giovedì 15 gennaio 2015

Nel nome di Charlie: essere o non essere...

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Mi è al momento difficile fare un censimento sul modo in cui la “gente” si schiera e si divide intorno ai fatti parigini, che dovrebbero essere il nostro “11 settembre” secondo una rappresentazione che se ne è subito data e che di giorno in giorno, di ora in ora sembra alquanto improbabile. Di sicuro vi è stata fin dai primi istanti una regia che voleva condurre la cosiddetta “opinione pubblica”, che un mio compianto amico derubricava a “opinione pubblicata” di appositi professionisti detti appunto Opinionisti, dei quali si suppone che più di quanto non possa il Papa con i suoi cattolici riesca loro meglio ad esprimere ciò che la gente pensa, sono la Gente pensante e quel che peggio la gente che conta e viene poi presa come base da quei parlamentare che entrano alle Camere con un giornale in tasca.

Malgrado ce l’abbiano messa tutta per quella che sempre più persone considerano una “false flag” pare che l’abbiano fatta grossa, anzi troppo grossolana per riuscire a stare in piedi senza le stampelle di occulti operatori in grado di influenzare i grandi canali mediatici, secondo le procedure in ultimo rivelate da Udo Ulfklotte, con cui anni addietro avevo io stesso polemizzato e che adesso ha rivelato lui stesso di essere stato al servizio della CIA, ma senza essere per nulla una mosca bianca... A buon intenditore... Ed infatti, alcuni commentatori, anzi Opinionisti apostolici nostrani si sono oggi lanciati in un florilegio di insulti contro il povero Dieudonné, ma concludendo che anche a lui, perfino a lui, il più abietto degli esseri, va riconosciuta la libertà di espressione. Chiaramente si tratta di una carità pelosa, giacché sarebbe poi arduo far capire ai lettori delle proprie Opinioni Quotidiane come queste possano essere legittime e le altre opinioni di chiunque altro non esserle. Ci si gioca il pane quotidiano, se ogni giorno bisogna trovare qualche Lettore ancora dipendente dal “giornale del cuore” ai cui articoli, alle cui narrazioni del mondo ci si abbandona interamente. In pratica, rischiano di darsi la zappa sui piedi, proclamando solo per sé la libertà di pensiero, e negandola a chiunque sia di avviso diverso dal loro, cosa che accade, come ben sanno se appena leggono le “lettere” che vengono inviate alle redazioni dei giornali sui quali scrivono.

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