sabato 7 novembre 2015

15. Letture: Renzo DE FELICE: Mussolini e il Fascismo, Einaudi 1965 ss.

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È uscita oggi in edicola, come gadget di un quotidiano, l’imponente opera in più volumi di Renzo De Felice, “Mussolini e il Fascismo”. Era già uscita, sempre come gadget pubblicitario, per conto di un altro quotidiano, di cui mi ero perso alcuni volumi che poi non sono riuscito ad avere come arretrati dall’edicolante. Ne approfitto ora per completare un’opera certamente importante, ma difficile da leggere per intero a causa della sua vastità. Ma almeno inizio a leggerlo e l’affianco ad un’altra opera che è una delle due principali fonti di Renzo De Felice: l’Opera Omnia di Benito Mussolini. L’altra importante fonte è la consultazione degli Archivi che è continuata anche dopo l’Opera di De Felice. Del “fascismo” si possono distingue due narrative: quella ideologica sorta nel dopoguerra e finalizzata alla delegittimazione e demonizzazione di quello che piaccia o non piaccia per venti anni è stato il governo d’Italia, ponendo Mussolini nella lista dei Presidenti del Consiglio o Capi di Governo che si sono succeduti dalla Fondazione del Regno d’Italia fino ad oggi con Matteo Renzi, le cui riforme fanno pensare a quelle di Mussolini, senza qui dire se in meglio o in peggio. L’altra narrativa è quella che risulta dall’esigenza e intenzione di una ricostruzione storica sine ira et cum studio, ma anche senza intenti apologetici. Si tratta però di uno “specialismo” che per la sua vastità potrebbe schiacciare altri nostri maggiori interessi, che non intendiamo in nessun modo retrocedere. Fino a che punto spingeremo la nostra Lettura è cosa che si vedrà strada facendo. Per adesso apriamo la pagina bianca sulla quale andremo di volta in volta annotando le nostre riflessione. 

Senza voler in nessun modo scalfire i meriti scientifici di Renzo De Felice, rischiando l’ira dei suoi allievi, di alcuni dei quali sono ottimo amico, penso si possa dire che si tratta di un’opera “compilatoria” che nasce dalla necessaria lettura delle carte di archivio e dell’Opera omnia di Mussolini: teoricamente un eguale percorso lo potrebbe fare chiunque abbia il tempo necessario e la voglia di dedicarcisi, sapendo che non avrà un “mercato” che possa remunerarlo e pagarlo oltre che gratificarlo. Nell’era di internet vi è da augurarsi, anche per la stessa messa in sicurezza degli archivi, che tutto il materiale di archivio cui attingono gli storici possa essere integralmente reso di pubblico dominio. Lo si sta già cominciando a fare... e non so fin dove sia giunto. Ma quando sarà completato, ogni persona che abbia una sufficiente alfabetizzazione e metodologia potrà trasformarsi in uno “storico” e aggiungere la sua interpretazione dei “fatti” – sempre bisognosi di interpretazione, giacché da soli sono muti, non parlano, come suol dirsi, senza la mediazione dell’interprete – a quelle che degli stessi fatti sono già state date. Il guaio lo si ha quando nella interpretazione oltre che nella ricerca e lo studio dei fatti storici ci si intromette lo Stato che pretende di fissare per legge ciò che si può e si deve pensare, giacché ogni interpretazione è in sé un atto del pensiero.

(Segue)

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