lunedì 2 novembre 2015

Lezioni di dignità che ci vengono fatte dalla Libia da noi devastata e tradita

Nella posizione in cui mi trovo, di semplice cittadino, non dispongo certo di notizie di prima mano, ma esattamente di ultima mano. E per non fare a vuoto le mie amare considerazioni riporto a caso un testo dal Corriere della Sera, ma la “notizia” viene più volte trasmessa anche dalla televisione ufficiale di regime, cioè Rainews24, con qualche significativa variante.
Intanto il governo libico di Tobruk - quello riconosciuto a livello internazionale* - ha avvertito che «utilizzerà ogni mezzo» per proteggere la sua sovranità. Secondo Tobruk infatti tre navi italiane sono state avvistate al largo della costa di Bengasi nella notte tra sabato e domenica. E secondo i media libici i tre mezzi navali farebbero probabilmente parte della forza navale messa in campo dai Paesi Ue per contrastare il traffico di esseri umani verso le coste italiane. L’aviazione libica ha fatto decollare sabato sera in tarda serata i suoi caccia militari per «monitorare l’attività delle navi da guerra italiane», ha spiegato il capo di Stato maggiore libico, Saqr Geroushi, citato dai media locali.
(Fonte
* È di questi giorni (4.11.15) uno scandalo rivelato dal Guardian: il mediatore Onu Leon, incaricato di patrocinare la costituzione di un governo di unità nazionale, era pagato dagli Emirati per favorire il governo di Tobruk. Ho appena scritto sopra che le mie informazioni sono di “ultima mano”: non posso certo sapere ciò che si fa dietro le quinte. Tuttavia, ritengo che le mie considerazioni di carattere generale conservino la loro validità.

...senza mai più risorgere!
Poco importa che le nostre Autorità neghino ripetutamente di aver violato la spazio libico. Il discorso che qui ci interessa è un altro. Quali le amare considerazioni che sorgono nella mia mente? Pensando al nostro Otto Settembre, ci trovammo allora con un governo fuggitivo e un Paese allo sbando, dove nessuno sapeva a chi ubbidire, quale fosse l’autorità legittima alla quale rivolgersi e intorno alla quale raccogliersi, anche in una disperata ed estrema resistenza. Il governo che poi si formò diede subitanea e costante prova di «cupidigia di servilismo», come ebbe a dire Vittorio Emanuele Orlando. Perfino nella nostra costituzione fu sancita l’accettazione di una “sovranità limitata”. E da chi limitata? Chiaramente dai nostri Vincitori ed eterni padroni per tutti i 70 anni da allora seguiti. Gli stessi vincitori che ordinarono al nostro Presidente della Repubblica, rappresentante della nostra unità nazionale, di muovere guerra alla Libia, con la quale avevamo appena stipulato un Trattato di Amicizia, violato ancor prima che l’inchiostro poteste asciugarsi. Di “vergogna” da parte dei nostri “Capi” o dei Politici che lucrano prebende e vivono di prebende non manco il caso di parlarne: non ne hanno mai avuta e mai ne avranno finché li lasceremo al potere o fintantoché ci sono imposti. Sono soltanto bravi, con la faccia tosta che li distingue, a girare la frittata per convincerci oggi del contrario di ciò che anno detto appena ieri...

Dopo 100 anni...
Questo l’antefatto. Di cosa sia oggi la Libia, quale il suo destino, come se ne possa uscire fuori è per me cosa difficilissima da immaginare. Trattandosi di un “cambio di regime” programmato, è normale pensare a un percorso quale a noi è stato imposto dal 1945 ad oggi. Ed invece, con mia sorpresa, sembra che chi parla a nome dei Libici o del “popolo libico”, se ne esiste uno, abbia chiaro ciò che è successo e che ci rimproveri il nostro italico “tradimento”, anche se ormai Geddafi è cosa del passato e non sembra esservi nessuna continuità con quello che è stato il suo governo e che si è voluto abbattere, in nome dei “diritti umani” e della “democrazia”, dando vita allo spettacolo che è sotto gli occhi anche del più distratto degli uomini.

Sembra che qualunque governo o simulacro di governo abbia ad essere dopo Geddafi, abbia però ben chiaro il tradimento da parte dell’Italia di un trattato di amicizia che non riguardava – è vero* – la persona di Geddafi, ma lo stato e il popolo libico. Ma è ancor più vero che dopo il turpe assassinio di Geddafi immani distruzioni e massacri sono state fatte contro la struttura statuale della Libia, contro le genti libiche, contro la sua economia, contro il suo futuro... Di tutto il male che si poteva infliggere a un Paese cosa altro si poteva fare di più? Cosa non è stato fatto? È vergognosa la “missione Onu” con la quale si vuole ricreare dall’esterno un Paese che si è devastato anche con mandato Onu... ossia di un’istituzione che nasceva come la consorteria dei vincitori dell’ultima guerra mondiale e che ben avevano pensato di costituire un organismo per spartirsi il mondo e dividerselo in sfere di egemonia. Questo era e resta l’Onu... Ai fessi e agli stupidi si può lasciar credere che sia un Tribunale di Giustizia per salvaguardare la pace e giudicare su torti e ragioni.

Cimitero italiano profanato
È sorprendente come i Libici rivendichino la loro “sovranità” e minaccino in particolare l’Italia per la violazione della loro “sovranità”. A farne le spese sono i nostri poveri e incolpevoli morti** in Libia, il cui cimitero è stato profanato. Non trovo un testo da allegare ma ho da poco sentito all’ultimo notiziario di Rainews24 che ci considerano “invasori” alleati dell’ISIS. Ahimè devo dire che hanno ragione nel dire il vero, per proprietà transitiva, se è vero che dietro l’ISIS si trovano gli USA, Israele, la Turchia, di cui siamo fedeli servi e stretti alleati, per aggiungere poi le monarchie del Golfo, che sono davvero esemplari in fatto di “diritti umani” e “democrazia”, in nome dei quali abbiamo mosso guerra alla Libia, tradendo un Trattato di Amicizia perpetuando nei secoli una nomea di traditori che ci accompagna dai tempi di Maramaldo. Per non chiudere però con una nota troppo amara dico che non mi sento tanto, poco o nulla colpevole, e “traditore”, nella misura in cui non ritengo i governi ultimi in carica, ma forse potrei includere tutti i governi dal 1945 ad oggi, miei legittimi rappresentanti. Condivido con il popolo libico, con quello siriano, con quello iracheno, con quello afghano, e soprattutto con quello palestinese, una comune condizione di occupazione e oppressione da parte di un comune nemico. Mi auguro e opero per la costruzione di una vera pace e una convivenza pacifica fra i popoli del Mediterraneo e del Vicino Oriente. Affinché ciò sia possibile è necessaria l’uscita dalla Nato, secondo quanto è stato chiesto pochi giorni fa in un Convegno internazionale svoltosi in Roma.

* Sto polemizzando senza farne il nome con un noto politico che va per la maggiore e che è solito rilasciare dichiarazioni idiote e contraddittorie pensando che delle sue parole non debba mai rendere conto a nessuno.
** Qui il Signor Flick dovrebbe discettare sulla “dignità dei morti”, non certo a proposito della progettata Legge sul Negazionismo, dove ad essere violata non è la “dignità” dei morti, ma quella dei vivi con tutte le loro libertà! Dopo quello che abbiamo fatto ai Libici vivi, era prevedibile l’oltraggio ai nostri morti in terra libica. Era ahimé necessario un ponte aerea per trasportare in terra italiana i morti italiani. Ma in fatto di “pietà” per i morti non si può dire che in Italia ve ne sia molta. Uno dei primi atti dell’ex Sindaco Marino è stata una “particolare” negazione di sepoltura, per poi ritrovarsi come nemesi storica la celebrazione dei funerali Casamonica... Chi manca di quella pietas a tutti dovuta, che gli antichi ancora conoscevano, è difficile che ne abbia quando tocca a lui aspettarsene.

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