domenica 29 giugno 2008

Appello in difesa dell’ambasciatore Sergio Romano

Bozza di testo perfettibile
aperta ai contributi
dei Lettori e dei Soci di

«Civium Libertas»

Versione 1.7
Status: 30.6.08
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Adesioni

APPELLO
per la libertà di pensiero dell’ambasciatore Sergio Romano

In queste giornate di caldo intenso si può leggere sulla Rete un vero e proprio fuoco incrociato contro l’ambasciatore Sergio Romano, colpevole con i suoi editoriali di essere di ostacolo a quanti premono l’acceleratore per un movimento di opinione che induca i cittadini italiani ad accettare l’idea di un impegno militare contro l’Iran. Sembra che nulla si sia voluto apprendere da un identico scenario messo in atto contro l’Iraq. Allora come oggi la manovra si ripete. Saremo ancora distratti oggi come allora ed accetteremo milioni e milioni di morti sulla base di menzogne e per interessi e calcoli altrui ben facili da riconoscere?

Sergio Romano non ha bisogno di difensori. La regola nella preparazione di Appelli è che ci si accordi con un cospicuo numero di firme pesanti che diano il via. Non è il nostro caso. Si tratta invece di una iniziativa spontanea e non coordinata fra lettori di «Civium Libertas» che neppure si conoscono fra di loro. Sergio Romano è un acuto analista di politica nazionale e internazionale. I suoi editoriali si distinguono da quello che sembra essere il leit-motiv della nuova politica estera italiana: sostegno incondizionato ed acritico ad una guerra preventiva contro l’Iran su commissione di Israele. Per questo Sergio Romano è fatto oggetto di quotidiani attacchi con cui si cerca di tappargli la bocca. Gli si contestano aspetti marginali ed estrinseci nei suoi articoli, come il numero esatto delle vittime del massacro di Sabra e Shatila o i veri e giustificati motivi che l’avrebbero determinato. Le sue analisi restano però ineccepibili ed inconfutabili. Le lettere contro di lui inoltrate alla redazione dei giornali dove egli abitualmente scrive hanno il loro polo di aggregazione in centrali lobbistiche, come «Informazione Corretta» o «HonestReportingItalia», i cui gregari vengono istruiti a scrivere contro il bersaglio di volta in volta indicato, questa volta Sergio Romano. Di tecniche e modalità simili, patrocinati anche dai governi e dagli appositi servizi, si può apprendere, ad esempio, leggendo Chalmers Johnson o Mearsheimer e Walt. A questa massa d’urto di attacchi volgari a Sergio Romano se ne affiancano di più defilati, dall’apparenza dotta e criticamente distaccata, ma sono esattamente la stessa cosa ed hanno lo stesso scopo.

Il problema posto in questo nostro Appello ha carattere generale e riguarda molti altri casi di persone meno note di Sergio Romano. Da gran signore Sergio Romano non risponde agli attacchi che sempre più spesso gli vengono rivolte sulla rete e all’indirizzo della rubrica Lettere del “Corriere della Sera”. Al massimo risponde agli argomenti e alle critiche, quando queste gli appaiono oggettivamente fondate ed utile occasione per opportune integrazioni. Purtroppo, non tutti hanno le stesse solide spalle dell’Ambasciatore e l’intimidazione nei loro confronti passa inosservata con sacrificio della libertà di tutti. Di tutti questi attacchi a Sergio Romano ed alle nostre libertà si terrà apposito registro e monitoraggio da questo momento in poi.

Nella serata capitolina organizzata poche settimane addietro da Antonio Polito e Riccardo Pacifici, qualche oratore si era lasciato andare ad un attacco scoperto contro Sergio Romano. È intervenuto prontamente lo stesso Polito a correggere l’incauto manifestante dei diritti umani, dichiarando che Sergio Romano ha ben il diritto di scrivere quel che vuole. L’intervento era così stonato che lo stesso Polito si è sentito costretto a prendere le distanze. I testi sonori dei discorsi sono qui registrati. In Piazza del Campidoglio, dove erano riuniti ebrei ed omosessuali, i diritti calpestati degli omosessuali iraniani hanno riunito il Gotha della politica italiana. Peccato che gli stessi personaggi siano stati di ben diverso avviso quando si è trattato di accogliere le richieste degli omosessuali italiani, che volevano i DICO. Ahmadinejad è stato probabilmente un bugiardo quando ha pensato di risolvere i difficili problemi degli omosessuali dichiarando che in Iran non ve ne sono: ha fatto ridere fragorosamente e forse deliberatamente il pubblico della Columbia University. In Italia ne è invece certa l’esistenza, ma non per questo vengono accolte le loro richieste. Mai però gli omosessuali sono stati tanto utili ai politici quanto in questa torrida estate. I loro diritti disconosciuti forniranno la principale motivazione per una delle guerre più sanguinose di questo secolo.

Abbiamo appena invitato Antonio Polito e tutta la redazione del «Riformista» a firmare questo nostro appello che mandiamo a quegli stessi indirizzi che hanno presumibilmente ricevuto lettere dai Soci delle menzionate centrali lobbistiche. A Polito abbiamo contestato le sue manifestazioni lobbistiche, o almeno filoisraeliane, come egli preferisce si dica. In esse si dichiarava paladino dei diritti umani... in Tibet, ora in Iran, speriamo domani a Gaza. Per la manifestazione antiraniana, prodromica di un intervento militare, abbiamo dovuto redigere un nostro contrappello: Per una pace vera in Medio oriente, cui si rinvia insieme con la nostra puntuale critica ad una manifestazione alla quale non crediamo affatto, ritenendo ben altri i suoi reali motivi. Trattandosi ora di diritti umani in Italia, e cioè del diritto di manifestazione del proprio pensiero – già violato in Germania, in Francia, in Svizzera, in Austria e presto temiamo anche in Italia – attendiamo ora “il Riformista” alla prova della verità: Hic Rhodus, hic saltus!

La tecnica e l’indirizzario di questo nuovo Appello è analoga alla precedente. Ne affidiamo la diffusione ai motori di ricerca i cui tempi sono piuttosto lunghi. Lasciamo alla sensibilità ed all’impegno di ognuno l’ulteriore circolazione del testo. Riteniamo che l’urgenza sia tale da non dover frapporre altro indugio nel manifestare la nostra opposizione ad una manovra che appare chiara e che mira ad una nuova guerra preventiva, per la quale si cerca la copertura mediatica. Invitiamo tutti i concittadini amanti della pace e delle nostre libertà costituzionali ad allertarsi per difendere i comuni diritti, incominciando dal diritto di Sergio Romano a potersi esprimere, illuminandoci con la sua saggezza di esperto diplomatico capace di penetrare i segreti e le oscurità della politica internazionale.

Nota:
- Le revisioni della bozza ed il testo finale tengono conto anche dei testi acclusi alle singole adesioni.


CIVIUM LIBERTAS


Esempi di attacchi concertati contro Sergio Romano:
– Ci paiono ragionamenti sufficienti per inviare e-mail di protesta al direttore del CORRIERE della SERA che affida la rubrica delle lettere dei lettori ad un opinionista di tal fatta. Basta cliccare sulla e-mail la fondo della pagina, per inviare la propria opinione a Paolo Mieli, direttore del CORRIERE della SERA.
– Sergio Romano accusa la “nomenklatura ebraica” italiana di tacitare i "critici" di Israele. Curiosa rimostranza, da parte di chi quasi quotidianamente "critica" Israele sulle pagine del primo quotidiano italiano.
[Ecco il testo di Sergio Romano incriminato dai «Corretti Informatori»: «La diaspora... ha delegato la propria rappresentanza a una nomenklatura che considera antisemita ogni critica indirizzata alla politica israeliana e pretende la redazione di una nuova storia europea del Novecento, scritta alla luce di un solo criterio: l’atteggiamento verso gli ebrei dei governi, degli uomini politici, degli intellettuali. Soggetti a queste pressioni, i governi europei hanno proclamato «giorni della memoria», dedicati alla commemorazione del genocidio ebraico, hanno costruito memoriali, hanno aperto musei della Shoah e hanno approvato leggi che puniscono con il carcere il diniego del genocidio» (Sergio Romano, Aspenia, giugno 2007 )]
Brani tratti dal nutrito archivio di
«Informazione Corretta»
(L’Archivio di IC è pieno di attacchi a Sergio Romano, accompagnati da un espresso invito a scrivere email alle redazioni dei giornali. Il contenuto e la forma di queste lettere lo si può immaginare.)

Sergio Romano recidivo...

– Con questo titolo, di solito adoperato per un criminale, circola nella rete una raccolta di firme contro Sergio Romano ad opera di un’organizzazione che si firma «HonestReportingItalia», la cui attività è caratterizzata dal seguente ordine di scuderia inviato ad ogni iscritto, in apertura di lettera, ben evidenziato: «Dear Antonio, Vorrei ricordarvi che l'efficacia della nostra iniziativa è strettamente legata al numero delle lettere inviate ai media. Vi invito pertanto personalmente ad un'attiva partecipazione, tramite le vostre lettere, ogni qualvolta riceverete il comunicato». A questa direttiva segue ancora più evidenziata la seguente: «AVVERTENZA PER I SOCI Ogni lettera inviata ai giornali, ogni scambio che eventualmente si instauri con i giornalisti, sono RIGOROSAMENTE INDIVIDUALI. In tali lettere si deve far riferimento ESCLUSIVAMENTE all'articolo o al servizio che si vuole criticare, e NON ad eventuali lettere di/risposte ad altri soci di cui si sia venuti a conoscenza. L'uso di questo genere di scorciatoie È FORTEMENTE CONTROPRODUCENTE E VA ASSOLUTAMENTE EVITATO. Dichiararti come parte di un gruppo organizzato diminuisce l’impatto della campagna». Vera e propria lobbying, secondo modelli forse in voga negli USA, ma estranei al nostro senso di civiltà, che considera ciò alla stregua di un mettere alla berlina o alla gogna il prossimo, in questo caso colpevole di esprimere un’opinione non gradita.

Appassionato cultore delle critiche senza se e senza ma alla politica estera dell’America di Bush e a quella israeliana in Medio Oriente. Ebbene il lettore deve fidarsi delle analisi di politica estera di un Romano o non deve piuttosto pensare che la cosa puzza un po’ di petrolio Eni?
L’Opinione del 3 maggio 2008

Non c’è bisogno di essere particolarmente intelligenti per dedurre che cosa derivi da queste pretese: la pura e semplice soppressione dello stato d’Israele. Se era questa la prospettiva che Romano intendeva illustrare, non c’era bisogno di un libro: bastava un discorso di Mahmoud Ahmadinejad o la lettura della “carta costituzionale” di Hamas o anche di Fatah
Il Foglio del 27.11.2007

Per esprimere la tua solidarietà a Sergio Romano clicca qui:

Così facendo renderai pubblica in modo onesto e civile la tua posizione di cittadino amante della pace e dei diritti costituzionali di ognuno senza adottare il metodo della denigrazione, delazione e diffamazione che è seguito dalle lobbies della guerra.

Oltre al tuo identificativo
puoi aggiungere un breve testo di commento e motivazione della tua adesione.
Le Adesioni possono essere ritirate ed i testi inviati
possono essere rivisti e perfezionati in un secondo tempo
.
Aggiornamenti al 22.7.08

Guido Bonali,
- Medico, Fiorenzuola (PC)
Aderisco all’appello per Sergio Romano, anche se non condivido molto di quello che egli sostiene, perché i sionisti vorrebbero chiudergli la bocca onde meglio poter continuare a perpetrare i loro crimini ANTISEMITI (innanzitutto contro i Palestinesi, che sono indubbiamente semiti non meno degli Ebrei).
Alessio Brignone,
- Aprilia
Accolgo con entusiasmo l'invito apparso su RINASCITA del 1° luglio c.a ed esprimo la mia totale e piena solidarietà all’ambasciatore Sergio Romano per il coraggio e l’onestà intellettuale che lo pongono fuori dal pensiero unico che vorrebbe dominare le coscienze.
Antonio Caracciolo,
- Docente ricercatore di Filosofia del diritto, Roma La Sapienza.
Dal mio Monitoraggio di alcuni siti lobbistici risulta senza ombra di dubbio un grave condizionamento di tutto il sistema italiano dell’informazione sul Medio Oriente. In particolare, si va creando ad arte un clima per fare accettare alla maggior parte del popolo italiano l'idea di una nuova guerra preventiva questa volta contro l’Iran. Sergio Romano è fatto oggetto di continui attacchi per aver compreso ciò e per volerne tenere informati i suoi lettori.
Sebastiano Cosenza,
- Libero professionista, Milano.
Anche se il signor Sergio Romano ha le spalle così larghe da potersi caricare le critiche del solito gruppo organizzato dei “liberi correttori” (del pensiero altrui), ritengo doveroso esprimere la mia solidarietà, anche se è triste ammettere che l’onestà intellettuale debba avere tale incoraggiamento. D’altra parte, Il Ministero della Verità ha molti dipendenti a libro paga.
Piersabatino Deola,
- Assemini (CA)
Aderisco e sottoscrivo la campagna contro la guerra all'Iran e contro tutte le guerre che i terroristi USraeliani hanno fatto, fanno e vogliono fare.
Sono la bellezza di ottanta dalla fine della seconda mondiale.
Roger Alfred Etter,
- Lugano (Svizzera)
Aderisco alla petizione a favore dell’ambasciatore Sergio Romano.
Joe Fallisi,
- tenore, Baranzate (Milano)
Aderisco certamente. In Italia siamo a un tale livello di servilismo della canaglia ”intellettuale” nei confronti dei pulitori etnici e delinquenti sionisti, che persino a un moderatissimo Sergio Romano si vorrebbe mettere la museruola. Mi auguro che sempre più uomini e donne si sveglino dal sonno catodico e prendano posizione contro i koshercriminali e tutti i loro complici di "destra", di "centro" e di "sinistra". PALESTINA LIBERA! GUERRA ALLA GUERRA!
Enzo Franceschini,
- Impiegato
ADERISCO ALL’APPELLO PER SERGIO ROMANO…
…. LA LIBERTA’ DI PENSIERO EVIDENTEMENTE NON VALE QUANDO SI PARLA D’ISRAELE
GIU’ LE MANI DALL’IRAN.
Dott. Carlo Gariglio,
- Segretario Nazionale Movimento Fascismo e Libertà.
www.fascismoeliberta.info
www.lavvocatodeldiavolo.biz
http://www.zoopolitico.it/blog/carlo-gariglio
Aderisco all’appello per Sergio Romano in nome di quanti non si rassegnano alla dittatura mondiale sionista.
Michele Maioli,
Aderisco all’appello per Sergio Romano.
Carla Manno,
- Universitaria
Aderiamo alla lista di coloro che sostengono l’ambasciatore Romano.
Mauro Manno,
- Insegnate
Aderiamo alla lista di coloro che sostengono l’ambasciatore Romano.
Alberto B. Mariantoni,
- Politogo, Ginevra.
Aderisco fermamente all’appello in difesa di Sergio Romano. No ad una nuova e gratuita guerra degli USA nel Vicino Oriente, questa volta contro l'Iran.
Carlo Martini,
- Studente, membro della redazione di
www.comedonchisciotte.org
Esprimo piena solidarietà a Sergio Romano, e la più netta condanna per ogni lobbismo volto a limitare la libertà d'espressione.
Alessandro Mezzano,
Esprimo tutta la mia solidarietà a Sergio Romano, vittima della propaganda Israeliana che promuove l'ipotesi di una guerra "preventiva" contro l'Iran.
Per difendere gli interessi e le mire espansionistiche del sionismo, non ci si fa scrupolo di innescare una possibile 4° guerra mondiale.
Claudio Mutti,
- insegnante, Parma
La libertà di espressione del prof. Sergio Romano è minacciata da una mafia di delinquenti liberticidi e guerrafondai che vorrebbe manipolare a proprio piacimento l'opinione pubblica italiana, al fine di farle accettare come legittima una nuova aggressione sionista, stavolta contro la Repubblica Islamica dell'Iran.
Aderisco perciò all'appello di solidarietà.
Gianfranco Pellegrini,
Sono disposto a dare il mio appoggio a Sergio Romano che ritengo persona equilibrata, onesta, aliena da ideologie ed ottimo editorialista.
Emanuele Pigni,
Aderisco volentieri all’appello a favore di Sergio Romano, uno dei commentatori della politica internazionale più lucidi e più sinceri, che ha il solo torto di non cantare nel coro di quanti vorrebbero altre guerre di aggressione per interessi geopolitici inconfessabili, giustificate con menzogne.
Lino Rossi,
- Libero professionista, Sant’Arcangelo di Romagna
«L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo».
Il trattato di Lisbona, che nel nome della SANTA lotta senza quartiere al terrorismo darebbe ragione ai guerrafondai ed agli speculatori, NON è ancora stato ratificato e NON è ancora entrato in vigore quindi ... NON è ancora stato abrogato l’art. 11 della nostra Costituzione.
Esprimo solidarietà a Sergio Romano.
Paola Santamaria,
- Fisioterapista
Aderiamo alla lista di coloro che sostengono l’ambasciatore Romano.
Roberta Simini,
Sono solidale con l’ambasciatore Sergio Romano che stimo grandemente.
Alexander M. Synge,
- Traduttore
Aderisco alla difesa di Sergio Romano.
Terra Santa Libera,
– Redazione
Esprimiamo la piena solidarietà a quest’iniziativa in difesa della libertà d’espressione del prof. Sergio Romano, come di quella di chiunque altro. Il sionismo è come una mela bacata, i cui vermi ideali hanno divorato l’intelletto di molti, ma che è destinata a marcire e dissolversi senza lasciare frutto. Invitiamo chi sia ancora intellettualmente onesto a contribuire nella divulgazione della verità sui crimini Usa-Israeliani, per contrastare quanto più possibile la macchina da guerra mediatica, che vorrebbe arruolare tutti nelle campagne coloniali del terzo millennio, per la dittatura globale unica.L’inerzia e la vile indifferenza costeranno care a tutti.
Fiore Tortoli,
- Impiegata, Roma
Aderisco fermamente all’appello in difesa di Sergio Romano e alla campagna contro un'eventuale guerra all'IRAN, Stato che non ha aggredito nessuno a differenza di chi ne vorrebbe rovesciare il regime, USA ed Israele, con lo scopo di annientare un possibile futuro rivale all'egemonia atomica di Israele nella regione e per poter mettere le mani su un'altro paese con grandi risorse petrolifere, dopo aver fatto stessa cosa all’Iraq.
Enrico Viciconte,
Aderisco.

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ADL: 24. Abraham Foxman e le sue trasferte in Italia

Come «Informazione Corretta» e altri media presentano Israele, il Medio Oriente e la Palestina: Allam - Battista - Colombo - Bordin - Buffa - Diaconale - Fait - Ferrara - Foxman - Frattini - Israel - Livni - Loewenthal - Morris - Nirenstein - Ostellino - Ottolenghi - Pacifici - Pagliara - PanellaPezzana - Polito - Prister - Santus - Shalev - Volli
Cosa si intende qui per Israel Lobby?
«Una coalizione informale di individui e gruppi che cerca di influenzare la politica estera americana in modo che Israele ne tragga beneficio».
Ed in Italia come stanno le cose?
Stiamo cercando di scoprirlo!
«Esistono due distinti meccanismi che impediscono alla realtà del conflitto israelo-palestinese di essere giustamente divulgata, e sono i due bavagli con cui i leader israeliani, i loro rappresentanti diplomatici in tutto il mondo, i simpatizzanti d’Israele e la maggioranza dei politici, dei commentatori e degli intellettuali conservatori di norma zittiscono chiunque osi criticare pubblicamente le condotte dello Stato ebraico nei Territori Occupati, o altri aspetti controversi della storia e delle politiche di quel Paese. Il primo bavaglio è l’impiego a tutto campo dei gruppi di pressione ebraici, le cosiddette lobby, per dirottare e falsificare il dibattito politico sul Medioriente (negli USA in primo luogo); il secondo è l’accusa di antisemitismo che viene sempre lanciata, o meglio sbattuta in faccia ai critici d’Israele» (P. Barnard, Perché ci odiano, p. 206).
Come «Informazione Corretta» e altri media denigrano quanti criticano il sionismo, Israele, e gli Stati Uniti: Arbour - Blondet - Burg - Caio - Cardini - De Giovannangeli - D’Orsi - Facci - Finkelstein - Giorgio - Morgantini - Odifreddi - Paci - Pappe - Romano - Sabahi - Sand - Spinelli - Stabile - Storace - Tizio - Vattimo -

Ricerche correlate:

1. Monitoraggio di «Informazione Corretta»: Indice-sommario. – 2. Osservatorio sulle reazioni a Mearsheimer e Walt. – 3. La pulizia etnica della Palestina. – 4. Boicottaggio prossimo venturo: la nuova conferenza di Durban prevista per il gennaio 2009. – 5. Teoria e prassi del diritto all’ingerenza. – 6. Per una critica italiana a Daniel Pipes. – 7. Letteratura sionista: Sez. I. Nirenstein; II. Panella; III. Ottolenghi; IV. Allam; V. Venezia; VI. Gol; VII. Colombo; – 8. La leggenda dell’«Olocausto»: riapertura di un dibattito. – 9. Lettere a “La Stampa” su «Olocausto» e «negazionismo» a seguito di un articolo diffamatorio. – 10. Jürgen Graf: Il gigante dai piedi di argilla. – 11. Carlo Mattogno: Raul Hilberg e i «centri di sterminio» nazionalsocialisti. Fonti e metodologia. – 12. Analisi critica della manifestazione indetta dal «Riformista». – 13. Controappello per una pace vera in Medio Oriente. –

La nozione di antisemitismo da corretto principio volto ad impedire che nella società si producano fenomeni di discriminazione e persecuzione verso determinati strati sociali, non necessariamente identificabili con cittadini di religione ebraica, è diventato un grimaldello ideologico con il quale si reprime ogni forma di critica e di dissenso al solo scopo di produrre vantaggi e benefici allo stato di Israele, condannato innumerevoli volte dall’Onu per violazione dei diritti umani. Proprio per questo l’ONU è diventato esso stesso oggetto di una campagna di denigrazione, diffamazione, delegittimazione. Diventa sempre meno chiaro a quale identità ebraica si riferiscano organizzazioni come l’ADL, visto che ne esistono di varie e contrapposte, fra cui quella richiamata da Avraham Burg che si è sempre rifiutato di modellare la sua identità sull’«Olocausto», che con il tempo si è trasformato in una clava morale contro la memoria dei nostri antenati. A voler essere rigorosi i veri semiti sono in Israele i palestinesi ed antisemiti sono invece gli israeliani antipalestinesi: implicitamente, a dirlo è lo storico ebreo Shomo Sand, non a caso soggetto ad aspri attacchi da parte del movimento sionista. Dalla Nakba in poi i palestinesi sono stati scacciati dalle loro case e dai loro villaggi e di essi è stata fatta “pulizia etnica”, un crimine contro l’umanità. Di questi crimini l’ADL non sembra si sia mai interessata. L’ADL è diventato un formidabile centro di accuse, con redazione di liste nere, ma non sembra che vi sia nessun altra istituzione che possa chieder conto all’ADL del suo operato.


Versione 1.3
Status: 12.10.08
Sommario: 1. Cosa fanno a Palazzo Chigi? – 2. Diventerà reato negare l’«Olocausto»? – 3. La politica estera dell’ADL. – 4. La mani di Foxman sulla Svizzera. – 5. La voce che si sente dall’America. – 6. La meccanica della delazione. – 7. La guerra giudaico-cristiana di Foxman. – 8. Non si sa mai. –

1. Cosa fanno a Palazzo Chigi? – La nota di agenzia è allarmante (ma si veda anche lil Comunicato ADL) perché parla di contrasto dell’antisemitismo senza dire niente di più preciso. Il cittadino può pensare che si intendano abrogare o aggirare quegli articoli della costituzione che garantiscono ad ognuno libertà di manifestazione del proprio pensiero o dell’articolo 3 della costituzione che sancisce l’eguaglianza fra tutti i cittadini senza fissare privilegi per determinate categorie o strati di società. Restiamo in fiduciosa attesa per capire quali siano i concreti pericoli che incombono in Italia sugli ebrei e quali siano le misure che si intendono prendere per la loro tutela. Noi non riteniamo, anche se lo temiamo, che debbano essere introdotti principi liberticidi che la Israel Lobby ha prodotto in paesi come la Germania, l’Austria, la Francia. Riporto testualmente di seguito la nota di Agenzia:
Roma, 26 giu. (Apcom) - Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha ricevuto oggi a Palazzo Chigi il Direttore Esecutivo dell'Anti-Defamation League (ADL) Abraham Foxman, accompagnato da una delegazione dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane composta dal Presidente Renzo Gattegna, dal Rabbino Capo di Roma Riccardo Di Segni, dal Presidente della Comunità Ebraica romana Riccardo Pacifici e dall’On. Alessandro Ruben. Il Presidente del Consiglio, si legge in una nota, ha espresso il suo vivo apprezzamento per l’impegno che da oltre 90 anni l’ADL porta avanti nel contrastare l’antisemitismo, il razzismo ed ogni forma di intolleranza e discriminazione.

Abraham Foxman ha manifestato grande soddisfazione per l’impegno concreto del Presidente Berlusconi nel contrastare questi fenomeni e nel mantenere viva la memoria dell’Olocausto anche nelle generazioni più giovani ed in quelle future. Nel colloquio è stata espressa preoccupazione per gli episodi di antisemitismo in Europa e sottolineata la necessità di contrastarli adeguatamente.

Nel corso dell'incontro sono stati anche esaminati alcuni temi internazionali quali il processo di pace in Medio Oriente e tutti i partecipanti hanno esortato il Presidente Berlusconi ad assumere una forte iniziativa per promuovere la pace nella regione Sia Foxman che gli esponenti della Comunità Ebraica italiana hanno infine espresso forte apprezzamento per la ferma posizione assunta dal Presidente Berlusconi verso le minacce proferite dall’Iran nei confronti di Israele.

Il ruolo dell’ADL e di similari organizzazioni nel contesto americano è stato descritto dagli studiosi Mearshemer e Walt. La nota di agenzia è inquietante nella sua genericità. Ricordo al presidente Berlusconi di essere ancora Coordinatore provinciale del Popolo delle Libertà nonché suo fedele elettore. Resto con apprensione in attesa di quali misura si intendano adattore. Nella scorsa legislatura si è stato ad un soffio con Mastella dall’introduzione di una legge che avrebbe posto limiti alla ricerca storica ed avrebbe introdotto il principio della verità di stato. Ad esempio, ci si chiede se un’opera come quella di Raul Hilberg, da cui discendono tutte le altre pubblicazioni sull’«Olocausto» è suscettibile a normale critica scientifica e storica, o debba essere considerata un’opera talmudica posta a fondamento di ogni ulteriore ricerca. Ancora a Mastella si deve un regime di pensioni privilegate per un determinato numero di persone sulle quali si era già pronunciato l’INPS non riconoscento loro un trattamento più favorevole rispetto ad altri cittadini in analoghe condizioni. Solo con una legge ad hoc si è superato quello che per l’INPS era un ingiustificato trattamento di privilegio. Sono alcuni esempi che suscitano apprensione nei comuni cittadini italiani. In questa scheda, senza eccessivi commenti, verrano registrate tutte le note di agenzie che daranno notizia di ciò cheil governo sembra aver promesso all’ADL a danno, parrebbe, dei diritti di cui possono godere i restanti cittadini, non protetti da un’organizzazione secolare come l’ADL, ramificata in ogni paese, fra cui l’Italia.

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2. Diventerà reato negare l’«Olocausto»? – Nella scorsa legislatura, grazie e Mastella, promotore Alessandro Ruben, messo in Lista per il Popolo delle Libertà ed ora in parlamento, si era tenato nel gennaio del 2007 di far passare una legge liberticida che aveva messo in allarme tutta la comunità degli storici.
Alessandro Ruben, promotore della legge, riferisce che Mastella ha subito accolto il progetto che porterà il prossimo consiglio dei ministri.
Ci riproveranno adesso, magari ritenenendo di avere la maggioranza adatta ed il governo amico. Cosa si saranno detti Berlusconi e la delegazione ADL, di cui Ruben è o era il rappresentante italiano? Siamo orfani tutti noi altri? Se si voleva un esempio di come operano le lobbies, eccolo fornito da una discreta agenzia di stampa. Per sapere alcune cose che sono destinate a diventar legge dello stato la segretezza è possibile fino ad un certo punto! Dopo la legge Mancino avremo anche una legge Ruben? Dovremo andare in esilio, magari in Iran o in Russia, per poter pensare liberamente senza rischiare solo per questo la galera? O Siilvio, è questa la “libertà” che ci porti?

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3. La politica estera dell’ADL. – È incredile la saccenza con cui Foxman pretende di dettare l’agenda al governo italiano. Sarebbe da chiedersi innanzitutto cosa è l’ADL. Ammesso e non concesso che si tratti di un’attività lecito in ambito privato, resta poi da capire come e con quale legittimazione indichi linee di politica estera per giunta a governi di paesi di cui non è neppure cittadini. A questo punto non si vede perché un eguale diritto non possano averlo presidenti di circoli cinofili o bocciofili, o associazioni per la raccolta dei funghi.

4. Le mani di Foxman sulla Svizzera. – Dopo l’Italia anche la Svizzera. È incredibile come una associazione di diritto privato quale l’ADL pretenda di condizionare anche l’attività di un governo da sempre indipendente e neutrale quale si pensa sia la Svizzera, da cui un Jürgen Graf deve pur tuttavia vivere in Esilio. Il libro di Finkelstein narra come le banche svizzere siano state letteralmente svaligiate dalle pretese di varie organizzazioni. Non pare che la cosa sia finita.

5. La voce che si sente dall’America. – Non dobbiamo dimenticare che Foxman ha avuto da Veltroni da massima onorificenza capitolina. E dunque è uno di noi: un romano de Trastevere! Quindi è giusta che si tenga conto delle sue mosse. Qui si lamenta e trova in ciò una manifestazione dell’onnipresente “antisemitismo” consistente in una serie di vignette che descrivono l’influenza della Israel lobby in ogni campagna presidenziale, secondo quanto hanno ben documentato Mearheimer e Walt. Si badi vignette che sono espressione di libertà quando sono caricaturali della figura di Maometto, che per la religiosità musulmana non può essere ritratto in nessuna forma, mentre sono “antisemita” quando sfiorano soggetti ebrei: due pesi due misure.

6. La meccanica della delazione. – Tempo fa Maurizio Blondet scrisse di come aveva scoperto di essere negli elenchi dell’ADL e come questi elenchi siano nutritissimi. Se si va al link si può scoprire come è facile fare segnalazioni, fondate o meno che siano. Quali inquietudini e perplessità una simile prassi susciti è facile da immaninare. Si noti che in molti paesi la contestazione di “antisemitismo” costituisce titolo penale per un’incriminazione. Se poi a certificare il titolo di reato è un’organizzazione riconosciuta come l’ADL diventa ancora più facile immaginare a quali pericoli siano esposti comuni e ignari cittadini. Se dovessimo applicare a Foxman, grazie a Veltroni fatto cittadino onorario di Roma, i normali criteri del garante sulla privacy o sul trattamento dati, il cittadino romano acquisito dovrebbe fornire più di una risposta appena messo piede nella sua città adottiva, cioè Roma. Ma sappiamo che le cose di questo mondo non vanno sempre per il verso che noi desideriamo.

7. La guerra giudaico-cristiana di Foxman. – Aspetto gli sviluppi di una nuova conflittualità fra ebrei e Vaticano a proposito di Pio XII, ma non solo. La questione in sé mi appassiona poco, quasi che di tutta la immane tragedia che ha distrutto e travagliato l’Europa dal 1914 al 1945 il capitoletto sugli ebrei fosse il solo dato che conti. Non già i silenzi di Pio XII, ma i cedimenti del Vaticano verso il sionismo in questo dopoguerra non sembrano aver fruttato gran che alla diplomazia pontificia. Di Foxman mi piace ricordare che su pressione della comunità ebraica romana gli è stata conferita da Veltroni la cittadinanza onoraria e la lupa capitolina, cioè la più alta onorificenza cittadina. Forse non si immaginavano che avrebbe mancato di riguardo al papa, cioè al vero monarca in Roma. Ben gli sta. La questione, se dura e si sviluppa, giustificherà non questo paragrafo alla voce Foxman, ma un apposito ed autonomo post con titolo già immaginato: La guerra giudaico-cristiana, anche in confutazione polemica delle presunte radici giudaico-cristiane che si vorrebbero menzionate nella costituzione europea che è tutta di là da venire. I due termini giudaico e cristiano furono sempre termini di contrasto. Solo l’ideologia olocaustica li ha uniti con un trattino, ma basta poco per far riemergere una conflittualità che è nelle cose e nella loro essenza.

8. Non si sa mai. – La notizia mi giunge direttamente da fonte ebraica o sionista. Non per altra via. Non commento, ma non mi stupisco di nulla. Potrei perfino credere che la notizia sia stata confezionata dalla stessa ADL per incrementare la sua attività. Vera o falsa che sia, la notizia nulla aggiunge o toglie a quelle che sono finora le mie acquisizioni. Per i “Protocolli”, a prescindere dalla sua falsità o meno, trovo che sia un testo interessante e meritevole di esser letto, anche dando per scontato che sia un falso. Si tratta pur sempre del documento di un’epoca. Vattimo si era lasciato andare ad una battuta per il fatto che nei “Protocolli” era in programma la conquista dei media. Considerando la posizione attuale dell’industria mediatica e la forte influenza ebraico-sionista, il filosofo Vattimo aveva semplicemente trovato momenti di verosimiglianza fra la situazione descritta nel 1905 nel Protocolli e la situazione odierna. È antisemitismo questo? Non mi pare, ma solo l’ADL ritiene di poter dare la certificazione DOC.

sabato 28 giugno 2008

Lettera aperta di Angela Lano al Presidente dell’Ordine dei Giornalisti e alla FNSI

Vi ricordo che “Infopal” è un'agenza giornalistica, regolarmente registrata, con tanto di dir. resp. (Angela Lano).

***
27-06-2008 Torino

Lettera aperta all’Ordine dei Giornalisti e alla FNSI
.


vi segnalo che a seguito dell’articolo pubblicato il 5 marzo 2008 sul Corriere della Sera, a firma di Magdi Allam, la sottoscritta ha dovuto passare una mattina alla Digos di Torino, interrogata sul proprio lavoro e competenze, e sulla "lettera a Napolitano" pubblicata su Infopal.it ii 4 marzo - e ripresa dal giornalista sopracitato.

Ricordo che l'articolo di Allam, molto gridato e allarmistico, denunciò "minacce" al presidente della Repubblica (minacce, sostengono i nostri avvocati, assolutamente non presenti nella lettera, scritta e diffusa via email dal "Comitato ricordare la Nakba", e da me pubblicata), e compilò una sorta di "black list" con i nominativi della sottoscritta, in qualità di direttrice dell'agenzia stampa Infopal.it -, e di tutto il nostro Comitato di Consulenti (composto da docenti universitari, avvocati, giornalisti, ecc.).

Ora mi ritrovo "attenzionata" dalla Digos, con una qualche procedura investigativa in corso, senza aver commesso reato alcuno. Soltanto perché un giornalista ritiene la libertà di parola e di pensiero, in Italia, una violazione della legge. La sua.

Mi chiedo: può mai una persona scrivere ciò che le pare su un giornale, accusando gli altri, compilando liste di proscrizione (non è la prima volta che lo fa. Nel 2007 mise alla berlina circa 200 tra colleghi e accademici rei di non pensarla come lui), allertando i servizi, le digos, le procure e le istituzioni varie italiane?

Infopal è comparsa più volte nel suo sito e nei suoi articoli in qualità di organizzazione "terroristica". Ma vi pare normale?

Ma non c'è modo di tutelarsi dalle pericolose fandonie di un collega che si arroga per sé ogni libertà, violando il diritto altrui, mentre, allo stesso tempo, nega agli altri la stessa libertà di cui egli si appropria?

Allam è uomo pericoloso, funzionale al clima di caccia alle streghe contro islamici, immigrati in genere, arabi.

I suoi scritti hanno causato gravi problemi a cittadini italiani e stranieri (alcuni sono stati espulsi ed estradati in Paesi dove viene praticata la tortura), e ne stanno creando anche a me, che mai ho violato leggi o regole, e ad altre persone.

Non accorgersi che questo tipo di giornalismo sta minacciando le fondamentali libertà civili italiane è un errore gravissimo. Significa che la Storia del secolo scorso, nella sua immane tragicità, nulla ci ha insegnato.

Gli scritti di Allam alimentano l'odio tra le comunità presenti in Italia e gli Italiani stessi. Fomentano la xenofobia, incoraggiano leggi-vergogna e istigano alla violenza. E sono, strumentalmente, "presi sul serio" da chi pianifica un clima di intolleranza funzionale a ben altro.

Possibile che non si veda dove stiamo finendo e che nessuno pensi di muoversi per prevenire nuove ondate di razzismo e di anti- qualcos'altro?

In ogni caso, mi rivolgerò a Reporters sans frontières, all'Europarlamento e ad altri organi internazionali per denunciare loro una situazione divenuta ormai insostenibile per molta gente onesta.

Vi saluto caramente,
Angela Lano
* * *

Se vi saranno sviluppi a questa Lettera di Angela Lano, ne daremo qui di seguito notizia.

giovedì 26 giugno 2008

Rapimenti: 25. Mordechai Vanunu e la coscienza sporca di Israele

Come «Informazione Corretta» e altri media denigrano quanti criticano il sionismo, Israele e gli Stati Uniti: Arbour - Barghouti - Blondet - Burg - Caio - Cardini - Carter - De Giovannangeli - D’Orsi - Facci - Finkelstein - Giorgio - Morgantini - Odifreddi - Paci - Pannella - Pappe - Prodi - Romano - Sabahi - Sand - Spinelli - Stabile - Storace - Tizio - Vanunu - Vattimo -
Cosa si intende qui per Israel Lobby?
«Una coalizione informale di individui e gruppi che cerca di influenzare la politica estera americana in modo che Israele ne tragga beneficio»
(Mearsheimer e Walt, La Israel Lobby, cit., 4).
Ed in Italia come stanno le cose?
Stiamo cercando di scoprirlo!
«Esistono due distinti meccanismi che impediscono alla realtà del conflitto israelo-palestinese di essere giustamente divulgata, e sono i due bavagli con cui i leader israeliani, i loro rappresentanti diplomatici in tutto il mondo, i simpatizzanti d’Israele e la maggioranza dei politici, dei commentatori e degli intellettuali conservatori di norma zittiscono chiunque osi criticare pubblicamente le condotte dello Stato ebraico nei Territori Occupati, o altri aspetti controversi della storia e delle politiche di quel Paese. Il primo bavaglio è l’impiego a tutto campo dei gruppi di pressione ebraici, le cosiddette lobby, per dirottare e falsificare il dibattito politico sul Medioriente (negli USA in primo luogo); il secondo è l’accusa di antisemitismo che viene sempre lanciata, o meglio sbattuta in faccia ai critici d’Israele» (P. Barnard, Perché ci odiano, p. 206).
Come «Informazione Corretta» e altri media presentano Israele, il Medio Oriente e la Palestina: Allam - Battista - Bordin - Buffa - Colombo - Diaconale - Fait - Ferrara - Frattini - Israel - Livni - Loewenthal - Nirenstein - Ostellino - Ottolenghi - Pacifici - Pagliara - PanellaPezzana - Polito - Prister - Santus - Volli

Ricerche correlate:

1. Monitoraggio di «Informazione Corretta»: Indice-sommario. – 2. Osservatorio sulle reazioni a Mearsheimer e Walt. – 3. La pulizia etnica della Palestina. – 4. Boicottaggio prossimo venturo: la nuova conferenza di Durban prevista per il gennaio 2009. – 5. Teoria e prassi del diritto all’ingerenza. – 6. Per una critica italiana a Daniel Pipes. – 7. Letteratura sionista: Sez. I. Nirenstein; II. Panella; III. Ottolenghi; IV. Allam; V. Venezia; VI. Gol; VII. Colombo; – 8. La leggenda dell’«Olocausto»: riapertura di un dibattito. – 9. Lettere a “La Stampa” su «Olocausto» e «negazionismo» a seguito di un articolo diffamatorio. – 10. Jürgen Graf: Il gigante dai piedi di argilla. – 11. Carlo Mattogno: Raul Hilberg e i «centri di sterminio» nazionalsocialisti. Fonti e metodologia. – 12. Analisi critica della manifestazione indetta dal «Riformista». – 13. Controappello per una pace vera in Medio Oriente. –

La grande colpa di Vanunu è di aver rivelato al mondo nel 1986 l’esistenza di un’atomica israeliana. Mordechai Vanunu fu rapito in Roma dal Mossad a Roma. Sta ancora scontando la sua pena, sotto libertà vigilata. È quanto mai opportuno ricordare ed approfondire il caso Vanunu.

Versione 1.3
Status: 18.10.08
Sommario: 1. Un archivio pur sempre utile. – 2. Mordechai Vanunu ha bisogno del nostro aiuto: una lettera del 4 giugno 2008. – 3.

1. Un archivio pur sempre utile. – Se si va al link ciò che occorre osservare è la qualità dell’eletto commento. La totale mancanza di pudore nella propaganda sionista fa pensare ad un che di artificiale e meccanico. Non sembrano uomini quelli che redigono i commenti anonimi di IC. Hannah Arendt aveva definito il suo concetto di banalità del male con un rinvio all’incapacità di pensare nel caso di specie di Adolf Eichmann, ma estensibile ad ogni caso simile. Nei commenti di IC si nota la stessa incapacità di pensare ed una riprosizione meccanica del partito preso. Vanunu è detto “traditore della patria”. E perché mai? Ha rivelato l’esistenza di un’atomica che Israele non dovrebbe possedere e che la rende perciò una potenza “criminale”. Dalla stessa congrega, proprio la stessa essendo autorevolmente presente Angelo Pezzana al convegno romano di Fiamma Nirenstein, dove apertamente si invitano dissidenti iraniani a “tradire” la loro patria. Naturalmente, in questo caso si parla di “dissenso”, per il quale è stato pure chiesto il prezzo: un miliardo di dollari. Ecco va bene quando si incitano gli altri a tradire il loro paese, principalmente colpevole di volere l’arricchimento dell’uranio, rigorosamente per scopi civili, ma si teme che poi possa portare alla bomba. Se lo scopo dichiarato, ed in sé lodevole, di limitare nel mondo la proliferazione nucleare, vale positivamente per questi uomini «straordinari» pelosamente coccolati e coltivati dalla Lobby, la stessa cosa non va bene per Mordechai Vanunu, bollato dagli Eletti Informatori come “traditore della patria” per aver rivelato l’esistenza già dal 1986 di quell’atomica che si è contestata con una terribile guerra contro l’Iraq e con una ancora più terribile che si vorrebbe scatenare contro l’Iran, che minaccia di voler avere forse in futuro un arsenale atomico che Israele già possiede da almeno vent’anni. Proprio una morale eletta degna di un popolo eletto!

Torna al Sommario.

2. Mordechai Vanunu ha bisogno del nostro aiuto: una lettera del 4 giugno 2008. – Dal link di “Come don Chisciotte” riporto questa lettera di richiesta di aiuto, pubblicata il 17 giugno con titolo: »Mordechai Vanuni ha bisogno del nostro aiuto»:
Lettera
inviata a The People’s Voice e ad altri siti il 4 Giugno 2008.
( N.d.r.
)
Cari Editori,

Sono Mordechai Vanunu, colui che ha detto la verità sul programma israeliano per le armi nucleari nel 1986, e ho pagato con 18 anni della mia vita in una prigione israeliana. Sono stato rilasciato nell’aprile 2004, ma Israele mi ha negato i miei diritti umani di libertà di parola e di libertà di movimento non permettendomi dal 1986 sino ad oggi nel 2008 di lasciare il paese.L'8 luglio 2008 ritornerò in un tribunale per appellarmi contro una nuova sentenza a sei mesi di prigione per aver parlato a dei media stranieri dopo il mio rilascio nel 2004. Chiedo che i media riportino il mio caso e gli sforzi degli avvocati e dei cittadini norvegesi per garantirmi asilo politico.Israele afferma che detengo ancora un segreto sul loro impianto nucleare sotterraneo-- un posto in cui non sono stato in 23 anni e in cui non sono nemmeno mai stati gli ispettori internazionali per l'energia atomica.Ho detto tutto ciò che sapevo sul programma israeliano per le armi nucleari nel 1986 perché ascoltai la voce della mia coscienza e volevo evitare guerre nucleari. Dal 2004 ho parlato con migliaia di turisti e pellegrini a Gerusalemme est e registrato ore di video disponibili sul Web.Israele è stato fondato a condizione del sostegno alla Dichiarazione Universale dell'Onu sui Diritti Umani. Io chiedo al mondo che richieda ad Israele di onorarla e non solo in questo caso.Ognuno ha il diritto di lasciare qualunque paese, incluso il proprio, e di ritornare al proprio paese--articolo 13-2.Ognuno ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione; questo diritto include la libertà di mantenere opinioni senza alcuna interferenza e di ricercare, ricevere e comunicare informazioni ed idee attraverso qualunque media indipendentemente dalle frontiere--articolo 19.

VANUNU MORDECHAI J C.
RAPITO A ROMA GIOVEDI’ 30 SETTEMBRE 1986.
DOPO 18 ANNI IN UNA PRIGIONE ISRAELIANA


I fatti
Mordechai Vanunu è stato arrestato nel 1986 dai servizi segreti e condannato in un processo a porte chiuse. Diciotto anni di carcere, di cui undici o più in completo isolamento, tre anni con la luce elettrica accesa e le percosse per impedirgli di dormire. Non stiamo parlando di un monaco tibetano, di un cittadino del Myanmar o della Corea del Nord, ma di un cittadino israeliano, Mordechai Vanunu, colpevole di aver svelato segreti militari del suo paese.
Egli ha infatti svelato l'esistenza di
una enorme fabbrica di armi atomiche sotterranea che Israele stava tenendo segreta a tutto il mondo e in cui, secondo Vanunu che ci lavorava come tecnico, si trovavano già allora numerose testate nucleari. Ricordiamo che fino a poco tempo fa Israele ha sempre negato pubblicamente di possedere armi atomiche o anche solo di aspirare a diventare una potenza nucleare (ma non ha mai voluto firmare il Trattato di non proliferazione nucleare).
Nascosta sotto il deserto del Negev, la fabbrica di morte ha continuato a produrre, negli ultimi 22 anni, bombe atomiche e, molto probabilmente, ha già raggiunto la capacità di sviluppare armi termonucleari (per saperne di più leggi l'articolo in inglese del Sunday Times on line).
L'allora 31-enne
Mordechaï Vanunu, anche conosciuto con il suo nome di battesimo di John Crossman, non se la sentì di tenere nascosta questa così pesante verità al mondo e ha pagato caro questo affronto alla segretezza dell'operazione.
Dopo la scarcerazione, avvenuta nel 2004, i giudici hanno deciso che non può avere contatti con cittadini di altri paesi che non siano Israele, non può avvicinarsi ad ambasciate e consolati, non può possedere un telefono cellulare, non può accedere ad Internet e non può lasciare lo stato di Israele. Vanunu non è riuscito a sottostare a questa censura, indegna per un paese civile, e questo gli costerà ancora il carcere, contro cui si appellerà il prossimo 8 luglio sulla base della Dichiarazione Universale dell'Onu sui Diritti Umani.

Riportiamo lo stralcio di un'intervista (l'intervista completa la puoi leggere qui)
Silvia Cattori: Che ne pensa del Trattato di non proliferazione nucleare quando, nel caso di Israele, si tollera "l'ambiguità nucleare", mentre si mette costantemente sotto pressione l'Iran - un paese che, tra l'altro, si sottomette alle ispezioni?
Mordechaï Vanunu: Tutti i paesi dovrebbero consentire le ispezioni internazionali e dire la verità su ciò stanno facendo, segretamente, in tutti gli impianti nucleari di cui dispongono. Israele non ha firmato il Trattato di non proliferazione nucleare. Centottanta paesi l'hanno firmato, tra cui tutti i paesi arabi. L'Egitto, la Siria, il Libano, l'Iraq, la Giordania. Tutti i paesi vicini a Israele hanno aperto le loro frontiere alle ispezioni dell'AIEA (Agenzia internazionale per l'energia atomica, n.d.t.). Israele è il peggiore esempio. E' l'unico paese che ha rifiutato di firmare il Trattato di non proliferazione nucleare. Gli Stati Uniti e l'Europa dovrebbero cominciare a risolvere il caso di Israele; Israele deve essere considerato come qualsiasi altro paese. Dobbiamo finirla con l'ipocrisia e obbligare Israele a firmare il Trattato di non proliferazione nucleare. Bisogna imporre a Israele il libero accesso degli ispettori dell'AIEA al centro di Dimona.


Segnali:
Lettera di Vanunu a Thepeoplevoice.org:
http://www.thepeoplesvoice.org/cgi-bin/blogs/voices.php/2008/06/04/p25923

Articolo del Sunday Times del 2005:
http://www.timesonline.co.uk/tol/news/article830147.ece

Intervista a Vanunu nel 2005:
http://www.peacelink.it/pace/a/13728.html

Mordechaï Vanunu su Wikipedia:
http://it.wikipedia.org/wiki/Mordechai_Vanunu
Fu dunque rapito in Roma il 30 settembre 1986, esattamente ventidue anni fa. Il testo dell’appello è riportato anche da a.s.i.a., panorama.it.

(segue)

mercoledì 25 giugno 2008

Osservatorio: 24. Marco Pannella contro George W. Bush

Come «Informazione Corretta» e altri media denigrano quanti criticano il sionismo, Israele e gli Stati Uniti: Arbour - Blondet - Burg - Caio - Cardini - Carter - De Giovannangeli - D’Orsi - Facci - Finkelstein - Giorgio - Morgantini - Odifreddi - Paci - Pannella - Pappe - Romano - Sabahi - Sand - Spinelli - Stabile - Storace - Tizio - Vattimo -
Cosa si intende qui per Israel Lobby?
«Una coalizione informale di individui e gruppi che cerca di influenzare la politica estera americana in modo che Israele ne tragga beneficio»
(Mearsheimer e Walt, La Israel Lobby, cit., 4).
Ed in Italia come stanno le cose?
Stiamo cercando di scoprirlo!
«Esistono due distinti meccanismi che impediscono alla realtà del conflitto israelo-palestinese di essere giustamente divulgata, e sono i due bavagli con cui i leader israeliani, i loro rappresentanti diplomatici in tutto il mondo, i simpatizzanti d’Israele e la maggioranza dei politici, dei commentatori e degli intellettuali conservatori di norma zittiscono chiunque osi criticare pubblicamente le condotte dello Stato ebraico nei Territori Occupati, o altri aspetti controversi della storia e delle politiche di quel Paese. Il primo bavaglio è l’impiego a tutto campo dei gruppi di pressione ebraici, le cosiddette lobby, per dirottare e falsificare il dibattito politico sul Medioriente (negli USA in primo luogo); il secondo è l’accusa di antisemitismo che viene sempre lanciata, o meglio sbattuta in faccia ai critici d’Israele» (P. Barnard, Perché ci odiano, p. 206).
Come «Informazione Corretta» e altri media presentano Israele, il Medio Oriente e la Palestina: Allam - Battista - Bordin - Buffa - Colombo - Diaconale - Fait - Ferrara - Frattini - Israel - Livni - Loewenthal - Nirenstein - Ostellino - Ottolenghi - Pacifici - Pagliara - PanellaPezzana - Polito - Prister - Santus - Volli

Ricerche correlate:

1. Monitoraggio di «Informazione Corretta»: Indice-sommario. – 2. Osservatorio sulle reazioni a Mearsheimer e Walt. – 3. La pulizia etnica della Palestina. – 4. Boicottaggio prossimo venturo: la nuova conferenza di Durban prevista per il gennaio 2009. – 5. Teoria e prassi del diritto all’ingerenza. – 6. Per una critica italiana a Daniel Pipes. – 7. Letteratura sionista: Sez. I. Nirenstein; II. Panella; III. Ottolenghi; IV. Allam; V. Venezia; VI. Gol; VII. Colombo; – 8. La leggenda dell’«Olocausto»: riapertura di un dibattito. – 9. Lettere a “La Stampa” su «Olocausto» e «negazionismo» a seguito di un articolo diffamatorio. – 10. Jürgen Graf: Il gigante dai piedi di argilla. – 11. Carlo Mattogno: Raul Hilberg e i «centri di sterminio» nazionalsocialisti. Fonti e metodologia. – 12. Analisi critica della manifestazione indetta dal «Riformista». – 13. Controappello per una pace vera in Medio Oriente. –

Versione 1.0
Status: 27.7.08
Sommario: 1. Marco Pannella critico di Bush e Israele. – 2. Bush volle la guerra. – 3. Il disatroso tradimento della verità da parte di Bush. – 4. Cosa contiene l’archivio di IC su Marco Pannella. – 5. Intervento di Marco Pannella ad un convegno leccese: il diritto naturale fondato sul diritto positivo.

Marco Pannella è l'unica persona che io stimi in ambiente radicale. Del resto, dire radicali è lo stesso che dire Marco Pannella. Se non delle “protesi” tutti gli altri da lui formati non hanno ancora superato il maestro. Almeno così a me sembra. Se veramente padre Pannella porterà le sue truppe in una critica feroce di Bush, uomo che certamente ha operato un colpo di stato rispetto al tradionale impianto della costituzione americana, assisteremo ad una serie di divorzi. La Israel lobby italiana attaccherà Pannella Marco. Ma sarò difficile dargli dell‘antisemita o dell’odiatore di se stesso. Credo che dentro la sua stessa casa vi saranno molti che non accoglieranno l’appello implicito in questa lotta. Lo abbandoneranno considerandolo ormai affetto da senilità. La cosa mi dispiace ed io comunque starò dalla sua parte, per quel che può servire. Sono queste mie deliberate previsioni su uno scenario che io mi immagino. Ne scrivo prima per vedere se una volta tanto ci azzecco con le previsioni.

1. Marco Pannella critico di Bush e di Israele. – Se si clicca sul link si accede al palinsesto di radio radicale del 22 giugno 2008. Andando poi alla conversazione settimanale di Pannella con Bordin, minuto 53 a 59 circa, si possono ascoltare affermazioni interessanti di Marco Pannella da me condivisibile un buona parte. Per domenica prossima annuncia altre dichiarazioni critiche su Israele. Mi chiedo quali possono essere le conseguenze logiche e politiche di simili dichiarazioni, se mai saranno portate avanti. La mia curiosità è altissima. Ma non posso fare altro che aspettare e vedere se succede qualcosa.

2. Bush volle la guerra. – Cercando su Google News l’unica eco che si trova alla dichiarazione radiofonica di Pannella su Bush è su Agenzia radicale, dove ho lasciato un mio commento incredulo. Per adesso è l’unico commento che vi si trovi, ma se ve saranno altri non mi impegnerò in una polemica. Con questo caldo non è proprio il caso. Dalla stesso link si apre una porta per una nota ad un testo dello stesso genere.

3. Il disastroso tradimento della verità del presidente Bush. – Sono estremamente interessanti le dichiarazioni di Pannella su Bush, ma mi sembra una voce nel deserto. Se ad incominciare da Bordin, veramente le affermazioni di Pannella fossero state prese sul serio, radio radicale non sarebbe un bollettino sionista. Temo che le affermazioni di Pannella restino isolate e senza conseguenza. Ma è interessante documentare questo isolamento ovvero le reazioni, se ve ne saranno, se non si adotterà la tecnica mediatica del silenzio.

4. Cosa contiene l’archivio di IC su Marco Pannella. – Si trovano al momento solo quattro ritorni. Per lo più sulla scriteriata e strampalata idea pannelliana di includere Israele nell’Unione Europea. Il genio è dei folli. La follia è in questa stranissima idea, assolutamente non condivisibile, almeno finché Israele è e resta quella che conosciamo. Se anziché al “doppio stato” con cunicoli sotterranei per le comunicazioni fra i palestinesi, si giungesse all'unica soluzione politicamente praticabile, cioè lo Stato Unico senza apartheid, forse forse si potrebbe considerare un Israele dentro la UE - ben diversa da quella nullità politica che è oggi – ed includendo almeno tutti i paesi sulle sponde del Mediterraneo. Ma questa è fantapolitica. Mancano significativamente nell’Archivio di ICle dichiarazioni di Marco Pannella su Priebe, quando richiamandosi ad un giudizio di Elio Toaff, ripeteva: ma lasciatelo morire in pace!

È pero interessante trovare un redazionale questa volta firmato da Angelo Pezzana, del 2003, dove si dichiara fermamente contraria a questa proposta radicale con l’esilarante affermazione che essendo Israele uno stato “democratico” proprio per questo non potrebbe mai entrare a far parte dell’UE, che è chiaramente antidemocratica. Israele rischierebbe di venir condannata per violazione dei diritti umani come è già avvenuta innumerevoli volte da parte dell’ONU e di altre organizzazioni internazionali. Probabilmente, anzi certamente dalla Unione Europea verrebbero chiesti adempimenti non discriminatori verso i palestinesi o altre minoranze che i caparbi sionisti non accettebbero mai. Pezzana mantiene in fermo ma rispettoso dissenso come mai in altri casi. Evidentemente in ricordo di quando da Radio radicale teneva la sua rubrica omosessuale del Fuori, da dove ricordo gli insulti che piovevano sull’universo mondo, in particolare le invettive su Giano Accame, che ancora ricordo.

5. Intervento di Marco Pannella ad un convegno leccese: il diritto naturale fondato sul diritto positivo. – Sono stanco, ma intendo qui fissare alcuni appunti che mi riservo di sviluppare in seguito. Andando al link e quindi ascoltando l'intervento di Pannella, quasi a conclusione, si nota una tesi sorprendente. Perfino i due teologi che hanno parlato sono stati più realisti di Pannella riguardo al concetto di democrazia, notandone la storicità del senso e la sua contestualizzazione. Ebbene, Pannella riprendendo i loro interventi ha sostenuto la tesi che la democrazia (senza ulteriori definizioni) sarebbe un “diritto naturale” da riconoscere come tale. Quindi la sua concreta attuazione e definizione deve essere ricercata nel diritto positivo. Normalmente, un positivista non conosce di nessun diritto naturale. È una sorta di concezione teocratica della politica, dove al centro viene posto un indefinibile diritto naturale alla democrazia. In realtà, il tutto finisce con l’essere una fragile giustificazione di quel diritto all’intervento che Pannella ammette in linea di principio, salvo poi a criticare la rudezza e brutalità di un Bush.
(segue)