martedì 3 gennaio 2017

Gilad Atzmon: «È ufficiale: ora il potere ebraico è legge d’Inghilterra»!

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Gilad Atzmon
Mi era sfuggita questa traduzione che ho ricevuto insieme alla precedente. Occhio sempre alle date. Si tratta qui di un articolo del 13 dicembre, precedente le notizie sulla risoluzione Onu e forse collegata e precedente a ciò che si andava preparando. Quasi un'astuzia per attirarsi il plauso, mentre si preparava la mossa successiva. La materia però ha una sua autonomia concettuale e pratica. Ed ha una storia lunga, almeno a partire dal Tribunale di Norimberga in poi. Me ne sto occupando a proposito di Carl Schmitt, in altro mio blog. Il giurista e pensatore Carl Schmitt (1888-1945) lo si era tenuto in vari campi di prigionia per tredici mesi senza riuscire, pur con tutta la buona volontà e costanza dei suoi accusatore e delatori, guarda caso tutti ebrei, appunto: un caso, a imputargli nessun “crimine di guerra”, nessun atto concreto. In realtà, ciò che si voleva punire e criminalizzare era tutta la storia d’Europa precedente il 1945. Si entrava in una fase in cui il vinto diventava ipso facto il criminale. Le leggi sul reato di “negazionismo”, sull’«odio» (ma solo quello presunto degli uni verso gli altri e non viceversa!), ed ora sulla definizione normativa di "antisemitismo” preludio alla equiparazione di antisemitismo e antisionismo, che ha già avuto l'avallo del già presidente Napolitano, sono un capitolo di una identica storia, dove a farne le spese è la libertà di ognuno di poter pensare liberamente, esprimersi liberamente, fare ricerca, poter insegnare, poter fare come libero cittadino quella critica politica che è fondamentale per l'esistenza della democrazia, o meglio di una democrazia meritevole di questo nome. Atzmon è il pensatore che meglio di chiunque altro può indagare questi aspetti. Rispetto a chi abita in Italia, o in Francia, o peggio ancora in Germania, e diciamo pure in un’Europa unità non nella libertà ma nel comune servaggio, Atzmon, vivendo in Inghilterra, non doveva temere la censura. Ora il rischio esiste anche per lui! Ma vedremo... Ah dimenticavo. Fatta la premessa,  torniamo a bomba. È quanto mai arduo trovare una definizione di “antisemitismo”. Ho notato il lavoro che alcuni accademici di parte (ne esistono! Ma loro non corrono rischi!) tendono a confondere in un unico calderone tre aspetti storicamente e concettualmente diversi, la cui mescolanza porta a criminalizzare come “antisemiti” un san Francesco e un Dante Alighieri: 1°) antigiudaismo di natura prevalentemente religioso e insito nella opposizione cristianesimo/giudaismo: dalla nascita di Cristo (per gli ebrei un malfattore figlio di una prostituta di nome Maria, se ben ricordo); 2°) l’antisemitismo che si manifesta dalla rivoluzione francese in poi ed è connesso con l'emancipazione degli ebrei e la loro equiparazione nei diritti (e doveri nonché vincoli di fedeltà al paese di cui sono cittadini) a tutti gli altri cittadini. Vi sono reazioni e controreazioni che cessano con il tempo fino a scomparire del tutto; 3°) antisionismo sorge nella seconda metà del XIX secolo all’interno del dibattito sul nazionalismo: possono leggersi al riguardo splendide pagine in Shomo Sand, apprezzato da Atzmon più che non un Ilan Pappe. Per il sionismo sono due le concezione prevalenti, scientifiche, scartando noi subito la favola della equiparazione con il nostro Risorgimento: una volgare operazione propagandistica che offende i sentimenti di quanti amano sinceramente la storia unitaria del popolo italiano. Le interpretazioni del sionismo sono due: a) quella di Ilan Pappe e di tutti o quasi i sinistri filopalestinesi, per il quale il sionismo altro non è che “colonialismo di insediamento” e occupazione di territori; b) quella di Gilad Atzmon, per il quale il sionismo è qualcosa di molto più grave del banale colonialismo. Si tratta di “primatismo razziale a carattere globale”, dove il globale si connette al tema di questo articolo. La Lobby è riuscita a penetrare anche nel sistema legislativo inglese. Ciò che in pratica si vuole ottenere è un dispositivo legislativo per compilare liste di proscrizione, per cui non tanto paradossalmente mentre in origine per “antisemita” poteva intendersi una persona che avesse in antipatia o provasse avversione per gli ebrei, oggi è “antisemita” qualsiasi persona non riesca gradita agli ebrei o ai suoi rappresentati totalitari sionisti. Questo grosso modo la questione di cui si tratta, dove un gruppo di lobbisti internazionali si è riunito per accordarsi per una definizione normativa degli Stato, seguendo procedure già collaudate per odio, Olocausto, suo “negazionismo” e via dicendo. Chissà ancora quanto ne dovremo vedere e fino a quanto potremo sopportare restrizioni crescenti delle nostre libertà, beninteso fatto sempre salvi tutti i florilegi sui “diritti umani” di tutti gli abitanti della Terra.
CL


È UFFICIALE: ORA IL POTERE EBRAICO È LEGGE D'INGHILTERRA!
di

Io no... È un reato?
Da anni vado sostenendo che il potere ebraico consista né più né meno che nel silenziare ogni genere di critica verso quello stesso potere ebraico. E ora, il primo ministro inglese Theresa May, giunge a confermarci quanto sia azzeccata la mia suddetta constatazione.

La premier May, infatti, ha deciso di accettare la definizione di antisemitismo fornitaci dalla Alleanza Internazionale per il Ricordo dell’Olocausto (International Holocaust Remembrance Alliance) e di includerla nell’ordinamento giuridico inglese.

Secondo la definizione dataci dall’IHRA, «l’antisemitismo consiste in quella data percezione degli ebrei, che può essere resa come un flusso di vero e proprio odio veicolato verso di essi. Tutte quelle retoriche esternazioni sia verbali che fisiche di antisemitismo che siano dirette contro gli ebrei come contro i non ebrei e/o contro le loro proprietà, contro le istituzioni ebraiche e/o contro i loro luoghi di culto».

Io, direi proprio che ci troviamo davanti ad una definizione piuttosto semplicistica e banale. Provate pure a sostituire la parola “antisemitismo” con la parola “intolleranza” e la parola “ebrei” con “un popolo (qualsiasi)” e finirete per ritrovarvi di fronte ad una perfetta e generica definizione dell’odio in quanto tale. Eppure la nostra Theresa pensa che i giudei meritino un trattamento di eccezione. E per quale motivo? Perché, sebbene in Germania, come pure in USA, in Francia e in UK, tutti i cittadini siano eguali difronte alla legge, la May ora ci conferma che gli ebrei sono i qualche modo più uguali degli altri.

Erick Pickles
E poi c’è Sir Eric Pickles, il delegato dal governo agli affari inerenti le problematiche del dopo Olocausto, che è talmente tanto devoto agli ebrei e supino ai prioritari temi delle loro indicibili sofferenze, che a poco a poco sta prendendo le sembianze di un  gigantesco Gefilte Fish [un purè di pesce, piatto tipico della cucina kosher, NdT]. Infatti, dopo la dichiarazione della May, si è subito precipitato a confermare alla BBC che la definizione di antisemitismo codificata dalla IHRA descrive e circoscrive perfettamente il fenomeno dell’antisemitismo moderno, e lui stesso ci rammenda di quanto sia importante non confondere gli ebrei con gli israeliani abitanti dello stato di Israele.

Non potrei essere maggiormente d’accordo con questa affermazione. Primo, perché gli ebrei sono un popolo amante della pace e delle persone così meravigliosamente innocenti - ad eccezione, forse, dei 14 milioni di essi che supportano lo stato di Israele infangando il nome di una intera tribù: la propria. - Secondo, perché sarebbe davvero un’assurdità ignorare fra di loro, quegli sparuti quattro o cinque individui che supportano davvero, e non solamente con atteggiamenti di facciata e con parole ipocrite, la causa palestinese. Forse, Pickles, farebbe meglio ad usare la sua influenza per fare pressioni sul governo israeliano al fine di farlo desistere una volta per tutte dal definire Israele quale “lo stato di tutti gli ebrei”.

Secondo la definizione dell HIRA, l’antisemitismo includerebbe anche il diniego alla auto determinazione per il popolo ebraico. E – di nuovo – non mi potrei trovare maggiormente in accordo. Dato che i britannici hanno supportato l’avvento dell’ISIS, armandone i battaglioni, mi sembra anche logico che ora debbano fare altrettanto anche con lo Stato degli Ebrei. E a questo punto non è nemmeno mai troppo tardi anche per ammettere che lo stato degli ariani sia una idea prettamente kosher. E che dire sulla Nazione dei Bianchi? Non avrebbero anche loro il diritto all’auto determinazione? Credo proprio che tutto questo vada detto.

E nemmeno dovrebbe sorprenderci il fatto che Jeremy Corbin -“quell’uomo di alti principi” - assieme a tutto il Partito Laburista, si siano letteralmente precipitati a sostenere questa sortita della May. In fin dei conti, chi mai meglio di lui – “l’uomo del popolo” –  potrebbe capire, quanto vitale possa essere per la causa dei lavoratori inglesi accodarsi alla commovente compagine della sensibilità ebraica?

Ephraim Mirvis
Il Jewish Chronicle è stato addirittura così cortese da porci una lista dei capi ebrei che hanno salutato con giubilo, la mossa della May. Dall’alto questa lista troneggia la figura del rabbino capo Ephraim Mirvis, il quale ha elogiato il primo ministro Theresa May per il contributo decisivo apportato e volto a sconfiggere la piaga dell’antisemitismo e altrettanto ha fatto Jonathan Arkush, il presidente del consiglio nazionale delle comunità ebraiche inglesi. Mi domando, ma non c’è nessun leader ebreo capace di accorgersi che una legge del genere, la quale dà agli ebrei uno status di ingiusto privilegio rispetto a tutti gli altri cittadini d’innanzi alla legge, è semplicemente la ricetta per il disastro? Davvero c’è qualcuno, tra gli ebrei d’Inghilterra, che creda davvero che una tale legge ad personam, possa renderli più amati e rispettati agli occhi degli inglesi?

In realtà, tutta la storia del popolo ebraico sta lì proprio a provare l’esatto contrario. È proprio questa tendenza a ritenere l’ebreo una privilegiata mosca bianca che poi si tramuta nel disastro per il popolo ebraico.
Gilad Atzmon
- Traduzione italiana di Antonio Palumbo


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