domenica 26 luglio 2009

A. “Eroi” e gregari israeliani della pulizia etnica: 12. Issar Harel e il ruolo dei servizi segreti

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Dopo aver elencato i nomi dei componenti della Consulta, che fece da mente e centro direttivo della “pulizia etnica” del 1948, in pratica continuata fino ad oggi, se si considera che ogni Chek Point fa parte della stessa strategia di induzione allo spopolamento ed espulsione della componente autoctona, Pappe si sofferma sugli ufficiali dei servizi segreti. «Invece di limitarsi a raccogliere informazioni sul “nemico”, non solo ebbero un ruolo di primo piano nella pulizia etnica, ma parteciparono anche ad alcune delle peggiori atrocità parallele alla sistematica evacuazione dei palestinesi. Veniva lasciata loro l’autorità di decidere quali villaggi distruggere e quali abitanti giustiziare». La nota 9 del testo di Pappe rinvia a Avi Shlaim, “The Debate about the 1948 War”, in Ilan Pappe, The Israel-Palestine Queston, pp. 171-192. E prosegue: «Secondo quanto ricordano i sopravvissuti palestinesi, dopo che un villaggio o un quartiere era stato occupato, stava a questi decidere se il destino finale degli abitanti sarebbe stata la reclusione o la libertà, la vita o la morte». Ed ecco una figura che emerge in questo vero “Olocausto”: «Nel 1948 Issar Harel – poi divenuto primo capo del Mossad e del Shabak, i servizi segreti israeliani – supervisionava le operazioni di questi ufficiali. La sua figura era ben nota a molti israeliani: basso e tozzo, nel 1948 era solo colonnello, ma malgrado ciò era l’ufficiale di più alto grado a sovrintendere gli interrogatori, a preparare le liste nere e ogni altra forma di oppressione dei palestinesi sotto l’occupazione israeliana» (op. cit., 17-18).

(segue)

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