venerdì 18 settembre 2009

L’Italia segretamente in guerra, contro la sua costituzione ed i suoi interessi


Io me l’aspettavo e temevo ciò che ora apprendiamo: che almeno un certo numero di nostri soldati ci sarebbero stati restituiti indietro dentro la bara. Ieri sera, nella sezione Marconi di quello che adesso si dovrà chiamare PdL, anche se ancora mancano i moduli ed i timbri, abbiamo osservato un minuto di silenzio per i nostri morti, dico nostri morti. Trascorso il tempo del lutto e del dolore occorrerà chiedersi perché sono morti e chi li ha mandati in luoghi che nella nostra mente sono infinatamente più lontani di quanto lo siano sulla carta geografica. Sono andati non certo per difendere la democrazia del popolo afghano, per portar loro quella libertà che manca a noi, asserviti da oltre 100 basi americane sul nostro territorio. No! A queste favole che i politici raccontano non crede nessuno, appena egli possa trovare il tempo per distogliersi dai problemi di vitto e di alloggio e poter pensare alla politica internazionale, ai problemi della pace e della guerra. In guerra ci sono non per volontà del popolo italiano, ma perché ristrette Lobbies ne hanno usurpato la volontà e perseguono loro criminali interessi di parte. Rinvio per una ricostruzione dell’accaduto e per un’analisi più ampia al sito di Peace reporter, che riporto integralmente per comodità dei Lettori di “Civium Libertas”:
La guerra segreta degli italiani in Afghanistan

I soldati italiani combattono in Afghanistan da un anno e mezzo all’insaputa del popolo italiano e in aperta violazione della nostra Costituzione.

Lo stemma dell'operazione Sarissa Dall’estate 2006 è operativa nell’ovest dell’Afghanistan la Task Force 45 (“la più grande unità di forze speciali mai messa in campo dall’Italia dai tempi dell’operazione Ibis in Somalia” secondo l’esperto militare Gianandrea Gaiani) comprendente i Ranger del 4° Alpini, gli incursori del Comsubin, il 9° Col Moschin e il 185° Rao della Folgore. In tutto circa duecento uomini, impegnati fin dal settembre 2006 nell’operazione segreta 'Sarissa' (la lancia delle falangi oplitiche macedoni) volta a combattere i talebani a fianco delle Delta Force statunitensi e delle Sas britanniche, in particolare nella provincia occidentale di Farah.

L’ultima battaglia a cui gli italiani hanno preso parte risale allo scorso novembre (riconquista del distretto del Gulistan), quando sono entrati in azione gli elicotteri da attacco italiani A-129 Mangusta e i cingolati da combattimento Vcc-80 Dardo in dotazione ai bersaglieri del 1° reggimento della brigata Garibaldi, giunti in Afghanistan lo scorso maggio. Data dalla quale la Tf-45 impegnata nell’operazione Sarissa può contare anche sull’appoggio dei nostri aerei spia Predator e degli elicotteri da trasporto e assalto Sh-3d.

Cingolati 'Dardo' Durante il governo Prodi l’impegno militare italiano in Afghanistan è costantemente aumentato sia numericamente (oggi l’Italia ha in quel Paese 2.350 soldati, 550 in più di quelli schierati durante il governo Berlusconi) che qualitativamente (truppe e mezzi da combattimento).
Nei giorni scorsi il sottosegretario alla Difesa, Lorenzo Forcieri, ha dichiarato che “non bisogna illudersi: dovremo restare in Afghanistan molto a lungo”.

Il governo italiano continua a parlare di un “ripensamento della strategia” della Nato in Afghanistan, auspicando un maggior coinvolgimento dell’Onu e una conferenza di pace. Anche secondo gli Stati Uniti è il momento di dare una svolta alla missione, ma in senso opposto: a dicembre il capo del Pentagono, Robert Gates, ha dichiarato che in Afghanistan “la Nato deve spostare la sua attenzione dall’obiettivo primario della ricostruzione a quello di condurre una classica controinsurrezione”.

Enrico Piovesana
Inutile cercare la notizia con un commento sui nostri maggiori quotidiani, impegnati ad discettare sulla virilità del presidente del consiglio o sulla grande novità della circoncisione del presidente della Camera. No, di questa stampa del peggiore regime è bene ci si abitui a non tener nessun conto.

RASSEGNA STAMPA COMMENTATA

1. La guerra inutile. – Confermo quanto detto sopra, cioè che è inutile aspettarsi dalla stragrande maggiore della stampa italiana altro che non una propaganda di regime. A conferma della regola può trovarsi qualche eccezione come l‘analisi di Barbara Spinelli, alla quale si dà regolarmente addosso da parte dei nostri ineffabili «Corretti Informatori». La guerra inutile fu detta tale da Benedetto XV. Si può aggiungere che fu certamente inutile e rovinosa per l’Europa intera, ma non lo fu per chi la ispirò e la volle. La famosa Dichiarazione Balfour, vero atto di nascita dello Stato ebraico, non vi sarebbe mai stata senza la prima guerra mondiale e lo stato di Israele non sarebbe mai sorto senza la seconda. Per vivere e prosperare l’odierno Stato di Israele – appena riconosciuto induttivamente come stato “criminale” nel rapporto Goldstone, che è e resta un rapporto ONU, non una lettera personale e privata del Commissario Goldstone – ha bisogno di uno stato continuo di guerra dove già c’è e di fomentarne di nuove dove ancora la guerra non c’è, in primis l’Iran, dove l’istigazione israliana affinchè il mondo entri nuovamente in guerra è chiara anche ai gattini ciechi. È da sperare che la morte di sei italiani faccia maturare non già la classe politica, che è e resta in larga parte complice e corrotta, ma ponga seri interrogativi alla gran parte delle gente, al popolo, normalmente alle prese di una vita al di sotto dei 1000 euro mensili disponibili. Quando i 1.000 euro mensili per effetto degli sprechi e dei disastri ulteriori prodotti dalla guerra cominciaranno a scendere a 900, 800 e così, ebbene allora tutti saranno costretti a capire la logica dello sviluppo e chi con la guerra ci guadagna chi ci vince. La storia della libertà e della democrazia da portare in Afghanistan è una bufala a cui proprio nessuno crede. Chi appena ne sa qualcosa può ben comprendere che quella guerra è un’eredità di Bush che di suo totale arbitrio e per chi sa quali secondi, terzi e quarti fini ha voluto iniziarla, o per conto di chi e con quali prospettivi. È ancora più certo che i soldati italiani che ahimè si trovano in Iraq ben sanno di non portare nessuna democrazia o libertà. Sono lì per farsi odiare e per farci tutti odiare. Loro al massimo portano nelle loro tasche qualcosa in più dei mille euro degli italiani restanti. Ma almeno se li guadagnessero in un qualche luogo dove non debbano uccidere e correre il rischio di essere uccisi. Giustamente osserva Barbara Spinelli che questa guerra dura da ben otto anni e non accenna a finire. rischia di diventare una guerra permanente e di farci assuefare all’idea di una guerra come condizione normale dell’esistenza. Già, si dice che è una guerra contro il terrorismo. Altra bufala! Almeno le guerre del passato si facevano contro nemici ben individuati ed obiettivi ben determinati. Qui la guerra è contro un nemico quanto mai sfuggente e indeterminato. In realtà, non è una guerra contro qualcuno, ma è una guerra per l’occupazione del territorio che si dice di voler liberare. Gli Alleati in Afghanistan, in Iraq ci sono andati per restarci in permanenza, non per andarsene. Per questo la guerra continuerà fino ad esaurimento. Non vi è un bel niente da liberare. Non vi è nessuna democrazia da esportare. Come diceva il citato regista del “Mio Bush”, la democrazia semplicemnte non esiste. E solo un’invenzione propagandista e demagogica della televisione e dei media. Figuriamoci quindi quali sottili analisi possiamo aspettarci da una stampa prezzolata, dove il mestiere del giornalista non è molto diverso da quello dei soldati che sono andati lì a guadagnarsi in quel modo una paga. E sia ben chiaro che la mia solidarietà e la mia compunzione per i morti è assoluta e sincera. Post Scriptum: Nessun commento al commento idiota di idioti che ripetono sempre le stesse cose come un vecchio disco.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

perche non posta i suoi commenti censurati da Israel sul blog che gli hanno clonato?
http://ggisraelo.blogspot.com

Antonio Caracciolo ha detto...

Non capisco di cosa parla. Se si spiega meglio posso risponderle.

Anonimo ha detto...

veramente... non capisco cosa ci sia da capire in ciò che ho scritto.
mi scusi?

Waa359 ha detto...

NON abbiamo interessi italiani da difendere in Afganistan, né in Iraq,nè in Iran.

MAI PIU'!

MAI PIU'!

MAI PIU'!

il miglior SANGUE Italiano sia versato per salvare il CULO della colonia sionista di INVASIONE della Palestina!

I migliori giovani d'Italia TORNINO a casa...e

SUBITO!

Anonimo ha detto...

una cosa sicuramente divertente è il nuovo "appellativo mediatico" coniato per i talebani..GLI INSORGENTES-GLI INSORGENTI ! un termine che definiva nelle colonie inglesi d'America chi insorse contro l'autorità britannica nel periodo precedente.....la Rivoluzione!
hahaha!

Antonio Caracciolo ha detto...

Non capisco "censurati" “clonati”. Sono comunque andato a vedere il link. Ho nel frattempo riattivato una mia vecchia scheda su Israel. Credo sia la trattazione più esaustiva che esista in rete. Considerato però il casino che si è scatenato, devo rivedere ogni aggettivo e virgola da me usata. Poi potrò occuparmi delle cose più recenti e seguirò con critica costanza le imprese mediatiche di Giorgino.

Anonimo ha detto...

mi riferivo al fatto che Israel censura i commenti non graditi e il blog al dic ui link è un clone dell'originale nel quale è possibile inserire commenti liberamente.
p.s
Ma perche mai deve rivedere termini e aggettivi?Non perda tempo!In ogni caso la scusa per accusarla di antisemitismo la trova sempre.Sono cosi questa gente!