domenica 25 maggio 2008

L’«unica democrazia» del Medio Oriente ha paura di chi dice la verità: all’ebreo Norman Finkelstein è negato l’ingresso in Israele.

Versione 1.0

L’«unica democrazia» del Medio Oriente – secondo uno slogan corrente – ha paura di quanti possano dire e testimoniare la verità. Già alla delegazione Gaza Vive è stata negato l’ingresso nella Striscia dove si voleva verificare di persona le condizioni umanitarie di quanti vivono in un lager che in nulla è meno orribile di Auschwitz. Allo stesso modo viene ora negato l'ingresso in Israele a Norman G. Finkelstein, egli stesso ebreo ma né ebreo olocaustico né ebreo sionista. La verità della “pulizia etnica” e del “genodicio” si cui è stato fondato lo stato di Israele, secondo l'inconfutabile documentazione fornita da Ilan Pappe, può essere negata soltanto bendandosi gli occhi e chiamando verità la menzogna e la diffamazione e diffamazione la verità che Norman G. Finkelstein ha svelato ad un grande pubblico con il suo libro «L’Industria dell’Olocausto». Si noti come i «Corretti Informatori» gettino infine la maschera ed auspichino una nuova “pulizia” di quanti in Israele non ne vogliono sapere di stare allineati sulla verità ufficiale di regime. È il caso di Ilan Pappe, che sembra a seguito di minacce si è trovato costretto ad andarsene in Gran Bretagna. Avraham Burg credo se ne sia andato di sua volontà da uno stato ed una società che considera l’equivalente della Germania nazista degli anni Trenta. A Capezzone, con in quale ho avuto uno scambio epistolare privato sugli anni trenta, indico proprio Israele – a giudizio di che se ne intende, cioè Burg – come il modello presente di quella società. Il presidente Napolitano deve rivedere il suo famoso discorso su antisemitismo e antisionismo, ma soprattutto deve riconfermare in modo solenne il principio da lui asserito sulla legittimità della critica del governo israeliano, ad incominciare dai cittadini di quell’«unica democrazia» del Medio Oriente, di cui speriamo vivamente che resti «unica» nel suo genere. Ma eccoli i «Corretti Informatori» nelle loro manifestazioni di gioia:

Fonte: «Informazione Corretta»
Corriere della Sera Informazione che informa

25.05.2008 Una saggia decisione: Israele nega l'ingresso a Norman Finklestein
che però ha diversi imitatori nella stessa Israele
[a quando la loro “pulizia etnica”?
lasciando magari solo quelli che si prestano alla farsa della Fiera del Libro]


Testata: Corriere della Sera

Data: 25 maggio 2008
Pagina: 13
Autore: la redazione
Titolo: «Israele respinge Finkelstein»

Finalmente una buona notizia.
[Non vi è dubbio che per i «Corretti Informatori» sia una buona notizia non far vedere le delizie della democrazia israeliana a che non è disposto a farsi irretire dalla propaganda]
Israele non si presta al gioco degli odiatori
[raffinato concetto scientifico con cui si ribattezzano tutti i critici di Israele]
e nega a Finkelstein l'ingresso e lo rispedisce indietro. Ma l'odiatore americano non è l'unico, come sanno i lettori di IC. Uno sguardo a chi di professione disinforma
[ad informare come si deve è mestiere dei “Corretti Informatori”, come ben sanno i Lettori di questo Monitoraggio]
stando in Israele sarebbe opportuno. Non si vede perchè, in nome di una sbagliata interpretazione della democrazia,
[appunto una “sbagliata” interpretazione della democrazia. Quella giusta sappiamo quale sia, secondo i CI]
Israele debba lasciarsi diffamare.
[Le migliori benedizioni di israele la possono dare quanti sono stati scacciati dalle loro case e vivono come profughi in vari paesi]
Riprendiamo la notizia dal CORRIERE della SERA, l'unico quotidiano che la riporta oggi 25/05/2008, a pag.13, con il titolo
" Israele respinge Finkelstein":
Lo scrittore ebreo Usa

TEL AVIV — Norman Finkelstein (foto), il controverso docente universitario ebreo americano noto per le sue posizioni critiche verso Israele, è stato fermato venerdì al suo arrivo all'aeroporto di Tel Aviv. Interrogato, trattenuto in una cella dello scalo per 24 ore, è poi stato rispedito indietro con un bando decennale. Lo ha riferito l'attivista per i diritti civili Mussa Abu Hashash, che aveva previsto di incontrare Finkelstein e di guidarlo in visita nei Territori. Figlio di un'ebrea polacca sopravvissuta ai campi di sterminio, ha criticato la guerra in Libano condotta da Israele nel 2006. Finkelstein è noto soprattutto per il libro «L'industria dell'Olocausto», in cui denuncia lo sfruttamento politico della Shoah.
Come si suol dire: il testo si commenta da solo. Incapaci di reagire con gli argomenti i sionisti di madrepatria e dislocati all’estero reagiscono nelle forme a loro più appropriate. Per quanto mi riguarda non esiste il rischio che possano riservarmi lo stesso trattamento. Non ho mai messo piede in «Israele» e certamente non ho intenzione di metterci piede per il resto dei miei giorni. Mi dispiace come cittadino italiano che i responsabili castali di Torino abbiano deciso di trattare da «ospite di onore» uno Stato come Israele che nega l’ingresso ad Finkelstein. Era immaginabile Finkelstein alla Fiera del libro di Torino? È questa la concreta libertà di regime.

Altri modi
di dare e commentare la stessa notizia:

1. Infofal. Il Dr Finkelstein è considerate un “rischio per la sicurezza” da Israele. Apparentemente una nazione come Israele, che possiede sia la bomba atomica che armi termonucleari di distruzione di massa, sembra non poter sopravvivere ad una breve visita di passaggio nei territori occupati palestinesi, se non bloccando otherwise uno studioso americano con il passaporto degli Stati Uniti. Questo report illustra che interpretare Norman Filkelstein come “rischio per la sicurezza” sia risibile e smaschera Israele sulla libertà di espressione e di parola. Questa non è libertà! Questa non è libertà di parola! Questa non è libertà di dissentire! E’ questo il modo in cui Ebrei e altre minoranze sono state perseguitate durante parte dell’ultima guerra mondiale attraverso i libri bruciati e le deportazioni di massa. Il potere delle idee e i diritti d’espressione dovrebbero includere le critiche a quelli che sono il potere e le autorità.
2. Apcom.
3. Un migliore resoconto dell’accaduto.

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