sabato 10 gennaio 2009

Filippo Giannini: «Quel piccolo particolare»


Di Filippo Giannini mi giungono email che contengono spesso allegati di articoli, spesso su materia che riguarda la storia del fascismo, su cui Giannini è un grande esperto. Questo non è però un blog di cultura storica e spesso i temi francamente non ci paiono attinenti. Questa volta però si tratta di una riflessione su Gaza e siamo lieti di ospitare questo intervento.


Antonio Caracciolo

* * *

QUEL PICCOLO PARTICOLARE

di Filippo Giannini

Avrei piacere di esternare le mie opinioni sulla tragedia che si sta svolgendo nella Striscia di Gaza, ma in questo momento sono a 20 mila chilometri dai miei documenti, di conseguenza quel che scrivo sarà decisamente incompleto e forse insufficiente, anche se il senso non potrà che essere corretto.

Certamente quanto ha scritto Kiriosomega, è giusto, ma vale per il Codice Penale italiano; egli infatti, giustamente ricorda l’art. 5 in merito all’eccesso colposo, in questo caso riguardo la legittima difesa e, di conseguenza, come appunto attesta il Codice Penale italiano: sempre che la difesa sia proporzionata all’offesa.

Per essere preciso dovrei partire, almeno, dal 1948 quando gli ebrei cacciarono dalle loro terre i palestinesi, residenti in Palestina da millenni, cacciati su mandato del Dio ebraico, Dio disconosciuto, è ovvio, dai palestinesi. Fu questo un atto oltre che inumano anche contrario al Diritto delle genti. Gli arabi tentarono di ripristinare i loro diritti ma furono sempre non solo sconfitti, ma queste sconfitte consentirono agli ebrei di accaparrarsi di nuovi territori sottraendoli ai legittimi residenti.

Israele, sorretta dagli Usa, può oggi essere considerata una potenza militare di prom’ordine. Infatti – e veniamo ai giorni d’oggi – mentre gli arabi lanciano contro Israele dei razzi, che sono poco più che petardi, la risposta israeliana sta arrecando nella Striscia di Gaza un massacro al di fuori di ogni misura: mentre scrivo il rapporto è di circa 500 morti da un lato contro, forse, tre dall’altro.

Poco sopra ho parlato di risposta, ma, risposta o rappresaglia? Se il termine esatto fosse il secondo, subentrerebbe quel piccolo particolare, di cui il titolo, piccolo particolare accuratamente nascosto, mai citato dai mass-media, fortemente vincolata alla politica Usa/Israele.

E mi spiego.

Pochi sanno che .

Così recita il testo delle ultime Convenzioni Internazionali. In altre parole quegli eserciti che usarono il (certamente disumano) “diritto di rappresaglia” quando questo era consentito, dal 1949 è disconosciuto; di conseguenza quegli eserciti che ne fanno uso, trovano, è incredibile, ingiusta legittimazione e comprensione.

Così si verifica questo assurdo: ancora oggi viene tenuto imprigionato (oltretutto con una accusa che traballa da tutte le parti) un vecchio ultranovantenne per aver partecipato nel 1943 ad una rappresaglia, (attenzione!) allora riconosciuta e consentita dalle Convenzioni Internazionali dell’epoca; oggi che il dritto di rappresaglia è disconosciuto e condannato, si trovano dei servi sciocchi che si strappano le vesti a difesa di uno Stato che adotta un diritto che tale non è più.

Ebbene, i servi sciocchi schierandosi dalla parte di Israele, sostenendo che la colpa è di Hamas “perché ha rotto la tregua”; ebbene, a parte che fra i due contendenti non c’è mai stata una tregua (i palestinesi non possono accettare di essere stati cacciati dalle loro terre), è un fatto, e mi ripeto: oggi la rappresaglia è tassativamente condannata da specifiche leggi.

E ancora. Quando questo Diritto era consentito, la Rappresaglia doveva essere (e qui mi scuso se non posso usare le parole del testo per i motivi sopra ricordati) condotta in tempi brevissimi dallo Stato danneggiato, limitata nel tempo e proporzionata al danno subito. Se i tedeschi stabilirono la loro proporzione in uno a dieci, e i tedeschi erano cattivi, quante centinaia di donne, bambini e vecchi palestinesi hanno dovuto donare la propria vita al Dio ebraico per quel piccolo particolare?




ATTENIONE!

di Filippo Giannini

Sì, ATTENZIONE!

Mi è giunta una mail nella quale è riportata una notizia che mi scuote le vene e i polsi.

Un gruppo di deputati, ovviamente se non tutti, almeno la maggior parte di loro appartenenti alla casta degli infami di A.N., hanno presentato una proposta per l’istituzione dell’Ordine del Tricolore, per conferire a tutti i combattenti della Seconda Guerra Mondiale, anche a quelli che combatterono dalla parte sbagliata, un riconoscimento simile a quello che fu conferito a suo tempo per i combattenti della Prima Guerra Mondiale.

Leggiamo le prime righe che accompagnano questa proposta: <Non s’intende proponendo l’istituzione di questo Ordine sacrificare la verità storica (sic) di una feroce guerra civile sull’altare di una memoria comune (?), ma riconoscere, con animo ormai pacificato (?), ecc.>. E continua: <(…). Molti combattenti, giovani o meno giovani, cresciuti nelle temperie culturali guerriere e “imperiali” del ventennio, ecc.>.

Nella lettura della Proposta non sono andato oltre; tanto basta. L’infamia contenuta nelle prime righe della proposta è palese. Spero, mi auguro, che tutti i combattenti della Rsi respingano sdegnati la proposta. Il mio punto di vista rimane quello di sempre: non ci potrà essere pacificazione sino a quando a tutti, quindi anche ai combattenti della “parte sbagliata” non verrà concesso lo stesso spazio e lo stesso diritto di parola di cui hanno goduto e godono coloro che combatterono dalla parte giusta.

Non si può tappare la bocca ad una parte e poi dargli il contentino, e con questo la patente ufficiale di essere stati dalla parte sbagliata.

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