domenica 29 novembre 2015

La bufala dello scisma islamico e della guerra fra sunniti e sciiti. L’«islamofobia» come forma dell’odierno “antisemitismo”.

Enuncio in forma di tesi quanto dovrebbe essere ampiamente descritto e analizzato. Mi baso - come in questo caso - su trasmissioni demenziali*, abbastanza simili l’una all’altra, ma anche su registrazioni in cui si elabora una strategia di attacco volta a favorire all’interno forme di discriminazioni che oggi sono il vero e proprio “antisemitismo”, considerando che gli “islamici” sono “semiti” in senso proprio, mentre non sono gli israeliani in larghissima di origine europea. La documentazione per uno studio scientifico può essere difficile da raccogliere, ma sono possibili intuizioni sulla base dei dati disponibili e di un metodo che consiste nel ricavare informazioni vere da menzogne subdole o manifeste. La menzogna ha necessariamente rapporti con quella verità che intende occultare: si tratta di smascherare la menzogna per far emergere in tutto o in parte quella verità che si tenta di nascondere.

* Se ne parla poco, o meglio i media e i talk show - come quello in questione dove è sorta una querelle sull’«unico» Stato democratico - tendono a nascondere il pieno coinvolgimento di Israele in tutto ciò che sta succedendo con la sigla dell’ISIS. Il ruolo di Israele è duplice: uno sul piano militare-spionistico-diplomatico; l’altro sul piano mediatico, ispirando ad esempio la teoria dello “scisma religioso” e tenendo sotto controllo tutto il sistema “occidentale” della comunicazione mediatica, interamente o quasi governata da Israele e dalla rete dei suoi “sayanim”. Si trova sul sito Aurora la traduzione di un articolo che contiene una notizia da tempo nota: la cattura di un colonnello israeliano tra le fila dell’ISIS. I siti sionisti si sono già mobilitati per mettere una pezza... Si ricordi, nell’aprile del 2011, la morte misteriosa del povero Vittorio Arrigoni, ricondotta a una mano omicida “salafita”! È del marzo 2011 l’inizio del tentativo di rovesciare il governo di Assad e del progetto di un principato salafita, alleato di Israele... Ci piace essere “complottisti” ed immaginiamo uno scenario dove Vittorio sarebbe stato un cronista assai scomodo, direttamente ubicato nel luogo degli eventi programmati... Ciò che è successo dopo, può forse spiegare quella strana morte, del tutto assurda e inconcepibile se avvenuta per mano palestinese.

Voler spiegare i conflitti del Vicino Oriente come conseguenza di un anacronistico “scisma” religioso, sia pure islamico, è in realtà un’astuzia propagandistica per nascondere i veri fattori, gli interessi geopolitici ed economici, che da parecchio tempo gravitano sulle risorse economiche ed energetiche del mondo arabo. L’ISIS è una creazione dell’«Occidente» (metto sempre tra virgolette un’espressione che mi culturalmente, linguisticamente e spiritualmente estranea, ma che va per la maggiore) al pari di Israele – una creatura del defunto Impero britannico – e gli Stati del Golfo, vere e proprie pompe di benzina, che più che petrolio pompano il sangue dei popoli arabi venduto all’«Occidente» e alle sue multinazionali per i famosi Trenta Denari, o forse di più. È certo che le ricchezze pompate dagli Emirati non vanno a beneficio dei popoli del Vicino Oriente. Già questo fatto basterebbe a dare una spiegazione plausibile delle guerre in corso, “terrorismo” incluso, che non ha nulla a che fare con la religione in sé, che quando esiste ed è sinceramente sentita e praticata è soltanto spiritualità: non ne hanno neppure un briciolo quei “cattolici” o “cristiani” che tali si professano, mostrando nei talk show tutta la loro miseria intellettuale e spirituale. Del resto, crocefisso o non crocefisso, da togliere o lasciare nelle aule scolastiche, a me sembra che di cristianesimo, in forma cattolica o non cattolica, non se ne veda nemmeno l’ombra. A occhio e croce mi sembra che gli islamici, i musulmani, abbiano un maggiore attaccamento alla loro fede religiosa di quanto non ne abbiano dei presunti cristiani e cattolici, che dopo il Concilio Vaticano II non sanno più perché mai Cristo sia salito in croce, chi ce lo abbia messo e perché mai sia sia morto... Probabilmente, quanti danno addosso ai musulmani in ragione della loro fede si sentono orfani della propria e pretendono che nessuno nel mondo possa avere una fede religiosa da porre come base della propria vita e sistema di valori. Da qui una feroce “islamofobia”*, che è il vero “antisemitismo” dei nostri tempi, e che disgraziatamente non protegge per nulla da quello che viene chiamato “terrorismo”, ma se mai lo potenzia e ne fa il gioco... Se proprio si vuole scendere in dettaglio occorrerebbe andarsi a studiare il wahbismo o cosa sono i salafiti, e simili forme religiose, che al pari dell’ISIS vengono finanziati e strutturati dagli stessi Emirati... Solo loro che hanno i soldi per finanziare la costruzione di moschee, o di università - come quella islamica di Lecce - e sono solo loro gli unici ad aver interesse, nelle moschee (se è così), a reclutare “terroristi” che vadano a combattere contro capi di governi “laici” come Assad, i quali a differenza degli Emiri hanno interesse a fare il bene dei loro popoli... I libici difficilmente raggiungeranno con la presunta “democrazia”, - fatta loro importare a forza ovvero da noi “occidentali” esportata per il loro bene - quella pace e quel benessere di cui godevano con Geddafi... Gli studiosi di politologia, anzi di polemologia, non dovrebbero avere difficoltà nel distinguere i fattori endogeni di un qualsiasi conflitto bellico dalla forma ideologica con la quale esso decide di presentarsi... potrebbe essere la religione ma anche lo sport o qualsiasi altra cosa... Confondere forma e sostanza, abito e corpo che l’abito contiene, significa fare disinformazione, manipolazione ossia ciò che i talk show, i giornali, i telegiornali, esattamente fanno... Chi ci tiene a non essere manipolato e preso per i fondelli ed ha amor proprio, farebbe bene a tenerne conto, salvo poi ad assumere le opzioni politiche che meglio crede... Se dobbiamo metterci in guerra l’uno contro l’altra, ahimé! che sia, ma guardandoci negli occhi e senza ingannarci l’un l’altro nell’interesse di un terzo che ci manipola entrambi...

* Update. - Non so se si tratta di una pronta polemica a distanza con quanto noi scrivevamo, ma vi è una corrispondenza speculare con i nostri argomenti. Noi diciamo: “islamofobia” = “antisemitismo”, nel senso che oggi, anno 2015, non esiste quell’antisemitismo che poteva aversi nel XIX in ben diverso contesto. Allora l’«antisemitismo» era perfino lecito e benemerito come oggi può esserlo, a seconda dei gusti e delle opzioni politiche, l’«antifascismo», «l’antinazismo», l’«anticomunismo»... Oggi l’«antisemitismo» e la professione di “antisemitismo” è un titolo di reato penale per il quale si va in carcere. Purtroppo, la definizione di “antisemitismo” è così generica da essere diventata una sorta di “lettre de cachet” di cui si avvalgono solitamente le comunità ebraica per far fuori i loro avversari o personaggi non graditi o non proni alla stessa comunità ebraica o allo stato di Israele. La tesi che tento di illustrare è che se per davvero la dizione “antisemitismo” può e deve avere un contenuto di “fattispecie concreta” questa andrebbe individuata in ciò che comunemente si indica con il termine “islamofobia” che ha in primo luogo una connotazione soggettiva nel senso che solitamente sono “semiti” in senso proprio i cittadini di religione islamica in buona parte immigrati da paesi “semitici” ed in secondo luogo si traduce in veri e proprio atti discriminatori e intimidatori, in insulti e contumelie, in quei “discorsi di odio” che sono in sé problematici nella misura in cui è giuridicamente arduo la penalizzazione normativa di un mero sentimento... Sarebbe la fine del diritto, in senso tecnico, secondo la tradizione occidentale, se si pretendesse di sanzionare o premiare i sentimenti umani, di solito trattati dalla morale, dall’etica, dalla religione, dalla psicologia in tutte le sue branche fino alla psicopatologia. Il direttore del Foglio si atteggia a vittima per dire che non si può parlare male dell’Islam... È esattamente il contrario: se ne parla e come, ed a parlarne male sono i signori del Foglio e gli Altri Signori al cui servizio si pongono... A Napoli si dice: “ca nisciuno è fesso...”. La propaganda israeliana per manipolare e influenzare gli sprovveduti cittadini europei ha dimensioni industriali, dispone di un apparato di strutture, mezzi, uomini impressionante... Ed è assolutamente priva di scrupoli!

Sono un “pagano”, ma sto meglio con i musulmani che con ebrei o cristiani
Per fortuna, esiste una contro-informazione come questa intervista, dove è ben descritto il deplorevole dilettantismo, perfino criminale, dei consueti “talk show” dove passa la propaganda nostrana. Non mi soffermo sugli “eroi” di queste trasmissioni: basta indicarli in blocco come una massa di incompetenti nel più benevolo giudizio che se ne possa dare. Più spesso, sono alla ricerca di pubblicità elettorale, o di visibilità commerciale, o perfino inclini a una smodata vanità. Non sarebbe forse neppure serio per li osserva e ascolta parlarne eccessivamente. Si rischia di indignarsi fortemente e questo è un male, una caduta rispetto a quella serenità di giudizio e di stile che non si dovrebbe mai perdere.

Le mie tesi sono dunque:

- Non esiste nessun “scisma islamico” come spiegazione dell’attacco “occidentale” alla Siria del legittimo governo di Assad;
- Assad non è il “feroce dittatore e macellaio” che i media tentano di accreditare senza documentazione e senza analisi;
- Assad non è in nessun caso peggiore del monarca “dittatore” del Qatar, al quale oggi il nostro ministro degli esteri è andato a baciare le pantofole;
- Geddafi ci aveva avvertito di quel “terrorismo” (allora si chiamava “Alqaida”, ed rimane sempre lo stesso cambiando solo il nome, oggi ISIS) che oggi effettivamente ci ritroviamo;
- La sorte di Assad era stata decisa da Usa e Israele e dalle multinazionali insieme con quella di Assad: erano in uno stesso pacchetto neocon.
- Il marzo 2011 in Siria dovrebbe essere studiato e conosciuto meglio: sono abbastanza certo, o almeno sono propenso a credere, che tutti le “pacifiche” e “democratiche” manifestazioni per attuare “cambi di governo” sono opera di servizi segreti “occidentali” e di agenzie specializzate. I “media”, dalle agenzie di informazioni ai nostri talk show, sono parte integrante di questa unitaria forma di guerra “ideologica”, volta a disinformare e manipolare i teledipendenti e quelle sprovvedute persone che vengono raggiunte dai microfonisti dei talk show.
- Ad essere attaccato non è l’«Occidente» ma l’Islam... Si invertono i ruoli fra aggressore e aggredito... La via della pace va cercata ponendo innanzitutto fine ad una aggressione da parte dell’«Occidente» che dura per lo meno da un secolo (1916: patti segreti per la spartizione delle spoglie dell’Impero Ottomano; aspirazioni tradite per l’unità del mondo arabo) e quindi iniziando una politica di riconciliazione, di risarcimento, di collaborazione e cooperazione paritaria in campo economico, sociale, culturale, religioso, politico...

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