martedì 29 aprile 2008

Sionismo mediatico: 10. Claudio Pagliara ed i suoi “ottimi servizi”.

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Claudio Pagliara è un giornalista della RAI i cui servizi da Israele appaiono sempre sbilanciati dalla parte di Israele. Da un giornalista di professione ci si aspetta un equilibrio per il quale che è da lui informato si possa aspettare notizie del giorno su cose che altrimenti non può sapere. Invece di Claudio Pagliara uno può già sapere prima cosa dirà non solo sul fatto del giorno, ma anche sui fatti che saranno. Forse è impossibile in sé la professione di un giornalista puro, con almeno un atteggiamento mentale non aprioristicamente determinato, secondo la formula “i fatti separati dalle opinioni”. Alcuni però ci provano in uno sforzo volto all’obiettività, nel caso di giornalisti come Claudio Pagliara questo sforzo neppure si nota.

Versione 1.3/Status: 29.9.09
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1. Gli “ottimi servizi” di Claudio Pagliara. – Sui servizi RAI, pagati con i soldi di tutti i contribuenti, i quali non possono sottrarsi ad un pagamento imposto per legge, gli italiani sanno già tutto. L'informazione non brilla per quanto riguardano le notizie che vengono da Gaza. In pratica, Claudio Pagliara – che recentemente sembra aver superato ogni limite di decenza – riporta su ogni notizia la versione ufficiale del governo israeliano. Ed è per questo motivo che ottiene il plauso peloso dei nostri «Corretti Informatori» che giudicano “ottimi” i suoi servizi:
Qui, cliccando sul tg delle 20 del 29 maggio si può vedere il telegiornale con un ottimo servizio di Claudio Pagliara su Sderot, che descrive la condizione degli abitanti della città israeliana bersagliata dai kassam.

Cliccare sul link sottostante per inviare una e-mail al TG 1

tg1_direzione@rai.it
secondo un criterio di valutazione tutto di parte israeliana e per il quale vengono giudicati “pessimi”, ad esempio, gli articoli di un Michele Giorgio, sul “Manifesto”. L’archivio di IC è riccamente dotato su Claudio Pagliara. Ad esso attingeremo per un'analisi dell'informazione – ahimé pagata anche con i soldi della mia tasca –fornita da Claudio Pagliara, battezzato anche “re delle menzogne” sullo stesso forum di Rai Click e verso il quale è stato proposto un VDay:
Come di consueto, dopo l'ennesima strage di palestinesi, si è distinto in perfidia il solito Claudio Pagliara, che ha almanaccato di morti causate dall'esplosione di guerriglieri che indossavano giubbotti carichi d'esplosivo colpiti dall'esercito israeliano, della "vendetta di Hamas", dei "razzi Qassam" ecc.
E, sempre come al solito, nessun nome per queste vittime palestinesi, "ostaggio dei guerriglieri, che sparano dalle case" (e da dove dovrebbero farlo, se è l'unico posto che hanno? allora gli si concedano carri armati, aerei ecc.). Invece tutto il mondo sa che "rapito da Hamas" esiste il caporale Gilad Shalit, con un nome e un cognome. I palestinesi, al massimo, fanno numero.
Infine, la ciliegina sulla torta. Fate caso a come Pagliara pronuncia "Beit Hanùn"... Beit Khanùn, col raschio inconfondibile dell'ebraico di quella che in arabo è l'aspirata hâ'.
Per questo Pagliara ci vorrebbe un apposito Vaff-day.
Scriviamo anche noi un apprezzamento alla RAI per l'«ottimo» servizio di Claudio Pagliara, profumatamente pagato con i nostri soldi.

2. Una indecenza travestita da giornalismo. – Così viene definità l’attività di Claudio Pagliara nei servizi televisivi che tocca sorbirci pagando il canone di stato. Inutile cercare in Pagliare approfondimenti o qualcosa di diverso dalle versioni ufficiali fornite dal governo israeliano.

3. Un nuovo genere: il giornalismo istruttorio. – Non avrei mai saputo chi fosse Abu Hafs se a parlamene non fosse Claudio Pagliara, favorevolmente recensito da IC. Uno potrebbe pensare che compito di un giornalista fosse quello di informare su cose inedite, ma sembra qui che il principale intento di Pagliara sia stato quello di far dire all’intervistato che vede positivamente AlQaeda e che invece giudica negativamente Israele. Ed è quanto basta per gridare allo scandalo e stracciarsi le vesti, posto che Alquaeda è il male assoluto, mentre Israele è il bene assoluto. Per l’«ottimo» giornalista Claudio Pagliara il suo intervista è un «terrorista» ed è tutto. Presto magari a nostra insaputa tutti possiamo venire inclusi in questa definizione dalle larghe maglie, basta stare dalla parte opposta a quella di un Pagliara e si è subito promossi al rango di “terroristi”. Terminata l’inchiesta giornalistico-istruttoria non resta che passarla ad un magistrato o alla CIA ovvero al Mossad. È da chiedersi se l’intervistato sapesse chi era l’intervistatore e cosa in realtà volesse da lui. Ed è ancora da chiedersi se l’intervista sia stata a titolo gratuito o dietro corrispettivo. Ed in questo caso quanto sia costata al contribuente italiano che paga il canone tv e lo stipendio dello stesso Pagliara. Francamente trovo inverisimile che qualcuno sia disposto a rilasciare un’intervista di quel genere senza un lauto corrispettivo che in un paese impoverito come quello ritratto dal fimato può far gola.

4. “Contesa” o non piuttosto invasa e occupata? – Ho riconosciuto la voce di Claudio Pagliara in un servizio culturale-turistico del TG1 meridiano di oggi 4 agosto 2008. Provate ad immaginare la sensazione che offre la voce di un giornalista che anziché informare sulle tragiche vicende di una delle zone più calde del pianeta lancia uno stupido spot turistico, dove in ultimo chiude con una regione tanto bella quanto “contesa”, un eufemismo per tacere della vera e propria occupazione iraeliana, il cui punto più saliente può essere individuato nella pulizia etnica del 1948 e nella vergogna di Gaza, un Lager che supera tutti gli orrori di Auschwitz. Questa è l’informazione offerta da Claudio Pagliara, pagato dal contribuente italiano.

5. La «vera» informazione di Claudio Pagliara. – Per il resto del mondo i servizi di Claudio Pagliara dal Medio Oriente sono tutti sbilanciati a favore di Israele, ma per i «Corretti Informatori» l’informazione fornita dal giornalista RAI costituisce una “vera” informazione a fronte della “non vera” informazione, ad esempio, di Umberto Giovannageli che sta facendo una serie di interviste a tutti i principali protagonisti delle vicende politiche del momento.

6. La prova del nove. – L’apprezzamento tributato a Claudio Pagliare dagli «Informatori Corretti» è la prova del nove della faziosità che lo contraddistinge. I suoi servizi giornalistici sono una mera lettura delle veline a lui passate da ministero israeliano della propaganda. Per questo sono graditi dagli «Scorretti Informatori» e sgraditi a tutti gli altri.

7. Claudio il beniamino. – Vale il vecchio detto che l’uomo è misura di tutte le cose. Mentre da chi è appena un poco critico verso la politica di Israele, appare evidentente lo sbilanciamento dell’informazione fornita da Claudio Pagliara, pagato anche dal contribuente non sionista, per i «Corretti Informatori» la sua informazione è l’optimum della correttezza. Si vorrebbe tutta la stampa italiana, tutta l’informazione sul modello Pagliara. Gli elogi sono costanti e sperticati. Un altro al posto di Pagliara incomincerebbe a porsi qualche dubbio, ma Pagliara no!



(segue)

lunedì 28 aprile 2008

Lobbisti: 9. Magdi Cristiano Allam ovvero il martello degli islamici

Come «Informazione Corretta» e altri media presentano Israele, il Medio Oriente e la Palestina: Abu Mazen - Allam - Battista - Broder - Calabrò - Colombo - Bordin - Buffa - Bush - Cicchitto - Diaconale - Fait - Fallaci - Ferrara - Fourest - Foxman - Frattini - Guzzanti - Israel - Lisistrata - Livni - Loewenthal - Amos Luzzatto - Meotti - Merkel - Morris - Nirenstein - Ostellino - Ottolenghi - Pacifici - Pagliara - Palazzi - Panella - Petraeus - Pezzana - Polito - Prister - Ranieri - Rocca - Ronchi - Ruben - Santus - Sfaradi - Shalev - Steinhaus - Sussmann - Tas - Teodori - Ulfkotte - Volli - Wiesel -
Cosa si intende qui per Israel Lobby?
«Una coalizione informale di individui e gruppi che cerca di influenzare la politica estera americana in modo che Israele ne tragga beneficio».
Ed in Italia come stanno le cose?
Stiamo cercando di scoprirlo! Con uno sguardo sull’Europa e sui luoghi da dove si tengono i fili.
«Esistono due distinti meccanismi che impediscono alla realtà del conflitto israelo-palestinese di essere giustamente divulgata, e sono i due bavagli con cui i leader israeliani, i loro rappresentanti diplomatici in tutto il mondo, i simpatizzanti d’Israele e la maggioranza dei politici, dei commentatori e degli intellettuali conservatori di norma zittiscono chiunque osi criticare pubblicamente le condotte dello Stato ebraico nei Territori Occupati, o altri aspetti controversi della storia e delle politiche di quel Paese. Il primo bavaglio è l’impiego a tutto campo dei gruppi di pressione ebraici, le cosiddette lobby, per dirottare e falsificare il dibattito politico sul Medioriente (negli USA in primo luogo); il secondo è l’accusa di antisemitismo che viene sempre lanciata, o meglio sbattuta in faccia ai critici d’Israele» (P. Barnard, Perché ci odiano, p. 206).

Ricerche correlate:

1. Monitoraggio di «Informazione Corretta»: Sezioni tematiche. – 2. Osservatorio sulle reazioni a Mearsheimer e Walt. – 3. L’11 settembre: misteri, dubbi, problemi. – 4. Rudimenti sul Mossad: suo ruolo e funzione nella guerra ideologica in corso. – 5. Free Gaza Movement: una sfida al blocco israeliano di Gaza. – 6. La pulizia etnica della Palestina. – 7. Studio delle principali Risoluzioni ONU di condanna a Israele. – 8. Cronologia del conflitto ebraico-palestinese. – 9. Boicottaggio prossimo venturo: la nuova conferenza di Durban prevista per il gennaio 2009. – 10. Teoria e prassi del diritto all’ingerenza. – 11. Per una critica italiana a Daniel Pipes. – 12. Classici del sionismo e dell’antisionismo: un’analisi comparata. – 13. Letteratura sionista: Sez. I. Nirenstein; II. Panella; III. Ottolenghi; IV. Allam; V. Venezia; VI. Gol; VII. Colombo; VIII. Morris; – 14. La leggenda dell’«Olocausto»: riapertura di un dibattito. – 15. Lettere a “La Stampa” su «Olocausto» e «negazionismo» a seguito di un articolo diffamatorio. – 16. La sotterranea guerra giudaico-cristiana dei nostri giorni. – 17. Jürgen Graf: Il gigante dai piedi di argilla. – 18. Carlo Mattogno: Raul Hilberg e i «centri di sterminio» nazionalsocialisti. Fonti e metodologia. – 19. Analisi critica della manifestazione indetta dal «Riformista». – 20. Controappello per una pace vera in Medio Oriente. –

Il personaggio ha proprio dell’incredibile. Io mi chiedo come sarebbe possibile senza un chiaro disegno di azione volta a condizionare le opinioni pubbliche europee ed in particolare italiana. Sono cose che si studiano a tavolino e son lungamente progettate con dovizie di mezzi ed ampio raggio temporale. In ultimo, cosa ancora più incredibile e stupefacente, si è voluto aggiungere il tassello della conversione dall’Islam al Cattolicesimo con discredito e pericolo per l’uno e per l’altro.

Versione 1.7
1. Magdi e gli altri. – Magdi Cristiano Allam è un personaggio incredibile, con l’aggiunta di Cristiano al suo precedente nome l’incredibilità aumenta poi a dismisura, compromettendo financo il cristianesimo. Nella mia ingenuità mi chiedo se quando parla egli pensa anche di argomentare ed abbia in tal modo la consapevolezza delle possibili altrui obiezioni oppure parli semplicemente per diffondere dalle tribune di cui dispone veri e propri messaggi propagandistici, consapevolmente tali. A differenza dell'argomentazione razionale dove l'interlocutore è un personaggio reale che può perfino avere ragione il messaggio propagandistico si rivolge ad orecchie distratte e tende a giustificare ad esempio l'uccisione di una madre con i suoi quattro figli. La propaganda dice la colpa non è mia, ma delle vittime stesse. Magdi Allam ed i media asserviti nel dare la notizia dell'uccisione della madre con i suoi quattro figli fa precedere la versione di Israel: si fanno scudo dei civili. Come se in un milione e mezzo di persone rinchiuse dentro il lager di Gaza si potesse distinguere fra civili e soldati al modo del diritto bellico del XVIII secolo. Magdi Allam, ora perfino Cristiano, è l'agente propagandistico in Italia dei comunicati dell'esercito israeliano.

Non credo nel senso e nell’utilità di un’ipotetica interlocuzione con Magdi Cristiano Allam. Tuttavia all’ennesimo lancio propagandistico dei «Corretti Informatori» che riportano la email al Forum di Magdi presso il Corriere di una trentunenne al Forum di Magdi Allam ho voluto provare anche a redigere un testo dentro il Forum del Corriere della Sera. Ho appena spedito il testo che è in attesa di approvazione, cioè da parte dello Stesso Magdi Cristiano Allam o chi per lui. Non confido molto nella sua approvazione, e non aspetto neppure, ma ho salvato il testo che gli ho mandato e lo ripubblico qui di seguito:
Sul piano del diritto e della giustizia la situazione è semplice. Basta leggere il libro di Ilan Pappe sulla pulizia etnica dei palestinesi fatta dagli israliani-sionisti nel 1949, la Nakba, perché la signora di anni 31 possa capire quello che dice di non capire. Le leggi razziali proprio non c’entrano con la situazione mediorientale. Al massimo è una questione tutta nostra. Quel che vi è da capire per chi abbia un senso elementare della giustizia e del diritto è così semplice che io proprio mi meraviglio della incapacità di comprendere della signora 31enne e mi chiedo se sia sincera questa sua asserita incapacità di comprendere. Quanto all'interruzione della seduta all'Onu rispetto alla dichiarazione del rappresentante libico che ha detto cose ovvie, la spiegazione è ancora più semplice. Se Usa e Gran Bretagna avessero accettato l'evidenza di ciò che la Libia dice, sarebbe stata un'ammissione di complicità in un vero e proprio genocidio in atto, ma nelle intenzioni del sionismo fin dai suoi primi esordi, come si può facilmente apprendere con poche letture pertinenti, non inquinate dalla propaganda sionista che ci vuole continuamente imporre interpretazioni dei fatti che non resistono alla più elementare disamina critica. Non credo che la Signora non capisca. Credo altre cose che però non dico per mantenermi in quella civiltà di toni che è giustamente richiesta dal Forum. Che vi sia una equivalenza fra Lager ed Gaza è cosa evidente. Ma dove si è mai visto un intero popolo che dipenda da altri per erogazione di luce, acqua, rifornimenti, nel cui stato si può entrare come dalla porta di una cella, le cui chiavi sono in possesso dello stato confinante? Un immenso campo, appunto un lager a cielo aperto, che per giunta viene periodicamente bombardato. Una situazione simile la si poteva vedere ed immaginare solo nei film di fantapolitica, ma qui la realtà dell'ordinario orrore supera l'immaginazione. Il ritornello del diritto all'esistenza di Israele è perfettamente paragonabile al brigante che si insedia dentro le nostre case e pretende di avervi un diritto ad abitare. Un diritto che DEVE essere riconosciuto da tutti gli altri senza se e senza ma. È allucinante ed è allucinante il signor Magdi ora Cristiano Allam che pensa di essere convincente nelle sue assurdità solo perché parla in lingua italiana e non trova chi lo contraddica: parla a se stesso ed ai suoi amici israliani-sionisti. Parla di odio degli altri, ma non ci spiega perché i palestinesi dovrebbero amare Israele...
Mi riservo di rielaborare il testo inviato, composto di getto ed a caldo nell'impeto di indignazione per l'indecento e provocatorio testo, chiaramente compatibile con il modo di pensare di Magdi. Non leggo mai il Forum di Magdi e non starò a controllare se verrà approvato e pubblicato il mio testo. Mi è sufficiente pubblicare nel nostro Blog. Se lo vorranno i Lettori, potranno loro sbizzarrirsi a scrivere a Magdi, ma è tempo perso.

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2. L’onestà ed il coraggio di Magdi Allam. - Il pronto riconoscimento ed il sostegno che Magdi Allam trova subito presso i “Corretti Informatori” è per me un importante indizio del contrario. Dice un proverbio: dimmi con chi vai e ti dirò chi sei. Cosa sia «Informazione Corretta» è ormai chiaro a chi con non poco impegno ne ha fatto ampio monitoraggio. Non è stato tempo perso se ciò sia pure in modo dialettico ha fatto superare quella distrazione che caratterizza il cittadino medio sui temi di politica estera mediorientale. Non sono diventato e non voglio diventare un orientalista, ma come cittadino italiano mi sermo ora sicuro nei miei giudizi, anche riguardo ad un Magdi ora Cristano Allam, per il quale riporto il seguente commento redazionale di IC, un commento che come si suol dire si commenta da solo ed al quale nulla abbiamo da aggiungere interlineando, come nostro solito:
Informazione Corretta = Informazione che informa (!)
26.03.2008 L'onestà e il coraggio di Magdi Allam
e gli inaccettabili attacchi per la sua conversione

Testata: Informazione Corretta
Data: 26 marzo 2008
Pagina: 1
Autore: la redazione
Titolo: «L'onestà e il coraggio di Magdi Allam»


Consideriamo inaccettabile la continua serie di attacchi contro Magdi Allam sui media italiani. Al contrario di quanto molti affermano, noi riteniamo che la scelta di Magdi Allam rifletta in pieno il suo stile di vita: onesto e coraggioso, sempre, e non solo nella vicenda della sua conversione al cattolicesimo.
Magdi Allam ha dato voce e visibilità a migliaia di persone (i musulmani convertiti al cristianesimo ) che oggi potranno sentirsi affrancate dal ricatto del fondamentalismo islamico.
Merita ammirazione e appoggio, non certo ostilità, insulti e meschini sospetti come quelli che da troppe parti gli sono stati riversati contro.
http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90
Non sono stato convertito al cristianesimo in quanto a convertirmi ci pensarono i miei genitori, appena nato. È questa la sorte comune di noi italiani che in cose di fede e di coscienza veniamo amministrati di autorità. Se avessi potuto scegliere, mi sarei mantenuto in quelle religioni autoctone che esistevano prima dello sbarco di cristianesimo e giudaismo sul suolo italico, a mio avviso forme superiori di religiosità.
Poichè tuttavia in fatto di cattolicesimo penso di saperla lunga, come buona parte degli italiani, il mio commento alla “conversione” di Magdi è una sonora fragorosa risata: per un Cristiano in più la società civile italiana si sarà alleggerità con un centinaio di bigotti in meno. Credo di aver capito le sue mire. Egli pensa di cavalcare il cattolicesimo in una crociata contro l’Islam. Ma non ha capito proprio nulla dello spirito degli italiani che con preti e monache convivono da qualche migliaio di anni. Le sue prime esternazioni hanno posto in così evidente imbarazzo la gerarchia cattolica da costringere gli alti dignitari a scaricare il convertito dell’ultima ora, che adesso non è più ufficialmente islamico ma non è neppure cristiano nel senso che io dubito fortemente che vi sia qualcuno disposto a prenderlo sul serio in questa sua professione di fede. Non voglio andare sul pesante o in giudizi approfonditi e penetranti per ovvie ragioni. Tuttavia, nessuno puo censurare il mio scetticismo, peraltro ampiamente condiviso in articoli di stampa contro i quali i nostri «Corretti Informatori» – di religione ebraica o cristiana? – hanno sentito il bisogno di uscire allo scoperto. In fatto di dottrina della “correttezza” costoro non si fermano neppure di fronte alla dottrina cattolica dell”«infallibilità».
Sono più infallibili del Papa Benedetto XVI ed ora hanno trovato in Magdi Cristiano Allam il loro uomo all’interno della chiesa cattolica: la Israel lobby allunga i suoi tentacoli da Montecitorio a San Pietro. Possiamo esser certi che il fresco Magdi Cristiano Allam saprà tallonare Papa Ratzinger ogni questa che questi si mostrerà tiepido o prudente nell’impugnare la scimitarra, pardon la cristianissima spada cristiana, che già nei secoli seppe mozzare molte teste infedeli, per maggior gloria di Nostro Signore Gesù il Misericordioso. Povero Cristo! Quante se ne combinano in tuo nome!

3. La panzane di Magdi a proposito di minacce al presidente Napolitano. – Rovistando nell'archivio di «Informazione Corretta» dove è contenuto tutto il florilegio di Magdi ora Cristiano Allam (e rido ogni volta che scrivo o leggo “Cristiano”) ho trovato il testo di cui cliccando sul link. Ubbidendo alle istigazioni dei «Corretti Informatori» che hanno immaginato fin dall’inizio di poter spingere i loro “naturali” Lettori/Ladidatori sionisti mossadiani a scrivere ai quotidiani italiani o altre per fare opera diciamo di democratica pressione ho anche io scritto al Corriere una lettera di diverso tenore che ho già spedito ma che qui mi riservo di modificare migliorandola. Ecco il testo della mia lettera:
Il testo in allegato non è recente, ma è stato ripreso dall’Archivio di «Informazione Corretta», agenzia di propaganda sionista, dove Magdi Allam gode di buona stampa.

Ciò su cui mi interrogo, a titolo di curiosità, ma su cui non ho mai potuto avere risposta è come mai un giornale importante come il «Corriere della Sera» abbia avuto per suo vicedirettore un Magdi Allam, ora per burla anche Cristiano. Una così totale assenza di equilibrio di giudizio si sottrae a qualsiasi commento.
La mia ricerca – sulla scorta di Mearsheimer e Walt – è volta a verificare l'esistenza di una vera e propria Israel Lobby anche in Italia. Il vostro vicedirettore, a mio avviso, fa parte di questa Lobby intesa nel senso di un gruppo (legittimo) di pressione per sostenere, in specie sul piano mediatico, la causa dello Stato israeliano, le cui vicende storiche e politiche possono venire autonomamente valutate da chi abbia adeguate informazione. Ed è proprio qui che ho da rivolgervi una critica radicale in quanto organo di informazione. Le vostre notizie per bocca del vostro Vice non hanno in nessun modo quei caratteri di obiettività, neutralità, veridicità che dovrebbero essere proprie di un organo di informazione che sia tale e non un organo di propaganda di un regime per giunta straniero, come lo stato di Israele, dove il vostro Vice farebbe meglio a risiedere liberandoci della sua scomoda e costosa presenza.

In merito al contenuto dell’articolo, avendo ben seguito la vicenda, è destituito di qualsiasi fondamento che vi sia stata minaccia di nessun genere al presidente della repubblica Giorgio Napolitano. È ridicolo il solo pensarlo e grottesco il sostenerlo, cosa che fa Magdi Cristiano Allam, vicedirettore del «Corriere della Sera». Il presidente della repubblica è o dovrebbe essere presidente di “tutti” gli italiani, anche di quelli che trovano totalmente campata in aria la sua affermazione circa l’equivalenza fra antisemitismo ed antisionismo. Come e per quali via il presidente Napolitano sia giunto ad un’afffermazione così palesemente erronea resta un mistero da indagare. Tuttavia, per chi sappia leggere l'italiano e non sia traviato dalla lingua araba del vostro Vice Magdi, il presidente ha diramato in occasione della Fiera di Torino una Nota dove precisa che egli non ha mai detto o inteso dire che non siano legittime le critiche alla politica del governo israeliano, ad incominciare dagli stessi cittadini di Israele. Essendo lo stato di Israele per definizione uno stato “sionista”, ne discende per logica deduzione che l’antisionismo in quanto critica sistematica alla politica dello Stato e del governo di Israele è perfettamente legittima.

Quanto poi all’antisemitismo il nostro beneamato presidente, che nessuno intende minacciare per ogni volta (e capita spesso) che un pacifico cittadino trova opinabili le sue esternazioni, basta un minimo sforzo di documentazione da parte del suo Ufficio studi per apprendere che i soli veri semiti nell’area interessata dal conflitto mediorientale sono proprio i palestinesi, contro i quali il governo Israeliano si è macchiato di un crimine di pulizia etnica e genocidio, come sulla base di recenti documenti di archivio dimostra lo storico israeliano Ilan Pappe. Quanto poi all’equiparazione sionismo = nazismo è cosa che si desume e si legge nel libro di un altro ebreo ed israeliano estremamente significativo come Avraham Burg. Pertanto, l’equiparazione che il nostro anziano presidente Napolitano meglio potrebbe fare è fra sionismo e nazismo. Ma finché non sappiamo chi scrive i discorsi del presidente e se egli li legge prima di pronunciarli, non potremo mai capire la logica politica che ispira i discorsi del presidente, che ripeto alla nausea nessuno ha mai inteso minacciare, salvo voler ritornare a quegli “anni di piombo” che fortunatamente ci siamo lasciati alle spalle. Se qualcuno avesse per davvero inteso minacciare il presidente Napolitano, non si sarebbe limitato alle minacce. L’aver voluto evocare tragici ricordi, è un segno dell’irresponsabilità del vostro Vice che dalle colonne del maggiore quotidiano italiano diffonde false notizie atte a turbare l’ordine pubblico.
È da chiedersi quale sia l’utilità di queste lettere, se veramente valgano in tempo speso. La risposta è stata da me altre volte data. Viviamo in una fase di guerra ideologica di propaganda, in cui le parole si misurano non per la loro qualità intrinseca ma per la loro quantità e per la velocità con la quale vengono scagliate per produrre una coltre a quegli stermini che poi passano sotto silenzio o vengono giustificati davanti alla nostra coscienza. Così è il caso della Nabka dove la sola critica che si possa fare è quella di dare un senso fatalistico all’evento: la Nabka ossia la Disgrazia. Questo termine è generoso perché nasconde lo Sterminio, la Pulizia Etnica, il Genocidio e con esso anche i suoi autori, che grazie ad Ilan Pappe conosciamo per nome e cognome nei suoi massimi responsabili. Se ognuno di noi respingerà menzogne come quelle di Magdi ora Cristiano Allam, anche la nostra potenza di parole di fuoco potrà fronteggiare il milione di copie che ogni giorno il Corriere della Sera rovescia su di noi per la penna e la bocca del suo Vicedirettore Magdi ora Cristiano Allam.

4. Le liste magdelliane di proscrizione. – L’idea e semplice, ma troppo semplice nella sua stupidità. Bisogna perciò trovare una spiegazione più soddisfacente ad un fenomeno che è troppo ramificato e concertato per essere l’alzata di ingegno di un cervello strampalato. Non a singoli isolato occorre pensare ma al concorso di molti uniti in un comune disegno e forniti di ingenti risorse materiali ed umane. L’assioma tipico della propaganda commerciale è che il proprio prodotto, la propria causa è quella giusta, mentre dall’altra parte non esiste né ragione né diritto né religione né civiltà. L’assioma non deve poi essere assolutamente posto in contraddittorio. Deve essere ripetuto in numero infinito di volte secondo le tecniche della pubblicità commerciale: non è consentita replica al “mio bucato è più bianco del tuo e più bianco non si può”. Dal commercio si passa alla guerra ideologica i cui strumenti sono i mezzi di comunicazione di massa. Dal primo quotidiano d’Italia o dai tg di stato si può certamente fare una grande propaganda. Questa premessa è ora fatta per spiegare il link qui aperto su un vecchio post, scritto a seguito della criminalizzazione che Magdi Allam aveva fatto contro i docenti universitari italiani di orientalistica che a suo avviso sarebbe “collusi” con il cosiddetto fondamentalismo islamico. Si badi bene che il termine “colluso” è appena tollerabile in un blog come questo (dove peraltro cerco di controllare al massimo il linguaggio) ma acquista ben altro peso se stampato in un milione di copie sul “Corriere della Sera”. Quella polemica con le reazioni che aveva suscitato sembra essersi spenta: con la carta stampata la notizia dell’oggi scaccia quella di ieri e tutto finisce nel dimenticatoio, non senza però aver lasciato tracce nella memoria e persuasione subliminale. È così che si formano i “pregiudizi”: lo sanno bene quanti orchestrano simili campagne. Ed in questo senso non si può dire che sono stupidi. Anzi sono molto intelligenti e sanno bene cosa fanno e cosa vogliono e dove vogliono arrivare. In questi giorni si parla sempre più di un’aggressione militare all’Iran, un evento lungamente coltivato e preparato.

5. Ultime bestialità. – Il neoconvertito non poteva mancare dalle scorrerie in campo etico. È però probabile che metterà qui la pazienza del prossimo a più dura prova che nel conflitto israelo-palestinese. Sul tema del papa alla Sapienza vi è poco da speculare. In quanto docente di quella università ho una chiara visione del problema e sono sempre disponibile al contradditorio con chiunque, ad incominciare dallo stessa papa, il quale evidentemente avrebbe preferito parlare ai muri e non alle persone che alla Sapienza ci vivono e lavorano. Da queste avrebbe accettato – a sentir qualcuno - a malapena il bacio della pantofola, per graziosa concessione.

6. Il martello degli islamici. – Andando al link si trova una articolo di Magdi Allam del gennaio 2008. Magdi non era forse ancora Cristiano ma era già da lunga fiata Martello degli islamici. Con ricchezza di dettagli Magdi analizza le vicende relative alla costruzione di una moschea in Bologna, governata dal sindaco Cofferati, che sembra essersi impegnato per la buona riuscita dell’operazione. Non sono venuti fuori armi o covi di terroristi in procinto di piazzare bombe qua e là, ma si tratta soltanto della progettata edificazione di un luogo di culto diverso da quello cattolico. È curioso come Magdi si preoccupi della capienza del progettato edificio e del suo bacino di utenza. Sembra concludere che l’edificio ecceda l’ordinaria frequenza e quindi sia eccedente ai bisogni effettivi. Sono veramente calcoli curiosi che si spiegano solo con un’attenzione paranoica per la presenza musulmana in Italia.

7. Qualche dubbio sulla “conversione” di Magdi in quel di Lecce. – Benché battezzato e frequentatore di parrocchie ed amico di non pochi preti e praticanti la fede cattolica, io stesso non mi dico e non mi considero cattolico. Penso però di avere una cultura nella fede cattolica maggiore di quella dello stesso Magdi ora “Cristiano” Allam, mentre mi dichiaro totale ignorante delle fede musulmana o islamica. Non sono però disponibile alla criminalizzazione o al vilipendio di nessuna fede religiosa, cosa che Magdi Allam certamente fa con la sua fede di provenienza. Dico subito che non ho nessuna fede nella conversione di Magdi Allam. Se la sua doveva essere un “testimonianza”, è stata una pessima testimonianza che non ha giovato né al al cattolicesimo né a all’Islam. Penso che ad esserne maggiormente danneggiato da una simile conversione sia proprio il cattolicesimo. A meno che – e ci sarebbe da aspettarselo – Magdi non pretenda di tener pulpito contemporaneamente dentro una chiesa cattolico e dentro una moschea, credo che i musulmani possano tirare un sospiro di sollievo per essersi liberati dal loro seno di un pessimo soggetto. Ciò che mi riesce strano è che ci siano persone che possano attribuire del credito ad un Magdi Cristiano ah ah Allam. Religioni fortemente dogmatiche come il cattolicesimo possono essere distrutte molto più dal ridicolo che non dall’avanzare dello scetticismo e del relativismo. Con Magdi Allam, la cui inautenticità è chiara alle pietre della via, siamo in questo caso. Auguri ai leccesi! Ridicolo a parte, ciò che invece resta serio e preoccupante è la funzione che Allam sembra essersi ritagliata con la sua “conversione”: quella di produrre una conflittualità ed una contrapposizione fra cristianesimo e Islam. Se qualcuno cadesse in questa trappola, credo che sarebbe proprio uno stupido. Credo però di conoscere abbastanza il buon senso degli italiani, cattolici compresi, per esser certo che nessuno presterà ascolto agli anatemi magdalliani pronunciati da un pulpito cattolico contro i musulmani che vivono in Italia e fuori d’Italia. Il tempo delle crociate è finito da parecchi secoli.

8. Magdi a Piacenza. – Magdi Cristiano ah ah Allam sta girando in tourné per presentare il suo libro su “Gesù”. Non saprei come esprimere il mio stupore per l’indubbia attenzione di cui il personaggio gode. Forse è la stessa cosa di quando vediamo un film che ci sembra di una grande stupidità ma che però ha un suo vasto pubblico. La cosa ci stupisce, ma forse dobbiamo solo renderci consapevoli della nostra diversità che ci rende lontani dal gran pubblico, diciamo pure da una massa sempre più istupidita da media e da personaggi mediatici come appunto Magdi, premiata ditta in Israele.

9. Magdi Cristiano ah ah Allam, «strenuo protagonista, testimone e costruttore della Civiltà Cristiana». – Quando dicevo che Magdi si sarebbe messo a fare concorrenza al papa pensavo di scherzare, ma invece la realtà supera lo scherzo. Dopo esser uscita da apostata dalla fede musulmana, Magdi prova invidia e malessere per gli incontri interreligiosi fra musulmano e cattolici che in questi giorni si svolgono a porte chiuse. Magari voleva esserci anche lui, Magdi. Con la sua esperienza della fede vecchia e nuova, eroe delle due fedi, oltre che dei due mondi, avrebbe potuto essere di grande aiuto. Dissente invece con il papa: proprio con in papa che in genere non ammetto dissenso, con lui, l’Infallibile. Cristiano non ha ancora imparato abbastanza il catechismo. È duro riportare le scempiaggini del vicedirettore ad persona del “Corriere della Sera”, che almeno si serve del suo blog e non del maggiore quotidiano nazionale per sparare parole a vanvera. Proprio mentre le due fedi sembrano accordarsi sulla negatività della vaga nozione di Occidente e la chiesa cattolica sembra ben lieta di tenere le distanze da un simile vuoto concetto, eccolo Magdi il neoconvertito, fanatico come e più di prima, a seminare zizzania, a dire “fratelli, carne e sangue, scannatevi per la maggior gloria del dio cristiano e musulmano”. È difficile immaginare tanta sconsideratezza. Ed è ancora più difficile credere che Magdi sia riuscito a trovare un seguito, stando a giudicare dalla sua lista di amici, dove troviamo una Danielle Sussmann: e fin qui nulla di strano. Sono fra di loro. Il “colluso” è un termine che qui riaffiora dopo essere stato applicato ai docenti universitari colpevolizzati per aver tenuto convegn insieme con islamici. Adesso ad essere “colluso” con l’Islam è tutto l’Occidente! Riclica la radici “giudaico-cristiane” senza sospettare nessuna contraddizione di termini sul piano concettuale e su quello storico. La dottrina dell’«odio» su cui ha tanto investito il Mossad viene qui riciclata in un contesto teologico-filosofico che mal si presta alla propaganda di guerra volta alla delegittimazione della parte politica, cioè i palestinesi, verso la quale si è in un grave deficit morale, che nessuno meglio dei porporati in convegno è in grado di valutare e demistificare.

L’incredibile Magdi si rivolge al papa dicendogli che poveretto «non si rende conto» di quelle cose che Magdi gli sta spiegando. Considerando che si tratta dell’ultimo monarca assoluto della terra, a prescindere della sua figura religiosa, abbiamo qui un bel reato di “lesa maestà” verso il capo politico e religioso di un milardi di cattolici sulla carta. Gli dice quel che deve fare! Insulta Maometto proprio nel momento in cui si sta faticosamente ricucendo lo stratto del discorso di Ratisbona. Incita alla guerra religiosa ed alle nuove crociate! La conversione di Magdi Cristiano ah ah Allam è presentata come un fatto epocale! Mi chiedo quanti come me ne avranno riso a creparelle e quanto una simile conversione accettata con grande pubblicità non abbia reso ancor meno credibile lo stesso cattolicesimo. Quale testimonianza può venire da un Magdi Cristiano ah ah Allam? Testimonianza di che? Dispensa pure una tirata di orecchie all’arcivescovo che gli gli ha prestato la piazza. Ci mette pure la guerra del giugno 67, interpretata per l’occasione. È difficile andare fino in fondo alla lettura: tanta è l’idiozia e l’improntitudine del testo. Mi chiedo come Magdi abbia potuto fare tanta strada nel mondo, ed arricchirsi pure! Misteri gloriosi della fede. Il “corretto” (“islamicamente corretto” ripetuto tre o quattro volte) costoro lo hanno nel sangue, un sangue “corretto”. Adesso non solo il papa, ma anche la chiesa è tutta quanta apostrofata, perché «non si rende conto»: doveva essere l’ultimo arrivato a doverglielo dire. È arrivato otto secolo dopo la fine delle crociate, che adesso vorrebbe ripristinare, magari con una bella alleanza giudaico-cristiana-yankies contro Maometto. Basta! È troppo.

(segue)

Nota redazionale: motivazione di un rifiuto

Cari Lettori,

posso assicurarvi della mia liberalità nella pubblicazione di ogni vostro commento, anche fortemente critico verso di me e fatto salvo il rispetto umano che si deve a chiunque. Questo blog che nasce per la libertà di pensiero e di espressione verrebbe meno a se stesso se non fosse coerente con i suoi principi e con ciò che vuole essere. En passant, ma senza voler rinfocolare polemiche ormai spente, la mia tolleranza era giunta a livelli quasi masochistici. Avevo incominciato a tollerare di venire io stesso censurato da parte di collaboratori da me ammessi alla gestione del blog. La cosa era talmente assurda che non poteva continuare. E così è stato.

Ho appena ricevuto un commento che ho dovuto rifiutare per la sua totale estraneità all’articolo a cui si riferiva. Lo stesso commento, che è in pratica un copia ed incolla di un articolo di Blondet sul grillismo, è stato immesso nel mio ultimo articolo su Deborah Fait. Purtroppo si trattava di un commento Anonimo e non mi è concesso comunicare in privato con il contributore. La scelta tecnica era fra pubblicare o rifiutare. Ho rifiutato per la totale estraneità dell'argomento. Se l’Anonimo commentatore vuol rimandare lo stesso testo in calce ad altro articolo più pertinente, non avrò difficoltà a pubblicarlo. E non è escluso anche che mi pronunci sul suo contenuto, dopo averlo pubblicato. Credo che vi sia stato un errore tecnico da parte dell'Anonimo. Ma è un errore tecnico a cui io non posso porre rimedio.

Antonio Caracciolo

Occupanti: 8. Deborah Fait ossia il grado estremo del fanatismo sionista


Torno ad occuparmi di un personaggio che mi aveva messo in crisi, pensando al mio tempo prezioso sciupato in questo modo. Mi ha fatto però ricredere Ilan Pappe in un suo brano dove raccomanda di non trascurare l’ideologia del sionismo, beninteso nelle diverse forme e ai diversi livelli in cui si manifesta. Essendo mutati i criteri redazionali, la scheda ha bisogno di una revisione che faremo gradualamente. Una scheda su Deborah Fait, da noi spesso chiamata in tono satirico e anche sarcastico come “Boccuccia di Rosa” per il tenore costante del suo linguaggio, si giustifica in quanto il personaggio può essere rubricato sotto la categoria dello squadrismo sionista. Non riteniamo che in Deborah si debba cercare il massimo livello di raffinatezza dell’ideologia sionista. Proprio qui di raffinatezza non ve ne è! Ma la violenza dei toni, il fanatismo, l’oltranzismo razzista senza dubbi ed esitazioni certamente lo si può trovare e ne è testimonianza il tenore degli scritti, dove mai si abbassa il tono della virulenza. Non si salva nessuno. Meno che mai ebrei israeliani come Burg, Pappe, Sand e tanti tanti atri che si sono seriamente interrogati sulla natura del sionismo. Burg ha preferito ritornarsene in Francia, di cui aveva ancora il passaporto. Eccolo il problema: il doppio passaporto! Un problema assai serio che i nostri politici non hanno mai voluto affrontare. Non lo hanno mai voluto affrontare in ragione delle lobbies che condizionano la legislazione degli stati a danno e pregiudizio dei comuni cittadini, che sempre più vedono ristretti i loro spazi di libertà





Vers, 2.3 /St.: 27.9.09
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Sommario: 1. La volgarità invincibile del sionismo. – 2. “Bene, bene, bene”: non poteva mancare, proprio lei, boccuccia di rosa. – 3. Le ultime balle di boccuccia di rosa. – 4. I mostri ci sono già: non c’è bisogno di crearli. – 5. Boccuccia di Rosa si esibisce ancora. – 6. Boccuccia di Rosa e l’orticaria. – 7. Le nuove idiozie ed assurdità di Boccuccia di Rosa: Deborah ed il buldozer. – 8. Boccuccia di rosa e il pollicione castigato. – 9. La sorellina del bene. – 10. Deborah Fait: Nostra Beatitudine. – 11. Le “ottime analisi” di Boccuccia di Rosa. – 12. Boccuccia di Rosa insegnante di ebraico. – 13. La storia secondo i propri comodi. – 14. Interviene Sua Volgarità: il Santo e la Merda. – 15. Boccucccia di Rosa “se ne frega”. – 16. Ultime esternazioni di Boccuccia: il diritto alla conquista. – 17. La bocca isterica di Deborah. – 18. Deborah con la bava che le scende dalla Boccucca. – 19. Chi è Boccuccia di Rosa lo sapevamo già. –

1. La volgarità invincibile del sionismo. – Per chi si collega a questo link si può ripetere un'espressione da me non amata: si commenta da solo. Si può aggiungere come una forma di patologia il fatto che l'autrice mentre addebbita ad altri un “odio” verso Israele, che per assunto non ha nessuna colpa ma solo meriti e diritti, non sembra accorgersi di quanto odio, di quanta bassezza, di quanto volgarità, di quanto livore fuoriesca dal suo testo. Non ho mai avuto la disgrazia di incontrare di persona costei, ma deve essere qualcosa di mostruoso a giudicare da ciò che traspare dal suo testo, un autentico delirio mentale. Altra nota è il riferimento ai soldati del Faraone, travolte dalle onde secondo il racconto biblico e secondo la truce religiosità che ne emana. Si ricordi ancora che la Pasqua ebraica è una “pasqua di sangue”, i sangue dei primogeniti innocenti che il dio ebraico Jahvè uccideva per la bella faccia del “suo” popolo. Una simile forma di religiosità contiene in nuce proprio quell'odio che la Deborah Fait attribuisce agli altri verso Israele, uno stato sorto sulla frode e sul genocidio, uno stato che cozza contro ogni elementare senso del diritto e della giustizia. Questa è la donna, questi sono i sionisti. Per fortuna, non tutti gli ebrei sono sionisti. Sono certo che fra gli ebrei si trovano quei dieci giusti che sono necessari per salvare tutti gli altri. Mi sembra di aver letto da qualche parte (e se mi sbaglio rettificherò) che Deborah Fait è stata presidente della nota associazione Italia-Israele, articolata su basi regionali. Con un simile presidente mi chiedo cosa sarà mai una simile associazione. Magdi ora Cristiano Allam va abitualmente ad origliare le prediche nelle moschee musulmane, per poi denunciare i predicatori alla polizia in quanto propagatori di “odio”. Ma ad ascoltare Deborah Fait cosa crede di sentire? La dottrina dell'amore? Quella predicata da Gesù Nazareno che gli ebrei dell’epoca vollero crocifisso al posto di Barabba e che costituisce la base morale del cristianesimo? Mah! Deborah Fait è indicata nella redazione di «Informazione Corretta». La sua funzione è quella di “tenere d’occhio l’Italia, stando in Israele”. Il suoi testi sono sempre contrassegnati da rara ed inusitata violenza e volgarità verbale, dalla quale non sono risparmiati neppure gli stessi ebrei, se appena un poco si distanziano dal sionismo o perlomeno da quello praticato e predicato dalla stessa Deborah, boccuccia di rosa.

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2. “Bene, bene, bene”: non poteva mancare, proprio lei, boccuccia di rosa. – Nella vicende della trasmissione televisiva «l’Infedele» dell'ebreo Gad Lerner non poteva mancare da Israele – da dove si tiene d’occhio l’Italia, magari con qualche missile puntato su di noi – non poteva mancare un intervento di Deborah Fait, la boccuccia di rosa più faziosa di tutto l’universo sionista, ed anche direi la più volgare. Non farò un commento testuale delle sue abituali volgarità, ma mi limito ad alcune notazioni. Se non erro costei è stata presidente della associazione Italia-Israel, nella stessa carica in cui vi succede un altro personaggio che ho imparato a conoscere e di eguale fede e faziosità sionista: Emanuele Segre Amar, il cui padre soleva dire «cosiddetto Olocausto» ttrovando altamente criticamente l'uso di questa espressione per le evidenti connotazioni religiose. Ma sul Figlio che neppure conosce il pensiero del Padre ci siamo già occupati e torneremo ad occuparci in altra apposita scheda. Qui basta rilevare un elemento essenziale delle ideologia sionista: il collegamento fra la mitologia dell’«Olocausto» (sei milioni di morti che poi per stessa ammissione della controparte non sono sei milioni) e la pretesa di produrre un altro «Olocausto» della vita di un intero popolo, quello palestinese, colpevole di occupare una terra agognata dai sionisti, pretesi sopravvissuto e figli di sopravvissuto. Questa categoria del «sopravvissuto» è veramente ben strana. Il termine è diventato una specie di titolo nobiliare, superiore ad ogni altro titolo. Resta in ogni caso l'illogica ed antistorica connessione fra «cosiddetta Olocausto» e «Nabka». Giustamente Amadinenjhad ha rilevato l'incongruenza dal duplice contenuto: a) insulto e diffamazione per tutta la storia europea del Novecento; b) assurda pretesa di far pagare ai palestinesi le pretese colpe degli europei. Inoltre gli infiniti privilegi che i sionisti reclamano a nome degli internati ebrei nei campi di concentramento sono indebitamente fruiti da bande di avventurieri che si sono riversati in Palestina per edificare uno stato paragonabile a quello di corsari e banditi di ogni risma. È noto che i sovrani inglesi abbiano nobilitato i corsari che infestavano i mari producendo danni alla flotta del nemico spagnolo. Egualmente, britannici prima ed oggi statunitensi si servono della schiuma sionista per condurre opera di sterminio e penetrazione imperialista nella riserva mondiale del l'oro nero. L'umanità può benissimo fare solenni dichiarazioni di principi e di diritti umani, ma poi regolarsi come per l'antico. L’ipocrisia è una costante della natura umana e fra tutte le religioni quella giudaico-cristiana probabilmente supera tutte le altre sotto questo aspetto.

L’aspetto più interessante in questa storia è che a denunciare il genocidio palestinese non sono degli spregevoli goym, sui quali si può scagliare l'accusa infamante di antisemita, ma sono ebrei come Pappe, Burg, Sand, Finkelstein, ecc. contro i quali vengono ogni volta scagliati i fulmini di Deborah dalla boccuccia di rosa. Costoro non sono ebrei rinnegati, ma sono più ebrei degli stessi sionisti alla Deborah o inclusi nel santuario di «Informazione Corretta». E mi spiego: proprio Burg ha chiarito, almeno a me che ne ero digiuno, il concetto di un'identità ebraica, autentica, ma non legata al «cosiddetto Olocausto», fenomeno recente che si inserisce nell’armamentario ideologico della seconda guerra mondiale. Agli Alleati non è bastato bombardare le nostre città e disseminare l’Italia di ben 113 basi di occupazione militare, ma si è voluto distruggere anche la coscienza morale e l’identità politica degli Europei fondando e coniando il mito dell’«Olocausto». Per farlo si sono avvalsi di tanti Abu Mazen, quegli stessi che sfilano ad ogni 25 aprile, raccontandoci a modo loro una storia che si perde sempre più nei fumi dell'ideologia, di una ideologia che sempre più si rivela nella sua natura pelosa.

La consapevolezza della «pulizia etnica» dei palestinesi può essere per noi europei di grande importanza nella misura in cui rivelerà l'immane menzogna mediatica – resa possibile da un controllo dell'informazione che non ha nulla da invidiare a Goebbels – che ha offuscato ed adulterato la nostra «Memoria». Ben vengano tante Fiere del Libro se davanti ai loro cancelli potranno svolgersi altrettanti convegni che rendano sempre più chiari e noti ai più la Verità della pulizia etnica, del genocidio palestinese e di che lagrime e sangue grondi «l’unica» democrazia del Medioriente, ossia la «democrazia» razzista e sionista di Israele. Donna Fiammetta Nirenstein non sembra proprio voler capire che dal «filosofo» (tale è, malgrado il disappunto della “corretta” dispensatrice di titolo accademici e professionali Deborah detta boccuccia di rosa) Vattimo ha ricevuto un vero e proprio complimento, ben sapendo lo stesso Vattimo che la qualifica esatta era “sionista”, quanto di più terribile ed infamante possa esserci. Il sionismo è un’ideologia miserabile che non resiste ad una critica elementare della sua genesi, dei suoi fondamenti, della sua prassi. Mi domando perché mai il presidente pro tempore della repubblica italiana abbia voluto esporsi con dichiarazioni che cozzano con la ragione ed il buon senso. È un mistero che deve essere svelato.

A Deborah Boccuccia che esordisce con la solita solfa dei sei milioni è facile rispondere: “Ammesso e non concesso quello che ci racconta, dove vuoi arrivare? A Dodici o seicento milioni di morti palestinesi e musulmani? Abbiamo notato che il rapporto sionista fra loro vittime e rappresaglie è di uno a cento. Priebke si era accontato di uno a dieci e, se non erro, è stato condannato per aver fatto qualche morto in più. In Israele di morti in più se ne fanno proprio tanti, ma nessuno viene condannato. Al massimo il governo sionista esprime una “nota di rincrescimento”. Seguono poi inchieste amministrative che approdano a conclusione grottesche: non sono i soldati israeliani che hanno ucciso donne e bambini, cosiddetti “civili”, come se questa espresso avesse senso davanti un popolo che si vuole distruggere in tutta la sua interezza, e dove il bambino è meglio ucciderlo prima che diventi uomo e soldato; sono le stesse donne e gli stessi bambini che si sono messi davanti ai cannoni mentre questi sparavano! Questo il senso sionista del diritto.

Da notare poi in Boccuccia di Rosa ed in tante altre bocche non meno rosate della sua un assunto che sfida i più granitici dogmi del cattolicesimo. Si può essere antifascisti, antinazisti, anticomunisti, antilaziali ed ogni altro anti che la lingua italiana consente, ma non si può essere antisraeliani. I palestinesi, che vengono sterminati dagli israeliani, non potrebbero essere “antisraeliani” secondo un siffatto ragionamento. Dovrebbero essere filoisraeliani: scannatemi pure. Sono felice di morire in gloria di Jahvè. Qualcosa di simile forse si trovava negli omicidi rituali delle religioni amerinde, prima che venissero distrutte e sterminate dalle armi cristiane ed evangelizzatrici. Questa totale repulsione ad ammettere che si possa fondatamente, ragionevolmente e lecitamente criticare il governo e la politica di Israele proprio non entra nella testa di una Boccuccia di Rosa, ammesso che ha quella Boccuccia corrisponda anche una Testa. Ne sono talmente persuasi i «Corretti Informatori», agenzia dislocata in Italia di chissà quali servizi con centro in Israele, che in Torino con gli opportuni concorsi di complicità un docente torinese è stato lui sottoposto a visità psichiatrica per aver osato criticare e il governo di Israele e la Giornata della Memoria, entrambi le cose unite da un nesso causale.

Si noti poi come nella difesa che Boccuccia di Rosa fa di madonna Fiammetta i loro nomi, insieme agli altri compresi nel medaglione della nostra lista, si saldino come le tegole di uno stesso tetto: segno di intesa e di concertazione. Non abbiamo a nostra disposizione i servizi del Mossad, ma ci basta trarre le logiche conclusioni dai dati pubblicamente disponibili, e per lo più raccolti nel “tesoro” del «Corretto Archivio», per disegnare il quadro di un sionismo militante con dislocamento in Italia e distinguibile da un ebraismo ad identità non olocaustica, perfino non israeliana, e financo solidale con le vittime palestinesi. È proprio il caso di dire che sono questi quei “giusti” che possono salvare l’ebraismo, in quanto religione, da un’ondata di sdegno che potrebbe cancellare tutto l’ebraismo dalla faccia della terra e senza fare ricorso a nessuna forma di discriminazione e violenza. Basterebbe l'indignazione morale davanti a sedicenti vittime per ereditarietà che si erigono a carnefici davanti a vittime totalmente innocenti ed assunte come offerte sacrificali in Olocausto di una dio carnefice e malvagio più di ogni altro nel pantheon delle religioni esistite di cui si abbia notizia e documentazione.

Il “disgusto” di Deborah, boccuccia di rosa. Per quanto posso, mi sforzo nei miei articoli di non essere mai offensivo, di fondare la mia forza sugli argomenti e sulla logica, di demolire gli argomenti dei miei avversari senza mai scalfire la loro persona, che spesso neppure conosco. Non so se questo mi riesce sempre, ma è l’obiettivo cui tendo e sempre mi dichiaro preventivamente disponibile alle scuse se inavvertitamente mi capita di offendere la persona, anziché criticare i suoi argomenti. Non è così per i Signori «Corretti Informatori». È per loro cosa normale il dileggio, la diffamazione, la denigrazione, la delazione di quanti non si piegano prosternadosi davanti al Verbo Sionista. Affettano una superiorità morale che stride con l'evidenza. Accade così che una Deborah esprima “disgusto” davanti non già al noto “omosessuale” Vattimo – del resto già amico dell’«omosessuale» Pezzana – ma financo davanti all’«ebreo» Lerner, rimproverandosi i suoi trascorsi politici (Lotta coninua), di cui apprendo per l'occasione ma che mi lasciano totalmente indifferente, senza però chiedersi quali sentimenti la stessa Deborah possa suscitare in quanto leggono il suo testo, potenzialmente leggibile da tutti gli utenti della rete, cioè oltre un miliardo di persone. Per quanto mi riguarda lo lascio immaginare alla Deborah Boccuccia di Rosa, ma non le dico cosa provo davanti alla sua pretesa “razzista” di superiorità morale. Aggiungo che gli stessi argomenti “morali” di Deborah Boccuccia di Rosa sono sbilenchi e tale da poterle essere ritorti contro: le cose di cui parla Boccuccia (il terzo assente, l'obbliga del padrone di casa, ecc.) sono ABITUALMENTE praticate da lei stessa e dal Clan dei “Corretti Informatori”. Nella rilevazione delle “scorrettezze” contenute nel mio Monitoraggio di «Informazione Corretta» gli esempi sono innumerevoli. Costoro lanciano sassi e nascondono la mano. Curiosamente, la nostra Boccuccia di Rosa accusando l’«ebreo» Gad Lerner non si accorge di accusare se stessa ed il suo Clan di quelle stesse cose, ordinariamente praticate e falsamente attribuite ad altri.

Se di nazismo Deborah boccuccia di rosa vuol proprio parlare, per giunta attribuendolo agli arabi, allora non può più lamentarsi della restituzione al mittente con maggiorazione di interessi: il sionismo è cosa di gran lunga peggiore di tutta la negatività che si attribuisce al nazismo. Con un differenza importantissima: il nazismo è storia con la quale forse un giorno, quando saremo liberi dall'oppressione sionista-statunitense, forse potremo occuparci in sede storica. Il sionismo è invece una realtà che si svolge davanti ai nostri occhi, che produce morti ogni giorno ed un orrore come Gaza in nulla inferiore all'immagine che di Auschwitz ci viene ogni giorno fornita dagli stessi agenti sionisti. Per ogni orrore da essi attribuito ai nazisti ed al popolo tedesco ed europeo, loro stessi fanno di molto peggio. Quindi, Gianni Vattimo è stato davvero generoso: doveva dare di “sionista” a donna Fiammetta, non della “fascista”. Nel secondo caso ha offeso tutti, compresi i fascisti nostalgici, nel primo caso avrebbe persino fatto felice donna Fiammetta Nirenstein, dicendo la verità.

Su Maurizio Molinari e la sua aria saccente di esperto in erba credo che dovrò aprire un'apposita scheda in questa rubrica. Non ho trovato i suoi responsi da esperto di grande forza persuasiva e soprattutto non distinguibile per obiettività e neutralità. Probabilmente la sua autorità è dovuto al solo fatto fisico-spaziale di trovarsi in New York e di fare da lì il corrispondente. Negli Usa risiede quella Israel lobby di cui hanno parlato Mearsheimer e Walt nel loro libro. Molinari ci ha comunicato en passant che questo libro – che io ho letto attentamente – sarebbe stato “demolito”: non me ne sono ancora accorto, pur raccogliendo tutte le recensioni, eccetto forse quelle degli ultimi due mesi. Il grande demolitore sarebbe Avraham Foxman, capo dell’ADL, in un suo libro in corso di preparazione. Dalle anticipazioni che ne sono state date ne ho ricavato un’impressione di grande superficialità e soprattutto di una nuova paccottiglia nello stile dei rapporti dell’ADL, quanto di più arbitrario possa immaginarsi senza che nessuna autorità chieda conto della redazione di “liste nere”, nelle quali io stesso sono convinto di essere già stato incluso per il solo fatto di aver criticato Deborah Boccuccia di Rosa. Quindi, il “giornalista” Maurizio Molinari è persona non degna di fede. Aspetto tuttavia con grande interesse di poter conoscere le “demolizioni” da lui en passant annunciate, verificando io stesso di persona e non per bocca di Maurizio Molinari la fondatezza della notizia, che ove infondata mi consentirà di inserire lo stesso Molinari nella ribrica della “Israel lobby”, che notoriamente si avvale di una catena di giornalisti e di mezzi di comunicazione.

La Seconda Shoà. Sembra di stare al mercato del pesce o a qualcosa di simile dove si lanciano giudizi e parole come fossero ortaggi, o peggio, senza considerare che una frase è nomalmente costituito da un soggetto, un predicato ed un senso compiuto. Di Seconda Shoà – con tutte le disamine e riserve da me fatte altrove – boccuccia di rosa ne ha una davanti alla sua porta di casa: Gaza. Gli Israeliani, o come altrimenti li si voglia chiamare, sono responsabili di quel genocidio-pulizia etnica che l’«ebreo» Ilan Pappe descrive nel suo ultimo libro, qui presente sulla mia scrivania in edizione francese ed italiana. Vi è poco da menar il can per l’aia. La verità è questa e le chiacchiere stanno a zero. È poi decisamente irritante la pretesa della nostra Boccuccia di Rosa di voler patrocinare l’arresta e la galera di quanti protestano sulla base di veritò che vengono dalla stessa Israele per le pagine di Ilan Pappe o Avraham Burg, vituperati dalla stessa Boccuccia, ma certamente non accusabile di un antisemitismo alla Vattimo o alla Lerner. Per fortuna, l’Italia non è ancora diventata, formalemte, una provincia israeliana. Dovremmo prepararci e difenderci da questa eventualità. Segni inquietanti possono cogliersi qua e là.

L‘enfasi moralistica con profluvio di insulti è lo specchio entro cui Deborah Fait può riconoscere se stessa. Se lei è il volto di Israele, ognuno può giudicare quanto sia brutto quel volto. In Torino, per colpa di organizzatori quanto mai censurabili e criticabile, non una giornata in “onore” di Israele avrebbe dovuto organizzarsi, ma una giornata nella quale ad Israele si chiedeva conto dei morti ammazzati in Palestina, dal 1948 in poi, della pulizia etnica, dell'infamia di Gaza. Non una giornata “in onore”, ma una “colonna infame” avrebbe dovuto erigersi. La bandiera israeliana non può essere posta accanto a quella italiana: da una simile vicinanza la nostra bandiera rischia di essere gravemente infettata. Ove ciò non sia espressamente vietato dalle nostre leggi (al momento lo ignoro), mi offro io stesso di bruciare a mie spese tutte le bandiere israeliane che mi capitano sotto mano. Non ho mai messo piede in Torino, ma se capito mi offro volentieri di partecipare alle manifestazioni antiisraeliane in preparazione. Non so nulla di “pulman e treni speciali” di cui parla Boccuccia di Rosa, ma se la notizia è vera, salirò volentieri su uno di questi “pulman e treni speciali”, anche sfidando possibili attentati del Mossad.

L’offesa finale. Boccuccia di Rosa offende al termine del suo testo tutti i popoli d’Europa, confermando la mia analisi del sionismo: si basa sulla colpevolizzazione dell’Europa e di tutta la sua storia e civiltà. Pretende in tal modo di aver via libera a compiere ben altro genocidio in Medio Oriente. Gli Europei – traumatizzati ad arte da un perenne senso di colpa – non solo dovrebbero non vedere il genocidio in atto sotto i loro occhi, ma fornire assistenza materiale e diplomatica allo stesso genocidio. Non per nulla esistono innumerevoli accordi con i quali gli “intelligenti” israeliani si sono arricchiti con le risorse depredati ad europei traumatizzat per le loro “colpe”. Si tratta di una colossale e grossolana impostura che sarebbe svanita da un bel pezzo se la nostra classe politica non fosse costituita da tanti Abu Mazen. Diceva un vecchio filosofo tedesco, di quelli infamati da Boccuccia di Rosa: «L’uomo pensa e cerca nel pensiero la libertà». Il che tradotto significa che dobbiamo riappropriarci del nostro passato, togliendolo dalle mani degli storici di regimi e dalla bocca di politici corrotti ed ignoranti, che ad ogni ricorrenza declamano discorsi sempre più insulsi di anno in anno.

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3. Le ultime balle di boccuccia di rosa. Non ho finito di leggere tutto l’articolo. Mi sono fermato alle prime righe, dove Deborah vuol dare credito che il popolo palestinese sia un’invenzione. Chiaramente è un’assurdità propagandistica. Se occorre, farò in seguito una più ampia analisi di questo nuovo esempio di propaganda sionista. È stancante stare appresso a Deborah boccuccia di rosa, ma questa guerra del nostro tempo si combatte in massima parte sul piano della propaganda: prima si forma il consenso, si ottiene il silenzio e l'omertà dei media, poi si completa in genocidio del popolo palestinese e si fissa una testa di ponte di penetrazione coloniale in Medio Oriente.

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4. I mostri ci sono già: non c’è bisogno di crearli. - Per chi va sul link non è difficile riscontare che non vi è nessuna smentita del fatto. Semplicemente si dice che la cosa non è grave come è stata fatta apparire. Al tempo stesso, se si risale agli albori dello Stato di Israele, si nota l’esistenza di una prassi che continua fino ad oggi: negare, attenuare, esprimere rincrescrimento, condannare pubblicamente ed approvare segretamente. Addirittura mi ha fatto allibire l’approntamento di armi chimiche destinate non ad uccidere i poveri palestinesi, ma semplicemente ad acciecarli. Se ne parla a p. 98 del libro di Pappe sulla «Pulizia etnica della Palestina» e sono impressionani i metodi di allora e quelli di oggi, soprattutto nel trattamento delle notizie. Su questo blog è stato tradotto un articolo che non è molto diverso dall’episodio dell'incendio dei Vangeli e dei testi religiosi cristiani: lo sputo in faccia al cristiano. Esilarante poi il divieto di proselitismo, quando un Magdi Allam vuol fare crociate contro gli arabi proprio per far costruire chiese cristiane.

5. Boccuccia di Rosa si esibisce ancora. – Sono qui interessanti i nomi degli scomunicati nonché la formula della scomunica. Ilàn Pappe ha lasciato Israele, dove «la vita gli era stata resa difficile»: Deborah Fait si era “stufata” della sua presenza. Segue nell’elenco Norman G. Finkelstein, al quale benché ebreo è stato negato l’ingresso nell’«unica» democrazia del Medio Oriente. Interessante il termine “gentili”, non nel senso di gentiluomini, ma nel senso di goym, l'altra umanità, quella non “eletta” da Jahvè. Quei “gentili”, i cui governanti hanno concesso infiniti privilegi ad Israele, sacrificando i diritti e la dignità dei loro popoli. I saggi romani avevano detto cose ben più pertinenti di quelle che attribuisce loro la nostra Boccuccia di Rosa. Ciò che mi stupisce ora è l’aggiunta in questo elenco anche del nome di Johanatan Littel, autore delle “Benevole”, che però nello stesso stesso archivio di IC sembrava aver avuto il plauso di Luciano Tas, che disdegnava il libro di Mearsheimer e Walt ma avrebbe desiderato ricevere in omaggio proprio le “Benevole”. Questo libro io l’ho appena visto nella Libreria sotto casa, ne ho sfogliato qualche pagina, ma non essendo abituale lettore di romanzi e di storie romanzate non me ne sono occupato oltre. Ma adesso la scomunica che sembra provenire dalla Lobby mi obbliga a dedicare un poco più di tempo al libro, che non aveva attirato il mio interesse. Di certo, se Deborah Fait ne parla male, ciò è un bene per il libro. Ma non può essere questo un criterio e quindi lascio in sospeso il mio giudizio sul libro, mentre trova una nuova conferma il giudizio già espresso su Boccuccia di Rosa, la quale ci fa sapere che non leggerà mai il libro di Jonathan. Ma allora? Ecco cosa dice lei stessa con il suo augusto linguaggio:
Quello che mi ha fatto letteralmente andare fuori dai gangheri, pezzo di Jonathan, e' stata la tua intervista al quotidiano israeliano Ha'arez:
«Tutti ripetono “guardate cosa facevano i tedeschi agli ebrei prima della Shoah: gli tagliavano le barbe, li umiliavano, li costringevano a pulire le strade”. Non dico che si possa comparare... ma è esattamente quel che accade ogni fottuto giorno nei territori palestinesi».
Il che mi induce a dare una testimonianza indiretta di un amico gesuita, che riferiva di aver visto con i suoi occhi di soldati israeliani che chiedevano a dei palestinesi i documenti, ma dopo averli avuti e visionati non li restituivano così come li avevano avuti: li buttavano a terra per umiliare il palestinese, costringendolo a chinarsi per raccoglierli. Non ho nessun motivo di dubitare della veridicità del racconto del mio amico. La cosa corrisponde all’intervista sgradita a Deborah, che nello stesso testo se la prende con la Morgantini. La verità che diventa sempre più difficile nascondere è che il sionismo non ha semplicemente eguagliato il nazismo, ma lo ha superato. Se se ne accorto Jonahtan! Almeno a lui gli si può credere.

6. Boccuccia di Rosa e l’orticaria. – Segnalo qui un’altra performance di Deborah Fait. Ogni volta conferma se stessa e mi chiedo quanto si possano considerare esaustive del suo essere e del suo cervello le esemplificazioni che abbiamo già dato di questa esponente del sionismo e della pressione lobbistica. Non intendo certo passare tutto il tempo a seguire ogni sospiro di tanto lume. Leggerò in seguito tutto il testo di cui al link e mi regolerò per le sue prossime esternazioni secondo un criterio slettivo. Deborah Fait è comunque organica a «Informazione Corretta», la cui natura mi è ormai sufficientemente chiara. Converrà ampliare lo spettro del monitoraggio su altre testate, come Radio radicale, Il Foglio, Il Riformista, L’Opinione, Il Velino ed anche alcune collaborazioni giornalistiche sulle maggiori testate nazionali. L’oggetto è quanto mai meschino, ma devo ammettere che anche in mezzo al letame si riesce ad apprendere qualcosa. Ad esempio, ignoravo l’esistenza di una “organizzazione antisemita” denominata European Jews for a Just Peace. Devo ringraziare Deborah per aver allargato le mie conoscenze. Quello che ho già capito che dire “ebreo” non ha una valenza semantica unica. Nel termine sono compresi concetti diversi ed anche contrapposti per cui anche la nozione di “antisemitismo” finisce per logorarsi e non servire più come principale strumento di diffamazione e di terrorismo ideologico, sancito da norme penali che i sionisti sfruttano abbondantemente per chiudere la bocca alle voci critiche.

7. Le nuove idiozie ed assurdità di Boccuccia di Rosa: Deborah ed il buldozer. – Quando uno dice ad un altro che le sue sono assurdità, idiozie e simili, lo libera consentendogli di ricambiare tanta larghezza di vedute. Basta aver dato il link in modo che chi vuole può giudicare direttamente. Ciò che diventa arduo capire è quante volte volte Deborah Fait vorrebbe ammazzare il conducente, che ha già pagato da solo la massima pena che un giudice terreno avrebbe potuto infliggergli: la morte. Machiavelli avvertiva il principe che nessuna difesa sarebbe stata per lui sufficiente davanti al “matto” che non avesse in pregio la sua stessa vita. Di questi matti noi che viviamo in Italia o in Europa senza aver mai messo piede in Israele ne abbiamo già visti tanti e sembra che il loro numero sia destinato a crescere. Se poi ci dicono che costoro non rientrano in nessuna organizzazione di carattere politico-resistenziale, ma agiscono interamente da soli per privata ispirazione, allora la cosa non può non farci riflettere. Dare ad uno di questi soggetti il nome di “terrorista”, come tanto piace a Boccuccia di Rosa, spiega poco o nulla. Si comprende il desiderio di delegittimare chi ricorre a simili tragici gesti. Ma il “terrorismo” è cosa che appartiene più propriamente ed intensamente e scientificamente alla storia di Israele e del sionismo. È quindi è “assordo” oltre che “idiota” ogni accanimento propagandistico sulla questione. Se poi si vuol parlare di “vittime”, se ne contano molto ma molto di più fra i palestinesi, che sono stati privati delle loro case, dei loro villaggi, della loro memoria, della loro dignità, di ogni diritto, che non fra gli israeliani che quanto più strillano attraverso i loro strilloni professionisti tanto meno convincono delle loro buone ragioni. In un paese dove esistono strade per “soli ebrei” non può riuscire maggiormente strano ed assurdo un buldozer impazzito e suicida.

8. Boccuccia di rosa e il pollicione castigato. – Kafka non avrebbe potuto immaginare di meglio. Mi limito a registrare l’ultima perfomance di Boccuccia di Rosa senza altro commento: la follia omicida si commenta da sé. Una prepotenza sfacciata che chiama diritto i propri soprusi e teppismo la ribellione delle vittime. Il totale sconvolgimento delle evidenze dei fatti e della chiara coscienza morale. Se una logica deve trovarsi in tanta follia e barbarie, la si deve rintracciare negli schemi ripetivi della propaganda mediatica: ripetere all’infinito le cose più assurde, sostenere all’infinito il proprio diritto alla violenza ed all’occupazione di case e territori altrui. Alla fine gli indiani diventeranno dei pellerossa degni di essere crivellati con pallottole di gomme o vere poco importa ed gli schiavi importati dall’Africa degli sporchi negri degni della forca. Ai palestinesi si vuole somministrare la ricetta dei pellerossa e dei negri.

9. La sorellina del bene. – Andando al link si trova un altro tassello del ritratto intellettuale e morale di Deborah Fait vera Boccuccia di Rosa. Non occorre altra illustrazione che l’indicazione del luogo e dei contesti. La propaganda sionista crede di aver incassato un risultato: la propria legittimazione e la delegittimazione altrui. Non è invece così nella misura in cui la stessa propaganda si rivela non plausibile e produce una reazione critica. Si ha quindi l’effetto boomerang. Gli strateghi della disinformazione possono essere bravi quanto vogliono, le complicità e le coperture mediatiche possono essere estesissime, ma basta far capire che i palestinesi sono stati cacciati dalle loro case, dai loro villaggi, rinchiusi nel lager di Gaza, ovvero costretti in Israele in un regime di aparthed ed infine far capire l’operazione Quisling con cui si tenta di creare con Abu Mazen un fantoccio cui far sottoscrivere il “processo di pace”, perché ogni onesto cittadino possa avere un quadro chiaro della situazione e decidere di conseguenza da quale parte stare, essendo ormai impossibile la neutralità.

10. Deborah Fait: Nostra Beatitudine. – La notiza è attinta da ICN.News, che a sua volta la riprende da «Informazione Corretta». Potrebbe essere un fatto casuale o invece nascondere un collegamento organico di attività lobbistica. La Lobby si serve organicamente di testate interamente dedicate, parzialmente dedicate ovvero di redattori amici imbucati nei posti giusti. Dall'ameno racconta di Deborah – pretende che ridiamo - si capisce che Deborah vive in Israele. Ne possiede evidentemente la cittadinanza. Non sappiamo se possiede anche la cittadinanza italiana. È probabile e non vi sarebbero ostacoli giuridici, a parte il fatto che Israele è da sempre un paese in guerra con gli stati confinanti e soprattutto con la popolazione civile dei territori occupati. Ciò che appunto non capisce l’angelica Deborah è che vi è una differenza abissale fra truppe occupanti e popolazioni occupate. Ciò che gli israeliani hanno sempre fatto e continuano a fare è di sloggiare la gente, cioè i palestinesi, dalle loro case e dai loro villaggi, che già al momento in cui Israele fondava il suo Stato nel modo che si può leggere nei libri di storia venivano incendiati, cancellati dalla carta geografica, sostituiti dai nomi dei villaggi israeliani. L’incantevole Deborah si stupisce che gli sloggiati non gradiscano il trattamento loro riservato. Parla dello spavento dei bambini israeliani, mentre invece quelli palestinesi o libanesi o comunque non israeliani trovano spesso un grazioso dono israeliano per i loro giochi: una bella bomba a grappolo! Quanto agli omosessuali nella battuta di Ahmadinejad alla Columbia University il più autentico commento è stato quello che è venuto spontaneo: una risata! Se Deborah non lo sa, gli uomini in fatto di costumi sessuali si dividono in omosessuali ed eterosessuali. Gli omosessuali fra loro non generano figli. Se per avventura dovessero costituire il 100 per cento della popolazione di uno stato, vi sarebbero seri problemi demografici. Evidentemente, Ahmadinejad ha alluso al fatto che negli USA il numero degli omosessuali è in costante crescita. Non conosco le nostre statistiche, ma sembra che anche da noi siano in aumento. Nella stessa "Informazione Corretta" il suo capo, Angelo Pezzana, è un noto omosessuale, già presidente di un’associazione denominata FUORI, se ben ricordo, ma soprattutto per anni ha curato una rubrica settimale di "Radio Radicale". È stato anche deputato radicale per un solo giorno, ma pare – aspetto ancora una smentita della notizia - percepisca a vita una pensione di 1700 euro netti mensili. Non è da credere che tenga una numerosa figliolanza da sfamare. Non se ne vergogna, ma insieme con Deborah e Fiammetta si preoccupano di Sua Mostruosità Ahmadi Nejad. E loro cosa sono? Nostra Beatitudine? La nostra supposizione si rivela esatta. Dalle notizie di IC stessa si legge alle rubriche per Deborah Fait: «Già presidente della Federazione delle Associazioni Italia-Israele, dal 1995 vive in Israele dove continua la sua attività giornalistica». Il titolo della rubrica è: “Israele sott’occhio, Italia da lontano”. È da chiedersi se possiede doppio passaporto e doppia cittadinanza e gli interessi di quale comunità statuale stia curando in Israele, dove appunto risiede dal 1995. Dubito fortemente che abbia mai avuto a cuore gli interessi dell’Italia. Questa se mai può costituire un lontano interesse al servizio di quelli che gli stanno sott’occhio.

11. Le “ottime analisi” di Boccuccia di Rosa. – La realtà del blocco di Gaza come dell'occupazione coloniale dei territori dei palestinesi è un fatto storico evidente, anche se per taluni da considerare come storicamente acquisito. Almeno è questo che tenta di far credere una propaganda martellante. Per contrastare una simile propaganda si è pensato di forzare il blocco. Nello scorso dicembre ai delegati di “Gaza Vive” non fu consentito dal governo israeliano di poter entrare in Gaza. Ora altre delegazioni tentato la stessa cosa forzando il blocco via mare. Quanto Boccuccia di Rosa dimostri di voler capire di questa realtà lo si può vedere andando al link.

12. Boccuccia di Rosa insegnante di ebraico. – Andando al link si legge oltre al solito repertorio di Deborah Fait alias Boccuccia di Rosa anche una sua performance come insegnante di ebraico, ossia la lingua più importante di tutta la storia dell’umanità. Dio stesso parlava in ebraico fin dalla notte dei tempi. La polemica è indirizzata contro Umberto De Giovanngeli che in una serie di articoli si occupa dell’estermismo israliano-sionista culminato in un attentato a Zeev Sternhell che ha in messo in serio imbarazzo il governo israeliano in considerazione della notorietà e della stima che l’illustre studioso gode a livello internazionale. Che di questi ambienti di fondamentalismo sionista facciano parte la stessa Deborah Fait e l’agenzia torinese di “Informazione Corretta” lo si evince dai testi. Almeno sappiamo con chi abbiamo a che fare e l’attentato a Sternhell ha portato chiarezza.

13. La storia secondo i propri comodi. – Non so chi sia il piccolo Stefano di cui si parla nel link. Posso immaginarmi che sia stato commesso un atto di violenza, sempre deprecabile. Ma la tecnica che ormai ben conosco consiste nel caricare di significato un qualsiasi evento possa venire sfruttato propagandisticamente. Restano però i peccati di origine che di per sé innescano una catena di azioni e reazioni dove le ragioni dell’umanità e della pace si perdono. Resta a carico di Israele e del sionismo un progetto coloniale e genocida che non potrà mai trovare acquiescenza e giustificazione. Mi dispiace per i tanti piccolo Stefano, ma non sarà la loro innocenza a legittimare una causa sbagliata fin dall’inizio. Avverto di aver letto il testo di Boccuccia di Rosa – magna pars del corpo redazionale di IC - con un rapido colpo d’occhio. Non credo vi sia bisogno di maggior tempo e attenzione.

14. Interviene Sua Volgarità: il Santo e la Merda. – Naturalmente, non meritiamo valga attenzione e commento quello che Boccuccia di Rosa può dire sulla questione sorta su Pio XII e che la diplomazia dei due stati sembra vada risolvendo per la convenienza reciproca a mantenere le relazioni al di là delle esigenze propagandistiche che verranno lasciate alla ciurma. La vera svolta sarebbe non il ritiro della “targa della vergogna”, ma la rottura delle relazioni diplomatiche ed il ritiro del nunzio apostolico. Altri segnali fanno pensare ad una politica culturale-religiosa che faccia del cristianesimo la vera vittima del nazionalsocialismo, aprendo in questo modo una concorrenza alla religio holocaustica. Ci sembra questo il punto per collocare una perla, o meglio qualcosa di meno nobile che Salamelik, aveva colto riguarda alla raffinatezza concettuale-filologico di Boccuccia di Rosa che si diletta oltre che nella sua lingua madre, suppongo l’ebraico, anche nella lingua dei nemici, cioè l’arabo, facendo un poco di confusione:
…Nelle città arabe, e nella stessa Gerusalemme, esistono quartieri noti come dei cristiani, armeni o musulmani, con buona pace della signora Deborah Fait, la quale - sfoggiando una pessima conoscenza linguistica - ha confuso il termine arabo quartiere (Hara) con merda (khara) in una sua affermazione pubblicata su un portale propagandistico: “anche in Tunisia vengono creati i ghetti, qui si chiamano Hara" aggiungendo "Chi conosce l'arabo sa che significa merda" dando quindi l’impressione che gli ebrei vivessero in quartieri chiamati dagli arabi “merda”…
Per il contesto rinvio ad un dotto articolo di Salamelik, da me ripreso qui. In effetti, Boccuccia di Rosa dà in effetti la sensazione che viva mentalmente e spiritualmente dove Ella dice. Il lapsus rivela una verità che fuoriesce dal profondo del suo animo. Noi purtroppo ci siamo presi la briga di occuparcene, ma non è cosa nè di cui andiamo fieri nè tale da riempirci di gioia, come sempre succede quando si apprendono cose nuove.

15. Boccuccia di Rosa che “se ne frega”. – Andando al link si trova un fuoco sionista di artiglieria. Assolutamente inutile tentare un contradditorio diretto per le stesse ragione per le quali da 60 anni almeno esiste totale incomunicabilità fra palestinesi autoctoni e indigeni e occupanti israeliani. Cosa dovrebbero dirsi: «Mi hai cacciato dal mio villaggio e dalla mia casa, hai ucciso mio madre, mio figlio, mia moglie. Sopravvivo per non dimenticare, per ricordare la Nakba, per la quale in Gersulamme non esiste nessun Museo paragonabile a quello del cosiddetto Olocautso». Così potrebbe dire il palestinese. E quale la risposta: «Non solo ti ho cacciato dalla tua casa e dal tuo villaggio. Non solo non ti riconosco il tuo “diritto al ritorno” ed al risarcimento, ma farò sparire dalla faccia della terra quel che ancora di te rimane. Altro che distruzione di Israele e cancellazione dalla carta geografico. Noi abbiamo già raso al suolo i villaggi di cui parla l’ebreo rinnegato Ilàn Pappe. Li abbiamo cancellati dalla carta geografica ed abbiamo dato loro un nome ebraico. Abbiamo già fatto noi quel che diciamo Ahmadinejad voglia fare: abbiamo fatto la nostra riforma del famoso comandamento, che adesso così suona: “fai agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te!” Boccuccia di Rosa conferma la sua natura: il “chi se ne frega” era espressione notoriamente fascista e non è da galateo. Apprendo poi di essere famoso, e per giunta antisemita, e per giunta odiatore. “Antisemitismo” e “odio” sono appunto due topoi di cui si serve la propaganda sionista. Grazie ad ebrei «che odiano loro stessi» (incredibile concetto elaborato dal Mossad) come Burg, Sand, Toaff e altri, i non-ebrei hanno adesso chiara la problematicità dell’essere ebreo. Probabilmente esistono non pochi ebrei, ad incominciare da quelli citati, che si vergognano di essere ebrei allo stesso modo in cui può esserlo “Boccuccia di rosa”. Perdendo la sua pretesa univocità la nozione di ebreo perde di significato anche la principale arma della propaganda sionista, cioè l’accusa di antisemitismo, che non mi riguarda in nessun modo. Se poi Boccuccia di Rosa si mettesse seriamente a studiare scoprirebbe che in Palestina i più autentici semiti sono proprio quei palestinesi di cui hanno fatto “pulizia etnica” già nel 1948 ed i cui superstiti vivono in Israele segregati in regime di apartheid, riconosciuto tale non da me, ma da molti altri fra cui anche ebrei come la ex-ministra Shulamit Aloni. Pertanto vera antisemita è la stessa Boccuccia di Rosa che certamente non ama i palestinesi, siano essi di Hamas o di Al Fatah o di qualsiasi parte del mondo. Quanto poi al concetto di odio se si andasse a studiare un altro ebreo, che già secoli addietro secondo il suo “eletto” modo di pensare già allora odiava se stesso, cioè Baruch Spinoza, imparerebbe qualcosa sul sentimento dell’«odio», che gli appartiene molto più di quanto non appartenga a quegli cui lo attribuisce. Credo che con Boccuccia di Rosa abbia poco di che discutere: può solo fare ciò che gli è proprio, cioè insultare tutta l’umanità non sionista, cioè pressoché tutto il mondo. Infatti, essendo lei “eletta” e prediletta dal suo dio, se ne puà tranquillamente “fregare” del mondo, almeno fintantoché i numerosissimi fessi non sionisti continuano a sganciare denari e risorse al governo razzista e antisemita di Israele. Speriamo che cambi qualcosa con Obama. Ma per saperlo bisogna aspettare almeno sei mesi ed io non mi faccio molte illusione. La Diaspora, cioè i presunti discendenti dell’inesistente espulsione degli ebrei aai tempi della distruzione del Tempio ad opera di Tito, è purtroppo abbastanza potente ed io non posso dire di “fregarmene”. Dai pericoli e dalle minacce oltre che dagli insulti occorre difendersi e guardarsi.

16. Ultime esternazioni di Boccuccia: il diritto alla conquista. – Non dovremo dedicare molto spazio a Boccuccia dal gentile eloquio. Ne abbiamo esplorato a sufficienza la natura. Basta soffermarsi alle eventuali novità. Tra queste il diritto alla conquista dei territori palestinesi. Insultare Boccuccia, se qualcuno ne ha l’ispirazione, è come prendersela con chicchessia per il fatto che è quello che è: operazione assolutamente antieconomica e sul piano dell’etica e sul piano del tempo. Per questo dubito del fatto. Nel 48, nel 67, nel 73 le uniche aggressioni sono israeliane e sioniste: fino a prova contraria i palestinesi e gli arabi sono ed erano a casa loro. I marziani sono venuti con le navi. Di vittime ve ne sono solo palestinesi. Definire vittime gli aggressori è cosa possibile solo nella testa di Boccuccia di Roma, che funziona per conto suo e a beneficio dei suoi quattro (o 40.000.000) fans. Si noti: «…i territori conquistati ai nemici di sempre». Sappiamo come funziona il cervello di Boccuccia con le sue stesse parole. Mancava dal mio schedario il nome di Shapiro quale ebreo odiatore di se stesso, mentre già sapevo della collocazione di Ottolenghi e del suo “magistrale” lavoro secondo Boccuccia, che apprezza ciò che le è congeniale. Ma l’elemento nuovo dell’ultima ora è l’arresto di un italiano, Vittorio Arrigoni, dalla marina israeliana. Li voglio vedere adesso gli amici italiani di Deborah da che parte staranno. La doppia cittadinanza, la doppia fedeltà, ovvero la cittadinanza italiana al servizio di quella israeliana, troverà adesso il suo banco di prova: o di qua o di là, ma non con il piede in due staffe.

17. La bocca isterica di Deborah. – In questo momento della giornata sono alquanto stanco per prestare eccessiva attenzione alle schifezze isteriche di Deborah Fait che da Israele fa sentire in Roma i suoi odori. Era allo manifestazione in solidarietà della Palestina. Tecnicamente bene organizzata non era così numerosa come avrebbe potuto essere. Eravamo almeno venti o trenta volte di più di quello sparuto gruppo di soli ebrei sionisti che Polito e Pacifici avevano raccolto in Roma in piazza del Campidoglio in occasione della visita di Ahmadinejad. Al corteo pro Palestina ho marciato con cartelli di «Civium Libertas» insieme con gli «Ebrei contro l’occupazione», che conoscono pure la soavità della Bocca di Deborah, che tanto fa pensare a quel famoso verso: “tanto bella e tanto onesta…”. Questo pomeriggio stavo rileggendo in traduzione italiana le pagine di Avraham Burg sul sovvertimento del linguaggio in Israele. Boccuccia di Rosa ne è un esempio. Mi limito a registrare il link e non vado oltre a commentare le esternazioni isteriche e farneticanti di chi addirittura vorrebbe stabilire lei per noi per chi e cosa noi possiamo e dobbiamo manifestare. In effetti, con Ruben e Fiammetta in parlamento sperano di poterci imbavagliare. La “fonte” dell’esternazione di Deborah è chiaramente l’artcicolo di Dimitri Buffa apparso su «l’Opinione» di Diaconale e riportato dai «Corretti Propagandisti». Buffa avrebbe voluto vedere qualche bandiera israliana data alle fiamme, ma il corteo è stato ordinatissimo (niente di “scalmanato” come scrive Boccuccia d’Israele) e non vi è stato il benché minimo incidente. Avrei volentieri bruciato qualche bandiera se fosse stata in programma, ma ormai il numero è esaurito. L’ho scritto a Diaconale che ogni tanto mi risponde con vivissima inimicizia. Una stampa miserabile – per giunta pagata con i soldi delle nostre tasche – che reca non poche responsabilità per i misfatti che ogni giorno si compiono in Medio Oriente.

18. Deborah con la bava che le scende dalla Boccuccia. – Ci vorrebbe solo una scarpa ben centrata sulla Boccuccia di Rosa per commentare adeguatamente il delirio delatorio di costei. Vorrebbe che quanti si indignano davanti ad un genocidio in atto venissero pure denunciati dal Servizio Legale Olocaustico. Se la prende perfino con gli Ebrei d’Italia che a suo avviso non tutelano abbastanza in genocidio della popolazione di Gaza, un incredibile ed allucinante territorio in cui è rinchiuso un milione e mezzo di persone chiuso a chiave né più né meno che come una prigione o un lager. Per chi non è mai stato in quelle parti del mondo bisogna fare un grande sforzo di immaginazione per capire come qualcuno possa controllare gli interruttori della luce, del gas, dell’acqua e di tutto quanto possa entare ed uscire da un recinto che non si comprende in che cosa si distingua da un vero e proprio lager nazista. Si legge che i sionisti si sarebbero ritirati da Gaza. E che vuol dire? Si sono ritirati chiudendo in cerchio quanti si apprestano a sterminare? In che modo? Basta chiudere i rubinetti! Se poi si sparano cannonate e lanciano bombe in un territorio chiuso che è il più densamente popolato del mondo non è difficile immaginare la strage per nulla contrastata dal lancio di sigari Kassam che riescono solo a spaventare con il loro botto i bambini di Sderot, un motivo più che sufficiente per scatenare lo sterminio vero e proprio, che può essere documentato molto meglio di quanto non lo sia stato quello presunto di Auschwitz. Mentre giungono notizie dell’agonia di Gaza, ridotta al buio, questa incredibile Bipede femmina ha la spudoratezza di affermare che le popolazioni di Gaza vivono stracolmi di abbondanza, con «i negozi traboccanti di ogni ben di dio». Tanta spudorata menzogna grida vendetta al cospetto del dio cristiano, ebraico e musulmano, ma anche di tutti gli dei detronizzati del Pantheon greco-romano. Si lamenta l’Infame che in Italia non vengano denunciati quanto si limitano a constatare il colpevole silenzio, la complicità, il servilismo dei propri governanti sempre pronti a discorsi ipocriti di ogni genere che sono un insulto all’intelligenza del loro elettori. Ebbene, se costei mi capitasse a tiro sarei ben disposto a sottopormi alle previste sanzioni penali per un lancio di scarpe verso la sua Boccaccia degna di essere portata davanti ad un tribunale per crimini di guerra e per apologia di genocidio. Se costei per caso conserva la cittadinanza italiana il presidente Berlusconi ed il presidente Napolitano sono vivamente pregati di toglierla a me o a costei con la quale rifiuto qualsiasi vincolo di concittadinza.

19. Chi è Boccuccia di Rosa lo sapevamo già. – Ho letto di corsa il testo delirante di Deborah Fait alias Boccuccia di Rosa. Pretende di dirci lei chi è Hamas: ci basta sapere chi è Boccuccia di Rosa. Mi auguro che costei non conservi più la cittadinanza italiana, se mai ne ha avuto titolo. Il suo degno paese è il covo di assassini dove si trova. Al confronto i nazisti sono dei galantuomini ingiustamente diffamati. Se Hamas era già il governo legittimo di Gaza a seguito di elezioni democratiche fortemente volute da Bush, ora è più legittimo che mai. Nessun governo che Israele riuscisse ad imporre con la forza potrebbe mai avere altra legittimità che quello di un pupazzo nelle mani degli assassini criminali di Tel Aviv. Più che mai Hamas è tutto il popolo palestinese, raggiungendo la massima identità possibile fra un popolo e il suo governo.

20. Senti chi parla di decenza: l’indecenza in persona. – Il link riguarda il solito vituperio contro Ahmadinejad, che qui parla all’ONU. Sapevo di una campagna di boicottaggio promossa da Israele e volta a ottenere che durante il discorso del presidente iraliano i rappresentanti degli stati uscissero fuori. In un suo lancio IC aveva fatto credere che l’aula fosse rimasta deserta e dunque il boicottaggio pienamente riuscito. Adesso proprio da Boccuccia di Rosa – tanto gentile e tanto onesta – apprendo che erano solo in dodici (come le mitiche tribù di Israele) ad aver risposto all’appello: Italia (cioè Frattini), Francia, Germania, Danimarca, Ungheria, Inghilterra oltre chiaramente a USA, Canada, Argentina, Australia, Nuova Zelanda e naturalmente Israele, tolta la quale il numero scende a Undici (come quelli della Casa Rossa di cui parla Pappe nel suo libro). Pochini su quasi 300 stati rappresentati all’ONU. L’elenco è prezioso perché è un’utile indicazione delle Israel lobbies presenti nei vari paesi. Noi stiamo appunto scrivendo per l’Europa il libro che Mearheimer e Walt hanno scritto per gli USA. Quanto poi all’atomica presunta di Ahmadinejad la cosa che mi viene sempre più normale e spontanea da pensare è la seguente: ma perché Israele grida all’atomica che gli altri non hanno e non manifesta nessuna intenzione di disfarsi della propria? Forse che dovremmo sentirci più sicuri con l’atomica in mano ai sionisti israeliani che in fatto di genocidio ne sanno di più di tutti gli altri messi insieme? La domanda è retorica. Boccuccia usa sempre la stessa tecnica: stornare l’attenzione da ciò che succede in Israele per dire che in altre parti del mondo succedono cose che sono pure esse brutte. Ma lo sappiamo! Non c’è bisogno ce lo dica Boccuccia di Rosa. Solo che adesso noi vogliamo fissare il nostro sguardo su Israele dove a nostro avviso succedono le cose peggiori e dove è maggiormente messa in pericolo la pace mondiale.


(segue)