giovedì 10 settembre 2009

«Non leggete i giornali!»: ce lo raccomanda Berlusconi, ma io già non li leggevo per mia decisione.


Ieri pomeriggio, nello scenario incantevole del Ninfeo do Nerone, fra il Colosseo, l’arco di Costantino, la parte del Palatino che da su via di San Gregorio, da dove il pubblico poteva salire per accedere alla manifestazione dei giovani del PdL, durante la quale per oltre un’ora ha parlato il Presidente Berlusconi tracciando un bilancio dell’attività del suo ultimo governo, che complessivamente ha superato in durata quello di De Gasperi: il più lungo governo nella storia di questa Repubblica, nel bene o nel male, a seconda dei punti di vista. E non vi sarà dubbio che per gli avversari e detrattori di Berlusconi sarà stato nel segno del male. Onestamente, non posso dire di poter dare una valutazione critica di ogni capitolo del bilancio tracciato da Berlusconi nella sua attività di governo. Alcuni punti mi stanno particolarmente a cuore e questi punti seguo con maggiore attenzione. Alludendo alla campagna di stampa contro di lui, Berlusconi prevedendo che oggi sarà per questo nuovamente attaccato, ha consigliato di non leggere i giornali. Per conto mio, ho già maturato una bassa considerazione del livello dei nostri giornali e della stampa in genere. Compro il giornale quando proprio devo leggere un determinato articolo che possa o debba interessarmi particolamente, ma non ho mai letto i giornali per sapere con certezza di verità ciò che veramente succede in Italia e nel mondo. Credo che nessuno sia così ingenuo da credere che nei giornali si possa cercare la verità. Al solito, la sortita di Berlusconi non fa altro che dare autorevole fiato ad un modo diffuso di pensare.

Il dibattito è stato introdotto dalla Melloni, una giovane messa al potere da Fini, una giovane che mi dicono non ha neppure trovato il tempo per laurearsi, troppo impegnata a pensare alla carriera politica, dove si è certamente sistemata per il resto dei suoi giorni. Mi è piaciuto il passo di Berlusconi, dove ha detto che lui ha incominciato a far politica all’età di 58 anni. Ho paura che molti giovani vedano nella politica un’occasione per scavalcare i loro coetanei, che magari passano il tempo a studiare. Non sono un giovanista, anche se penso che occorra preparare alle giovani generazioni le condizioni della loro esistenza, cosa di cui Berlusconi ha parlato con grande senso pratico, annunciando programmi rivoluzionari in materia di alloggi per i giovani che devono metter su famiglia. Ma ha anche parlato di lavoro e di università, cioè di formazione che possa immettere con serenità nel mondo del lavoro. Se è vero che Berlusconi ha lui solo un consenso del 68 per cento un motivo ci sarà. Credo che sia il suo grande senso pratico.

Non ho scattato fotografie. Ho scoperto che la macchina fotografica mi distrae dall’osservazione dell’evento. Ma sono certo che su internet si troveranno tutte le foto che si desiderano sull’evento. Delle cose dette da Berlusconi ricordo qui alcuni passaggi. Intanto, Geddafi sul quale è particolarmente attaccato dalla Israel Lobby, che vorrebbe un Berluscono amico soltanto di Israele e nemico di tutto il resto del mondo. Non mi stupirei se dietro gli attacchi mediatici a Berlusconi non ci fosse la stessa Lobby, che già crede di poter fare e disfare a suo piacimento i presidenti degli USA, figuriamoci un presidente del consiglio italiano. Le poche parole su Gaza e Piombo Fuso non mi sono molto piaciute e avrei voluto io porre delle domande a Berlusconi. Ma non era possibile. Era giusto che fossero solo i giovani a poter porre le quattro o cinque domande che sono state poste.

La Melloni ha posto l’accento, ritornando perfino in chiusura, in modo stonato e forse infastidendo Berlusconi, sulla presunta lite con Fini. Al solito Berlusconi ha chiarito quel che doveva chiarire: una tempesta in un bicchier d’acqua. Ma ha anche detto che il PdL è un partito monarchico e anarchico. Ognuno, nel PdL, può dire la sua. Ricordo in questo blog che per aver detto io quel che penso in generale sulla politica ed in particolare sui problemi israelitici, ho sperimenato un ignobile, fetido attacco di quanti pretendevano che io fossi incompatibile con Forza Italia, con “il partito di Guzzanti”, che per fortuna sua sponte è uscito dal PdL, credo proprio su temi come la Georgia, Putin, Geddafi, ecc., sgraditi alla Israel Lobby.

Aver assistito ieri sera alla manifestazione i cui ha parlato il Presidente del Consiglio nonché fondatore e presidente del PdL mi è stato particolarmente utile. Adesso non potrà censurarmi nessuno. Guai a chi ci proverà. Ognuno nel PdL – parola di Berlusconi – può dire quel che pensa: da Fini all’ultimo dei militanti e tesserati. Spero di riuscire a costituire in Roma una dei primi circoli del PdL. Inviterò a pubblico contradditorio, dentro sedi territoriali di partito, tutti quei personaggi messi in lista non da me, ma che mi stanno cordialmente sullo stomaco, e non soltanto sullo stomaco, dai quali non solo dissento, ma che intollerabilmente si presentano come se esprimessero loro il mio pensiero e che addirittura pretendono che io debba adeguare la mia testa e i miei convincimenti alle loro corbellerie e sciocchezze a ruota libera.

Forza Berlusconi, sono con te! Come si suol dire, Dio ti conservi non cento anni, che sono pochi e ci sei/ci siamo entrambi vicini, ma per almeno duecento anni. Abbiamo molte cose da fare e troppo poco tempo a disposizione. La vita in sé potrebbe essere noiosa se non si avessero cose interessanti e importanti da fare e portare a compimento.

RASSEGNA STAMPA COMMENTATA

1. Giornale: estratti. – Ma il tasto, su cui batte il presidente del Consiglio, vale per Fini come per chiunque altro. Perché «il Pdl è un movimento liberale di massa, non è una caserma, e ciascuno ha la libertà di potersi esprimere e far conoscere ad altri la propria opinione. E quando poi si va al voto sui temi etici, c'è libertà di coscienza». Pur essendo «chiaro» che «il movimento esprime una posizione». – Ho mandato un commento con rinvio a questo post.

2. Corriere della sera: braccio di ferro? – Mi auguro che un dibattito all’interno del PdL possa nascere e svilupparsi, ma non limitato ai vertici. Occorrono sedi di partito, finanziate con i soldi che i partiti prelevano dalle tasche dei cittadini, sedi dove i cittadini possono discutere di politica ex art. 49 cost. e non semplicemente applaudire i leaders come tante scimmiette ammaestrate.

Nessun commento: