venerdì 17 ottobre 2008

L’altra Memoria: per non dimenticare 200 piccoli angeli.

Ricevo al mio indirizzo di posta elettronica il documento che segue e che decido di pubblicare in questa blog in una duplice forma: come post autonomo per dare una maggiore evidenza all’evento che mi era finora del tutto ignoto e di cui nessun telegiornale, nessun giornale della carta stampata nessun politico sempre pronto a celebrare ricorrenze ed a ricavarne pubbicità elettorale, proprio nessuno mi aveva informato. Ed è un silenzio di per sé eloquente. Penso poi ad una ulteriore pubblicazione all’interno del post in forma di ampio saggio, dedicato all’on. Furio Colombo, cui si deve la giornata istitutiva della Memoria con celebrazione obbligatoria in tutte le scuole, e che ama sempre narrare i suoi ricordi infantili da scuola elementare piemontese, quando con l’altoparlante venivano tutti chiamati per separare i bambini ebrei da quelli non ebrei. Qui si tratta ora di un’altra scuola elementare dove i bambini non venivano separati gli uni dagli altri, cosa che peraltro sembra avvenga nuovamente ai nostri giorni, ma venivano tutti ammazzati sotto le stesse bombe, non naziste, ma anglo-americane, le bombe della Liberazione, quelle bombe per le quali Oriana Fallaci era tanto grata. Era il 20 di ottobre 1943, appena 4 giorni il rastrellamento nazista in Roma del 16 ottobre. Chissà perché le due data hanno diversa copertura mediatica!

* * *

PER NON DIMENTICARE
200 piccoli angeli.

Nell’anno 1944, il 20 ottobre uno dei peggiori massacri si abbattè nei confronti della popolazione civile di Milano.

Mai in una città, si pianse così tanto!

In tale data appunto – erano le 11,24 – una formazione di oltre 90 quadrimotori angloamericani, partiti da Foggia alle ore 7,58, si portò sulla città di Milano per colpire gli insediamenti industriali presenti che si temeva celassero delle produzioni belliche (Breda, Alfa Romeo, Falck e Pirelli). Delle tre squadre che componevano il gruppo d’attacco, la prima venne messa fuori gioco per un inconveniente tecnico, la seconda fu la sola che riuscì a colpire lo Stabilimento della Breda, mentre la terza, non si sa per quale motivo si trovò fuori rotta di 22 gradi. Il comandante, resosi conto dell’inconveniente con notevole ritardo sulla tabella di marcia, aveva due possibilità, o proseguire in quella direzione verso Cremona, liberandosi del carico sganciando le bombe in aperta campagna, oppure sganciare immediatamente l’intero carico sulla città. Si rese conto subito che sotto di lui non c’erano obiettivi militari ma solo abitazioni civili, la città. Decise ugualmente per questa ultima e seconda soluzione, che era già vile, sciagurata e disonesta per un militare solo averla pensata. Il destino fece il resto e volle che un grappolo di bombe, sganciato sulla città, centrasse una scuola elementare dove si stavano svolgendo normali lezioni.

Nel quartiere di Gorla a nord di Milano (viale Monza), quel giorno si contarono circa 700 vittime, tra questi 200 bambini da sei agli undici anni, dalla prima alla quinta elementare, unitamente ai Maestri ed alcuni genitori che erano accorsi sul posto con altri bimbi piccoli in braccio, per condurre tutti nei rifugi al sicuro.

Il fato non volle e gli alleati angloamericani, liberatori dell’italia, compirono una delle loro tante stragi ai danni della popolazione civile italiana.

Qualcuno tentò di scaricare tutto sui soliti tedeschi e qualche sito mentoniero fa riferimento ad aviazione tedesca. Tutte le scuse sono false, perché a Milano e nella zona non esisteva più nessun aereo tedesco, in quanto tutti ritirati in Germania.
L’anno 1999 il 20 ottobre si svolse una commovente ed iniziale grande cerimonia in ricordo del 55° anno della strage degli innocenti e da allora deve continuare perenne il ricordo.

Per non dimenticare si può visitare il monumento e la cripta dove riposano i resti dei bambini ogni domenica e nei giorni festivi a Gorla, in Piazza Piccoli Martiri – Milano.
La prima volta che mi occupai su un organo di informazione di questi giovani ed innocenti vittime, fu nel 2002 e da allora è vivo in me il ricordo che non desidero cancellare.

Il prossimo 19 ottobre a Gorla, quartiere noto ormai per la tragedia dei piccoli martiri, ci sarà un grande raduno dove chi può dovrà partecipare, perché si deve tentare di fare diventare questo giorno (il 20 di ottobre), una ricorrenza, una giornata per non dimenticare.

Esiste un manifesto invito-appuntamento del Comitato per Foggia città martire che gira da oltre due mesi per pubblicizzare il raduno in memoria dei piccini, oltre ad altre iniziative di persone, associazioni e partiti dell’area che non sto qui ad elencare.
non dimenticateli !

Erano le ore 11,24 del 20 ottobre del 1944, furono sganciate 342 bombe da 500 libbre con la missione n.138-20 in azione diurna con la volontà di colpire un centro abitato, pesi pertanto in eterno questo macigno sugli angloamericani che vollero questa strage.


Antonio Rossini – 17/10/2008


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Di bambini morti sotto le bombe ce ne sono stati di italiani, inglesi, tedeschi......e sempre ce ne saranno.
Ed è un obbligo non dimenticarcsne. Per cui fai benissimo a ricordarlo, così come è giusto ricordare i metodi brutali che da sempre gli americani hanno ustao e continuano ad usare in guerra.
Ciò non vuol dire, Antonio, che uno stato dichiaratamente razzista, qual'è stato il nostro, che, fra i tanti misfatti, separava dei bambini da altri coetanei in base ad una presunta diversità "razziale" non rappresenti il vertice dello schifo che si è raggiunto nella nostra nazione e che spero non si ripeta mai più.
Pertanto se all'inizio il tuo post pareva piacermi, dall'altro il tuo paragone con i bambini ebrei mi sembra inopportuno, fuorviante e storicamente scorretto.

grazie per l'ospitalità
Felice di Milano

Antonio Caracciolo ha detto...

Ringrazio per l’attenzione. Tuttavia, vorrei provare a replicare entro gli stretti limiti di un commento al commento. Intanto, volendo di paragoni non se ne dovrebbero mai fare, perché tutti gli eventi nella loro singolarità sono diversi l’uno dall’altro. Ma non credo che la nostra mente, il pensiero, potrebbe funzionare se non riuscisse a stabilire relazioni fra cose ed eventi: di somiglianza, dissomiglianza, causa ed effetto, ecc. secondo quanto i logici usano indagare.

Venendo al merito, la mia attenzione era rivolta non solo ai bambini, ma all’uso politico-ideologico che l’on. Colombo mi pare faccia dei bambini. Non seguo particolarmente la decisione del ministro della pubblica istruzione di voler separare in distinte classi i bambini italiani dai bambini degli immigrati. Non mi soffermo sulle motivazioni che ne vengono date da parte ministeriale e sulle critiche che a dette motivazioni vengono fatte. Un evento che sembrava enorme nelle raffigurazioni dell’on. Colombo – che si è sentito personalmente toccato – torna a ripetersi. Trovo che sia un dato di riflessione.

Razzismo. Io non credo alla particolare gravità delle leggi razziali del 1938. Non ho mai pensato di difendere queste leggi e non me ne sono mai interessato. Non mi discosto dall’interpretazione comune che vede in queste leggi un’influenza della Germania di allora sull’Italia di allora. Anche qui mi sovviene un’analogia. Nel gennaio dello scorso anno la Germania di oggi aveva tentato di esercitare un’eguale influenza sull’Italia di oggi. I due ministri della giustizia, tedesco ed italiano (= Clemente Mastella), avrebbero voluto estendere anche all’Italia – per poi farne un principio europeo comunitario – la criminalizzazione del cosiddetto negazionismo, che prevede in Germania e altrove fino a cinque anni di carcere per chi, ad esempio, pensa di poter sostenere scientificamente che le camere a gas non siano in realtà mai esistite. Questa normativa di oggi è per me molto, ma molto più grave delle annacquate leggi razziali del 1938, di cui si è fatto molto baccano e si continua a presentare come l’Evento costitutivo di tutto il fascismo.

Le chiedo tuttavia: è “storicamente corretta” – come l’on. Colombo fa - la relazione fra il ricordo dell’annuncio degli altoparlanti della scuola elementare che l’on. Colombo frequentava nel 1938 ed il rastrellamento in Roma del 16 ottobre 1943, attribuendo la responsabilità di questo rastrellamento al fascismo che con l’8 settembre in quanto stato e sistema giuridico non esisteva più?
Delle responsabilità naziste non è poi possibile neppure parlare in quanto ogni conclusione difforme dalla vulgata è sanzionata penalmente: non posso discutere di nulla se è già precostituito con legge penale quello che posso e devo dire!

Se era intenzione di Mussolini fare rastrellamenti, perché mai non ne ha fatto nessuno dal 1938 al 1943? Cito a mente e potrei sbagliarmi, ma se si va a leggere il milionesimo libro-propaganda sull’«Olocausto» di Shlomo Venezia trova nelle prime pagine parole di apprezzamento per come da ebreo veniva trattato nelle scuole fasciste in Grecia. Credo che per esaltare il presente si voglia demonizzare oltre misura un passato che andrebbe considerato innanzitutto, se non esclusivamente, sotto un profilo storico e non più moralistico.

Quanto più quegli anni si distanziano da noi tanto più diventiamo incapaci di giudizio storico. Parallelamente si costruisce del passato una rappresentazione mitico-demonizzante, inutile per capire il passato ma funzionale agli interessi del presente, che in ogni caso – ironia della sorte – riproduce nuovamente la separazione dei bambini o l’allestimento di campi di concentramento ovvero centri di accoglienza, come si suol dire.

Quanto ai bambini milanesi mi sembra di aver letto che l’obiettivo (= scuola elementare con bambini) fosse perfettamente chiaro a chi ha sganciato le bombe. Certamente, sappiamo che nei bombardamenti muoiono civili fra cui bambini. Ma nel caso di specie mi pare fosse perfettamente chiaro che si trattava di bambini.

Devo concludere. Sono andato oltre misura. Mi soffermo sul retroterra ideologico che muove l’on. Colombo & Co. Sono naturalmente ed irriducibilmente contrario ad ogni sofferenza che un essere umano procura non solo ad altri esseri umani, ma anche agli animali, alle piante, alla natura. Non posso però accettare che quando si parla di ebrei e di eventi connessi agli ebrei questi pretendano il monopolio del dolore e della sofferenza umana: ciò che è stato fatto a loro è Incommensurabile, è Più, ecc. Meno che mai accetto l’idea che l’Ebreo sia in rappresentante per antonomasia dell’Umanità. Se mai, considerata la specificità della loro religione, sarebbe un’umanità che non vuole mescolarsi ad altra umanità, religiosamente svalutata in quanto non ebrea, non eletta, idolatra. Se si vuol ricostruire storicamente il rapporto conflittuale dell’ebraismo con la restante umanità si ha a che fare con un arco temporale di almeno tremila anni, ben al di là degli undici del nazismo e del periodo 1938-1943 (= periodo di vigenza delle leggi razziali fasciste).

Mi scuso per non poter meglio approfondire ed articolare. Ho un’agenda piuttosto articolata per questa mattina. Tratto comunque questi temi in altri miei post.