venerdì 24 aprile 2009

Liebermann in Italia non è un nostro gradito ospite!

Ben ricordo l’accoglienza che la comunità ebraica romana su iniziativa di Pacifici e di Polito ha riservato al presidente iraniano Ahmadinejad. Le speranza allora dei nostri politici riuniti in piazza del Campidoglio con qualche centinaio di ebrei della comunità romana, con degli omosessuali lì riuniti che pensavano di poter difendere i diritti degli omosessuali in Iran semplicemente facendo la guerra ad un intero popolo di 70 milioni di anime, presumibilmente non tutte omosessuali. Non vi era dubbio di sorta che in quel momento la Israel lobby sperava in una guerra imminente contro l’Iran. Quella manifestazione capitolina aveva il preciso scopo politico di creare un orientamento favorevole alla guerra come era già successo con l’Iraq, a colpi di menzogne. Chi ha mentito in quell’occasione non sperava evidentemente di ottenere adesso credito ed assai ipocritamente si mascherava la manifestazione come una richiesta di diritti civili ed umani in… Iran, come se noi in fatto di “diritti” fossimo avanzatissimi. Dobbiamo ricordare che in Germania, in Francia, in Svizzera, etc., si continua ad andare in galera per meri reati di opinione. Tutta la canea contro il vescovo Williamson, guarda caso subito dopo l’operazione “piombo fuso”, è un clamoroso attacco alla libertà di pensiero: il merito della questione – quale che sia – non è per nulla comparabile al bene prezioso e supremo della libertà di pensiero, che è stata clamorosamente negata e che viene continuamente negata. Altro che Ahmadinejad! Ci vogliono fottere! E Lieberman viene per questo! Viene per tramare guerre! Non dobbiamo fare del trionfalismo. Non dobbiamo ignorare il tradimento della nostra classe politica, di maggioranza e di opposizione. Ma se in una pubblica manifestazione contro Lieberman saremo più numerosi di quanti erano i filoisraeliani a piazza del Campidoglio o in piazza Montecitorio – rispettivamente non più di 100 e 400 persone –, allora possiamo dire di rappresentare noi, e non loro, il popolo italiano.

WWW.FORUMPALESTINA.ORG

Lieberman in Italia non è un ospite gradito
Il ministro razzista israeliano a maggio viene a Roma


Il ministro Frattini e il governo Berlusconi hanno invitato per i primi giorni di maggio in Italia il principale dirigente del partito razzista e antipalestinese ed attualmente ministro degli esteri del governo israeliano

Per discutere le iniziative di protesta contro la visita di Avigdor Lieberman a Roma, invitiamo tutte le realtà antirazziste e di solidarietà con la Palestina a partecipare ad una assemblea cittadina.

Mercoledì 29 aprile, ore 17.30

Assemblea cittadina

alla sala di Carta in via dello Scalo di S. Lorenzo 67

www.forumpalestina.org


Nota:

“Civium Libertas” aderisce alle iniziative di Forum Palestina e di ogni altra organizzazione di solidarietà verso il popolo palestinese e di contrasto contro il governo colonialista, invasore, oppressore e razzista di Israele.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

ma come ?lieberman è l'unico che mi sta simpatico!
magari riesce a convicere gli ebrei che stanno italia ad andarsene in israele.
mi domando sempre cosa esiste a fare lo stato ebraico se gli ebrei vivono dappertutto tranne che in israele.

Anonimo ha detto...

non è certamente per colpa di lieberman se israele è uno stato razzista-
i comunisti ci provano sempre a trovare il capro espiatorio per salvare il resto della feccia.
secondo me i dirigenti di forum palestina sono ebrei.

Anonimo ha detto...

ho letto che lei è un docente di filosofia del diritto,siccome ho avuto un diverbio con l'ammin di un forum(che tra le altre cose scopro confondere la critica ad israele con l'odio razziale) sulla libertà di espressione mi piacerebbe avere un suo parere se e quando troverà il tempo.
puo trovare la discussione qui

http://www.forumpolitico.org/viewtopic.php?f=12&t=1334&sid=8de1ccc3bce1f65688cd08822d8379e2

Antonio Caracciolo ha detto...

Ritengo che la libertà di pensiero e di espressione in tutte le sue forme, unita ad una buona dose di tolleranza, sia un bene prezioso sotto molteplici punti di vista, politici e non politici. La critica politica e filosofica, anche aspra, fa parte della libertà di pensiero ed è il sale della democrazia. A volta nell’asprezza dei toni può essere difficile distinguere la manifestazione di pensiero dal dileggio o dall’offesa personale. Per questo ho parlato di attitudine alla tolleranza. Personalmente, ignoro le offese alla mia persona, quando trovo qualche elemento di pensiero. Se non trovo neppure un briciolo di pensiero ignoro interamente la critica.
Quanto poi all’essere io un docente di filosofia del diritto, è vero, ma ho voluto dirlo per una mia scelta di trasparenza, che mi è costata non poco. Ribadisco che la mia posizione principale in tutti questi dibattiti è la posizione di un cittadino che rivendica la libertà di pensiero e di espressione come principio irrinunciabile della democrazia. Su tutto il resto si può civilmente dissentire.