onestà» di Dimitri. – 6. In un paese normale…. – 7. La stupidità torna alla carica. – 8. Una lettera aperta di Dimitri. – 9. Dimitri Buffa e Marco Taradash. – 10. I buffi servizi di Dimitri. –
Bush
Calabrò Sommario: 1. Italiani del Corsera: Maria Antonietta Calabrò. – 2. La “risposta” di Radio Italia. – 3. Lettera di formale protesta al “Corriere della Sera”. – 4. Alcune verità scomode: un poco di fango sull’Abbé Pierre. – 5. Una “cronaca corretta” sui vertici dell’UCOI, indagati per istigazione all’odio razziale. – 6. Maria Antonietta e padre Rydzyk. – 7. Silvio, Ahmadinejad e Maria Antonietta. –
Casadei Sommario: 1. Tempi moderni. –
Cicchitto
Colombo Sommario: 1. Il risorgimentalismo sionista di Furio Colombo. – 2. L’umana faziosità di Furio. – 3. L’altra Memoria: quella che all’on. Colombo non fa comodo celebrare. –
Diaconale Sommario: 1. Le testate atomiche di Arturo Diaconale. – 2. Le posizioni sulla guerra mediorientale. – 3. Un gran bella faccia tosta. – 4. L’Inghilterra nella lista dei paesi con governanti bugiardi. – 5. Porcherie diffamatorie. – 6. Le “palle” di Arturo Diaconale. –
- Fait - Fallaci - Feiglin - Ferrara - Fourest - Foxman - Frattini - Guzzanti - Israel - B.H. Lèvy - Lieberman - Lisistrata - Livni - Loewenthal - Magni - Mella - Meotti - Merkel - Morris - Nirenstein - Ostellino - Ottolenghi - Pacifici - Pagliara - Palazzi - Panella - Petraeus - Pezzana - Polito - Prister - Ranieri - Rocca - Ronchi - Ruben - Santus - Schwed - Sfaradi - Shalev - Steinhaus - Sussmann - Taradash - Tas - Teodori - Ulfkotte - Volli - Wiesel

III. →

Ricerche correlate

• 1. Monitoraggio di «Informazione Corretta»: Sezioni tematiche. A. Iraq: origini, cause e risultati odierni di una guerra “preventiva”. Sommario: 1. Chi ha voluto la guerra in Iraq e perché. 2. Un criminale di guerra intervistato e ammirato. – 3. Il sonno della ragione. – 4. La verità che resta. – 5. Un “corretto” plauso al Riformista. –
• 2. Monitoraggio di (dis)Honest Reporting Italia: Reports intercettati: 1. Attacco alla didattica: contro l’uso di cartine geografiche non aggiornate. – 2. Orient House: no alla sua riapertura! – 3. Neppure i bambini vengono risparmiati nei “disonesti rapporti” della Israel lobby.
• 3. Quale «difesa d Israele»? Analisi di un nuovo servizio sionista della guerra ideologica di propaganda. –

4. Osservatorio sulle reazioni a Mearsheimer e Walt. – 5. Harry Truman, il presidente filosionista alle origini della Fondazione. – 6. La fabbrica dell’Emozione. Recensioni di Carlo Mattogno a “Sonderkommando” Shlomo Venezia e all’«Irritante questione» di Valentina Pisanty. – 7. L’11 settembre: misteri, dubbi, problemi. – 8. Rudimenti sul Mossad: suo ruolo e funzione nella guerra ideologica in corso. 9. Free Gaza Movement: una sfida al blocco israeliano di Gaza. – 10. La pulizia etnica della Palestina. – 11. Studio delle principali Risoluzioni ONU di condanna a Israele. – 12. Cronologia del conflitto sionista-palestinese. – 13. Dizionario del sionismo. – 14. Palestina: storia fotografica dell’occupazione sionista dagli albori ai giorni nostri. – 15. Boicottaggio prossimo venturo: la nuova conferenza di Durban prevista per il gennaio 2009. – 16. Teoria e prassi del diritto all’ingerenza. – 17. Per una critica italiana a Daniel Pipes. – 18. Classici del sionismo e dell’antisionismo: un’analisi comparata. – 19. Mazzini, il sionismo e Giorgio Napolitano in Israele. – 20. Letteratura sionista: Sez. I. Nirenstein; II. Panella; III. Ottolenghi; IV. Allam; V. Venezia; VI. Gol; VII. Colombo; VIII. Morris; – 21. La leggenda dell’«Olocausto»: riapertura di un dibattito. – 22. Lettere a “La Stampa” su «Olocausto» e «negazionismo» a seguito di un articolo diffamatorio. – 23. La guerra giudaico-cristiana dei nostri giorni. – 24. Jürgen Graf: Il gigante dai piedi di argilla. – 25. Carlo Mattogno: Raul Hilberg e i «centri di sterminio» nazionalsocialisti. Fonti e metodologia. – 26. Analisi critica della manifestazione indetta dal «Riformista». – 27. Controappello per una pace vera in Medio Oriente. –


IV. →

Visioni dantesche

Dante nello scrivere il suo “Inferno”, “Purgatorio” e “Paradiso” in fondo non faceva altro che uscire da quella neutralità del giudizio assiologico che è proprio del procedimento scientifico. Giunge però il momento in cui l’uomo non è più scienziato o filosofo, ma deve assumersi la responsabilità di cittadino nel suo paese e nel suo tempo. Ecco che gli uomini non appaiono più tutti uguali, ma devono essere distinti nel nostro giudizio. Nel definire ciò che ogni altro a noi pare siamo costretti a ritornare filosofi in un duplice modo: nel definire in sé la categoria etico-politica entro cui collochiamo le “personae dramatis” e nell’attribuire la singola persone al girone che con giustizia gli compete. Naturalmente il giudizio è fallibile, ma la fallibilità umana non ci esime dall’assumere la decisione.

1. infami: Infami! Cronache di un genocidio in atto nella Striscia di Gaza con complicità dei media e dei governi. Post creato il 7 dicembre, giunto alla versione 1.3 il 9 dicembre 2008. – 2. ipocriti: L’indiano morto e l’arabo morto nell’ideologia giudeo-americana: spunti per una rilfessione sull’ipocrista democratica. Post creato il 9 dicembre 2008, giunto alla versione 1.0 il 9 dicembre 2008. – 3. scellerati! Il pactum sceleris quale fondamento della democrazia israeliana. Post creato l’11 dicembre 2008, giunto alla versione 1.1 il 12 dicembre 2008. – 4. mentitori: Mentitori! Celando al mondo la verità di procede al genocidio della popolazione di Gaza. 5. assassini: Assassini! Come Israele va preparando l’invasione di Gaza e la soppressione fisica dei suoi governanti. – 6. fiancheggiatori: Fiancheggiatori ossia la nuova dimensione planetaria della guerra ideologica.

V. →

Temi scelti

Questo Monitoraggio ha preso avvio dall’analisi di una testata particolarmente deplorevole, ma ora quasi mi vergogno di aver prestato tanta attenzione ad un oggetto così basso. Il tentativo è quello di considerare un materiale più ampio, qualificato e rappresentativo, anche se è piuttosto difficile stabilire delle comparazioni e delle gerarchie in ordine di importanza. Del resto, l’ideologia del sionismo copre uno spetto alquanto ampio. La stampa italiana è in larga parte condizionata dalla propaganda a favore di Israele. Non può non far riflettere la notizia che la redazione del maggior quotidiano italiano sia frequentata dall’ambasciatore israeliano. A far cosa e quanto abitualmente vi si ci rechi è cosa che affidiamo alla nostra immaginazione, ai nostri sospetti. Ma il caso si può estendere alla pressoché totalità del sistema informativo italiano. Come è stato detto, oggi la propaganda non è più uno strumento della guerra, ma è essa stessa parte integrante dell’azione militare. Connessa alla questione palestinese, al cosiddetto Olocausto, all’ebraismo è la ricostruzione della storia europea del Novecento. In molti paesi non esiste libertà di pensiero e di ricerca su temi sensibili che costituiscono parte vitale dell’ideologia nota con il nome di “sionismo” e che propriamente è cosa che dovrebbe restare distinta dall’ebraismo. A giudicare dall’azione politica delle comunità ebraiche non vi è però dubbio che è fortissimo il coinvolgimento dell’ebraismo mondiale con la politica genocidaria dello stato di Israele. Paradossalmente, ciò conduce ad una “distruzione dell’ebraismo” su un piano più radicale di quello che il nazismo avrebbe mai potuto concepire. Le vittime presunte si sono trasformate in carnefici acclarati.


A.

Iraq: origini, cause e risultati odierni di una guerra “preventiva”

Non è difficile immaginare negli intendimenti degli strateghi americani-israeliani un destino del Medio Oriente analogo a quello toccato all’Europa dopo il 1945. Un poco di benessere in cambio della totale soggezione politica e culturale. La chiamano democrazia e si teorizza la sua esportazione con la forza nel presupposto pannelliano di un diritto naturale dei popoli alla democrazia, la cui definizione è però riservata al diritto positivo delle antiche democrazie. L’Iraq sembra essere stato il primo tassello di un simile piano di democratizzazione e occidentalizzazione forzata. Non è difficile cogliere nelle testate e agenzie propagandistiche israeliane una specifica ideologia che sottende un simile modello. Ne verremo raccogliendo i documenti più significativi.

1. Chi ha voluto la guerra in Iraq e perché. 2. Un criminale di guerra intervistato e ammirato. – 3. Il sonno della ragione. – 4. La verità che resta. – 5. Un “corretto” plauso al Riformista. –


B.

Iran: una guerra di aggressione programmata

Mi limito a riportare quanto leggo a p. 16-17 dell’edizione italiana del libro di Mearsheimer e Walt, La Israel Lobby, che non lascia dubbi sulle responsabilità della “lobby" sui piani in atto verso l’Iran:
«Gli Stati Uniti, nell’area mediorientale, hanno anche intrapreso politiche che riflettevano le preferenze di Israele. Per esempio, fin dai primi anni Novanta del Novecento la politica americana nei confronti dell’Iran è stata profondamente influenzata dai desideri dei diversi governi che si sono succeduti in Israele. In anni recenti, Teheran ha fatto svariati tentativi per migliorare le proprie relazioni con Washington e ridurre le forti divergenze che separano i due paesi, ma Israele e i suoi sostenitori negli Stati Uniti sono riusciti a bloccare ogni riavvicinamento, per quanto limitato, e a mantenere la distanza fra i due paesi».
Se la guerra contro i paesi arabi è da ritenere fallimentare e disastrosa dal punto di vista degli interessi strategici americani, a maggior ragione - a mio avviso – lo si può dire per l’Italia e l’Europa. Nella sua totale mancanza di autonomia energetica Italia ed Europa avrebbero tutto l’interesse a relazioni pacifiche e cordiali con tutto il mondo arabo e musulmano. Invece, con la favola del terrorismo e del fondamentalismo si fa di tutto per attizzare una conflittualità che non è nell’interesse né degli uni né degli altri. Resta da scoprire se la Lobby torinese sia autoctona o un’emanazione della lobby USA e madrepatria Israel. Non ho servizi di intelligence a mia disposizione. Ciò che posso vedere è il livore e l’ostinazione con cui dalla “corrette” colonne si fa di tutto per aizzare ad una guerra contro l’Iran che sarebbe ancora più disastrosa ed apocalittica di quella ancora in corso in Iraq.


C.

Apologia di Piombo Fuso

L’operazione ora nota al mondo come “Piombo Fuso” ha una storia secolare. Si possono ritrovare già nei Diari di Herzl il piano di espulsione della popolazione autoctona. La pulizia etnica del 1948 - inconfutabilmente denunciata in ultimo da Ilan Pappe – si colloca in perfetta continuità con “Piombo Fuso”, che a riflettori spenti continua facendo morire di stenti popolazioni inermi. Con il pur moderato rapporto Goldstone il mondo sembra incominciare ad aprire gli occhi. Forse come mai prima di adesso è apparsa la funzione della stampa e della copertura mediatica quale parte integrante dell’Operazione “Piombo Fuso”, subito fatta seguire ad arte con l’attacco al vescovo Williamson. Il sionismo ed i suoi agenti nel mondo, i suoi “convertiti della porta” si è scatenato nel difendere l’indifendibile. A guisa di una cartina di tornasole in questa sezione verranno raccolti e registrati, con minimo commento all’occorrenza, tutti gli interventi apologetici di quello che da un Commissario ONU, Goldstone – ebreo egli stesso e amico di Israele – ha definito senza mezzi termini crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Non ne avevamo dubbi fin dal primo momento, ma adesso giungono autorevoli conferme che non sarà agevole eludere, anche se non vi è da farsi soverchie illusioni sull’incrinatura del potere sionista nel breve periodo.



D.

Campagne di intimidazione

Nella formazione dell’ideologia sionista costituisce un suo momento essenziale la precostituzione di topoi dentro il quale costringere l’avversario a stare sulla difensiva. Se si accettano i termini del discorso fissati da altri, ecco che ci si trova irretiti in una falsa rappresentazione della realtà dove tutto il resto è condizionato. Capita però che di tanto in tanto emergano fatti, nudi fatti, che sgretolano il castello di menzogne. In questi casi, Israele, soprattutto con la mobilitazione delle comunità ebraiche, che ormai godono di posizioni di privilegio e di potere in ogni paese, mette in moto campagne di intimidazione, anche con azioni legali, infondate ma finanziate a fondo perso, intraprese da una fitta selva di sigle ebraiche, con lo scopo di impaurire, far tacere, far dimittere, sconfessare, punire, ritirare chiunque osi scalfire l’immagine che Israele e l’ebraismo vogliono imporre di se stessi. A questo non poter essere toccati si accompagna il diritto di offendere e vilipendere chiunque piaccia. Ne sono oggetto, di questi tempi, in particolare tutte le comunità islamiche in Europa, percepite nella loro semplice esistenza come una minaccia oggettiva. Dunque con un motto si può così riassumere questa politica del sionismo: “fai agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te” oppure “non permettere agli altri di fare quello che tu fai loro”.






Premessa. Che a un non ebreo si possa affibbiare con estrema facilità l’accusa di antisemitismo o di odio razziale è cosa di facile verifica. In quasi tutte le legislazioni del civile Occidente l'accusa di antisemitismo è punita con pene severe e così anche quella di odio razziale. Per i sionisti, ovvero i nostri Corretti Informatori, è una pacchia, una manna caduta dal cielo. Con poca fatica possono così eliminare tutti gli avversari scomodi, anche i critici più controllati. Ma che fare quando a dire le stesse cose sono ebrei doc? Come si fa non già ad un solo ebreo, che in quanto unico potrebbe esser fatto passare per matto, ma a numerosi ebrei come Pappe, Finkelstein, Burg, a dire loro che sono antisemiti? Come si fa a portarli nei tribunali con l’accusa di antisemitismo? Ve lo immaginate un ebreo compagno di prigione di Zündel? Ecco dunque che si è elaborato questa strana teoria dell’ebreo che odia se stesso. È una bufala. Basta saperlo e non darvi eccessivo peso.
1. Ariel Toaff: uno “sporco” ebreo?.
2. Un nuovo artificio ideologico: “l’odio di sé ebraico”.
3. L’industria del falso.
4. La cattedra di Finkelstein.
5.


Questo post sarà dedicato alla documentazione delle forme, delle strutture e delle manifestazioni di attività lobbistica volta ad influenzare, condizionare, intimidire le redazioni dei giornali o singoli giornalisti ovvero per colpire forme di dissenso politico o volte all’assurda pretesa di voler formare le coscienze, laddove noi riteniamo che la coscienza sia per natura libera e si spera spontaneamente orientata verso il bene e la giustizia. Pretendere di “formare le coscienze”, ovvero “formare gli insegnanti” perché questi a loro volta formino i loro studenti significa istituzionalizzare la peggiore e più capillare forma di totalitarismo. La libertà dell’uomo si misura nella sua autonoma capacità di fare il bene o il male, sperando che scelga di fare il bene. Voler imporre la scelta del bene significa che il male ha già trionfato, asservendo le coscienze. La scienza del bene e del male è poi estremamente complessa perché non è dato sapere con piena evidenza cosa sia il bene e cosa il male. Inoltre male e bene non possono essere sempre disgiunti con netta demarcazione l’uno dall’altro: il bene può anche contenere il male e viceversa. In realtà, si continua sulla folle strada del Tribunale di Norimberga che non concluse la guerra con trattati di pace, ma diede ai vincitori del momento la pretesa di potersi ergere a giudici dei vinti. Non prevalse la pietà ma l’eterno rancore e la perpetua inimicizia.

1. Il concetto di antisemitismo spiegato alla fondazione Camis de Fonseca. – 2. Tentativi di screditare l’ANSA. –


G.


Il vittimismo

Premessa. Esiste un modo di fare per conseguire risultati voluti. Non è pensabile che ciò che accade sia frutto del caso. Non è facile individuare le strategie perché queste per essere efficaci hanno bisogno di segretezza. Ad esempio, il tentativo del sottosegretario Riccardo Levi (strano e sospetto cognome) di mettere il bavaglio a tutto il mondo dei blog possibile che sia stato un banale errore, subito ritirato appena è montata la protesta. Ed ecco in effetti che i nostri sospetti trovano una conferma: ce la offre l'ineffabile Federico il Grande Steinhaus. In pratica, ci viene detto che Internet è qualcosa che deve essere imbavagliato e tenuto sotto controllo nella lotta fra il bene ed il male, dove il Bene è la parte in cui Steinhaus ed i «Corretti Informatori» si trovano. Ed in questi giorni la richiesta di pensione a titolo di "benemerenza" per gli ebrei del ghetto romano ad opera dell’ineffabile Riccardo Pacifici non è un preludio a far passare quest'anno la legge sulla repressione del revisionismo, che darebbe una nuova e terribile arma in mano alla Israel lobby nostrana? Individuare e denunciare le strategie non è cosa facile, si può incorrere in errori e perfino abbagli, ma è un tentativo che viene fatto in questa Sezione con il solo aiuto dei dati attinti dalla rete stessa.
1. Lettera di “Informazione Corretta” a Giorgio Napolitano Presidente.
2. L’ideologia della “democratizzazione forzata”.

H.

Insegnanti: una categoria a rischio

Premessa. Il libro di Mearshemer e Walt è stato un possente colpo vibrato alla lobby, ma non perché abbia messo in atto qualcosa di concreto. Ha soltanto documentato una realtà che si può mettere in evidenza solo che la si voglia guardare e concentrare su di essa l'attenzione. È istruttivo analizzare tutte le reazioni, in Italia e all'estero, su questo libro, da tener distinte in reazioni generali da parte della cultura e reazioni particolari provenienti dall'interno del mondo ebraico.
1. Esorcizzazione preventiva in un articolo di Christian Rocca.
2. E chi è Luciano Tas?.
3.

Di apartheid in Israele ormai parlano in tanti e non è più possibile negare il fatto. In questa sezione cercheremo di raccogliere la più ampia documentazione disponibile in rete. La successione dei paragrafi avrà un ordine casuale e dipenderà da ciò che si troverà e quando lo si troverà. Quindi nessuna sistematicità almeno in una prima fase di mera raccolta dei dati.


J.


L’accusa di antisemitismo

L’antisemitismo è certamente un fenomeno complesso che richiede uno studio attento. Nel clima successivo alla seconda guerra mondiale l’antisemitismo è diventato un affare, un comodo argomento per aumentare il senso di colpa di qualunque oppositore e contraddittore. Riportiamo questo brano di Mearsheimer e Walt:
«Un’analisi del modo di operare della lobby non sarebbe completa se non si prendesse in esame una delle sue armi più devastanti: l’accusa di antisemitismo. Chiunque critichi la condotta di Israele, o affermi che i gruppi filoisraeliani hanno una consistenza influenza sulla politica americana in Medio oriente, ha buone probabilità di essere bollato come antisemita. Chiunque sostenga che esiste una Israel lobby corre il rischio di essere tacciato di antisemitismo, per quanto l’AIPAC e la Conference of Presidents siano tutt’altro che timidi nel definire la propria influenza, e gli stessi media israeliani parlino di “lobby ebraica d’America”. In effetti, la lobby da un lato ostenta il suo potere e dall’altro attacca con disinvoltura chi attira l’attenzione su di esso» (op. cit., p. 230).
L’accusa di antisemitismo non ha confini geografici. Vale la pena di osservare che in Medio Oriente gli unici veri semiti sono i palestinesi e volendo essere rigorosi antisemiti sono gli israeliani, che sempre rigorosamente parlando, sulla scorta del libro di Shlomo Sand, non sono neppure semiti, ma solo un’accozzaglia di avventurieri venuti da ogni parte del mondo. Dall’antisemitismo occorre tener distinto l’antiebraismo. L’uno ha carattere politico-sociologico, con una storia plurimillenaria, l’altro ha un carattere prettamente teologico.

1. L’antisemitismo di sinistra. – 2. L’antisemitismo di Celine. –


K.


La questione palestinese

Il conflitto israelo-palestinese dura da almeno 60 anni. Da parte ebraico-sionista si tenta di negare il concetto stesso di Palestina, di popolo palestinese, di palestinese e si pratica la politica del fatto compiuto. Ma una questione palestinese esiste. Possiamo riassumerla nei termini che seguono: là dove prima vivevano i palestinesi sono venuti coloni ebrei che li hanno cacciati ed hanno detto: “Questa terra è nostra”. La tesi dei due stati due popoli è ambigua ed ingannevole, ma intanto serve per condurre l’occupazione illegale, la pulizia etnica, il genocido. La tesi dello stato unico con il “diritto al ritorno” non degli ebrei sparsi per il mondo, ma dei profughi palestinesi è respinta come la morte dallo Stato di Israele che tiene alla sua natura ebraica, razziale, razzista. Tutto si regge sulla capacità di resistenza delle vittime palestinesi, ma la loro resistenza è infangata e delegittimata come “terrorismo”, il che significa se mi lanci una bomba a mano io ho diritto di scatenarti addosso tutto il mio superiore potenziale militare.



Premessa.
1. L’atomica dei poveri: la bomba demografica.

Premessa.
1.

Premessa.
1. Si chiama Ronald S. lauder.
2.

La ricostruzione e l’interpretazione della storia nostra e di quella degli altri altri è parte della nostra identità. È in pratica la stessa cosa di ciò che i filosofi chiamano l’autocoscienza. Si tratta di un processo personale più di ogni altro allo stesso modo in cui la coscienza individuale è ciò che ci caratterizza maggiormente ed in modo esclusivo. L’ideologia dei “diritti umani” si contraddice platealmente quando pretende di coartare la coscienza individuale, non più libera di pensare il passato, ma obbligata dentro determinati sentieri. Ci si preoccupa dei “fondamentalismi” ma l’Europa vive dal 1945 sotto la cappa di una “identità” imposta con le armi. Istruttivo l’ultimo capitolo della grandiosa sintesi storica di Tony Judt, che pone come condizione dell’identità europea la piena accettazione di una concezione storica imposta dai vincitori nel loro interesse. Si apre però qua e là qualche crepa: la coscienza è difficilmente comprimibile. Si scatena così una vera e propria caccia alle streghe che ha poco da invidiare al passato medievale delle radici giudaico-cristiane.

1. Questioni storiografiche: Antonio Meneghetti. –

Premessa.
1. Padre Rydzyk se ne deve andare!

Premessa. A differenza di altri (assai numerosi) che – diffamati da «Informazione Corretta» – decidono di adire le vie legali io ho invece deciso di dare battaglia ai «Corretti Informatori» sul loro stesso terreno della presenza nel cyberspazio. Il loro primo attacco nei miei confronti era avvenuto in occasione di un mio primo articolo di mero studio sull’«Olocausto». Naturalmente non intendevo fare nessuna apologia del presunto sterminio, ma solo intraprendere un cammino di studio su un argomento certamente tragico, ma sul quale si mandava e si mandano in galera persone che non hanno nessuna responsabilità materiale con i fatti di ormai 6o addietro. Semplicemente queste persone contestavano i dati e le tesi di una storiografia che ha assunto carattere ufficiale, addirittura una sorta di verità di stato. Mi ritengo persona capace di autonomia di giudizio e pronto a riconoscere la verità, quale essa sia, per come a me appare. A nulla è valso che io scrivessi una vibrata premessa per scongiurare possibili equivoci. Penso che i «Corretti Informatori» non l’abbiano neppure letta. A loro è bastato semplicemente il titolo che avevo scelto: “La leggenda dell’Olocausto”. Ognuno sa che “leggenda” non significa “favola”, ma qualcosa di vero mescolato ad elementi fantastici e mitici. Da questo primo attacco ne sono seguito altri, invero ignobili, per i quali si possono leggere i dettagli nei singoli paragrafi.
1. L’attacco previsto.
2. Michael Levi.
2a. La follia di Levi.
3. Caterina Conidi.
4. Angelo Pezzana.
5. Raffaele Iannuzzi.
6. Lisistrata.
7.


Premessa.
Premessa.
1. Avraham Burg, la bestia nera, critico della “legge del ritorno”.
2.

T.


Il nucleare israeliano.

Poco si parla del fatto che Israele già da parecchio tempo dispone di un arsenale nucleare, che se ho ben compreso ed è vero che che ho sentito da un esperto in un’intervista televisiva (Enrico Jacchia) sarebbe addirittura più potente di quanto non dispongano Francia e Inghilterra. Come ciò sia stato possibile e perché mai è cosa di cui non si parla quasi mai. Sembra che vi sia una sorta di finzione diplomatica nel ritenere ufficialmente che Israele non disponga di arsenale atomico, ma è un segreto di Pulcinella. In questa Sezione raccoglieremo tutto quello che viene fuori dall’archivio recente e meno recente di «Informazione Corretta» e soprattutto sonderemo le pulsioni profonde dei nostri «Corretti Informatori».

Premessa.
1. Gli impianti nuclari israeliani di Dimona.
2. Guerra simulata fra israele e Iran.
3.

U.


.

Il nostro Monitoraggio è iniziato con «Informazione Corretta» che però è qualcosa di assai grossolano. Tutto il nostro lavoro verrebbe vanificato se si fermasse al solo circolo di Angelo Pezzana. IC resta utile per la sua immediatezza, per la nettezza con cui divide il mondo in due parti: con Israele e il sionismo o contro Israele e il sionismo. Esistono però posizioni più sfumate e intermedie, anche nascote alle luci dei riflettori. In fondo il lavoro di «Informazione Corretta» è di tipo squadristico. Una rete di attivisti che sono nell’indirizzario di IC rispondono ai comandi che consistono nell’inviare lettere contro quel quotidiano o quel personaggio pubblico o privato. Si noti che in questa attività istigativa i responsabili della testata giornalisticamente registrata possono sempre dire di essere estranei a ciò che un loro lettore scrive a terzi su loro costante invito. La natura del commento influenza chiaramente i contenuti delle lettere che i Lapidatori mandano ai destinatari di volta in volta designati. Purtroppo, non mi è possibile una statistica ed un monitoraggio delle lettere ispirate dalla redazione di IC ed inviate a giornali e privati. Per salire di livello nell’analise del sionismo italiano occorre considerare altre testate. Alcune caratterizzata in senso totalmente o prevalentemente sionista: il «Foglio», il «Riformista», il «Giornale», il «Velino», «Radio radicale», altre occasionalmente sioniste a seconda dei collaboratori di cui dispondono. Fra queste in primis il «Corriere della Sera», dove opera Magdi Cristiano Allam. Poi vi sono testate ebraiche come Shalom. Di tutte queste tenteremo un censimento e se avranno un archivio accessibile al pubblico, vi attingeremo, considerando ormai abbondantemente sfruttato l’archivio di IC. Si avverte infine che la successione dei paragrafi è del tutto casuale. Non vi è nessuna gerarchia per ordine di importanza, anche perché oggetto della ricerca è la scoperta delle eventuali relazioni gerarchiche, o rapporti di dipendenza o di correlazione, e così via. È un bosco ed un sottobosco tutto da esplorare, dove i grossi alberi vengono osservati insieme con i cespugli che li attorniano.



Premessa.
1. Una tipica vigliaccata, copertà da impunità.
2. Insistono. Occorre fermarli.
3.

Da oltre sessant’anni si succedono guerre ininterrotte di cui è difficile tener le cronache. È un lavoro da storici specialisti. Quello che ognuno può sapere con un minimo di informazione che vi è stato - nel nome del sionismo – un lungo processo di conquista e colonizzazione di terre dove vi erano genti che quelle terre e quei villaggi abbandonavano. Tutto ciò è avvenuto non al tempo della scoperta dell’America, quando i bianchi anglosassoni scacciavano e terminavano gli indiani, ma in tutto l’arco del XX secolo. Per giustificare la loro prepotenza gli ebrei israeliani o sionisti si arrampicano sugli specchi e ne inventano di tutti i colori per tentare di giustificare una violenza originaria pura e dura. In questa sezione non faremo chiaramente la storia di tutte le guerre israeliane, ma isoleremo i commenti, spesso esilaranti, dei nostri “Corretti Informatori”.


Le guerre del nostro sono guerre ideologiche prima ancora che politico-militari. Forse erano meno cruente le guerre che prima della rivoluzione francese erano decise dai sovrani, passavano sulla testa dei popoli, ma erano anche risolte dai sovrani stessi spesso con transazioni di carattere patrimoniale sancite magari da un matrimonio fra regnati. Oggi invece in epoca democratica bisogna convincere spesso una vasta opinione pubblica alle ragioni ed agli oneri di una guerra che sarà poi lo stesso popolo a sostenere e pagare sulla propria pelle. Da qui nasce la propaganda specificamente destinata a sostenere i conflitti. I nostri “corretti informatori” sono figli e padri di una guerra ideologica che anche noi qui combattiamo con le nostre armi che sono “concetti” e “posizioni”. In questa sezione verranno trattati gli aspetti ideologici delle guerre mediorientali in corso, di tutti gli aspetti che ne sono collegati, ma soprattutto faremo opera di demistificazione.


La Rete è un nuovo fronte della guerra che si combatte sul campo in Palestina e che vede uomini e donne morire in senso fisico. Anche sulla rete si tenta di uccidere, ma in un significato non propriamente cruento. Basta colpire le reputazioni altrui, diffamare, denigrare e se viene fatta denunciare. Tra i soggetti che si dedicano a questa forma di combattimento culturale e spirituale vi è da fare una fondamentale distinzione: a) liberi cittadini e intellettuali che non fanno parte e forse neppure voglion far parte di nessuna organizzazione, ma che esprimono liberamente le loro opinioni e posizioni sui temi della politica interna e internazionale; b) organizzazioni e associazioni che sono spesso finanziate dai governi, in misura tanto più evidente quanto l’apparato organizzativo ed il regime di impegno presuppone una base finanziaria ed un sostegno governativo. Di certo Israele è molto attivo in questo campo. La partita si giuoca in buona parte sull’immagina e non vi sono esclusioni di colpi. Basti pensare alla campagna mediatica di denigrazione contro l’Alto Commissario ONU per i diritti umani Louise Arbour, presa di mira perché stava organizzando Durban II, dopo che la prima conferenza fu sabotata appena in tempo per impedire l’equiparazione ufficiale (con buona pace di Napolitano) fra sionismo e razzismo. In questa sezione compileremo non una “lista nera”, ma raccoglieremo per fini di analisi e di studio tutti i links sionisti che si rivelano attivi in una vera e propria attività diffamatoria e denigratoria. Certamente saranno approssimativi ed inesatti i dati raccolti, ma verranno corretti via via che avremo migliori informazioni, quasi sempre ricavate dagli stessi loro archivi. Di ogni fonte daremo sempre scrupolosamente il link o l’indicazione cartacea.

1. Deborah Fait: Nostra Beatitudine.
2. Angelo Pezzana il lobbista.
3. Riccardo Pacifici il referenziere.
4. Yasha Reibman: il collega di Riccardo in quel di Milano.
5. Paolo Diodati: chi è costui?
6.


z.


Bombe a grappolo e amore per l’infanzia abbandonata.

Nell’ultima guerra di aggressione al Libano nell’estate 2006 l’esercito israeliano ha seminato di bombe a grappolo il territorio del Libano meridionale (Mearsheimer, op. cit., 391 s.). È noto come questi piccoli ordigni siano micidiali specialmente per i bambini, ne che sono le prime vittime. La propaganda israeliana ha tuttavia scelto ultimamente di sfruttare l’immagine dell’infanzia. Nella caratterizzazione morale di un prigioniero liberato a seguito di uno scambio gli è imputato l’assassinio di una bambina israeliana. Ma Israele, per ammissione di un militare, ha fatto di peggio ed a livello industriale: «Quello che abbiamo fatto è folle e mostruoso: abbiamo coperto intere città di cluster bomb». Anche in questo scenario si ritrova conferma di come Israele faccia in misura maggiore e più grave le stesse cose che imputa ad altri. Crede di poter ingannare l'opinione pubblica mondiale attraverso un uso massiccio e capillare – come le bombe a grappolo – della propaganda e del condizionamento della stampa, anche mediante l'opera di organizzazione come «Informazione Corretta».

1. La bonifica Unifil delle bombe a grappolo israeliane.


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