venerdì 25 luglio 2008

Ma che vogliono? Siamo al colmo della sfrontatezza. Berlusconi preso per un pupazzo!

Versione 1.1

La nostra è un’epoca di appelli e di raccolta di firme. Per ogni cosa si raccolgono firme e si chiedono adesioni. Petizioni, proteste, tutto quello che si può firmare anche solo per becero protagonismo. Non amo questo genere di presenze, anche se talvolta mi associo ed io stesso mi faccio promotore di Appelli. Naturalmente la cosa ha senso in quanto si tratti di una forma di assunzione di responsabilità ed in quanto la Pubblica petizione sia in sé ineccepibile e tale da poter essere la manifestazione di un diritto. Le petizioni e gli appelli sono chiaramente per il riconoscimento di diritti incontestati ed incontestabili. Vi è chi può aderire, ma anche chi ritiene di non aderire. Ma chi non aderisce in genere si limita a non aderire, consapevole tuttavia del fatto che gli altri hanno il diritto di firmare una data petizione o di patrocinare una determinata causa.

Assistiamo al caso di Lettere aperte e di Petizioni al Presidente della Repubblica ed al Presidente del Consiglio italiano non affinché si interessino come dovrebbero ai problemi dei cittadini italiani, ma allo scopo di tirare le orecchie ai soldati italiani che mandati in Libano sotto bandiere e ordini ONU si sono permessi di salutare dei feretri. La richiesta viene non da parte di cittadini italiani ad una sola cittadinanza e a una sola fedeltà, ma da un elenco di cittadini israeliani che evidentemente ritengono l’Italia sia qualcosa che appartiene a loro e non ai cittadini italiani ad una sola cittadinanza e ad una sola fedeltà. È veramente il colmo dell’indecenza.

L’elenco che si trova qui è tratto dalla Mailing List di «Informazione Corretta», pronta e disponibile agli inviti che i «Corretti Informatori» rivolgono loro in calce ad ogni “corretto commento”. Il loro compito è di scrivere alle redazioni dei giornali per dare addosso a giornalisti che esprimono vedute non consone ai loro intendimenti. Fanno in questo modo azione di lobbying che ormai scuote sempre meno le vittime designate. Adesso escono allo scoperto e si rivolgono addirittura a Silvio Berlusconi pretendendo che faccia ciò che loro chiedono. Naturalmente come elettore di Berlusconi e militante non da ora del partito da lui fondato sono di ben altro avviso e ne rendo edotti gli Eletti Firmatari e considero con particolare indignazione la sortita.

Ma che vogliono? Dopo un cappello dove diventa chiaro che loro con l’Italia ed i suoi problemi poco hanno a fare, essendo loro «uniti sola dall’amore per lo Stato d’Israele» e potremmo aggiungere dall’«odio» verso i terroristi, cioè i palestinesi ed i musulmani fondamentalisti, in pratica tutti. Loro “credono” di poter «chiedere un passo ufficiale».“Sanno” infatti tutto sugli “amori” di Berlusconi, compreso quello per Israele. Non è chiaro dalla Lettera aperta di quali “cadaveri” si tratta e a quali cadaveri si deve del “rispetto” e cosa si deve fare a quei cadaveri cui non è concesso il rispetto. Intorno all’anno 1000 vi è stato il caso del papa Formoso, il cui cadavere era stato riesumato per poter essere oltraggiato a causa dei misfatti attribuiti. Non è chiaro se ci si appella a questa precedente romano.

Il curioso e contorto ragionamento conduce al “rispetto” delle salme israeliane per ottenere le quali si sono liberati prigioneri “vivi”, salvo considerali “morti che camminano” secondo le dichiarazioni di agenti del Mossad. Ma ciò che indispettisce gli Eletti Firmatari è che i prigionieri liberati siano stati accolti con giubilo da parte non solo del popolo libanese, ma anche dalle sue Autorità. Ci si chiede cosa si sarebbero aspettati e cosa avrebbero voluto: che venissero accolti con uova marce ed ortaggi vari come un Giuliano Ferrara in campagna elettorale? Ed in ogni caso cosa c’entra in questo Berlusconi? Forse con la sua esperienza napoletana avrebbe poi dovuto fare le pulizie? Evidentemente per lo «Stato Ebraico» e la sua eletta moralità i “morti” si rispettano se sono morti propri, ma non se sono morti altrui. Nel nostro sistema penale qualunque cose un vivente abbia mai potuto fare in vita ogni procedimento contro di lui si estingue con la morte e dunque i “morti” meritano tutti il rispetto che si deve ai morti. Il ragionamento è speculare con quello che fanno quanti sono contrari alla pena di morte per sacro rispetto alla vita. Poiché la vita non è eterna si deve suppore che lo stesso rispetto per la dignità umana in quanto tale lo si debba anche ai morti, fossero pure stati in vita nostri acerrimi nemici. Ma siano in pieno «Stato Ebraico» e valgono probabilmente diverse e superiore, elette, categorie morali, tanto eccelse e superiori che a noi, poveri goym, non è consentito comprenderle.

Lo Stato Ebraico non si limita a stabilire l’elenco dei propri Eroi, fra cui rientrano gli Undici della Casa Rossa, che Ilan Pappe ha indicato come i principali responsabili di quella “pulizia etnica” per la quale in questo giorni è stato catturato un noto cittadino serbo per essere processato come criminale di guerra. Non vi è il rischio che lo stesso trattamento possa essere inflitto agli “eroi” israeliani. Infatti, per lo Stato Ebraico sono i loro eroi. Ma lo Stato Ebraico nella persona della estentrice della “Lettera aperta” pretende anche di stabilire quale possa essere l’elenco altrui degli eroi concessi.

Insomma, cosa dovrebbe fare questo Berlusconi cui tutti tirano la giacca? Dovrebbe fare un “passo ufficiale” presso il residente della repubblica libanese Michel Sulemain ed il primo ministro Siniora. Non si capisce proprio cosa dovrebbe dire Berlusconi. Si parla di “vittime innocenti” ma si è portati a pensare, ad esempio, alla madre presa a cannonate mentre faceva colazione con i suoi quattro bambini. Di recente si è saputo del dimostrante bendato e legato cui un “glorioso” soldati israeliano ha sparato ad un piede con un proiettile speciale. Il glorioso soldato israeliano, dopo una sceneggiata per la stampa, pare sia stato subito rilasciato, mentre è stato arrestato il padre della ragazzina che aveva filmato la scena poi passata ai media, facendo il giro del mondo. Incredibile ma anche Abu Mazen ha festaggiato la liberazione del famigerato Kuntar, condannato dai tribunali israeliani, cioè dagli Eletti Tribunali, quegli stessi che hanno condanna Vanunu a diciotto di carcere per aver svelato l’esistenza di un‘atomica israeliana che ufficialmente non esiste. E che lo hanno condannato dopo i 18 anni scontati con ulteriori 6 mesi di pena per aver parlato con dei giornalisti. Questa è l’Eletta Giustizia che vige nello Stato Ebraico.

A Berlusconi si rinfaccia di aver ricevuto in Italia Abu Mazen, il fantoccio destinato a firmare la pace, quando lo Stato Ebraico ne avrà confezionato una tutta da prendere o lasciare ed ammesso che i palestinesi siano ancora vivi e non interamente “ripuliti” dai territori. Si chiede a Berlusconi un passo «durissimo». Si stenta però a capire cosa in concreto debba dire o fare. A Roma si direbbe che dovrebbe fare ai personaggi nominati (Sulemain, Siniora, Abu Mazen) un “cazziatone”. È probabile che il cazziatone se lo prenderebbe lui… Et de hoc satis. La stupidità degli Eletti Firmatari della Lettera aperta non dovrebbe avere bisogno di ulteriore illustrazione.



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