domenica 22 gennaio 2017

Paolo Becchi: «Il M5s vince comunque perché è la nuova Dc».

Home | S A40 - Inizio - Prec. ↔ Succ.
Esce sul Giornale del 15 gennaio 2017 un nuovo articolo di Paolo Becchi con alcuni elementi che ci fanno riflettere. Innanzitutto l'analogia fra M5s e DC, la vecchia DC, qui citata per la sua inclinazione - suppongo - al compromesso e alle mediazioni, o forse alle sue correnti e componenti. A distanza di anni mi torna sempre alla mente la figura di Aldo Moro. Ero un suo allievo all'università, ma non un democristiano. Tra noi giovani allora nessuno pensavo di poter essere un democristiano... Comunque sia, ricordo Aldo Moro come una figura nobile e pieno di idealità. Non così un personaggio del m5s, che ho ben presente ma di cui non posso fare il nome e che può benissimo essere considerato un democristiano nel senso più deteriore che a questo termine si possa dare. E se per democrazia cristiana si intende l'esistenza di correnti all'interno del M5s, che al momento non vedo, questo non sarebbe affatto un male se significa la possibilità di un dibattito interno che al momento è del tutto compresso. Se sarà possibile sarà principalmente merito, non di altri che se lo attribuiscono restando io inerte, per aver avviato una stagione di procedimenti giudiziari per conquistare spazi di libertà garantiti da una costituzione che i portavoce 5s si sono messi in bocca strumentalmente nella lotta referendaria, ma che poi di fatto al loro interno calpestano bellamente. La scarsa intelligenza politica, anzi l'ottusità talebana, non riesce a vedere le contraddizioni di una leadership miracolata in parlamento e nelle istituzioni. Ancora più sorprendente in Becchi è una sua dichiarazione/confessione che non avevo notato altre volte. È uscito dal M5s, di cui era iscritto ed attivista, non condividendone più l'andazzo che gli era stato impresso e che lui aveva subito notato. Ebbene, ciò non ostante, egli afferma che continuerà a votare il m5s, pur turandosi il naso, come avveniva al tempo di Montanelli, credo per votare la DC o altri partiti, non ricordo bene. Ma questo cosa significa per chi nel M5s è ancora rimasto? Ed io sono fra questi, a prezzo di un'azione giudiziaria di reintegro. Significa che chi resta - come chi qui scrive - deve condurre la più aspra lotta politica interna perché non abbiano a turarsi il naso i tanti cittadini onesti, per davvero, che votano 5s perché sulla piazza non si vede nessun altra offerta politica. Non ci è mai piaciuto fare previsioni, non crediamo ai sondaggi, ma ci basiamo solo sulla situazione presente ed al momento per il bene della patria non possiamo fare altro che combattere il peggio che sappiamo trovarsi dentro il m5s. E già! C’è del marcio nel regno di Danimarca, ed anche nel m5s.
AC
*

«È anche colpa della sfortuna». Prego? «A Napoli non meritavamo di perdere». Ma a Napoli non si è votato? «Si è giocato, io parlo della Sampdoria».

Paolo Becchi, 61 anni, ordinario di Filosofia del Diritto all'Università di Genova, è stato attivista e resterà elettore del Movimento Cinque Stelle, ha collaborato con Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo, a giugno ha pubblicato Cinque Stelle & Associati. Dice: «Ormai nel Movimento la democrazia non esiste più. Chi non è d'accordo su tutto o viene espulso o viene emarginato. Io ho fatto una scelta, ho lasciato».

Sfortunata la Samp, fortunato il Movimento i guai di Roma, le inchieste sulle firme false e le figuracce al Parlamento europeo non hanno intaccato la fiducia degli elettori pentastellati. Ha letto?
Nessuna sorpresa, abbiamo imparato a non fidarci dei sondaggi, basta vedere cosa è accaduto negli Stati Uniti».

Un sondaggio Ipsos dice: il caos Cinque Stelle ha prodotto una crescita di consenso dello 0,9%. Primo partito con il 30,9, davanti al Pd che starebbe al 30,1%. Perché?

«Qualsiasi cosa faccia, Grillo comunque vincerà. Semplicemente perché non c'è un'alternativa. Penso a quello che diceva Indro Montanelli».

In quale occasione?

«Quando diceva: turatevi il naso, ma votate Dc. Oggi si tureranno il naso e voteranno Cinque Stelle. Perché manca un'alternativa di centrodestra, anche se a me non va più bene chiamarla così».

Come la chiamerebbe?

«Una forza sovranista e identitaria. La lotta politica del futuro non sarà più tra destra e sinistra ma tra sovranisti e globalisti. Già c'è, Salvini passi dalla Lega nord alla Lega e vediamo cosa succede. Non significa rinnegare il passato, ma evolversi. Guardate che ha fatto Grillo».

Che ha fatto?

«Con Gianroberto Casaleggio le decisioni si prendevano in Rete. Oggi la Rete gli serve per ratificare decisioni che prendono in due, Grillo e Casaleggio junior. Il ragazzo è un tecnico informatico bravissimo. Ma non ha la cultura filosofica e politica del padre».

Un'alleanza di governo Cinque Stelle e Lega?

«Ci sta tutto, presto cadrà nel Movimento anche il vincolo delle alleanze. Ma io vedo più probabile un'alleanza Cinque Stelle e Pd. Di fatto c'è già, guardate quello che è accaduto alla Corte costituzionale, sull'articolo 18. Questo quesito referendario è stato bocciato grazie ai voti dei giudici scelti nell'accordo Renzi-Grillo».

Grillo vuole solo governare?

«Certo, basta vedere quello che ha combinato al Parlamento europeo. Voleva più soldi e più potere. Davide Casaleggio puntava quelle commissioni che regoleranno nuovi business come l'e-commerce per esempio. Solo che non hanno classe dirigente. Vinceranno e metteranno Oscar Giannino al Lavoro e Mario Monti all'Economia».

Monti?

«Grillo non voleva andare con i liberali di Alde? È l'eurogruppo degli uomini di Monti».
Lei cosa voterà?

«Ora bisogna votare il referendum sul voucher, questo vogliono gli italiani. Le elezioni subito le chiede Renzi, per tornare protagonista. Alle politiche si andrà con una nuova legge elettorale, in Rete con i Cinque Stelle avevamo fatto una proposta: proporzionale alla spagnola, con correttivi sulle preferenze come il modello svizzero. Ora pare non gli vada più bene, comunque...».

Comunque?

«Berlusconi verrà assolto dalla Corte di Strasburgo, giusto così, sacrosanto. Forza Italia può diventare il terzo incomodo. Berlusconi ha sempre la sua forza, ha scoperto la rete, ora diventi anche keynseniano e ci siamo. Il liberismo spinto non è più attuale, serve uno Stato che sappia intervenire».
Bene, ma lei cosa voterebbe?

«Avevo votato solo per i referendum, mai alle Politiche. La prima volta l'ho fatto nel 2013: Cinque Stelle. Adesso? Vediamo che faranno Salvini o Berlusconi».

Altrimenti?

«Mi turerò il naso e voterò Cinque Stelle. O mi asterrò, intanto l’unica vera passione che ho è la Sampdoria».

Nessun commento: