mercoledì 30 settembre 2015

Aveva ragione Trasimaco? Diritto e giustizia sono soltanto concetti che il più forte riesce ad imporre al più debole?

La redazione di Civium Libertas è al lavoro per dare la traduzione italiana dei discorsi più interessanti che si stanno tenendo all’annuale riunione dell’Assemblea generale dell’ONU, che cade ogni anno a fine settembre. Ieri sera ha parlato il nostro Renzi: discorso di una totale insipidezza, di cui non vale la pena fare menzione alcuna. Diversa cosa per il discorso di Putin e in contraltare quello di Obama, che si fronteggiano. I loro discorsi sono già noti per l’ampia eco che hanno avuto, ma se ci riesce ne daremo un commento testuale. Qui anticipiamo i temi.

Trasimaco? Chi era costui? Se si vanno a rileggere i dialoghi platonici, si vedrà che si dibatte anche su cosa sia la giustizia. Nella comitiva che accompagna Socrate vi è un certo Trasimaco, il quale dà una sua definizione di cosa sia nella sua essenza la giustizia: è il diritto del più forte. Così dice. Può sembrare strano, esagerato, grottesco. Adottando una diversa terminologia, più recente, ci si potrebbe poi chiedere: è una affermazione di tipo “positivo”, cioè che corrisponde alla realtà dei fatti, oppure è una affermazione di tipo “normativo”, cioè è un risultato al quale si deve o si intende arrivare?

Stiamo facendo uno sforzo di semplificazione e di brevità. Prendiamo un esempio dal discorso di Putin, che cita Hitler alla fine della seconda guerra mondiale, quando né Putin né Obama erano ancora nati. Putin vuole ricostituire contro l’IS un’alleanza di quello stesso tipo e fa un’analogia storica a nostro parere poco fondata e nella quale noi europei comunque non ci siamo, perché con Hitler e Mussolini è scomparsa anche la sovranità europea. Tornando ai dialoghi platonici, ci chiediamo: Hitler ha perso la guerra perché era il “cattivo”, il “male assoluto”? Oppure è diventato il “male assoluto” perché ha perso la guerra? È un buon esercizio: chi è capace di ragionare continui da solo.

Noi ci allontaniamo nel tempo e nello spazio e puntiamo la nostra macchina del tempo sui “migranti pellegrini” (Nord America) e sui cattolicissimi spagnoli che sterminarono letteralmente i popoli precolombiani, inferiori agli “invasori” (migranti) solo nelle armi, nella loro capacità di difendersi, e in nulla per tutto il resto. Le testimonianze che ci hanno lasciato dimostrano che non erano inferiori nell’arte di costruire edifici e in quella di organizzare la loro vita sociale, economica,  politica. Dunque, le armi servono, ed è bene averle se vi è bisogno di difendersi... Con i nostri “diritti umani” (colossale impostura) sbarchiamo in terre altrui distruggendo ogni cosa, massacrando vite umane, e diciamo di farlo per il loro bene portando i nostri “diritti umani” e la nostra “democrazia” e le nostre “libertà” che non esistono neppure per noi stessi.

Sarebbe interessante seguire i dibattiti che si tennero subito dopo la presunta “scoperta” dell’America. Sarebbe una ricerca erudita che non si potrebbe contenere in brevità, ma contiamo di aggiornare anche un altro nostro blog, concepito per questo genere di ricerche. Qui andiamo ora a concludere con un dilemma che ci riguarda subito come cittadini, ciascuno dotato di un minimo decisionale, almeno nella misura in cui ognuno può orientare la sua volontà verso una direzione piuttosto che un’altra.

Vogliamo un mondo unipolare o multipolare? Cosa significa volere l’una cosa o l’altra? Davvero crediamo che uno Stato Mondiale, unico in un mondo unificato, significhi la realizzazione della giustizia sulla terra e la fine di tutte le guerre che sempre hanno accompagnato la storia dell’umanità? Le bombe di Hiroshima e Nagasaki furono sganciate per il nostro Bene? Il messaggio non intendeva essere: “arrendetevi, sono io il più forte, sono io il padrone del mondo”? “Dopo di me, sotto il mio dolce dominio, tutto sesso e droghe, starete meglio...”

Al contrario, in un mondo multipolare, dove ognuno tiene a casa le sue armi, sperando di non doverle mai usare, ma pronto ad usarle se un prepotente vuole sfondare la porta, non è forse maggiore la speranza di giustizia e rispetto dei diritti e della vita altrui, di un altrui che è capace di difendersi se viene ingiustamente colpito nella sua vita fisica, nel suo stile di vita, nelle sue credenze religiose e nei suoi diritti?

Obama è il campione del mondo unipolare, vuole lui il dominio del mondo che è stato attribuito al cattivo Hitler. Putin è invece il campione del mondo multipolare, dove il diritto e la giustizia sono rispettati perché ognuno è in grado di difendersi se è colpito nei suoi diritti, o almeno in quelli che ritiene siano i suoi diritti in casa propria. Una nota conclusiva di geopolitica. I “cattivi” Hitler, Mussolini, nelle alternanze politiche dei loro tempi avevano gettato ponti, alleanze  con l’Oriente e l’Estremo Oriente: l’unità geopolitica eurasiatica era stata in qualche modo intuita. Se la storia è spinta da forze oggettive che prescindono dalla natura e dalla volontà umana, allora la “via della seta” di cui parla Putin nel suo discorso, è qualcosa alla quale noi europei dovremmo prestare attenzione. Ma la Via della Seta non passa per le Americhe, e questo Obama lo sa.

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