venerdì 4 aprile 2008

Fiera del Libro: Il dissenso ebraico.

Versione 1.0


1.
L’impegno scritto a non criticare il governo

Nell’intervista che riporto di seguito, ciò che trovo particolarmente interessante è la notizia secondo cui sarebbe stata chiesta ai partecipanti israeliani alla Fiera di Torino un impegno scritto a non criticare il governo di Israele. Basta questa piccola notizia per abbattere di schianto tutte le motivazioni e le giustificazioni che sono finora state date a sostegno della Fiera con Israele come ospite d’onore. Non vi ora dubbio che si tratti di un’operazione di regime che coinvolge ad egual titolo invitanti ed invitati. Se gli scrittori ammessi non sono abilitati a nessun genere di critica, e quindi non sono “liberi”, significa che le voci critiche bisogna trovarle altrove, e cioè fuori dai cancelli, fra i contestatori della Fiera stessa.

Antonio Caracciolo

*

Dibattito sul boicottaggio della Fiera del libro di Torino dedicata a Israele
Fonte: Forum Palestina

FIERA DEL LIBRO. PERCHE' E' GIUSTO BOICOTTARE LA MANIFESTAZIONE

Parla Benny Ziffer : "siamo rappresentati male" (1)


Cosa non le va bene in questa celebrazione?
Il pluralismo linguistico della nostra produzione letteraria e' stato ignorato.

Sappiamo che da noi ci sono titoli in arabo, yiddish, russo, polacco, francese: perche' non tenerne conto?
E' l' ideologia sionista nella sua interpretazione piu' ottusa. Inoltre gli scrittori della delegazione ufficiale hanno dovuto firmare un foglio in cui si impegnano a non criticare la politica del governo israeliano. E questo, francamente, sarebbe scandaloso per qualsiasi paese.

Eppure intellettuali pacifisti come Oz, Yehoshua o Grossman non sono certo filo-governativi.
Loro non lo sono, ma partecipando a questa buffonata diventano la foglia di fico di questa operazione di propaganda. Sono molto deluso. Speravo che i nostri autori non si intruppassero in questo modo in cambio di un po' di promozione ... . Purtroppo i giovani scrittori israeliani sono apolitici, sono portavoci di una visione del mondo "consolatoria".

C' e' pero' una straordinaria varieta' di titoli.
Nell' insieme la letteratura israeliana mi sembra arretrata, banale, senz' altro in ritardo sull' innovazione stilistica di altri paesi. Forse e' per questo che a voi europei piace, la trovate nostalgica ed esotica.

Promuovere il boicottaggio assieme a regimi come l' Iran non la imbarazza?
Assolutamente. Sarebbe ancor piu' pericoloso lasciare il monopolio della critica ai nostri nemici.

(1) Benny Ziffer, scrittore israeliano cura le pagine letterarie del quotidiano Ha'aretz

Da "La Repubblica" di sabato 15 marzo

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