domenica 8 novembre 2015

17. Letture: Henry KISSINGER: Gli anni della Casa Bianca, Euroclub (Sugarco) 1980.

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 È un vecchio libro che da molti anni giace su uno dei miei scaffali, senza essere mai stato letto. È di ben 1150 pagine e mi aspetto che sia noioso. Non so se riuscirò a leggerlo tutto, ma non ho nessuna scadenza per farlo. Ciò che mi ha attratto maggiormente è la sua data: l’anno 1979. Nella periodizzazione che sto seguendo quest’anno è uno spartiacque, segnato dalla rivoluzione iraniana. Da questa data gli equilibri geopolitici mutano lentamente e ancora in corso non si sa dove ci porteranno, se durante la mia generazione o dopo di me. L’interesse, secondario, è quello di gettare lo sguardo, attraverso un testo significativo, di ciò che è stato prima. Kissinger non è uno storico di professione – personaggi verso i quali occorre avere la stessa diffidenza che si ha per i giornalisti –, ma un protagonista degli eventi che narra, o almeno un osservatore di prima fila. Nella immagine a me giunta non mi è mai stato simpatico, e non è detto che lo diventi adesso leggendo le sue “Memorie”, se così possono considerarsi. Gli storici di mestiere, a loro volta, insegnano a diffidare, o almeno ad avere una cerca circospezione davanti alla memorialistica. Useremo tutta la cautela di cui siamo capaci. Non faremo faticosi riassunti di un testo che chi vuole può andarselo a leggere, ma solo annoteremo riflessioni che possono sorgere in corso di lettura, se avremo il tempo di scriverle. Nel nostro cervello, ogni giorno, ogni istante, allo stesso modo in cui pulsa la vita, si ha una continua successione di pensieri, disparati, che non possono essere sempre scritti.

Vedasi leggi sul “negazionismo”
La prima parola che mi urta, leggendo, è l’espressione “società libere”, che mi puzza di ideologia lontano un miglio. Simili espressioni continuano ad affliggerci,  mentre ci infliggono un mondo sempre meno libero. Alcune considerazioni che seguono sulla differente mole documentaria per epoche remote ed epoche contemporanee, richiamano però subito l’attenzione: chi scrive sa quel che dice ed in qualche modo intende comunicare con chi legge lontano nel tempo e nello spazio. Senza lui volerlo o pensarlo, induce a credere che l’unica interpretazione possibile del mondo contemporaneo è una interpretazione filosofica. Cosa ciò significhi, non staremo adesso a spiegarlo. A quegli storici poveretti, che si sentono padrone della materia, potendo disporre a differenza di altri, di documenti di archivio sembra sia diretta questa osservazione redatta di pugno di un protagonista di primo piano della politica estera americana negli anni descritti: non saprebbero distinguere «quali documenti furono prodotti allo scopo di procurarsi un alibi e quali invece vennero preparati ignorando avvenimenti di cruciale importanza» (p. 9). Possiamo noi aggiungere il sospetto che l’archivistica possa essere stata deliberatamente prodotta, orientata, manipolata, distrutta allo scopo di condizionare la storiografia ufficiale ed accademica e di produrre la «Memoria». Nei documenti della seconda guerra mondiale, mentre ancora erano in corso i combattimenti, mi è capitato spesso di leggere: «Questa è una guerra ideologica». Il che significa ovviamente che chi ha vinto o perso quella guerra ha acquisito o perso il potere di scrivere la storia. La filosofia, come capacità di trascendere la storiografia, diventa perciò l’unica fonte affidabile per l’interpretazione tanto del presente quanto del passato remoto.

Da John Pilger estraggo questa citazione:
«Nel trasmettere gli ordini del presidente Richard Nixon per un "massiccio" bombardamento della Cambogia nel 1969, Henry Kissinger disse: "Tutto ciò che vola su tutto ciò che si muove". Mentre Barack Obama promuove la sua settima guerra al mondo musulmano da quando gli è stato assegnato il Premio Nobel per la Pace, e Francois Hollande promette un attacco "senza pietà" sulle macerie della Siria, l'isteria e le menzogne orchestrate fanno quasi venire la nostalgia per l'onestà omicida di Kissinger» (Fonte).
che terremo presente in prosieguo di lettura del libro e di redazione di questa scheda di appunti.

(Segue)

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